Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

sabato 25 agosto 2012

L'avversario: Erca Tagna

Kansas City 1927

A scheda prepartita, ciavrà ancora senso? Boh, nse sa. Ar callo de Lucifero stamo qui a rimuginasse addosso sur da fasse. Pia Erca Tagna, presempio. Pialo. Preso? Ok, mo rimettilo a posto, che mica è tuo, è de Purvirenti. Come dici? Purvirenti t’ha rovinato la vacanza e mo je la voi rovinà te? Purvirenti poteva comprà nargentino de meno e pagà na ostess de più? Sì vabbè, ma a parte er rancore personale, quello che stamo a cercà de argomentà è che Erca Tagna è lo stesso dell’anno scorso, o armeno così ce pare.
E però come se dice? Bona fine e bon principio. Insomma, tocca principià, pure se a noi Erca Tagna ce ricorda più la fine, de ssagioni cor sogno strozzato in gola o de partite cor pallone strizzato nell’acqua, interotte precox e finite a Xanax, ma a sto giro ce tocca al’inizio. Ma a noi er cambiamento ce fa mbaffo, a noi che pe er secondo anno consecutivo ce toccherà guardà le partite cor facciario a portata de mano pe non fa come l’anno scorso che erano tutti Lamela, figurate se se impressionamo a pescà Erca Tagna ala prima. Figurate se stamo mpenziero pe sta cosa.
No.
Noi stamo mpenziero perchè è la prima, e basta.
Noi stamo mpenziero perché so tre mesi che, pe tutta na serie de ragioni che non stamo qui a riassume parecchie dele quali contengono più Z der normale (e tutte contengono sempre e comunque la parola ROMA), stamo incordati a caricasse de nfomento degno de na finale de Cempions (che pe noi è comunque più o meno lo stesso de na semifinale de Coppa Itaglia, ma vabbè).
E la finale de Cempions, pe quarche bizzarra archimia, st’anno è Corca Tagna.
E però va da sé che trovasse de fronte la squadra già orfana dell’Aeroplanino e de proprietà der Signor Uin Get rappresenta urteriore stimolo a volà bassi pe noi che, sule ali dell’entusiasmo represso de centinaia de famìe pur paganti lasciate a tera da Purvirenti, voremmo vendicanne ogni mancato applauso spensieratamente cafone all’arivo.
Vedemo quindi quali potrebbero esse le possibili perturbazioni tra decollo e atterraggio:

Gomez
O chiamano er Papu. Quello che in pochi sanno è che Papu è acronimo che sta pe “Pio A Porta Urtimamente”. E in effetti so mpar d’anni che il ragazzo ce pia, il che, unito ar fatto che pe mpo è stato accostato ai colori ssorici dela majassorica, unito a sua volta ala bassa statura der brioso fantasista, je conferisce l’en plein de nomination pe aggiudicasse er premio de Primo Nano Demmerda dell’anno. Mo, Papu, parlamone, davero te voi rovinà na bacheca così piena de trofei co sto riconoscimento forgiato nell’acredine de na tifoseria intera? Pensace.

Legrottaglie
Questo è uno che tra le nuvole, pare, dice, se mormora e se bulla, abbia na cifra d’aderenze, aderenze de cui amo parlato in passato tanto ma non abbastanza pe evità che celestiarmente ce purgasse, costringendo noi, anime perse e pecorelle smarite, a unisse a lui in cori uguali e contrari verso gli stessi santi e madonne. Insomma, lui belonga to Gisus, procuratore che a noi non c’ha mai fatto nfavore che fosse uno. Na ragione in più pe scatenà l’inferno.

Barrientos
Pablo, Pablino, Pablito. La verità è che de te non sapemo un cazzo. Manco che faccia c’hai. Er punto è proprio questo: a noi gli sconosciuti e i conosciuti a metà ce fanno paura, specie ala prima de campionato, specie se tutti s’ostinano a dì che so forti, nse sa se pe scaramanzia o pe fantacarcio.E allora non c’è bisogno de dannasse l’anima, tanto ormai se sa che se c’hai un nome pure vagamente sudamericano, na maja Nerca Tagna è facile che la strusci. Battuta la concorrenza de Julio Iglesias, Joaquin Cortes, Joaquin Navarro-Valls e Jennifer Lopez, insomma risolta la contesa anagrafica, er più l’hai fatto. Sei forte. Vedi de fattelo bastà.

Morimoto
Questo ha cacato er cazzo.

Poi ce so Lodi, Berghessio e Armiron, de cui amo detto tutto er dicibile nanno fa e de cui mo, nanno dopo, diremmo suppergiù e stesse cose (come pe Morimoto e Legrettaglie, ma quarche eccezione va fatta).
E poi ce so na serie de carneadi che non è che tocca nominà tutti pe anestetizzà tutti. Pe quello ce so i difensori che difendono, i centrocampisti che centrocampinano, gli attaccanti che attaccheno, i dirigenti che dirigono e i misteri der Mister. Insomma, se te purga Carneade, noi non se l’accollamo più de tanto. Che qui tocca cresce tutti quattroettrettremillemila quanti semo.
Preoccupamose dei nostri de gò, ma no ner senso de pensamoce, ma proprio de preoccupamose, avemoce paura, che sto primo gò se lo stamo a sognà da giorni e settimane e mesi e ombrelloni e spiagge e gradoni e ripetute e pagine de giornale e siti e messaggi e telefonate e videosuyoutube e tuit e retuit e uozzap e servizi e indiscrezioni e collegamenti e angelimangianti e sceicchi a digiuno e trattative e sesovisticorprocuratore e rushfinali e lunedìsechiude e nolunedìquestomailprossimo e amosfonnato i boscaioli austriaci e amo vinto la guera Cor Sarvador e insomma stamo a caricà tarmente tanto e tarmente in tanti, che quando ariverà sto gò capace che o ssadio implode, i televisori se spengono, e radio se mutano, er monnonfame se ferma e i Maya ce dicheno: vaaavevamo detto.
Ma noi comunque non li staremo a sentì perchè a noi, de Maya, ce nteressa solo quella ssorica

venerdì 24 agosto 2012

Zeman o non Zeman

Alberto Piccinini


“Questo è l’articolo che per solito si scrive su comando e chi si sente immancabilmente votato a smentite sesquipedali”. Lo scriveva Gianni Brera su Repubblica presentando il campionato di sere A 1989-90. “Le squadre – rifletteva ancora l’anziano Vate, a un mese dalla chiusura del calcio mercato –vanno assumendo un loro profilo più o meno definito. Se lo ritieni labile ti sbagli; se lo ritieni prefetto, anche”. Si può sorridere nel proseguire la lettura dell’articolo (mai come di questi tempi il vintage calcistico è una delle poche cose che ti riconcilia con la spesso cupa contemporaneità del gioco), dove si sbertucciava con stile la campagna acquisti della Juventus (“da centro classifica”), e si davano favorite le milanesi (“ Van Basten ha il faccione dell’ibrido –celta…”). Ci si ferma infine a rileggere una frase sparsa con la quale a metà pezzo Brera mette in guardia i dirigenti di Inter e Milan dalla “misteriosa entità degli scommettitori malandrini”: “Se esistono? In coscienza, non saprei dire: però il sospetto vige, e qui puntualmente ne do conto”. Conto, non Conte. Antonio Conte. “Il discorso motivazionale altissimo” (parole sue e in terza persona calcistica), col quale l’allenatore della Juventus, ieri, ha cercato di smontare le accuse che lo condannano in appello a 10 mesi di squalifica per omessa denuncia di combine ai tempi in cui allenava il Siena, vale quel che vale un discorso motivazionale appunto . Uno dei più celebri discorsi motivazionali di Nereo Rocco, durante la consegna della maglia a un suo terzino suonava così: “Tuto quei che se movi su l’erba , daghe. Se xe la bala, pasiensa”. E’ finito nei libri di storia, o quasi. Chiaro che risentire nel contesto della conferenza stampa di Conte “Non potevo non sapere, non ho capito che vuol dire” , a vent’anni esatti da Tangentopoli e con la ferita ancora aperta di certi exploit del Berlusconi politico, consegna tutto a livello di parodia di second’ordine, che del piacere del vintage in fondo è il dovuto contrappasso, come la terribile ruota per il criceto. Detto questo per il campionato che s’apre questo fine settimana la Juventus non è la squadra da battere : di più , parte largamente favorita . Decisamente è la squadra più antipatica . Detto ancora con le parole del suo allenatore: “Sono antipatico perché vinco? Non è un problema mio”. Ora, considerare il presidente bianconero Andrea Agnelli che denuncia la “caccia alle streghe “ ai bianconeri come una parodia dell’Avvocato, è molto più che fargli un piacere. Ma l’apparizione dello spauracchio numero uno della Juventus, Batman Zdènek Zeman, in maglia giallorossa e nuovamente sul palcoscenico del massimo campionato, no che non è parodia. E’ uno scherzo del tempo. Una grande trovata di sceneggiatura. Ai tempi in cui Conte e la quasi totalità degli allenatori di seria A (Allegri, Ciro Ferrara, Stroppa, Mazzarri, Montella) facevano i giocatori con alterne fortune, chi bravo, chi meno, Zeman era già in panchina. Nel 1989 degli scommettitori malandrini evocati da Gianni Brera varava il “Foggia dei miracoli” . Nel ’94 consegnò Stroppa - oggi suo sostituto al Pescara – alla Nazionale di Sacchi. E così’ via. Zeman è il sopravvissuto di una “ teoria del calcio” sua e solo sua che ci riporta a un’epoca lontana, anni Ottanta, quando la zona era un’eretica utopia (“terzo ginnasiarca” sempre nel giudizio di Brera) , il nostro campionato il più bello del mondo, Berlusconi e Agnelli vincevano sempre ma i “poveri” (fossero Maradona, il Foggia,o la Roma di Falcao e il Verona di Bagnoli) si potevano togliere qualche soddisfazione. Almeno la soddisfazione di discutere di calcio. Oggi che ci è rimasto? I “discorsi motivazionali” certo . Abbiamo abbastanza orrore della psicologia aziendale per considerarli una cosa seria . Dunque ci resta solo Zeman, il 4-3-3 e i gradoni. Se non si è tifosi romanisti (o juventini) non si faticherà almeno a simpatizzare. L’estate ci ha consegnato un termine nuovo, relativamente, nel nostro calcio: top player . Top indica il livello dello stipendio, più che altro,il resto – come si sa e per fortuna –lo decide il campo. La partenza di Ibrahimovic, Thiago Silva, Thiago Motta in direzione Paris Saint Germain, fin qui una specie di caricatura di uno squadrone pagato dagli sceicchi e allenato da Ancellotti, hanno già ispirato agli osservatori malinconiche considerazioni sulla crisi economica, la doverosa sobrietà con la quale affrontarla , e le sorti ormai segnate dell’ex campionato più bello del mondo . Paratiti i top player, si è assistito persino a una minaccia di class action dei tifosi rossoneri (poi rientrata, ma quest’anno gli abbonamenti sono meno di 20 mila) . In generale, il Milan con la partenza per raggiunti limiti d’età di Gattuso e Nesta, e lo scambio Cassano-Pazzini coi cugini interisti , è la squadra che soffre di più la situazione. Per ovvi motivi sembra appiattirsi sul tramonto infinito del suo Presidente, il quale mediterebbe ancora l’ultimo colpo di riportare in rossonero Kakà, uno che ai tempi gli portò tanta fortuna anche elettorale. Certo quest’anno anche la categoria famigeratissima dei Presidenti sembra vivere la sua (momentanea) eclisse. Moratti, coi nerazzurri tornati tanti Paperino, s’è affidato a sorpresa al giovane allenatore Stramaccioni . Per il momento, poi si vedrà. Il Presidente del Napoli De Laurentis è l’unico personaggio capace di eguagliare certi fasti del passato ( a differenza di Lotito e Zamparini, ha una squadra capace di arrivare a vincere lo scudetto): se non stile Lauro, almeno stile Christian De Sica nei film di Natale, che gli è più familiare. Per dire: i giallorossi manco ce l’hanno un presidente (fondi d’investimento americani, forzieri di banche italiane). Che modernità . Via i top player, messi da parte i Presidenti , largo ai giovani: Mattia Destro alla Roma , Insigne al Napoli, El Sharawy al Milan ecc. Lo hanno detto già in tanti : sarà il loro campionato. Tutto sta a mettersi d’accordo se è soltanto una maniera di consolarsi e se lo spettacolo può sopravvivere senza star, oppure no. Per questo rivolgersi ancora a Zeman che del calcio “collettivista” è l’ultimo sopravvissuto autorizzato. Si segnala tra l’altro che a Pescara, Viterbo, Bari, Palermo i biglietti omaggio per i politici in tribuna Vip sono stati aboliti, o comunque ci stanno provando. E con questo anche la Casta è servita. Il Siena parte da -6, l’Atalanta da -2, Torino e Samp da -1 per i noti fatti. Si annuncia uno splendido campionato.





La filosofia nel capannone

Angelo Mastrandrea da “il manifesto” del 24 agosto ’12
Desta una certa impressione guardare le immagini del trasloco di trecentomila volumi dell’Istituto italiano per gli studi filosofici dalla sua sede napoletana in capannone di Casoria mentre in redazione si lavora a una prima  pagina sull’ennesimo regalo ai costruttori: l’azzeramento dell’Iva sulle infrastrutture come misura per la “crescita” . Avessimo voluto cercare un esempio paradigmatico dello stato del nostro Paese, piegato da vent’anni dio un’offensiva contro culturale  che ha sistematicamente sottratto risorse al libero pensiero per consegnarle ai furbetti dei tanti quartierini  della politica  e dell’economia  , non avremmo potuto trovare di meglio.  E’ l’Italia alla rovescia  di come la vorremmo, quella che ancora oggi – con Monti e Passera e non cin Berlusconi – prepara un regalo inaspettato ai cementifica tori e lascia chiudere la biblioteche. Un tempo  l’Iva più bassa riguardava i libri e la cultura, beni cui incoraggiare il consumo, e non la Salerno – Reggio Calabria. L’Istituto italiano di studi filosofici deve smobilitare perché, tra Tremonti e Monti  in pochi anni i contributi statali sono stati praticamente azzerati. I lanzichenecchi  insediati alla Regione Campania hanno provveduto al resto, lasciando cadere nel dimenticatoio una vecchia delibera che prevedeva l’istituzione di una biblioteca per accogliere le migliaia di libri  dell’Istituto e consentire a studenti e ricercatori di poterli consultare.  Quando si lascia sfiorire un’istituzione culturale di rilevanza internazionale e si condannano i libri all’ammasso in un capannone di periferia come un raccolto di grano qualsiasi, siamo ad una forma più moderna degli antichi roghi   ma dal sapore analogo.  Giordano Bruno,  che immaginiamo accatastato in ordine casuale tra migliaia di altri  tomi  più o meno antichi, non è nuovo a un trattamento del genere .

La storia Siamo noi

Il 23 agosto del 2008, Vik approdava a Gaza a bordo di un peschereccio, unico italiano tra i cinquanta attivisti provenienti da tutto il mondo che riuscirono a rompere l'assedio della Striscia.

 La storia siamo noi,

la storia non la fanno i governati codardi con le loro ignobili sudditanze ai governi militarmente più forti.

La storia la fanno le persone semplici,
gente comune, con famiglia a casa e un lavoro ordinario,
che si impegnano per un ideale straordinario come la pace,
per i diritti umani, per restare umani.

La storia siamo noi,
che a mettendo a repentaglio le nostre vite,
abbiamo concretizzato l'utopia,
regalando un sogno, una speranza a centinaia di migliaia di persone.
Che hanno pianto con noi,
approdando al porto di Gaza,
come i tre anziani palestinesi vittime della diaspora imbarcati con noi,
che non hanno mai potuto piangere sulle tombe dei familiari,
hanno pianto,
ma sono state lacrime di gioia.

Il nostro messaggio di pace,
è un invito alla mobilitazione per tutte le persone comuni,
a non delegare la vita al burattinaio di turno,
a prendersi di petto la responsabilità di una rivoluzione,
rivoluzione interiore innanzi tutto, verso l'amore, l'empatia,
che di riflesso cambierà il mondo.

Abbiamo dimostrato che la pace è possibile in medioriente.
Perchè se un ebreo israeliano come Jeff Helper è accolto come un eroe,
addirittura un liberatore,
da decina di migliaia di persone festanti in estasi,
da quelli che la politica e i media si impegnano a dipingere come filoterrorismi,
la pace non è un'utopia,
e se lo è abbiamo dimostrato che a volte le utopia si concretizzano.

Basta crederci,
fermamente impegnarsi,
contro ogni intimidazione, timore, sconforto,
semplicemente restando umani.

restiamo umani.

Vittorio Arrigoni.

giovedì 23 agosto 2012

“PER L'ACQUA PUBBLICA NEL LAZIO”




CAMPAGNA A SOSTEGNO DELLA
PROPOSTA DI LEGGE DI INIZIATIVA POPOLARE
DA SOTTOPORRE A REFERENDUM PROPOSITIVO
 “PER L'ACQUA PUBBLICA NEL LAZIO”
Il 12 e 13 giugno 2011 il referendum nazionale ha indicato una strada molto precisa:
nel solo Lazio oltre 2.500.000 di cittadini hanno votato a favore
di una gestione pubblica e partecipata del servizio idrico.
MA NON E’ BASTATO!!!
Ora ti chiediamo una firma per attuare il referendum nella nostra regione
FIRMA ANCHE TU
(puoi farlo presso gli uffici comunali)
PARTECIPA ALLA CAMPAGNA DI RACCOLTA FIRME
DICIAMO BASTA AD UNA INGIUSTIZIA ASSURDA
chiediamo che venga rispettata la volontà popolare
Con la vittoria del 1° quesito referendario del 12-13 giugno 2011 è stata abrogata la norma che prevede l’obbligatorietà della privatizzazione del Servizio Idrico Integrato.
Il referendum è stato proposto per far valere un principio chiaro: nella gestione dell’acqua, un bene comune fondamentale, non si devono fare profitti e di conseguenza il privato deve stare fuori dalla gestione.
La risposta dei cittadini votanti (95,35% a favore della cancellazione dell’obbligo di privatizzazione) non può lasciare alcun dubbio sull’opinione, praticamente unanime, del popolo italiano.
Nel Lazio i cittadini che si sono espressi in tal senso sono più di 2.500.000.


Perché allora ci stiamo muovendo con questa raccolta firme?
La normativa europea dà ancora la possibilità di privatizzare il servizio idrico integrato e inoltre entro il 31 dicembre 2012 tutte le regioni dovranno legiferare in materia di servizio idrico, in particolare relativamente alla riorganizzazione degli Ato (Ambiti Territoriali Ottimali).
Per spingere la Regione Lazio verso una gestione pubblica e partecipata del servizio idrico, nel rispetto della volontà popolare, un'ampia coalizione di cittadini, associazioni, forze sindacali e politiche, già impegnate nei referendum nazionali del 2011, ha depositato una proposta di legge regionale da sottoporre a referendum propositivo.
La proposta di legge dovrà essere firmata da almeno 50.000 elettori del Lazio e, se entro un anno dalla sua consegna non sarà discussa, il Presidente della Regione Lazio sarà tenuto ad indire il voto referendario, in cui cittadine ed i cittadini saranno chiamati ad esprimersi su questa proposta di legge.

Come per i Referendum del giugno 2011
anche questa battaglia ci riguarda tutte e tutti
perché si scrive acqua ma si legge democrazia!
Servono più di 50.000 firme per dire
SI all’Acqua Bene Comune!
Si informa la cittadinanza che presso la segreteria del Comune di Frosinone sono stati depositati i moduli per la raccolta delle firme per sostenere i referendum per l'eliminazione del vitalizio dei consiglieri e degli assessori della Regione Lazio.

Partecipa anche tu
non lasciare che gli altri scelgano per te.
I cittadini che intendono firmare i quesiti devono rivolgersi
nei giorni da lunedì a venerdì  dalle ore 9.00 alle ore 12.30
e nei giorni di lunedì e mercoledì dalle ore 15.30 alle ore 17.30

PRESSO L'UFFICIO ANAGRAFE
sito nella SEDE COMUNALE DI PIAZZA VI DICEMBRE - telefono 0775.2651

Per la sottoscrizione dei referendum, è necessario presentarsi muniti di un documento di identità valido.

Quanti sono interessati, vogliono mettersi a disposizione o vogliono solo avere informazioni, possono farlo consultando il sito www.referendumacqualazio.it oppure telefonando al numero 339.1886677 o inviando una mail all'indirizzo referendumacqualazio@gmail.com

Sostenete la campagna per l’acqua pubblica nel Lazio, firmate!



FRANCESCO RAFFA: per la Federazione dei VERDI del Lazio che sostiene l’iniziativa 

Competizioni

Giovanni Morsillo


La cosa ci sembr degna di qualche piccola riflessione, non perché particolarmente anomala nel suo presupposto di truffa aggravata da parte del dipendente della Provincia di Caserta, cosa che nel panorama delle meschine furbizie italiane passa come del tutto ordinaria, ma per l'aspetto subculturale del suo sviluppo, questo sì finora inedito. Il tizio, al quale è stata sequestrata la merce falsa che vendeva abusivamente (senza licenza) in un giorno in cui avrebbe dovuto essere al lavoro ma se ne era assentato con un certificato medico anch'esso dichiarante il falso, se tutto venisse confermato dalle autorità sarebbe definito come un delinquente puro e semplice. Ma lui, nell'esercizio della sua attività di squallido maladrino, vistosi danneggiato nei suoi illegittimi interessi dalla presenza e dall'attività altrettanto illegale con l'aggravante che a commetterla erano due extracomunitari, ha uno scatto d'orgoglio e chiama le forze dell'ordine a tutela della sua dignità farlocca di fuorilegge.
Siamo a questo punto. Nella percezione ormai storica che il delitto sia tale solo se commesso da altri, meglio se stranieri o politici, ci si culla nel cattolicissimo consiglio del perdono per le illegalità commesse in proprio. Ma adesso siamo alla rivendicazione della tutela di fronte ad illegalità percepite come più gravi. Insomma, la mia illegalità diventa legale se tu ne commetti un'altra, la estingui moralmente, ergo sparisce anche giuridicamente. Almeno nella testa del venditore di bufale così deve essere accaduto, si deve essere convinto che poiché lui era italiano e quegli altri venivano da chissà dove, lui aveva una specie di diritto di prelazione sul delinquere, una sorta di privilegio nazionale e forse razziale (erano senegalesi, neri neri, e questa è oggettivamente un'aggravante, no?).
Un rivoluzionario, questo signore, magari in Brianza qualcuno gli farebbe anche un monumento, con una bella targa che ricordasse ai posteri come un semplice e ingegnoso dipedente dello Stato abbia raggiunto un livello di ideale riforma del diritto da sbaraccare perfino la Bossi-Fini, che al confronto pare un provvedimento garantista, fraterno e solidale degno di una concezione hippy dell'umanità. Purtroppo non avverrà, perché malauguratamente questo scienziato del diritto è un terrone, che da quelle parti si differenzia assai poco dagli ultraterroni color carbone.
Che poi a dirla tutta era straniero pure lui, perché tutto si svolgeva in Puglia, e se il federalismo fosse una cosa seria come la immagina Calderoli, per andarci da Caserta ci vorrebbe il visto sul passaporto.
Comunque, quello che preoccupa non è tanto quello che sguazza nel liquame contenuto in certi crani, ma il fatto che il concetto di diritto sia ampiamente concepito come strumento ad appannaggio dei prori interessi particolari, perfino quando questi sono del tutto illegali. A forza di sentir parlare di leggi ad persona, vuoi vedere che qualcuno più debole concettualmente ha smarrito la bussola?
 
Saluti legali.

STANLEY CLARKE, STEWART COPELAND - ROMA INCONTRA IL MONDO

Simone Massimi. Fonte http://www.guitar-nbass.com


ll 17 Luglio, nella suggestiva location di Villa Ada, la popolare rassegna  “Roma incontra il mondo” ha ospitato due grandi leggende della musica contemporanea: il bassista Stanley Clarke ed il batterista Stewart Copeland, ex dei Police.


L’evento, tra i più attesi tra quelli in programmazione,  si è subito distinto per il suo carattere sperimentale e inconsueto che ha dato vita ad una continua improvvisazione. Secondo chi scrive, tuttavia,  se i punti di forza del concerto sono stati  la bravura e  l’individualità dei singoli musicisti (ricordiamo anche Brady Cohan alle tastiere e Ruslan Sirota alla chitarra), le debolezze, ovviamente sempre relative, sono state la scarsa riconoscibilità dei singoli brani e l’eccessiva analogia tra di essi, che hanno comportato un appiattimento  della resa globale dell’intero evento e il relativo calo di attenzione da parte dell’ascoltatore. 



Alla grande intesa tra i quattro musicisti, caratterizzata da un equilibrata alternanza di assoli e accompagnamenti, sono emersi molteplici interventi degni di nota del basso elettrico: Clarke, infatti,  ha dispensato  una serie di assoli musicali perfettamente nel suo stile alternando accordi, arpeggi e pennate percussive a note di armonici e riempiendo la scena con la sua grande personalità.  



Uno dei momenti  più emozionanti ed interessanti dal punto di vista tecnico, inoltre, è stato quando Clarke  ha preso a suonare il contrabbasso  con il suo tipico modo percussivo,  impegnandosi in groove di stile funky e sonorità jazz e regalando al pubblico di Villa Ada una grande lezione del suo personalissimo stile che, a tratti,  sembra ispirarsi alla tecnica slap del basso elettrico.  



In conclusione, il concerto è sembrato particolarmente interessante per  il suo aspetto sperimentale e per le rilevanti personalità impegnate nel progetto.  Lo spessore musicale dei due, infatti, ha regalato forti emozioni



mercoledì 22 agosto 2012

Noi non perdoniamo e "TOCCHIAMO"

Luciano Granieri. Collettivo Ciociaro Anticapitalista

Ormai la road-map è tracciata. Entro fine settembre  il centro sinistra approverà  il regolamento delle primarie di coalizione, verranno presentate le candidature , quindi avverrà la convocazione dei gazebo nella seconda settimana di dicembre per decidere chi sarà il candidato del centro sinistra. Il dado  è tratto, Vendola ,dopo aver voluto con determinazione l’accordo con il Pd,  scontentando parte della sua dirigenza, e molti suoi militanti, è pronto a sfidare Bersani.  Ma anche i teo-dem  hanno da dire la loro, Tabacci e Renzi, sono pronti a scendere nell’agone, che dovrebbe prevedere anche la partecipazione di Boeri, già sconfitto nelle primarie contro Pisapia per la guida del  comune di Milano.  Ferrero, Diliberto e Di Pietro, saranno lasciati cuocere nel   proprio brodo, salvo poi recuperarli se servirà. L’obbiettivo è chiaro proseguire la messa in  atto dei   dettami dell’agenda preparata dalla Bce, ovvero continuare  la devastazione dello stato sociale già avviata in modo perentorio da Monti.  Per fare questo, dopo le elezioni è praticamente, sicura l’alleanza con l’Udc di Casini.  La coalizione conta di portare a termine il piano controllando la rivolta sociale, più probabile qualora vincesse il centro destra.  Fottere il popolo facendo finta di difenderlo questa è la strategia.  Si vuole allargare inoltre questo modello anche in ambito locale. Nel nostro territorio assistiamo ogni giorno ad appelli per l’unità del centro sinistra. L’ultimo in ordine di tempo è dell’esponente ciociaro di Sel Francesco Giorgi,  che ha invocato  il prima possibile un confronto fra Sel, Pd, Idv, Partito socialista, Federazione della Sinistra  e l’indizione delle primarie per scegliere il candidato a sindaco in vista delle  prossime elezioni a Ferentino. Dunque i liberisti hanno buttato giù le carte, ma noi del collettivo ciociaro anticapitalista, non perdoneremo e “toccheremo”. Toccheremo mobilitandoci  nel territorio per smascherare questi figuri, per aggregare più soggetti possibili al fine di lottare per i nostri diritti. Il diritto al lavoro, all’istruzione , alla salute non si difende appoggiando  l’una o l’altre forza che si presenterà alle elezioni. Scegliere fra chi è per il liberismo tout-court o per chi vuole governare il liberismo, non eviterà  il precipizio. Solo un’aggregazione che abbia come proprio obbiettivo il rovesciamento del capitalismo e del liberismo, rimettendo al centro la difesa della dignità di donne e uomini , può tentare di cambiare lo stato di cose.  “Coraggio liberisti, buttate giù le carte. Noi del Collettivo ciociaro anticapitalista non perdoneremo  e “TOCCHEREMO”

autodafé

Giovanni  Morsillo


Si legge sul web, sperando che sia una bufala come al solito, che qualcuno starebbe proponendo una punizione esemplare per gli evasori. Costoro, ovviamente dopo un adeguato iter processuale garantista che ne accerti senza offenderli o strapazzarli troppo i reati fiscali comemmessi, ma proprio senza ombra di dubbio, e certamente senza l'ausilio di pratiche di cattivo gusto come le intercettazioni e le riprese video, verrebbero sottoposti ad una pena certamente infamante quale la privazione (temporanea, mica a vita) del diritto elettorale. Siamo certi che un cittadino onesto e legato al proprio paese con le istituzioni democratiche che lo governano ne risentirebbe fino al disprezzo di sé stesso rinunciando ad uscire di casa per il resto dei suoi giorni. Ma ad un volgarissimo ladro di tasse, ad uno che la notte non dorme non per i rimorsi, ma per studiare come fottere il prossimo e lo stato il giorno successivo, cosa gliene può strofinare di una pena simile? Oltretutto in un paese talmente moderno che la metà degli elettori non si scomoda nemmeno per andare al seggio, sai il dispiacere!
Ci ricorda la minaccia pronunciata con viso fintamente arcigno da nostra nonna quando, noi bambini un po' vivaci sebbene ancora a digiuno di leninismo ci abbandonavamo alla tentazione di qualche marachella e venivamo immancabilmente scoperti evidenziando già da infanti una deplorevole carenza di qualità da fuorilegge, desiderosa di ristabilire la disciplina e l'ordine pubblico ci rabbuffava con un tuonante "Stasera ti mando scalzo a letto", dove ciò significava che avremmo dovuto dormire senza scarpe!
Nostra nonna non ha mai fatto il ministro dell'interno, ma ci pare che sia stata di scuola, poiché se questo è il concetto di pena che lorsignori davvero intendono applicare ai loro sodali non in regola con le leggi, forse più che di codice penale si dovrebbe parlare di codice pedagogico, un po' rozzo se volete, ma con sane radici popolari nella vecchia, cara Italia della saggezza contadina. L'unica differenza sembra stare nel fatto che nostra nonna sapeva che la sua minaccia era volutamente ridicola e strumentale, mentre questi straordinari pedagoghi delle classi agiate si prendono sul serio.
 Saluti contriti.

martedì 21 agosto 2012

De Rossi resta alla Roma

Zoro

Confessioni di capitan futuro a un tassinaro.



Ecco il patto segreto tra Vendola, Bersani e Casini:

Fulvia Bandoli

Vendola e Bersani avrebbero un piano segreto da attuare dopo le elezioni ingannando così gli elettori. A dirlo è su Facebook proprio una donna di SEL, Fulvia Bandoli.


Il 3 Agosto la Bandoli scrive su Facebook:

"Il Patto con l'Udc come dice ogni giorno Bersani e come sta scritto nella carta degli intenti del Pd si farebbe dopo il voto...il patto tra centrosinistra e moderati darebbe vita al governo dopo Monti questo è il punto in discussione o non è ancora chiaro? E siccome agli elettori va detta la verità anche sul governo che si propone perché non è un dettaglio bisognerebbe dire che alle elezioni si presenta una coalizione per ora fatta da pd e sel ma che il governo sarà fatto anche con un patto di maggioranza con i moderati. Questa è la differenza sostanziale che ho io rispetto a Vendola, io credo che il centro sinistra debba provare a vincere e a governare da solo, come ha fatto la sinistra in Francia, come abbiamo fatto in tanti comuni, dove come a Milano pareva che non avessimo nessuna possibilità, una alternativa per me è così.....il patto di legislatura con l'Udc non mi convince. E mi scuso con quei compagni che dicono che io non avrei capito...A me pare di avere capito. se poi ho capito male me ne scuso e con questo termino questa lunga discussione."



lunedì 20 agosto 2012

OMAGGIO AD UN GRANDE RIVOLUZIONARIO NELL'ANNIVERSARIO DELLA SUA MORTE

Ozirbaf Utro

"Quali che siano le circostanze della mia morte, io morirò con la incrollabile fede nel futuro comunista. Questa fede nell'uomo e nel suo futuro mi dà, persino ora, una tale forza di resistenza che nessuna religione potrebbe mai darmi. Posso vedere la verde striscia di erba oltre la finestra ed il cielo limpido azzurro oltre il muro, e la luce del sole dappertutto. La vita è bella. Possano le generazioni future liberarla di ogni male, oppressione e violenza e goderla in tutto il suo splendore. "

(Tratto dal testamento di Trotsky, scritto a Coyoacán pochi mesi prima di essere ucciso, nel febbraio 1940)

Jazz in salotto

Luciano Granieri

Propongo un set jazzistico assolutamente particolare. Non è un concerto né un sessione in sala di registrazione. Bensì un amabile e cordiale incontro musicale a casa di Tom Becker . Sul piano del padrone di casa, un sontuoso Steinway, si cimenta Kenny Drew junior, figlio del famoso Kenny Drew senior, pianista newyorkese che ha accompagnato jazzisti di fama da Howard Mc Ghee, a Charlie Parker , da Dexter Gordon a John Coltrane. Dal padre Kenny Junior eredita il fraseggio blusey e lo impreziosisce con scorribande solistiche funamboliche tipiche del linguaggio di Oscar Peterson. Sequenze armoniche classiche contribuiscono a rendere lo stile di Kenny Drew junior estremamente personale e originale. In questa godibile performance salottiera Drew è accompagnato da Joe Porter al contrabbasso e John Jenkins alla batteria. Una sezione ritmica che interloquisce in modo sobrio ma significativo con i fraseggi di Kenny , e che svolge un lavoro di supporto alla costruzione armonica molto prezioso. Apprezzabili sono anche le sortite solistiche sia di Porter che di Jenkins. I brani che proponiamo sono due pezzi composti da Drew Jr. :“Goodbye Mr. Jones” , dedicato al pianista Hank Jones, deceduto il 16 maggio del 2010, e “Coral Sea” e una straordinaria interpretazione del monkiano “Straight no Chaser”. Dunque mettetevi comodi, se non proprio in salotto, magari su un’accogliente amaca o su un confortevole divano in giardino sorseggiate un bicchiere di bourbon o whisky, o quello che volete purchè sia alcolico e perdetevi negli effluvi di note.

Good Vibrations.







domenica 19 agosto 2012

Compra il Pd

Antefattoblog

Che cos'è il Pd ? Adesso potrai scoprirlo da solo, acquistandone uno e montandotelo direttamente nel salotto di casa! Costruisci anche tu il tuo Pd, non aspettare più che si decida Bersani!





Pussy Riot. Indignazione di un cittadino di Trieste

Fabio Sartori                           

da una segnalzione di Laura Jurevic


 Basta veramente basta con queste cazzate. E' imperdonabile idiota superficialità, oltre il limite dell'indecenza. manca assolutamente il senso delle proporzioni. In queste ore, sono morti trentasei minatori sudafricani durante la repressione di una manifestazione sindacaLe; è morto un giovane studente cileno che manifestava contro le tasse scolastiche classiste, colpito da una polizia che controlla le  strade con le armi da guerra anziché con i proiettili di gomma come avviene nei Paesi democratici quali Inghilterra o Spagna; è iniziata una campagna internazionale per la liberazione di un giornalista del Bahrein perseguitato e incarcerato del tutto arbitrariamente; dopo scontri etnico religiosi a Bangalore (stato del Kerala, Unione Indiana) quarantamila lavoratori immigrati dallo stato dell'Assam sono in fuga dalla città; c'è un elenco lunghissimo di guerre, carestie, profughi, disastri naturali (anche in Russia) e, dopo il disinteresse mostrato per la liberazione della cooperante italiana Rossella Urru, trovo di pessimo gusto questa "goliardata" a difesa di una provocazione indifendibile. Mi vergogno profondamente di Sindaco e Giunta comunale. Profondamente.

I minatori, avanguardia delle lotte in Africa ed Europa

Patrizia Cammarata

Sono passati cent’anni da quando, nell’aprile 1912, in Siberia, il regime zarista represse con il sangue la manifestazione dei minatori in sciopero delle miniere d’oro di Bodajbo (distretto dell’oro del fiume Lena).
In questi giorni , agosto 2012, dopo cent’anni, altri proletari, ancora minatori, in Sudafrica, sono massacrati dalla bande armate del capitale a servizio del “governo democratico” e “progressista” dell’African National Congress, sostenuto dagli stalinisti del cosiddetto Partito Comunista Sudafricano.

Una repressione feroce
I 34 morti ufficiali (ma cifre ufficiose parlano di un numero più alto), i 78 feriti e i 259 arresti davanti ai pozzi di Lonmin, terza impresa produttrice mondiale di platino, riportano il pensiero non solo all’eccidio dei minatori in Siberia del 1912, ma anche all'eccidio del 1960 a Sharpeville: la township nera dove incominciò la lotta all'apartheid.
Mandela e la retorica progressista, come si vede, non solo non hanno liberato il proletariato nero sudafricano dallo sfruttamento capitalistico ma nemmeno dalla discriminazione razzista, che si diceva conclusa con la "fine dell'apartheid". Razzismo, sfruttamento e repressione continuano, solo con forme diverse e con veste “democratica”.
Quando Mandela assunse il potere, la borghesia bianca, il 13% della popolazione, possedeva l'86% delle terre e il 90% della ricchezza nazionale. Mediamente, i bianchi guadagnavano dieci volte più dei neri. Il primo piano di "riforme" economiche fu il “Recostruction and Development Program” il cui nucleo più importante erano le spese governative per l'educazione. Due anni dopo, nel 1996, partì il “Growth, Employment and Redistribution Strategy”: che significava l'ulteriore liberalizzazione dell'economia, con nuove privatizzazioni.


L'apartheid non è finito
La filosofia di Mandela e dell’African National Congress, (nonché della gran parte della sinistra sudafricana, dagli stalinisti ai riformisti) era, ed è, che il Sudafrica progredirà con un lungo processo di riforme, non con una rivoluzione. Questa politica si è rivelata fallimentare: nei settore chiave dell’economia sudafricana vige lo strapotere dell’economia privata, continua una enorme disuguaglianza di reddito, un alto tasso di disoccupazione fra i giovani.
Il proletariato e le masse popolari sudafricane hanno conquistato, con un drammatico tributo di sacrifici e sangue, la fine dell'apartheid formalizzato e le libertà democratiche formali, ma il capitalismo non è stato messo in discussione e per questo l'oppressione e lo sfruttamento dei lavoratori continua in un Paese che detiene l'80% delle riserve minerarie mondiali di platino e possiede enormi giacimenti di diamanti, petrolio, carbone, e altre ricchezze naturali.
La realtà è che Mandela in Sudafrica (così come i vari Morales in Bolivia, Chavez in Venezuela, ecc.), al di là dell'immagine che viene diffusa anche dalla sinistra riformista nostrana, con le loro politiche non solo non liberano dal giogo dello sfruttamento e dalla repressione gli operai, i contadini poveri, le masse popolari sfruttate, ma viceversa danno vita a governi che gestiscono lo sfruttamento delle multinazionali e lasciano inalterata l'oppressione imperialista su quei Paesi.

Costruiamo un'altra direzione in tutti i Paesi!
E’ necessario, in Sudafrica come in Europa, la costruzioni di partiti rivoluzionari che non tradiscano e di sindacati di classe che non concertino con i padroni.
In Sudafrica i lavoratori sono organizzati dal tradizionale sindacato Num, legato a doppio filo con l'African National Congress e il nuovo Amcu (Association of Mineworkers and Construction Union) i cui militanti, la maggior parte poverissimi e analfabeti, in questi giorni hanno ripetuto ai megafoni d’essere "pronti a morire" pur di non recedere dalle loro richieste.
Il Partito di Alternativa Comunista (sezione italiana della Lit- Lega Internazionale dei Lavoratori) è impegnato quotidianamente nella lotta contro il capitalismo e per una prospettiva socialista, per un governo dei lavoratori, l’unico che potrà porre fine a miseria e sfruttamento. In queste settimane altri lavoratori, altri minatori sono in lotta e stanno subendo la repressione del capitale: i minatori spagnoli stanno dando vita a imponenti manifestazioni, con la solidarietà e la partecipazione attiva degli altri lavoratori e dei giovani, contro i tagli del governo Rajoy e le politiche della Troika. Corriente Roja (sezione spagnola della Lit) ha partecipato in prima fila alle mobilitazioni ed è stata la principale promotrice della manifestazione “La Madrid operaia sostiene i minatori“ organizzata dalla sinistra di classe e del sindacalismo alternativo, che ha visto una presenza di venticinquemila lavoratori a Madrid in luglio. Questa è la Lit, l'Internazionale che contribuiamo a costruire.
Nell’apparentemente lontano 1912, in Siberia, la notizia del massacro dei minatori in sciopero suscitò l’indignazione della classe operaia della Russia, tanto che Lenin ricordò in seguito: “Anni di reazione (1907-1910); anni della ripresa (1910-1914). All’inizio la ripresa è incredibilmente lenta, in seguito, dopo i fatti della Lena del 1912, diventa un po’ più rapida” e poi affermò: “L’eccidio della Lena segna la trasformazione dello stato d’animo rivoluzionario delle masse in uno slancio rivoluzionario delle masse”. Anche il sangue versato dai minatori sudafricani in lotta non sarà stato versato invano: è necessario che questo massacro ricordi al proletariato africano, europeo e di tutto il mondo qual è il suo compito, quale è la vera posta in gioco nello scontro mortale tra sfruttati e sfruttatori; e possa indicare come traditrici tutte quelle direzioni riformiste e centriste, in Africa, in Europa e in ogni continente, che svendono le ragioni degli oppressi e la lotta rivoluzionaria contro il capitalismo mascherando i loro appetiti burocratici dietro illusioni di impossibili riforme di questo sistema marcio fino al midollo.
Facciamo conoscere la lotta dei minatori sudafricani, così come quella dei minatori delle Asturie! Sono il segnale di una nuova vampata di lotta che segue le rivoluzioni ancora in corso in Nord Africa e Medio Oriente. E prendiamo l'esempio da queste lotte per un vero autunno caldo anche in Italia!