Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

sabato 27 maggio 2017

Crac. Storia di un bilancio disastrato.

Luciano Granieri




Sistemi  informatici e dispositivi di video registrazione in uso a personaggi che scrivono su blog approssimativi, come quello del  sottoscritto, sono obsoleti e non di rado tirano le cuoia. E’ successo al mio vecchio desktop. Nell’affannosa corsa a recuperare i  file contenuti nel derelitto hard disk, è venuto fuori un video risalente all’ottobre del 2015. Un filmato in  cui si prova  ad analizzare la situazione  economico-finanzaria del comune di Frosinone. Ricordo di non averlo mai pubblicato, perché lo ritenevo abbastanza noioso (più di 26 minuti a parlare di crediti, debiti ecc.) e in oltre dovevo correggere un piccolo refuso ,laddove si cita una rata di 540 mila euro annuali anziché semestrali. Rivedendo  oggi  quel contributo  mi sono convinto a pubblicarlo. Credo possa risultare utile alla cittadinanza. L’argomento trattato  è un po’ palloso ma  ho provato ad alleggerire il taglio della narrazione utilizzando riprese divertenti e un po’ di buona musica.  Sono convinto che, dedicando al filmato la giusta attenzione, il cittadino frusinate, potrà farsi un’idea più precisa della situazione economica della sua città. E nel frangente  attuale chiarire certe dinamiche ritengo possa essere decisivo,

Buona Visione.

Brasile Ci siamo scontrati con la repressione ma abbiamo occupato Brasilia!

direzione nazionale del Pstu
(sezione brasiliana della Lit-Quarta Internazionale)

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(Brasilia: il servizio d'ordine del Pstu e quello della Conlutas, che hanno resistito
per quattro ore alle cariche e alle pallottole della polizia, garantendo la manifestazione)


Il 24 maggio, più di 100 mila manifestanti convocati dalla centrali sindacali hanno preso Brasilia. Siamo andati là per rivendicare il ritiro della controriforma delle pensioni e del lavoro e la revoca della legge di "terziarizzazione". E anche per lottare per cacciare Temer, questo parlamento di corrotti e per dire no alle elezioni indirette [cioè le elezioni del presidente da parte del parlamento e non con elezioni generali, ndt].
Il governo e questo parlamento di ladroni, tuttavia, hanno animato una repressione brutale e inaccettabile. Prima hanno cercato di controllare i manifestanti al punto di concentramento. Poi, quando la manifestazione stava iniziando, hanno cercato di impedirla.
Quando i camion con le casse e i manifestanti sono arrivati di fronte alla barriera della polizia militare, i poliziotti hanno lanciato una pioggia di bombe di gas lacrimogeni, sparato con pallottole di gomma, caricato con la polizia a cavallo decine di migliaia di manifestanti, per più di quattro ore, cercando di disperdere il corteo per impedire la realizzazione della manifestazione e il diritto a manifestare. E' stata una repressione selvaggia, scatenata dalla polizia militare comandata dal governatore Rolemberg (Psb), su richiesta del parlamento e del governo Temer, responsabili per la situazione che si è generata nel viale dei ministeri. I manifestanti si sono semplicemente difesi.
In questa situazione, il Pstu nella persona del compagno Zé Maria [presidente del partito, ndt] ha fatto appello ai manifestanti a resistere all'aggressione poliziesca, a rimanere nel viale del parlamento e a continuare la manifestazione. Decine di migliaia di manifestanti e numerose organizzazioni - sottolineamo il ruolo fondamentale svolto dalla Csp Conlutas - hanno resistito per più di quattro ore alla violenta repressione, nonostante ad un certo punto la polizia sia arrivata ad usare armi da fuoco, provocando decine di feriti.
Rivendichiamo fortemente la resistenza dei manifestanti. I lavoratori e le lavoratrici non possono cedere sui loro diritti, tra cui il diritto a manifestare per difendere i loro interessi.
Come se ciò non bastasse, in serata il governo Temer ha deciso, con un decreto, l'utilizzo delle truppe dell'esercito nelle strade di Brasilia per una settimana. Ha autorizzato "l'uso delle forze armate per garantire la legge e l'ordine nel distretto federale", facendo uso di un autoritarismo estremo, che ricorda i momenti finali della dittatura militare [che ci fu in Brasile dal 1964 al 1985, ndt].
I manifestanti hanno resistito con coraggio.
Il governo non è riuscito a impedire la nostra lotta: abbiamo occupato Brasilia. Il ricorso alle forze armate da parte del governo, lungi dal dimostrare forza, è segno della sua fragilità e incapacità a governare. Il successivo ritiro del decreto [poche ore dopo, ndt] ne è una conferma.
Governo, parlamento e padroni, nel frattempo, cercano di porre fine ai nostri diritti. Secondo quanto riporta la stampa, nell'ipotesi che risulti impossibile mantenere il governo Temer già stanno cercando un accordo per designare un nuovo presidente con elezione indiretta, da parte di questo parlamento di corrotti, per cercare di imporre l'approvazione delle controriforme contro di noi.
Uniti siamo forti. L'occupazione di Brasilia il 24 maggio è stata una ulteriore dimostrazione che è possibile sconfiggere il governo e respingere le controriforme. Non c'è repressione che possa fermare la nostra lotta se siamo uniti e determinati. I lavoratori e le lavoratrici del nostro Paese, uniti e in lotta, sono molto più forti di tutte le armi della borghesia.
La via ora è quella di convocare un nuovo sciopero generale di 48 ore per rovesciare il governo, ma anche questo parlamento e le controriforme. Dobbiamo bloccare il Paese e scendere nelle piazze dell'intero Brasile. Dobbiamo dimostrare che non accetteremo più attacchi ai nostri diritti, né la corruzione che ha sede a Brasilia.
Nessun diritto in meno!
Dobbiamo pretendere dalle centrali sindacali che convochino e definiscano la data dello sciopero. Per sconfiggere le controriforme e cacciare Temer e tutti loro! Non accetteremo nessun accordo truffa per eleggere un nuovo presidente per via indiretta e per far approvare le controriforme.


Riprendendo lo slogan che risuonava a Brasilia: "Temer, via! Parlamento, via! Controriforme, via! Sciopero generale di 48 ore!"
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La battaglia davanti al parlamento
 

Palermo: tutti alla corte di Orlando Da Rifondazione ad Alfano

Mauro Buccheri

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Il prossimo 11 giugno in oltre 1000 comuni italiani i "cittadini" saranno chiamati alle urne per eleggere sindaci e consiglieri comunali. Fra i comuni interessati alla tornata elettorale ci sono quattro capoluoghi di regione, fra cui Palermo. Ed è proprio della capitale siciliana che ci occupiamo in questo articolo. Le dinamiche che si stanno sviluppando a Palermo risultano infatti particolarmente rappresentative di quella che è la politica borghese, della paurosa deriva opportunistica dei gruppi dirigenti della sinistra di sistema, nonché del profondo disorientamento di settori che pur si richiamano a una tradizione di “sinistra”.
Chi è Leoluca Orlando
Il sindaco uscente di Palermo è Leoluca Orlando, che sta per completare il suo quarto mandato - non consecutivo - alla guida del capoluogo regionale siciliano. Orlando fu sindaco di Palermo per la prima volta dal 1985 al 1990, ai tempi in cui militava nella Democrazia cristiana, partito con cui cominciò il suo percorso politico e col quale, prima di indossare la fascia tricolore, era stato eletto al consiglio comunale. Un'esperienza governativa, quella di allora, in cui Orlando coinvolse anche il Pci, formazione riformista organica alla democrazia borghese e al sistema capitalista nonostante il riferimento al comunismo.
Era la fase della cosiddetta “primavera di Palermo”, in cui Orlando cominciava a ergersi a paladino della “legalità”, ruolo che negli anni svolgerà facendo uso abbondante di esibizionismo e uscite ad effetto, come ad esempio il famoso attacco contro il giudice Giovanni Falcone, cui Orlando rivolse l'accusa di “tener chiusi nei cassetti” dei fascicoli relativi a delitti di mafia eccellenti. Un attacco che alcuni a Palermo non gli hanno mai perdonato (1) e che allora il giudice Falcone, a distanza di poco tempo caduto poi vittima a sua volta di un attentato mafioso, respingerà al mittente denunciandone la superficialità e la ricerca di visibilità. Insomma, Orlando cominciava a rappresentare perfettamente la figura del “professionista dell'antimafia”, per usare la celebre espressione di Sciascia, un'antimafia parolaia finalizzata all'acquisizione di visibilità e potere.
Nel 1993 si svolsero per la prima volta in Italia le elezioni dirette dei sindaci, che in precedenza venivano eletti dal consiglio comunale. Orlando vinse a Palermo e ottenne nuovamente il timone della città, fino al 1997. Nel frattempo aveva lasciato la Dc, in seguito a scontri di fazione che avevano portato alla sua esclusione dalla candidatura a sindaco, e aveva fondato La Rete-Movimento per la democrazia, un (non) partito che cercava di raccogliere esponenti del mondo cattolico e di sinistra intorno a un progetto caratterizzato da una spiccata connotazione “antimafia”. Questo contenitore nel 1996 aderirà all'Ulivo e nel 1999 confluirà ne I democratici di Romano Prodi, soggetto politico che a sua volta nel 2001 si scioglierà nella Margherita.
Dopo l'esperienza governativa del '93-'97 Orlando riuscì a conseguire un terzo mandato (il secondo consecutivo) fra il 1997 e il 2000. In entrambe le esperienze di governo fu sostenuto da Rifondazione comunista (Prc), dai Verdi e dal Pds (partito nato dalle ceneri del Pci, che nel '98 confluirà nei Ds per poi sfociare nel 2007 nel Partito democratico), ai quali dal '97 si aggiunse il nuovo Ppi di Mino Martinazzoli, erede della Dc travolta dagli scandali di tangentopoli e da “mani pulite”.
Orlando si dimetterà in anticipo dalla carica di sindaco per concorrere alle elezioni per la presidenza della Regione, venendo però sconfitto da Totò Cuffaro. Dal 2001 al 2006 sarà deputato regionale e, in seguito, deputato nazionale, eletto nelle file dell'Italia dei valori, dopo aver consumato la rottura con la Margherita di Rutelli e dopo aver perso le elezioni comunali del 2007 contro il berlusconiano Diego Cammarata.
Elezioni 2012:  i sinistri alla corte di Orlando
Dopo tre mandati alla guida di Palermo, Orlando si ripresentò nel 2012 alle elezioni cittadine come candidato sindaco, sostenuto da Italia dei valori e da “La sinistra e gli ecologisti per Palermo”, lista composta dai Verdi e dalla Federazione della sinistra (Fds; formazione riformista che a sua volta includeva Rifondazione e Comunisti italiani). Il suo principale competitore alle elezioni del 2012 fu Ferrandelli, sostenuto a sua volta dal Partito democratico e dai vendoliani.
Al primo turno, nonostante le due liste che lo sostenevano avessero raccolto insieme meno del 20% dei voti (15% Idv e 4,75% la lista "di sinistra", che per un soffio non raggiunse la soglia si sbarramento), Orlando prese oltre il 47% dei consensi, 105000 voti a fronte dei 41000 delle liste che lo supportavano, staccando di 30 punti percentuali il suo principale sfidante. A conferma, se mai ce ne fosse bisogno, dell'enorme potere elettorale di Orlando e della trasversalità dei consensi da lui raccolti, grazie ai profondi legami coi poteri forti della città, dall'imprenditoria al clero (Orlando viene da una ricca famiglia borghese). Al ballottaggio, pochi giorni dopo, Orlando incrementò addirittura le distanze da Ferrandelli, ottenendo il 72% dei consensi (158000 voti), e dando quindi 45 punti percentuali di differenza al suo sfidante (fermatosi a 60000 voti).
Allora come oggi, attorno al grande favorito nella corsa a Palazzo delle aquile si registrò una diffusa genuflessione. Fra i cortigiani di Orlando erano presenti, come detto, anche i “comunisti” riformisti, che speravano di ottenere qualche briciola salendo sul carro del vincitore. E infatti il buon Leoluca, nonostante la debacle elettorale della Fds, decise di ricompensare i suoi fedeli servitori elargendo comunque un posto di assessore per il rifondarolo Giusto Catania, che già in passato aveva occupato una poltrona di consigliere comunale prima di fare, nel 2004, il grande salto verso il parlamento europeo.
E al carrozzone orlandiano si erano allora accodati anche personaggi e gruppi riconducibili al sindacalismo di base locale. Noti dirigenti della Confederazione Cobas, in particolare, sostennero apertamente Orlando spendendosi pubblicamente nella campagna elettorale. L'obiettivo era piazzare nel palazzo un'attivista Cobas, una “pasionaria” che negli anni precedenti, assieme ai precari della scuola, aveva strillato nelle piazze contro le istituzioni. Obiettivo riuscito! L'attivista in questione, Barbara Evola, candidata nella lista di sinistra ed ecologisti, diventò infatti assessore all'istruzione, rappacificandosi con le istituzioni borghesi: tutto è bene quel che finisce bene! Peccato che gli stessi dirigenti Cobas, che avevano promosso l'operazione, negli anni a seguire avranno di che dolersi dell'operato della loro attivista (al punto da dimenticarsi di avere sostenuto Orlando alle elezioni).
D'altro canto, militanti e dirigenti locali di altri sindacati di base, tipo l'Usb, più subdolamente, pur mantenendosi formalmente neutrali, sostennero di fatto la Evola, con l'obiettivo di avere un interlocutore amico nelle istituzioni, coerentemente con un'impostazione sindacale – al di là dei proclami conflittuali – meramente concertativa e istituzionale, la stessa che ha portato Usb in altre città a sostenere, elettoralmente e non, il movimento reazionario a 5 stelle (vedi Roma e Torino) e a firmare l'accordo vergogna sulla rappresentanza sindacale con la Confindustria, a rimorchio di Cgil, Cisl e Uil.
I risultati dello sceriffo
In questi ultimi anni l'amministrazione Orlando, contrariamente a quanto sostengono il sindaco uscente e i suoi reggicoda, ha fatto poco e niente per contrastare il profondo malessere delle masse subalterne, come era prevedibile data la sua profonda organicità alle logiche di sistema. Anzi, rispetto a qualche anno fa, i numeri sono impietosi e fanno registrare un preoccupante peggioramento delle condizioni materiali di esistenza delle fasce sociali più deboli. È esplosa violentemente l'emergenza abitativa (2), col numero dei senzatetto che dal 2012 ad oggi è più che raddoppiato, un'emergenza che l'amministrazione comunale ha affrontato sostanzialmente a forza di slogan e sgomberi. Stessi metodi usati, del resto, anche con i venditori ambulanti (3), contro i quali l'amministrazione ha ingaggiato una vera e propria guerra, tanto da far guadagnare al sindaco l'epiteto di “sceriffo”. Mentre il volto militare e poliziesco della giunta orlandiana colpiva anche esperienze artistiche come il Teatro mediterraneo occupato (Tmo), sgomberato nel luglio 2015 dalla polizia municipale (4).
A Palermo la disoccupazione aumenta e cresce il numero di persone, soprattutto giovani, che abbandonano una città che non offre alcuna prospettiva (5). La raccolta differenziata è praticamente ferma (al 12%!) e la gestione dei rifiuti vive una situazione di crisi perenne, con periferie e quartieri popolari abbandonati al degrado, che di frequente ripropongono il pietoso spettacolo delle montagne di immondizia accumulate per le strade. Mentre, a proposito di inquinamento e mobilità, alcune recenti statistiche indicano Palermo come la città più trafficata d'Italia (più di Roma e Napoli) e una delle più caotiche al mondo, persino più congestionata di megalopoli come Parigi e Pechino (6). E questo sfacelo nonostante l'amministrazione orlandiana, per contrastare l'annoso problema del “ciaffico”, su cui si doleva lo zio di Johnny Stecchino, abbia invitato la cittadinanza ad... attaccarsi al tram!
Il lancio della linea tranviaria è stata infatti rivendicata dal gattopardo Orlando e dai suoi supporter come un grande successo dell'amministrazione. Peccato che i costi dell'opera, che di certo avranno fatto bene alle imprese incaricate dei lavori, abbiano approfondito nei conti dell'Amat, azienda municipalizzata che gestisce i trasporti a Palermo, una voragine di alcuni milioni di euro, che ovviamente si proverà a riassorbire spremendo ulteriormente i lavoratori dell'Amat e le masse povere (7). Mentre in tanti avanzano inoltre l'opinione che le linee tramviarie abbiano sventrato la città e ristretto alcune arterie principali, congestionando ancora di più il traffico e rivelandosi pertanto un'errata soluzione al problema.
Da sinistra a destra, tutti assieme appassionatamente con Orlando
Nonostante gli esiti fallimentari dell'amministrazione uscente, Leoluca Orlando continua, in virtù dei suoi legami con i poteri forti locali e nazionali, e del notevole indice di gradimento che vanta negli ambienti borghesi, ad essere il candidato favorito alle imminenti elezioni comunali. Il “sindaco lo sa fare” recitava lo slogan di Orlando alle comunali del 2012. Le masse povere palermitane oggi più che mai si rendono conto che si trattava di una presa in giro, almeno considerando il problema dalla loro prospettiva piuttosto che da quella della borghesia, ma al netto dell'astensionismo, che continuerà inevitabilmente a farsi sentire, Orlando è da più parti indicato come il cavallo su cui puntare. Ecco perché lo stesso Pd, che in passato lo aveva avversato, oggi – in crisi di consenso - si accovaccia con la coda fra le gambe al suo capezzale. E in unico listone assieme ai piddini, a supporto del gattopardo, ci sarà anche il Nuovo centrodestra di Angelino Alfano (8)!
Anche stavolta il mondo sindacale è della partita, con la presenza di diversi dirigenti delle varie sigle (dalla Cgil all'Alba, gruppo confederato alla Cub) nelle sette liste che supportano Orlando. I dirigenti di Rifondazione ovviamente continuano a scodinzolare alla corte di Orlando, e si presentano al banchetto sperando che anche stavolta caschi qualche briciola dal tavolo. E infatti hanno messo su la lista “Sinistra comune” assieme agli ex Sel, oggi Sinistra italiana (Si), gruppo anch'esso ridotto ormai a poca cosa in seguito alla disastrosa politica di collaborazione di classe seguita in questi anni sia a livello locale che nazionale (emblematica l'esperienza governativa in Puglia di Nichi Vendola, che può essere rappresentata emblematicamente dalle famose risate telefoniche sulla pelle dei lavoratori dell'Ilva con lo scagnozzo della famiglia Riva). Il segretario di Si Nicola Fratoianni e il neosegretario del Prc Maurizio Acerbo nei giorni scorsi si sono recati a Palermo per sostenere la causa orlandiana e la lista di “Sinistra comune”. Ed anche l'ex “disobbediente” Luca Casarini ha partecipato alla benedizione di quest'operazione opportunistica (9).
In un primo tempo, i dirigenti della sinistra di sistema avevano provato a spiegarci che tutto questo sarebbe stato fatto con l'obiettivo - come sempre - di “battere le destre” e il Partito democratico (quel Pd con cui in realtà il Prc ha sempre fatto accordi prima di essere scaricato). Eppure, questo argomento opportunista del “battere le destre” e il Pd, ossia l'esiziale logica “del meno peggio”, funzionale al tentativo di occultare la rassegnazione alla barbarie capitalista, ha perso ulteriore credibilità dopo l'ingresso nella coalizione orlandiana dello stesso Pd e di settori destrosi.
E infatti i rifondaroli, fedeli sostenitori di vecchia data di Leoluca Orlando, hanno mugugnato un pò inizialmente (era il gioco delle parti) mentre il Pd, gli alfaniani, ex cuffariani (vedi Totò Lentini, già deputato regionale dell'Udc) ed ex berlusconiani (Carlo Vizzini) entravano via via nel carrozzone elettorale orlandiano (10). Il gattopardo, per ridimensionare lo scandalo, ha imposto agli scomodi alleati di presentarsi senza simboli di partito e le controparti hanno dovuto accettare. Mentre i dirigenti di Rifondazione hanno fatto le capriole per soffocare il persistere di qualche comprensibile malumore, soprattutto all'interno del partito, come quando il segretario provinciale Fumetta, con un malriuscito gioco di prestigio, ha negato l'evidenza, cioè la convergenza di Prc e Pd sullo stesso candidato sindaco, sostenendo che le liste che appoggiano Orlando “sono tutte civiche e non riferibili a coalizioni nazionali e regionali” (11)! Insomma, secondo questa geniale interpretazione, dato che il Pd e i soggetti di centrodestra non si presentano con simboli di partito allora tutto cambia! Non c'è da meravigliarsi di simili pietose acrobazie, considerando che l'unico obiettivo di ciò che resta del Prc è garantirsi la sopravvivenza, e dunque pur di avere qualche poltrona si è pronti ad allearsi con chiunque (12).
E in ogni caso, l'eventuale assenza del Pd e di settori di destra dalla coalizione filo orlandiana non avrebbe cambiato la totale organicità al sistema del progetto politico di fondo: ecco perché, pur ritenendo positivo che alcuni compagni insorgano oggi contro quest'ennesima ammucchiata promossa dal Prc, ricordiamo loro che lo spartiacque fra la politica dei comunisti e quella degli opportunisti è la presenza o meno di una prospettiva di classe in funzione della lotta su scala internazionale al sistema capitalista, non l'apparentamento col Pd nell'ambito di una consorteria elettorale finalizzata a ritagliarsi spazi nel sistema stesso.
In tal senso, è superfluo aggiungere che il programma elettorale di “Sinistra comune” è totalmente privo non solo di una prospettiva rivoluzionaria, ma persino di una sia pur minima connotazione di classe e anticapitalista, e si risolve in una serie di rivendicazioni che potrebbero essere avanzate da qualsiasi altra forza politica di sistema, anche di destra, rivendicazioni che vanno dalla difesa dei “prodotti locali” al supporto alla “piccola e media imprenditoria”, dalla valorizzazione della “partecipazione” dei “cittadini” all'impiego di “manodopera il più possibile cittadina” per i lavori pubblici... (13)
Capolista grillino un razzista sindacalista di polizia
Per completare il resoconto relativo allo squallido teatrino elettorale palermitano non resta che far riferimento ai competitori di Orlando per lo scranno di primo cittadino. Il gattopardo, alla ricerca del quinto mandato, in attesa dell'incoronazione a vita, troverà nuovamente sulla sua strada quel Ferrandelli che alle ultime elezioni comunali provò invano ad opporsi alla sua cavalcata trionfale.
Anche Ferrandelli, in quanto a trasformismo, non ha nulla da imparare. Proveniente dagli ambienti di sinistra, un tempo alleato di Orlando, entrò nel 2007 nel consiglio comunale di cui diventò capogruppo per l'Italia dei valori. Dopo aver rotto con l'Idv passò col Pd, col quale nel 2012 entrò nel parlamento regionale.
Oggi Ferrandelli è il candidato sindaco di Forza Italia, dell'Udc e del Cantiere popolare di Saverio Romano! Fra i suoi sponsor spiccano Gianfranco Miccichè, potente luogotenente berlusconiano in Sicilia, e Totò Cuffaro (14), ex governatore regionale finito poi in carcere per favoreggiamento aggravato a Cosa nostra e rivelazione di segreto istruttorio, lo stesso Cuffaro contro il quale a suo tempo Ferrandelli aveva fatto fuoco e fiamme, scioperi della fame inclusi. Alla luce di tutto ciò, crediamo che Ferrandelli abbia proprio azzeccato il nome della lista elettorale creata per supportarlo: I coraggiosi. In effetti, ci vuole davvero coraggio, tanto più in considerazione dei suoi trascorsi, a presentarsi alle elezioni a braccetto coi berlusconiani e con lo “zu' vasa vasa” Totò Cuffaro!
Rispetto all'indagine aperta recentemente a suo carico per voto di scambio politico-mafioso, poi, Ferrandelli ha evocato trame complottiste volte a ostacolare la sua campagna elettorale, in pratica la giustizia a orologeria di berlusconiana memoria, suscitando inevitabile ilarità in chi lo ricorda ancora nelle file dell'Idv di Di Pietro. Chiaramente, a differenza di altri, che ieri andavano dietro a Ferrandelli mentre oggi gridano allo scandalo, non ci stupiamo di queste metamorfosi, se così si possono definire, dato che comunque, al di là dei cambi di casacca, il personaggio in questione si è sempre mosso all'interno delle logiche di sistema (15).
Oltre a Ferrandelli, il competitore principale di Orlando pare essere Ugo Forello, candidato del Movimento reazionario a 5 stelle. Scorrendo la lista dei candidati grillini alle comunali di Palermo, notiamo che si tratta per lo più di personaggi riconducibili alla media e piccola borghesia. Sono ormai note le posizioni xenofobe di Igor Gelarda, capolista grillino, segretario generale del sindacato di polizia Consap, ma basta fare un giro su internet, a partire dalle pagine facebook dei candidati pentastellati, per vedere di che pasta sono fatti questi “innovatori” della politica (16).
Forello dovrà fare i conti con le difficoltà interne al Movimento 5 stelle palermitano che vede amplificarsi le spaccature in seguito alla vicenda delle presunte firme false presentate in occasione delle elezioni comunali del 2012, vicenda che ha portato al rinvio a giudizio di 14 persone. Stando alle ultime notizie, sarebbero salite a 700 le firme contraffatte dai grillini in occasione della tornata elettorale del 2012. Una vicenda non di poco conto, considerato che questa forza politica ha sempre fatto del rispetto della legalità borghese la propria ragion d'essere. E la faccenda è resa ancora più grave, per l'appunto, dalla guerra intestina che ne è scaturita, con Riccardo Nuti che sostiene di essere rimasto vittima di un complotto orchestrato proprio da Ugo Forello! (17)
Questa turbolenza interna ha fatto registrare alla vigilia della presentazione delle liste un ulteriore colpo di scena, cioè la sospensione dal movimento, e relativa esclusione dalla lista, del proprietario del locale dove sarebbero state falsificate le firme, cioè Luigi Scarpello, attivista grillino della prima ora, da parte dei “probiviri” del Movimento, con ulteriori inevitabili strascichi polemici.
Si segnala inoltre il caso di Ali Listi Maman, avvocato originario del Niger, che, avendo constatato il disinteresse del Movimento pentastellato a portare avanti le sue proposte politiche in materia di integrazione degli immigrati, ha ritirato la sua candidatura col M5s palermitano denunciandone pubblicamente l'ipocrisia e l'assenza di democrazia interna, denuncia che gli è costata una serie di insulti razzisti da parte di simpatizzanti fasciogrillini (18).
L'accettazione del capitalismo come denominatore comune
Il quadro da film horror di questa tornata elettorale palermitana è completato da altri quattro candidati sindaci, sulla carta i meno accreditati.
Ismaele La Vardera, incappato subito nello scandalo di avere copiato il programma elettorale, è sostenuto dai fascistoidi Matteo Salvini e Giorgia Meloni: prevedibile dunque che, come ha fatto ad esempio nel corso del primo confronto pubblico fra i candidati sindaci, avvenuto il 28 aprile presso il Teatro Don Bosco Ranchibile, inviti a mettere da parte il “perbenismo” e proponga di fermare il fenomeno dell'immigrazione, dato che a suo avviso occorre pensare prima ai palermitani (19). Insomma, il più giovane dei candidati a sindaco si fa veicolo delle idee più vecchie, odiose e nefaste, le idee xenofobe e razziste, sia pur fingendo ipocritamente di contrastarle (vedasi la sceneggiata del rimprovero pubblico a Vozza, candidato della lista Noi con Salvini, per le offese razziste da questo rivolte nei confronti di un candidato di un altro schieramento). Del resto, non è facile trovare un razzista o uno xenofobo che riconoscano di essere tali.
Ciro Lomonte, del cosiddetto Movimento siciliani liberi, tradendo palesi nostalgie borboniche, manifesta invece l'obiettivo di far tornare Palermo “bella com'era prima del 1860” (!), obiettivo che ritiene raggiungibile attraverso il “rilancio delle botteghe del centro” e delle feste locali, a partire dal festino della Santuzza, “un forte impulso all'edilizia” (!?), la “libertà tributaria e politica della Sicilia”: insomma, “indipendentismo” nel quadro del capitalismo (20).
Da parte sua, poi, l'avvocato Francesco Messina, appoggiato dalla lista “Centro riformista”, dichiara di ispirarsi al personalismo di Mounier e alla dottrina sociale della Chiesa cattolica: il problema dell'umanità, dice, si risolve passando dal “io” al “noi”, iniziando cioè a riconoscere “il valore della persona umana”; passaggio che purtroppo il nostro aspirante filosofo non spiega come debba essere attuato nel concreto, limitandosi ad astratti appelli a un'imprecisata “onestà” (21).
Infine abbiamo Nadia Spallitta, unica candidata donna, avvocato, una vita nelle istituzioni, già membro del consiglio comunale, di cui è vicepresidente uscente, orlandiana poi passata nelle file del Partito democratico, in cui è stata fino a tempi molto recenti. Per sostenere la sua candidatura, a marzo ha fondato il comitato civico  “Palermo città futura”. È anche lei una cultrice della “legalità”, ovviamente nel quadro del sistema economico vigente, che non mette in discussione, e una sostenitrice del protagonismo della “società civile” (22): vecchio luogo comune di tutti i movimenti borghesi “antipartitici”, dalla Rete orlandiana all'Idv di Di Pietro, dalla “Rivoluzione civile” di Ingroia al Movimento 5 stelle di Grillo e Casaleggio.
Il suo principale sponsor di oggi, Angelo Bonelli, leader dei Verdi, presenta la Spallitta come un'alternativa al Partito democratico. Singolare, se si considera che i Verdi alle elezioni amministrative dello scorso anno si sono alleati col Pd in quasi tutte le città italiane in cui si sono presentati, da Caserta a Trieste passando per Roma (e alle regionali campane hanno addirittura sostenuto la candidatura impresentabile dello sceriffo De Luca, nonostante i processi a suo carico per lottizzazione abusiva e reati ambientali).
E proprio il mese scorso la Spallitta ha deciso infine di prendere la tessera dei Verdi: l'intento comune è di promuovere insieme i principi dell'ecosostenibilità, della “green economy”, della tutela del territorio, dell'ambiente, della salute e dei diritti sociali delle persone. Come intendano raggiungere questo obiettivo senza mettere in discussione il sistema economico vigente, cioè senza toccare la struttura economica della società, fondata sullo strapotere di banche e grandi imprese, è mistero che non è dato sapere (del resto, nel programma elettorale non si rivendica l'intervento di Santa Rosalia). Né si possono allargare le braccia ragionando in termini meramente localistici, dato che il capitalismo insiste a livello mondiale cosicché, tanto più in una fase di crisi profonda del sistema come è quella attuale, i centri decisionali operano a livello nazionale e internazionale.
Tutti quanti i candidati, in conclusione, hanno in comune il ridurre – per ingenuità o malafede o entrambi - i problemi della società a questioni meramente “morali” e/o legalitarie e, di conseguenza, non essendo il loro pensiero nemmeno sfiorato dalla volontà di contrastare il sistema capitalista, si limitano a promettere una migliore gestione dello stesso.
Costruiamo un progetto politico alternativo
Mai come oggi risulta chiaro che non è dalle urne che passa il cambiamento. Nello specifico, è evidente che tutti i candidati alle elezioni palermitane fanno riferimento alla borghesia, raccogliendone le esigenze di diversi settori in competizione fra loro. Partecipare a questa farsa, sostenendo uno dei candidati, significa calpestare la propria dignità e continuare a fare il gioco del padronato, significa contribuire ad alimentare il diffuso arretramento della coscienza e la confusione generale.
Nuove polpette avvelenate si prospettano per le masse popolari palermitane. È necessario lasciarsi alle spalle la cultura della delega e mettersi in gioco attraverso la lotta, uscire dall'isolamento e raccordarsi alle altre realtà che si oppongono a questo sistema disumano. Ed è necessario lavorare alla costruzione di un progetto politico alternativo, rivoluzionario, internazionale. È il progetto che come Lit-Quarta Internazionale e come Pdac, che della Lit-Qi è sezione italiana, stiamo portando avanti: anche con la costruzione della nostra sezione a Palermo. Non esistono scorciatoie. Illudersi, e illudere, rispetto ai teatrini istituzionali ed elettorali vuol dire soltanto preparare il terreno a nuove cocenti sconfitte per i lavoratori e per le masse oppresse.

Note1) http://palermo.repubblica.it/cronaca/2016/05/24/news/orlando_e_le_critiche_sull_antimafia_si_apre_la_polemica-140477167/
2) www.palermomania.it/news.php?palermo-crescono-i-numeri-dellemergenza-abitativa-basta-sfratti-&id=83263
3) http://livesicilia.it/2013/05/07/commercio-itinerante-parlano-i-venditori-ambulanti-orlando-risolva-i-problemi-e-ci-lasci-lavorare_310899/
http://archivio.blogsicilia.it/venditori-ambulanti-ancora-in-piazza-stop-allordinanza-del-sindaco/
4) Ci limitiamo a riportare la lettera aperta al sindaco e alla giunta comunale di Palermo scritta dal regista e attore teatrale Claudio Collovà all'indomani dello sgombero effettuato dalla polizia municipale degli spazi autogestiti interni alla Fiera del mediterraneo, spazi che un anno e mezzo prima era stato strappati all'incuria e all'abbandono per diventare luogo di aggregazione e promozione di cultura: http://www.teatroecritica.net/2015/07/teatro-mediterraneo-occupato-lo-sgombero-e-la-lettera-di-claudio-collova/ #
5) Nell'ultimo anno, il tasso di disoccupazione giovanile a Palermo è passato dal 65% al 72%, mentre 6000 posti di lavoro sono andati perduti, 5000 dei quali nell'industria. Sono solo alcuni dei dati, profondamente inquietanti, riportati nel rapporto elaborato dal Cerdfos, il centro studi della Cgil: www.palermotoday.it/economia/disoccupazione-dati-cgil-palermo-lavoro.html
Sul fenomeno dell'emigrazione, consultare:
http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2017/01/17/fuga-da-palermo-ogni-anno-partono-diecimila-personePalermo06.html?refresh_ce
6) www.ansa.it/canale_motori/notizie/attualita/2016/03/22/palermo-citta-piu-trafficata-italia-nel-mondo-citta-messico_8032e576-710a-44aa-9111-07056237bc23.html
7) www.inuovivespri.it/2017/01/27/palermo-i-buchi-economici-del-tram-e-stipendi-a-rischio-per-i-dipendenti-dellamat/
8) www.ilfattoquotidiano.it/2017/03/28/palermo-il-pd-si-fonde-con-alfano-listone-unico-per-sostenere-orlando-e-il-simbolo-dei-dem-scompare-dalle-schede/3463184/
www.palermotoday.it/politica/elezioni/comunali-2017/sindaco-accordo-pd-ap-centristi-orlando.html
9)  http://m.livesicilia.it/2017/03/07/ecco-la-lista-sinistra-comune-presentate-le-candidature_833458/
Dalla “autonomia” a Tsipras, fino all'endorsement per Leoluca Orlando: anche Casarini ormai nel calderone degli ubbidienti. http://www.palermotoday.it/politica/elezioni/comunali-2017/elezioni-sindaco-sinistra-comune-orlando.html
10) http://livesicilia.it/2017/02/25/lentini-al-fianco-di-orlando-ecco-alleanza-per-palermo_830564/
www.ilsicilia.it/dallestrema-sinistra-agli-ex-democristiani-tutti-con-orlando-nello-squadrone-adesso-anche-dalia-e-angelino-alfano/
www.ansa.it/sicilia/notizie/2017/03/08/comuni-palermoorlando-arruola-anche-vizzini-tra-consulenti_edc0ecde-0b95-4249-8166-a1b9d95bbe02.html
11) Avendo evidentemente smarrito il senso del ridicolo, il segretario provinciale del Prc sostiene inoltre che tale alleanza orlandocentrica sarebbe finalizzata a contrastare le politiche “neoliberiste”: http://www.prcpalermo.it/rifondazionecomunista/?p=24157
12) Queste logiche opportuniste caratterizzano anche altri gruppetti della sinistra di sistema, come ad esempio il cosiddetto “Partito comunista italiano” (riproposizione del già fallito Pdci) che oggi strumentalizza la vicenda in questione per provare a guadagnare visibilità. Peccato che questi stessi soggetti che oggi rinfacciano a Rifondazione di allearsi a Palermo col Pd sono gli stessi che le alleanze coi democratici le hanno sempre praticate, fino a tempi recentissimi. Ricordiamo ad esempio il sostegno da loro fornito alla candidatura di Michele Emiliano (Pd) alle ultime elezioni regionali in Puglia: www.pugliain.net/partito-comunista-emiliano-lista/
Avendo evidentemente dimenticato il proprio operato, i dirigenti del sedicente Pci se ne escono oggi col comunicato di seguito indicato in cui, fra le altre cose, trovano spazio posizioni vergognosamente xenofobe, laddove ci si lamenta che si diano degli spazi ai rom “quando non ci sono case neppure per i palermitani”:
www.ilpartitocomunistaitaliano.it/2017/03/29/palermo-amministrative-le-ragioni-del-pci/
13) Rivendicazione apparentemente paradossale, quest'ultima, se si considera che nello stesso programma elettorale si parla anche di valorizzazione delle differenze e di contrasto alle discriminazioni e all'emarginazione economica e sociale. Ma la contraddizione è solo apparente se si tiene conto per l'appunto che la ricerca delle poltrone costituisce l'unica bussola del soggetto politico in questione, il cui fine ultimo è provare a raccattare più voti possibili da tutte le parti: pertanto, da un lato si promuovono a parole i “diritti dei migranti”, per intercettarne il consenso, dall'altro si lanciano slogan populisti (“manodopera il più possibile cittadina”) per ingraziarsi gli indigeni. Del resto, a trovare un lavoro dignitoso anche ai migranti ci ha già pensato l'attuale governo nazionale di Gentiloni, varando il decreto Minniti-Orlando che, tra le sue perle, annovera il lavoro non retribuito (ma finanziato dalla Comunità europea) per gli immigrati al fine di impiegarli “in attività socialmente utili in favore delle collettività locali”...
https://sinistracomune.org/il-programma/
https://sinistracomune.org/il-programma/lavoro/
14) http://palermo.repubblica.it/politica/2017/03/29/news/palermo_il_ritorno_di_cuffaro_dietro_l_intesa_fra_forza_italia_e_ferrandelli-161752330/
http://palermo.repubblica.it/politica/2017/04/22/news/micciche_presenta_i_candidati_orlando_anche_il_miglior_computerdopo_30_anni_va_cambiato_-163616125/
www.palermomania.it/news.php?elezioni-berlusconi-presto-a-palermo-per-sostenere-fabrizio-ferrandelli&id=89619
15) Talmente evidente risulta il trasformismo dei principali attori di questa farsa elettorale in salsa palermitana che persino la stampa di sistema lo ha rimarcato con evidente sarcasmo:
http://video.repubblica.it/edizione/palermo/c-eravamo-tanto-odiati-le-pazze-elezioni-di-palermo-i-nemici-diventano-alleati/272450/272958
16) http://www.beppegrillo.it/2014/09/passaparola_poliziotti_senza_protezioni_di_igor_gelarda_-_segretario_consap.html
Esaltazioni della polizia, citazioni e apologie dei fascistoidi più disparati (da Marine Le Pen al dittatore genocida siriano Assad), posizioni giustizialiste, celebrazioni del borghesissimo “decoro” sono all'ordine del giorno fra i candidati a 5 stelle. Nella sua pagina facebook, a puro titolo di esempio, la candidata Giulia Argiroffi, numero 2 della lista grillina, riferisce orgogliosamente di aver beccato un collaboratore scolastico che, a suo dire, oziava anziché lavorare, e di aver provato a immortalarlo con una fotografia (bypassando la legalità borghese, pur tanto cara ai grilli, almeno a parole). Si lamenta poi del fatto che quell'uomo, essendosi accorto di essere fotografato, sarebbe insorto e l'avrebbe “aggredita” e che lei, per giunta, avrebbe – povera vittima - denunciato tutto alla polizia...
17) http://palermo.gds.it/2017/04/14/m5s-e-firme-false-guerra-a-palermo-nuti-di-vita-e-mannino-contro-i-colleghi-subito-fuori-chi-ha-confessato_653735/
www.ilmessaggero.it/primopiano/politica/m5s_campagna_elettorale_per_forello_palermo_contro_fuoco_amico-2439711.html
http://palermo.repubblica.it/cronaca/2017/05/17/news/palermo_m5s_scoperte_altre_500_firme_false_al_via_il_processo_per_14_indagati-165654180/
18) http://www.ilpost.it/2017/04/06/ali-listi-maman-insulti-razzisti/
19) http://palermo.gds.it/2017/02/24/programma-copiato-dal-sindaco-di-segrate-e-ismaele-la-vardera-costretto-ad-oscurare-il-sito_632860/
www.facebook.com/repubblica.palermo/videos/1852810548069770/
20) http://livesicilia.it/2017/02/25/la-sicilia-prima-di-tutto-il-programma-di-ciro-lomonte_830568/
http://palermo.gds.it/2017/02/26/palermo-la-corsa-a-sindaco-di-ciro-lomonte-liberare-la-sicilia-dai-partiti_633756/
https://www.youtube.com/watch?v=niJ3aQT4kxg
21) www.youtube.com/watch?v=y0FtaMlRVlo
22) http://palermo.meridionews.it/articolo/53749/nadia-spallitta-unica-donna-tra-i-candidati-sindaco-rompo-con-una-politica-che-non-ha-funzionato/

venerdì 26 maggio 2017

Neofascisti nostrani inquieti - aggiornamento

Associazione Nazionale Partigiani d'Italia
Comitato Provinciale di Frosinone

Cari tutti e tutte, 
vi aggiorniamo sugli sviluppi della questione.
 
vedi  il post  NEOFASCISTI NOSTRANI INQUIETI.  ndr

illustrazione di Luciano Granieri


Gli studenti hanno ricevuto ieri mattina una e-mail dalla D.ssa Lucia Cipolla, responsabile della segreteria del presidente della Provincia, in cui la funzionaria ricorda che 
la richiesta è subordinata al rispetto della par condicio. e leggendo i giornali locali pare che tale principio non sia stato rispettato. Si apprende infatti che il candidato Incitti non risulta invitato. Se non inviterete tutti i candidati saremo costretti a revocare la concessione. Comprenderete che non possiamo permettere che venga coinvolta un'istituzione come la Provincia in questa vicenda che potrebbe avere risvolti non solo mediatici. Aspetto vostre comunicazioni in merito entro la giornata di oggi (ieri, ndt)".

Per inciso, i ragazzi hanno discusso ed emesso un comunicato in cui accettano di invitare anche il candidato non gradito per non far saltare l'iniziativa. Avevamo loro proposto di cambiare sede al dibattito, ce ne saremmo occupati noi, ma preferiscono così. Noi abbiamo molte riserve sulla loro decisione, ma non possiamo né vogliamo interferire. Vogliamo sostenenrli nella loro piena e reale, concreta autonomia.

Ora, a parte le valutazioni che facciamo di questa presa di posizione che considera le Istituzioni come "neutre" in aperto spregio allo spirito ed alla lettera della Costituzione, - che rimane in vigore finora nonostante i goffi e inefficaci quanto energici e ripetuti tentativi di sterilizzarla - e sul quale invieremo le nostre considerazioni al Presidente dell'Ente insieme al documento dell'ANPI Nazionale e dell'Istituto Cervi sulla defascistizzazione della Repubblica italiana, sarebbe utile sapere se quando l'amministrazione concede la sala chiede sempre che ci sia un contraddittorio, cosa che a noi non risulta, anche per esperienza diretta.
Infatti, abbiamo svolto decine di iniziative, partecipato ad altrettante se non di più, e non è mai avvenuto che se si parla di marocchinate sia indispensabile invitare l'esercito francese, se si parla di lotte dei disoccupati invitare Confindustria, se si parla di ambiente invitare gli inquinatori. Si può fare, ma non è obbligatorio. 
Così quando abbiamo presentato libri o fatto convegni sulla Liberazione, non abbiamo mai invitato i reduci di Salò. credevamo, s come noi gli studenti della Rete, che se uno vuole sottoporre ai candidati le proprie richieste in tema di agibilità democratica del territorio e di contrasto ai neofascismo che minacciano e a volte colpiscono "a modo loro", come hanno sottolineato in merito a questa vicenda le organizzazioni studentesche democratiche e la stessa vivibilità dei luoghi di studio (comprendiamo il motivo, ma non è costituzionalmente ammissibile), diventa davvero tragicomico che lo debba fare anche riguardo ai responsabili del problema.
Lo sappiamo che ci sono le elezioni in ballo, ma non ci pare che quando uno o più candidati partecipano ad un dibattito debbano per forza invitare tutti gli altri. Qui non si tratta di un comitato elettorale, ma di un sindacato studentesco che vuole veder chiaro cosa intendono fare ALCUNI candidati nei confronti delle loro problematiche, ed invitano quelli cui intendono sottoporle, non chiunque sia candidato per convincerlo a dar loro una mano o per farsi convìincere a votarlo.

In sostanza: è già una gravissima "distrazione" dello Stato ammettere alle elezioni gruppi e soggetti che si richiamano apertamente a posizioni contrarie non alle forze politiche democratiche, ma all'indirizzo dello Stato sancito nella sua Legge fondamentale; il far finta di nulla e scrollare le spalle per non avere grattacapi "non solo mediatici" costituisce un'aggravante che ci ricorda l'inettitudine della politica che in altre epoche ha aperto la via a ben tristi e dolorosissimi rivolgimenti catastrofici per il nostro pur smemorato popolo.

E' più che inutile, esibizionistico, spandere lacrime senza dubbio genuine ma poco o nulla critiche sulle tragedie di settant'anni fa e invitare stancamente e monotonamente ala memoria se poi ci si guarda dal rammentare le responsabilità storiche di quei fatti (chi portò l'Italia nell'abisso della guerra?) e si pretende addirittura ("comprenderete, ecc. ecc.") di obbligare i cittadini a soggiacere a logiche cerchiobottiste per non dir peggio e più appropriatamente.

Comunque, confermiamo l'appello alla partecipazione all'evento. Sono giovanissimi ragazzi che si battono per la causa giusta e non abbiamo la libertà di lasciarli soli. 
Spiegate ai vostri contatti che è importante esserci.

Ringraziamo fin d'ora i compagni e le compagne che hanno già inviato a questo indirizzo la loro adesione e conferma di presenza. Ci aspettiamo che tutti facciano lo stesso, non siamo antifascisti per compito burocratico.

Fraterni saluti.
Giovanni Morsillo
 

“Vicinanza e solidarietà ai docenti”

Christian Bellincampi candidato a sindaco di Frosinone per il MoVimento 5 Stelle.



"In questi giorni stiamo assistendo ad una vera e propria strumentalizzazione politica che il sindaco uscente sta operando ai danni della scuola pubblica e, in particolare, dei giovani studenti con il chiaro intento di influenzare la loro coscienza critica. Non soltanto è stata lesa la pluralità e la libertà all'interno della scuola pubblica, ma soprattutto è stata messa in atto una vera e propria propaganda all'interno dell'ambiente scolastico, attraverso la pubblicità di fatti ed eventi che nulla hanno a che fare con l’ordinario curriculare. Un'evidente mancanza di rispetto nei confronti di una già triste e martoriata realtà, “la scuola” servita ed asservita agli schieramenti politici che si sono succeduti negli ultimi anni. Ho già avuto modo di esprimere il mio dissenso e la mia distanza da metodi così spregiudicati e che rifiuto senza mezze misure.
Molti docenti si sono rifiutati di subire passivamente l’invasione propagandistica del sindaco e, in modo libero, facendosi opportunamente carico delle responsabilità dell’importante ruolo sociale, civico e culturale che ricoprono, si sono opposti alla richiesta di accompagnare le loro classi al famoso “tour dei cantieri culturali”. Il sindaco, anziché mettere fine in modo responsabile a questa vicenda, in un comizio elettorale ha attaccato la categoria dei docenti con toni e parole non consone ad un primo cittadino. I toni esagitati e la prepotenza usata, non rispettosi di un civile confronto democratico, sono la dimostrazione palese di come Frosinone, città Capoluogo di provincia, abbia l’assoluto bisogno di essere amministrata da persone e idee nuove capaci di dialogo e comprensione.
Esprimo la mia vicinanza e la mia solidarietà a tutto il corpo docenti e li ringrazio per il prezioso lavoro che svolgono quotidianamente.
Resta incomprensibile come colui che è il rappresentante di tutti i cittadini possa attaccare così duramente donne e uomini liberi che svolgono una professione di primaria importanza per una società civile e avanzata come la nostra.
La scuola è una delle priorità del Movimento 5 Stelle e speriamo di poter cancellare presto la riforma Renzi, ma il nostro intento è quello di liberarla definitivamente dall’invasione della politica".

La campagna elettorale che NON vogliamo, diritto di replica.

Luciano Granieri




Come precedentemente  annunciato non è   mia intenzione occuparmi ulteriormente di una campagna elettorale al veleno, ma, avendo letto dalla cronaca locale del quotidiano “Il messaggero” una stigmatizzazione da parte del sindaco Ottaviani sul  mio comportamento tenuto in piazzale Europa l’altra sera,  nel corso del suo COMIZIO,  vorrei aggiungere qualche ulteriore osservazione. 

Nell’articolo dal titolo “S’infiamma la campagna elettorale, volano le accuse”, pubblicato oggi a firma di Gianpaolo Russo, vengono riportate in virgolettato le seguenti parole del sindaco “ abbiamo assistito all’ennesimo atto di turbamento nello svolgimento della manifestazione. Un personaggio, attraverso l’uso di dispositivi di videoregistrazione ha puntato l’apparecchio verso il volto dei presenti con l’evidente intento di diffondere le immagini su blog  più o meno improvvisati. L’episodio è il secondo nel giro di qualche giorno” 

Or bene perché un personaggio che scrive su blog improvvisati, quindi dalla limitata diffusione, dovrebbe preoccupare così il sindaco? Inoltre non  immagino come un valente professionista, impegnato, nel suo lavoro di avvocato,  oltre che nella mansione di sindaco e nello svolgimento di una campagna  elettorale molto impegnativa , possa aver trovato il tempo di leggere il mio blog. E deve averlo letto, altrimenti non avrebbe potuto definirlo improvvisato. 

Non s’intende, inoltre, come un “personaggio” che scrive su un blog improvvisato possa avere in uso un “dispositivo di video registrazione” infatti quel dispositivo non è altro che un telefonino scassato. Emerge infine come  il sindaco sia vittima di una sorta di sindrome da accerchiamento.   Perché afferma come   questo sia il secondo episodio nel giro di qualche giorno. Era la prima volta che assistevo ad un suo comizio……chissà forse si sarà imbattuto, da qualche altra parte della città, nel mio avatar o nel mio ologramma con tanto di” dispositivo di videoregistrazione al seguito”. Detto questo definitivamente passo e chiudo.

giovedì 25 maggio 2017

Valle del Sacco, il nuovo programma di sorveglianza epidemiologica sconfessa le dichiarazioni del Ministro della Salute Beatrice Lorenzin.

Rete per la Tutela della Valle del Sacco



Le dichiarazioni del Ministro Beatrice Lorenzin sullo stato di salute della Valle del Sacco, sono state a dir poco infelici, purtroppo avallate dal direttore della ASL di Frosinone, Dott. Pizzutelli, con discutibili considerazioni di ordine epidemiologico e statistico che richiedono di essere puntualizzate per collocare i dati e le fonti nel giusto contesto. Nel frattempo pronte le repliche di alcuni parlamentari, sindaci del territorio, del Coordinamento Interprovinciale Ambiente e Salute, di rilievo e soprattutto d’obbligo quelle dei Medici di Famiglia per l’Ambiente della Provincia di Frosinone.

Questo nostro intervento non può supplire ad una esigenza da sempre disattesa, una capillare informazione dei cittadini della Valle del Sacco sulle condizioni sanitarie del territorio a partire dagli effetti della contaminazione. Una efficace azione preventiva sull’insorgere delle diverse patologie richiede un adeguata struttura sanitaria in grado di veicolare l’informazione e coinvolgere attivamente i cittadini.

Esiste abbondante letteratura sugli effetti degli inquinanti presenti nelle matrici ambientali del nostro territorio, aria, acqua e suolo, indagini come il rapporto ERAS, lo studio SENTIERI, gli studi epidemiologici per il Betaesaclorocicloesano e i sottostudi localizzati e/o differenziati come quello dei tumori infantili. Tuttavia il Ministro e il Direttore hanno affermato che il nostro territorio gode di ottima salute o meglio rientra nella “normalità” statistica con riferimento a rapporti epidemiologici del DEP Lazio.

A prescindere dalla mancata presa in considerazione dell’insieme dei dati e delle ricerche che da anni illustrano i rischi che corre la salute pubblica, la nostra salute, dobbiamo evidenziare l’uso scorretto di quelle informazioni. Riteniamo pertanto sia necessario disaggregare i dati, riferirli ad aree con specifiche condizioni ambientali e sociali.

Sulla nostra tesi ci viene in aiuto la Deliberazione regionale del 9 maggio 2017, n. 228
Realizzazione di un Presidio Salute e Ambiente (PresSA) presso l'Ospedale di Anagni (FR) ed approvazione del "Programma di valutazione epidemiologica", relativamente ai requisiti tecnici, della popolazione residente nel Sito di Interesse Nazionale (S.I.N.) Valle del Sacco - D.M. n. 321/2016.”.

A dirla tutta il PresSA viene inserito in testa alla delibera, in verità l’essenza dell’atto è riferito alla valutazione epidemiologica. Ciò è evidente anche dagli impegnativi di spesa, 960.000 euro per la sorveglianza sanitaria136.000 euro per il PresSA. (Sull’origine dei fondi vedi la nota a fine comunicato[i], sul PresSA le nostre valutazioni a fine comunicato)

Il progetto epidemiologico a nostro parere è innovativo e inclusivo di tutto il territorio lungo l’asta fluviale per un totale di 19 Comuni, a differenza del passato in cui venivano a mancare i riscontri sanitaria nei Comuni più a sud.

Le attività previste sono molto interessanti e vanno dal bio-monitoraggio per 1.200 persone per l’incidenza del Betaesaclorocicloesano, allo studio epidemiologico per gli effetti da inquinamento atmosferico, allo studio epidemiologico sugli effetti sulla salute attraverso consumo di acque e alimenti, all’acquisizione dei dati a disposizione di ASL e ARPA delle acque per contaminanti quali pesticidi e metalli pesanti.
Nel progetto si afferma: Le condizioni di salute, espresse in termini di tassi standardizzati di mortalità, prevalenza ed incidenza saranno valutate secondo i diversi livelli di disaggregazione territoriale ASL, Distretti e Comuni”.

E prosegue con: “Gli esiti sanitari (in primis mortalità, malattie cardiovascolari e respiratorie) potranno essere studiati in relazione all’esposizione alla residenza. Verrà ricostruita la storia residenziale e ogni indirizzo di residenza verrà georeferenziato”

Georeferenziare, cioè riferire la rilevazione del dato alla sua puntuale collocazione sulla mappa del territorio.
Quindi per avere un quadro corretto si deve georeferenziare e disaggregare, non generalizzare.

Questo impegno regionale, con queste dinamiche, mette in dubbio quanto reso pubblicamente dal Ministro della Salute e dal Dott. Pizzutelli, a meno che i due non vogliano sconfessare la Regione Lazio per quanto a livello di controlli sanitari sul territorio sta mettendo in campo.

Tornando infine al PresSA esso è configurabile come una compensazione al Comune di Anagni in rivolta da tempo per il ripristino dell’Ospedale, che non risolve il problema della drastica riduzione della presenza di strutture sanitarie adeguate sul territorio.
Rileviamo tuttavia un aspetto positivo, il coinvolgimento di tutti gli interlocutori locali: le ASL, i medici di base e pediatria di libera scelta, i Comuni, le Associazioni.

Uno sportello di ascolto e di informazione per la popolazione sui temi e rischi ambientali ha però senso ed è funzionale solo come dispositivo interno ad una azione sistematica di prevenzione e cura, di informazione e mobilitazione della popolazione entro il contesto di una infrastruttura sanitaria adeguata. Il tutto tanto più necessario quanto più si concretizzeranno gli interventi di caratterizzazione e bonifica delle aree contaminate iscritte nel perimetro di Sito di Interesse Nazionale.

Allo stato attuale non ci troviamo affatto in questa situazione, quindi buoni gli studi epidemiologici sul territorio, inadeguata al momento la semplice creazione del PresSA alle esigenze di controllo sanitario del territorio.

  
Valle del Sacco, 25.05.2017


Fondi prelevati dal capitolo di spesa E32525 nell’ultimo bilancio di previsione regionale denominato “Bonifica dei Terreni Inquinati nella Valle del Sacco”, su un totale nel biennio 2017-2019 di 16,5 milioni di euro.

Da tenere presente che per la bonifica della Valle del Sacco al momento, oltre a questi fondi regionali, sono a disposizione 10.701.885,94 euro nella contabilità speciale avanzata dalla precedente gestione di bonifica commissariale (fondi spostati dalla contabilità speciale nel capitolo E32109 – Utilizzazione dell’assegnazione delle somme in contabilità speciale per gli interventi cui all’ex-emergenza della Valle del fiume Sacco, vincolati per le attività programmate tipo le MISE e la bonifica di Arpa2 su Colleferro) e ulteriori 10 milioni di euro stanziati dal Ministero dell’Ambiente per il biennio 2016-2017 ancora non utilizzati.
Un totale di circa 37 milioni di euro, cifra insufficiente, ma considerevole come approccio al nuovo SIN.

La campagna elettorale che NON vogliamo

Luciano Granieri


Chi frequenta "Aut"  sa benissimo che una delle caratteristiche principali  del blog è l’ironia. La politica, notoriamente  è affare pesante, dunque se l’argomento non viene trattato a volte con leggerezza, rischia di risultare indigesto. Del resto anche chi mi conosce personalmente sa  come io sia un tipo a cui non fa difetto la battuta. 

La  campagna elettorale per le prossime comunali di giugno sta prendendo una china molto pesante, per cui sarebbe oltremodo necessario trattarla con ironia.  L’intervento intitolato “LA CAMPAGNA ELETTORALE CHE VOGLIAMO”, va precisamente in questo senso. Esprime il sollievo di un tizio  che, essendo stato attivo nelle contese elettorali  precedenti, contribuendo anche pecuniariamente al finanziamento delle liste, oggi preferisce usufruire dei catering, offerti dai candidati a sindaco indipendentemente dal loro orientamento politico e indirizzo amministrativo. 

Volendo seguire coerentemente il tono ironico ed il proposito "de magnà a sbafo", ieri sera ho partecipato al comizio organizzato dal candidato Nicola Ottaviani presso piazzale Europa, proprio vicino a casa mia. Per documentare l’assoluta coerenza con i miei propositi stavo filmando il buffet. Evidentemente non ho considerato che l’ironia spesso non è apprezzata da tutti. Soprattutto  non avrei mai immaginato che una persona acuta, uno stimato professionista   come il sindaco uscente, Nicola Ottaviani, fosse talmente refrattario allo spirito ironico a tal punto dal risentirsi pesantemente   per le mie riprese.  

Non solo, ho potuto anche rilevare come i partecipanti al comizio, non tantissimi per la verità, nutrissero un insospettabile terrore di essere filmati , minacciando, insieme al sindaco,  di denunciarmi per violazione della privacy. “E se io stavo con il mio amante e non volevo farlo sapere a mio marito?” E’ stata l’obiezione di una signora. Mi risulta difficile   capire come un tizio che desideri uscire con l’amante finisca ad un comizio elettorale, che è evento pubblico e, come tale, è possibile e legale che possa venir ripreso.  

Non  riesco  altresì ad immedesimarmi in un militante che non desidera farsi filmare nell’atto della sua militanza.  Se io avessi deciso di supportare un candidato a sindaco, sarei stato oltremodo orgoglioso di farmi immortalare  ad ogni suo comizio, in quanto sarebbe stata la testimonianza della condivisione di un progetto. Ma sapete, le strategie  della partecipazione sono spesso ignote. 

Preso  in mezzo ad un clima che stava diventando molto pesante ho deciso di rimuovere i video dal cellulare.  Confesso che una tale acredine da parte del sindaco, nonché persona autorevole all’interno della città, nei confronti di un semplice cittadino, per giunta neanche candidato in liste avverse, mi ha molto sorpreso e messo a disagio. 

Perché  Luciano Granieri,praticamente una nullità  istituzionale, poteva, con un semplice filmato, creare un problema al sindaco Nicola Ottaviani? Posso capire la mancanza di ironia, ma un tale nervosismo fa intendere  che forse, gli ultimi sondaggi, smaccatamente  favorevoli  al candidato Ottaviani, tanto da prevederne una vittoria secca senza neanche passare dal ballottaggio,  non siano così attendibili. 

La particolare esperienza di  ieri, mi induce a rilevare come  l’attuale campagna elettorale stia raggiungendo livelli di acredine mai vissuti prima.  Un clima in cui realmente non c’è posto per alcun tipo di ironia. Dal momento che i miei interventi si basano quasi esclusivamente  sulla satira, anche perché i contenuti languono, da oggi in poi osserverò un totale silenzio elettorale. La stampa locale autorevole non manca, dunque i cittadini saranno adeguatamente informati anche a prescindere dai miei interventi. 

Per tornare a ieri sera, solo una cosa mi renderebbe veramente triste, sapere che anche le pizzette si sono indignate, spero    almeno che la "mortazza" sia  dotata di  tanta ironia.


martedì 23 maggio 2017

La campagna elettorale che vogliamo

Luciano Granieri




Basta! Siamo stanchi delle solite campagne elettorali, dove in cene di sottoscrizione  bisogna finanziare  le liste  in supporto dei candidati a sindaco. Quest'anno, non solo ho deciso di  non candidarmi, ma non so neanche se andrò a votare. Alloraa disceeee…. Ma che fai? La campagna elettorale non la segui? Eccome no! La seguo evento, per evento. L'unica mia cura sarà selezionare i comizi dove se magna aggratis. E vi assicuro non saranno pochi. Non me ne frega niente delle bollette pagate, nemmeno dei buoni di benzina, io vojo magnà, e a sbafo. 

Nel caso  qualcuno condividesse  il mio elevato pensiero politico, provo  stilare una guida Michelin, un percorso elettorale slow food. Ciò  per assolvere al sacrosanto dovere di servizio pubblico che un organo d'informazione, seppur di quartiere  come Aut, deve ottemperare. 

  L'esordio del candidato a sindaco Stefano Pizzutelli non è stato male.  In occasione dell'ospitata di Pippo Civati, il buffet offerto è stato ottimo e abbondante. In verità anche il cibo per la mente, oltre a quello per lo stomaco è risultato convincente. Complimenti a Pizzutelli  che è   riuscito a coniugare qualità di proposte e prelibatezze gastronomiche. Aspettiamo  una conferma, nel prossimo incontro di giovedì 25 maggio dove è prevista un'invitante degustazione di birre artigianali. 

Passando a Christian Bellincampi, candidato del Movimento 5 Stelle, l'evento a cui ho partecipato, sui fondi europei, pur estremamente interessante,  non è stato generoso in termini di derrate alimentari. Per  motivi che alla popolazione non interessano, ho dovuto lasciare l'assise prima che questa si concludesse, quindi  ignoro se alla fine del dibattito sia stato offerta una qualche libagione. Confido comunque sul mio amico Lorenzo, mastro birraio,  grande autorità in campo di agricoltura biologica e sostenibilità alimentare , il quale è attivo nella campagna a favore   dei pentastellati frusinati. 

Sulle potenzialità della candidata Giuseppina Bonaviri ripongo buone speranze. Mi è  capitato, qualche tempo fa, prima della campagna elettorale,  di partecipare alla  presentazione di un libro sulla parità di genere, da lei organizzata.  Il  buffet seguito al dibattito è risultato di buona qualità. Attendiamo ulteriori conferme. 

E veniamo ai big. 

Sul candidato del Pd, Fabrizio Cristofari, nutriamo più di un dubbio. E' cardiologo e deontologia professionale vorrebbe che le cene elettorali siano a basso contenuto di colesterolo. Un suggerimento: Dotto' non si risparmi nel somministrare sasicchie, porchetta, coratella, e quanto altro. L'importante è che dopo la luculliana libagione sia offerta una fornitura di quegli yogurt depurativi, che spurgano lo stomaco ma anche la mente dalle scorie e dalle cazzate che sicuramente saranno circolate a profusione durante il comizio. 

Infine ecco al voi il principe delle laute prebende gastronomiche, lo chef pluristellato della campagne elettorali: Nicola Ottaviani. Lui non lo ammetterà mai, ma nel suo staff, oltre a spin doctors di notevole spessore ci sono super cuochi e sommelier sopraffini. Il calendario dei comizi sarà accompagnato da un menù accurato, comprendente anche programmi alimentari personalizzati per celiaci, e vegani, oltre ad una sontuosa carta dei vini. 

Insomma questa campagna elettorale, infima nei contenuti,  promette benissimo in termini di abboffate timalcioniane. Orsù, concittadini, partecipiamo ai comizi, è il dovere elettorale che lo impone, ma soprattutto la sostanza della panza che lo richiede. 

Chiedo venia, ho dimenticato il candidato di Casa Pound Fernando Incitti. Li c'è poco da spiluccare. Le idee sono monnezza e anche le libagioni a base di zoccole di cloaca  non sono da meno,cioè nauseabonde.