Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

venerdì 7 febbraio 2014

Ecco il video di oggi di Kuffr Qaddum,

Samantha Comizzoli

Le manifestazioni di Kuffr Qaddum sono le più importanti nella Cisgiordania. Sono anche le manifestazioni dove Israele ha sfoggiato tutta la sua violenza; più volte documentata dagli attivisti e dalla stampa."


Foibe? Piuttosto parliamo del fascismo italiano nei Balcani

Redazione http://www.contropiano.org/




E' disponibile da pochi giorni nelle librerie, il volume "Italiani in Jugoslavia: occupazione dei Balcani e razzismo "antislavo"" che raccoglie i saggi presentati al seminario di storia contemporanea svoltosi il 26 febbraio 2011 a Brescia. 

Con gli strumenti della storiografia  si è voluto analizzare le vicende che hanno riguardato il confine orientale a partire dall’occupazione fascista, cercando di reagire al revisionismo storico e alla riabilitazione del fascismo. 
Nel saggio di Stefano Bartolini viene analizzata, in particolar modo, l’immagine dello Slavo nell’Italia fascista. 
Il saggio di Davide Conti, invece, ci presenta un  excursus sui crimini di guerra italiani commessi nei Balcani dal fascismo e sul peso che la loro mancata sanzione ha avuto nella vicenda repubblicana dell'Italia. L’ultimo saggio, quello di Costantino Di Sante, descrive le complesse vicende che videro protagonisti i soldati italiani dall'aprile 1941 ai primi anni Cinquanta nell’Occupazione dei Balcani. 


Negli  interventi contenuti in questo volume vengono analizzati e individuati i miti e gli esempi del passato riletti ed utilizzati, in particolar modo, dalla propaganda fascista: sono i cosiddetti luoghi comuni, ancora profondamente radicati nella nostra società, nel comune sentire, nei messaggi veicolati dai fascisti nell’educazione di massa. Troviamo,  inoltre, l'analisi delle peculiarità del fascismo di frontiera, l'approfondimento relativo ai criminali di guerra italiani e la continuità nell’Italia repubblicana e l'analisi dei rapporti diplomatici, all'interno del quadro internazionale, seguendo la vicenda dei soldati italiani presenti sui territori in questione.
Grazie al contributo di Bartolini, Di Sante e Conti, si è cercato di arginare le derive revisioniste, nella loro accezione peggiore e proporre un'analisi documentata ed articolata che possa permettere una riflessione onesta e  scientifica, a partire da una solida base documentaria: forse i tempi sono maturi perché ci si confronti anche con le memorie e le storie degli altri, e si inizi a fare i conti con il nostro passato di invasori. 
Qui la scheda editoriale:



Frosinone: Trasferimento ambulatorio di terapia anticoagulante

 Prof. Antonio Marino - Presidente A.I.P.A.

Da fonti autorevoli e bene informate della Asl abbiamo appreso che si intende trasferire l’ambulatorio TAO senza tenere in alcun conto le esigenze dei pazienti cardiopatici e
anticoagulati.
Allo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica ed i rappresentanti delle Istituzioni
l’AIPA convoca una conferenza stampa per lunedì 10 c.m. alle ore 10 presso la sala d’attesa dell’ambulatorio TAO in Viale Mazzini (ex Umberto 1°).
Verranno, inoltre, illustrate le iniziative che saranno messe in atto per tutelare i legittimi diritti dei pazienti.

Frosinone 06.02.14

Auguri e richiesta di incontro



Francesco Notarcola presidente della Consulta delle Associazioni


Gentile dottoressa,  Isabella Mastrobuono,
a nome della Consulta delle associazioni della Città di Frosinone ci è gradito porgerLe un cordiale benvenuto e gli auguri di un proficuo lavoro. Siamo fortemente convinti che incontrerà difficoltà  resistenze enormi se intenderà ripristinare legalità, partecipazione e trasparenza, eliminare gli sprechi e una consolidata gestione clientelare.
 Se il Suo impegno andrà nella direzione giusta l'associazionismo sarà al Suo fianco.
 Cogliamo l'occasione per rimetterLe i documenti inviati al Presidente Zingaretti il 2 c.m. e Le chiediamo un incontro, in tempi brevi, per poter esaminare le questioni urgenti del pronto soccorso e della precaria
 organizzazione dell'ospedale delCapoluogo.
 La ringraziamo  per la Sua attenzione e, fiduciosi, attendiamo un Suo riscontro. 
Cordiali saluti, 
Francesco Notarcola

SEMINARIO STORIA DELLE MAFIE E DEL MOVIMENTO ANTIMAFIA

Osservatorio Peppino Impastato Frosinone

Sabato 8 febbraio alle ore 16,0 presso la saletta soci della Coop in Via M.ti Lepini a Frosinone avrà luogo il terzo e ultimo appuntamento del seminario organizzato dall’Osservatorio Peppino Impastato di Frosinone e dalla scuola di formazione politica e sociale “Don Gallo”, dal titolo “Storia delle Mafie e del movimento Antimafia. Nel primo incontro il relatore ha illustrato le origini delle organizzazioni criminali la loro struttura organizzativa, differenziando le caratteristiche fra Mafia, ‘Ndrangheta e Camorra, parallelamente si sono ripercorse le vicende dei movimenti sociali antimafia come i fasci siciliani. Nel secondo incontro abbiamo rivisitato la storia delle tante figure che si sono battute contro la mafia da Salvatore Carnevale a Placido Rizzotto, dal pool antimafia di Falcone e Borsellino alla vicenda di Peppino Impastato. Inoltre si è approfondita la conoscenza sulle legislazione antimafia dalla legge sulla confisca dei beni delle organizzazioni mafiose alla nascita di “Libera”. Nel prossimo ed ultimo appuntamento, si tratterà delle infiltrazioni mafiose sul nostro territorio. Un argomento fondamentale per capire come le organizzazioni criminali siano ormai diffuse in tutta la regione e in particolare la zona del basso Lazio. L’Osservatorio Peppino Impastato  esprime soddisfazione per la partecipazione registrata nel corso dei precedenti incontri, e invita tutta la cittadinanza ad assistere a questo terzo appuntamento quanto mai interessante soprattutto per i risvolti che riguardano la nostra Provincia. Il seminario sulla Storia delle mafie e del movimento antimafia non è che una tappa dei molteplici appuntamenti previsti dalla nostra associazione. Citiamo in proposito solo  il prossimo che riveste per noi una importanza notevole. Si tratta della festa  di tesseramento dell’Osservatorio Peppino Impastato di Frosinone. L’evento si terrà sabato 15 febbraio, presso la Casa del Volontariato dei Frosinone, coglieremo l’occasione per presentare le attività dell’Osservatorio a tutta la cittadinanza e ai media. Inizieremo quindi la campagna di tesseramento. Ulteriori informazioni verranno diffuse nell’imminenza dell’evento. Nel frattempo ribadiamo l’appuntamento di sabato prossimo 8 febbraio con la terza parte del seminario “Storia delle mafie e del movimento antimafia, che avrà luogo presso la sala soci Coop in via M.ti Lepini a partire dalle ore 16,00.

mercoledì 5 febbraio 2014

Appello sull'art. 4 del Decreto "Destinazione Italia"

Rete  per la Tutela della Valle del Sacco

Salve a tutti invitiamo a leggere attentamente   l'appello di Stop Biocidio Lazio e Abruzzo, Coordinamento Nazionale Siti Contaminati, Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua sull'art. 4 del Decreto "Destinazione Italia". 

Care/i. 
il Governo Letta sta varando un regalo per gli autori dei peggiori disastri ambientali. 
L'art. 4 del decreto "Destinazione Italia" ora in Parlamento è una sanatoria per chi ha inquinato, con tanto di finanziamenti pubblici per gli autori delle devastazioni dei territori. 
Altro che "chi inquina paga".


A partire da domani giovedì 6 Febbraio il decreto sarà in discussione presso la Camera dei Deputati.
E' dunque urgente fare pressione su tutte le deputate e i deputati affinchè si adoperino per lo stralcio di tali norme.

Per questo proponiamo di scrivere alle/ai deputate/i e al Ministro dell'Ambiente A. Orlando (di seguito gli indirizzi email) a partire da domani giovedì 6 febbraio fino a venerdì 7 febbraio

Questo il testo che si propone di sottoscrivere e inviare insieme alla cartolina di seguito pubblicata  




























Oggetto:  nel Decreto “Destinazione Italia” un condono tombale sulle bonifiche dei siti inquinati     

Nel decreto “Destinazione Italia” sono previste delle norme a sostegno di chi ha causato i peggiori disastri ambientali del paese!
L'art. 4 arriva addirittura a finanziare gli autori dell'inquinamento. Inoltre ci si potrà limitare alla sola messa in sicurezza dei siti e non già alla vera bonifica. Infine si prevede un vero e proprio condono tombale, co-finanziato dagli italiani, per gli inquinatori poiché l'attuazione dell'accordo di programma “esclude per tali soggetti ogni altro obbligo di bonifica e riparazione ambientale e fa venir meno l'onere reale per tutti i fatti antecedenti all'accordo medesimo”.
Lo stesso Servizio Studi della Camera ha sollevato seri dubbi sui contenuti del Decreto che confliggerebbe con il principio comunitario “chi inquina paga”.

Chiediamo con forza a tutte le deputate e i deputati di adoperarsi per stralciare queste norme dal decreto che sono un vero e proprio schiaffo ai cittadini vittime di inquinamento. Un vero e proprio favore ai criminali e alle aziende senza scrupoli che hanno reso invivibili intere aree del paese.

Io sottoscritta/o.
 

L'indirizzario E.Mail


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INCONTRO-PRESENTAZIONE PRESSO IL PALAZZO DELLA PROVINCIA CON LUCIANO BARRA CARACCIOLO

Comitato in difesa della Costituzione

Sabato 8 dicembre, ore 11, presso il Salone di rappresentanza del Palazzo dell’Amministrazione Provinciale di Frosinone, sotto il patrocinio della Provincia di Frosinone, avrà luogo la presentazione del saggio di Luciano Barra Caracciolo dal  titolo “Euro e (o?) democrazia costituzionale”.
Luciano Barra Caracciolo è dirigente di vertice del Consiglio di Stato (Presidente di Sezione), Rappresentante italiano presso la rete UE degli organi di autogoverno del potere giudiziario, E curatore del blog “Orizzonte48”.
Nel libro viene dimostrato come sia tecnicamente impossibile la convivenza tra i Trattati dell’Unione Europea, fondati sulla libera concorrenza e sulla stabilità dei prezzi, e la Costituzione italiana, basata invece sull’utilità sociale, su un sistema di tutele (retribuzioni minime e dignitose, sistema previdenziale, sanità pubblica ecc.) e su un modello economico di tipo keynesiano, di sostegno alla domanda aggregata (consumi, investimenti e spesa pubblica), mirante alla piena occupazione.
La Corte Costituzionale potrebbe dichiarare illegittima la ratifica dei Trattati, i quali hanno generato uno “stato di sospensione sine die” della Costituzione, ovvero uno stato di permanente illegalità costituzionale.
Il libro ha finalità divulgative e non si rivolge solo ad un pubblico di “tecnici” del diritto e dell’economia. Anche i non addetti ai lavori potranno agevolmente comprendere le ragioni storiche, gli strumenti giuridici ed economici e le contraddizioni che sono alla base dell’adesione dell’Italia ai Trattati europei e alla moneta 

martedì 4 febbraio 2014

Altri effetti speciali dal sindaco Barbapapà

Luciano Granieri


L’attività della giunta degli effetti speciali non si  ferma mai. Dopo aver cancellato la frana passando la patata bollente alla Regione, dopo essere  uscito di scena dalla questione della sanità Frusinante con   la grande interpretazione teatrale del cascamorto dietro alla Meg Ryan de noantri Lorenzin, il sindaco Barbapapà  OttavianI  sta progettando nuovi e sorprendenti effetti speciali. Il primo riguarda la mensa scolastica. Considerato che un pasto al premiato desco della scuola materna Giovanni XIII costa quanto una cena  all’Hilton ma la qualità è peggio della mensa dei poveri, le mamme rinunciano a lasciare i propri figli a pranzo.  Alcune vorrebbero dotare i propri bimbi di una corposa  “utina” in Italiano merenda.  Secondo la Asl  ciò non è possibile perché a garanzia dei controlli sulla sterilità delle fettine panate di zoccola (inteso come ratto) non è consentito introdurre cibo dall’esterno . Il sindaco Barbapapà Ottaviani  sta convincendo i disperati genitori ad apporre sul sacchetto della merenda che i bimbi si portano da casa  il simbolo del Comune, stile brunch  griffato Eataly di renziana memoria . In cambio Barbapapà Ottaviani metterà una buona parola con la Asl per autorizzare l’introduzione a scuola del brunch firmato “Comune di Frosinone”.  La mensa costa troppo e fa schifo, ma vuoi mettere la soddisfazione di spacciare  i panini portati da casa come pietanza fornita dal comune?  Non si sa mai dovesse venire in visita il ministro dell’istruzione Carrozza! Altro effetto speciale i festeggiamenti per il carnevale. Il sindaco Barbapapà Ottaviani non ha intenzione di lasciare nulla al caso. Sarà lui personalmente a dare il via ai festeggiamenti, salendo sul Campanile e con un colpo di radeca dichiarare aperta la festa.  Presenzierà inoltre in qualità di maestro delle cerimonie al gran ballo in maschera che si terrà presso la Villa Comunale, quando si dice la sobrietà.  L’ultimo ma non meno importane effetto speciale riguarda i lampioni della luce. Il sindaco Barbapapà Ottaviani ha intenzione di far dipingere i pali  di colori diversi un colore per ogni quartiere, ad esempio:  Lampioni  gialli in via Aldo Moro, rossi a Corso della Repubblica,  Blu in Via Firenze e così via. Peccato però che questo effetto speciale si rivelerà un flop. Infatti il colore dei lampioni risulterà di notte sempre e comunque scuro.  Disgraziatamente sono finiti i soldi per cambiare le lampadine che,  inesorabilmente, una dopo l’altra si stanno fulminando lasciando al buio la città.  Forse sarebbe bene spiegare al sindaco Barbapapà  che prima di colorarli sarebbe opportuno illuminarli i lampioni, visto che servono a far luce sulle strade  e non a diventare un’attrazione da baraccone neanche troppo strabiliante. Forse sarebbe bene spiegare al sindaco Barbapapà che prima di mostrarsi dal Campanile di Frosinone, sarebbe opportuno risolvere il problema della mensa scolastica e che i lampioni assolvono alla loro funzione se sono messi in grado di illuminare e non se vengono ricoperti da qualche mano di vernice sgargiante.


lunedì 3 febbraio 2014

Il decreto IMU-Bankitalia è una porcata

a cura di Luciano Granieri.

Lo scandaloso regalo alle banche gentilmente offerto da un governo connivente, con la vigliaccata di mimetizzarlo sotto il decreto IMU, è una porcata. Purtroppo la cagnara, seppur sacrosanta dei grillini,  ha contribuito  ad oscurare   il merito dell'ennesima rapina ordita ai danni dei contribuenti in favore delle banche. Anche il sottoscritto in un recente POST ha ampiamente  denunciato  la gravità di questa del tutto arbitraria regalia. Ma noi non siamo gente moderata. Siamo pericolosi comunisti anticapitalisti. Il guaio è quando a pensarla come noi è l'economista Tito Boeri, non certo un pericoloso sovversivo. Trattasi di un professore di economia dalla fervente ortodossia capitalistica che spesso dispensa i suoi consigli dalle colonne del più autentico house organ riformista:  il quotidiano la Repubblica. Ma allora se anche Boeri definisce l'imbroglio del decreto IMU-Bankitalia come il piano di un'associazione a delinquere fra governo e banche ordito  ai danni dei cittadini, noi estremisti abbiamo ragione, così come hanno avuto ragione i grillini a incazzarsi anche se con modalità poco opportune. Di seguito l'articolo di Boeri tratto da http://www.lavoce.info/

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 Banca d'Italia il mistero delle quote.

di Tito Boeri

Banca d’Italia ha deciso di affrontare il nodo irrisolto delle quote delle banche nell’istituto di via Nazionale. Ma non è il momento propizio: il rischio è che si crei un’alleanza tra istituti bancari privati e governo per arrivare a una rivalutazione insensata. 
LA STORIA DELLE QUOTE
A giorni la commissione di esperti incaricati di valutare il patrimonio di Banca d’Italia consegnerà il suo rapporto al governatore Ignazio Visco. Ma i principali protagonisti della cosiddetta Cabina di Regia hanno già fatto i loro calcoli e  contano su questa operazione per finanziare nuove spese o riduzioni di tasse senza coperture. Vediamo prima di cosa si tratta e poi perché è un’operazione molto pericolosa, in cui le banche che detengono quote di Banca d’Italia e il Governo possono colludere ai danni dei contribuenti.
Le banche italiane che un tempo facevano parte del settore pubblico allargato detengono ancora il 94,33 per cento del capitale di Banca d’Italia. Solo il 5 per cento è proprietà di enti pubblici come Inps e Inail. È un retaggio del passato, che risale all’epoca delle banche d’interesse nazionale. Per quanto non abbiano mai consentito a queste banche, poi divenute private, la benché minima possibilità di incidere sugli indirizzi di vigilanza, né su qualsiasi altro aspetto dell’attività della Banca d’Italia, sarebbe opportuno, prima o poi, trasferire le quote ad enti pubblici oppure a una fondazione creata ad hoc, come in Francia. Del resto è lo stesso statuto di via Nazionale a contemplare che la Banca debba essere di proprietà pubblica. Ed è difficilmente immaginabile una banca nazionale posseduta da soggetti privati stranieri, quali sono già alcuni istituti bancari che detengono le quote e, presumibilmente, altri ancora lo saranno alla luce dei processi di aggregazione in atto a livello continentale dopo la crisi. Ma a che prezzo si può organizzare il trasferimento?

QUANTO VALE BANCA D’ITALIA?
A metà settembre è stata insediata una commissione di esperti con il compito di valutare il patrimonio di Banca d’Italia. Il problema è che non è chiaro come si possa valutare una banca centrale, il cui valore è solo nozionale. Al tempo stesso, gli interessi coinvolti nella rivalutazione sono molto forti e spingono nella direzione di far pagare un conto assai salato ai futuri contribuenti per soddisfare interessi di breve periodo.
Prima di analizzare gli interessi in campo, bene vedere quali siano i parametri oggettivi cui è possibile ancorare una qualche valutazione di via Nazionale. Il capitale nominale della Banca d’Italia è fissato al livello simbolico di 156mila euro, suddiviso in 300mila quote del valore di 0,52 euro ciascuna. Le banche, tuttavia, hanno iscritto nei loro bilanci valori molto superiori oltre che molto difformi tra di loro: la valutazione di una singola quota varia da 41,3 euro per Banca Carige, a 5.380 per Banca Intesa (che è il principale azionista detenendo il 26,8 per cento del capitale) a 13.781 euro per Bnl. Moltiplicando questi valori difformi per il numero di quote possedute da ogni banca si giunge a valutare il patrimonio di Banca d’Italia in circa un miliardo. 
Una valutazione non dissimile la si ottiene a partire dai rendimenti che le banche ottengono dalle partecipazioni. Il dividendo che la Banca paga ogni anno ai detentori delle quote non può, per statuto, eccedere il 4 per cento delle riserve dell’anno precedente. In pratica i dividendi vengono fissati come percentuale del capitale. Negli ultimi quindici anni sono stati distribuiti in media circa 156 euro a quota (l’1 per mille del capitale nominale) per un totale di circa 46,5 milioni all’anno. Si tratta, inutile sottolinearlo, solo di una parte dell’utile netto di via Nazionale, che viene in gran parte destinato all’incremento delle riserve.
In ogni caso, il dividendo rappresenta la redditività attuale dell’asset per i detentori delle quote di partecipazione. Il valore economico delle quote, come in un titolo che dà una rendita annua perpetua di 156 euro è di poco più di 3mila euro, ipotizzando un tasso di interesse, del 5 per cento. Ciò significa che il valore complessivo delle 300mila quote è di poco superiore ai 980 milioni. Insomma, siamo sempre vicini a un miliardo di euro. Con un tasso di interesse più basso, poniamo al 3 per cento in virtù del basso grado di rischio legato a questa partecipazione, si potrebbe arrivare fino a un miliardo e mezzo, non di più.
C’è chi sostiene che le quote di Banca d’Italia dovrebbero anche tenere conto del signoraggio, i redditi derivanti dall’emissione  di moneta, ma non ha alcun senso che questi redditi da monopolio vengano trasferiti ad enti privati.

L’ASSOCIAZIONE A DELINQUERE
Sono in molti al Governo a contare sui risultati di questa rivalutazione per trovare nuovecoperture fantasiose ai tagli dell’Imu o alla cancellazione dell’aumento dell’Iva. Se le banche realizzassero una plusvalenza in conto capitale con questa rivalutazione, le tasse su questi capital gain fornirebbero, infatti, entrate aggiuntive allo Stato. Secondo Renato Brunetta, si veda l’intervista al Sole-24Ore “non ci vuole grande fantasia per stabilire quanto vale Banca d’Italia. Tutti i numeri sono, infatti, iscritti a bilancio”. In una precedente intervista al Corriere della Sera aveva parlato di 4-5 miliardi che verrebbero recuperati tassando i capital gain delle banche. Con una tassazione dei capital gain al 20 per cento e partecipazioni oggi iscritte al bilancio delle banche per circa un miliardo, si possono ottenere 4-5 miliardi solo valutando il patrimonio della Banca tra i 21 e i 26 miliardi.
Una rivalutazione così cospicua e priva di qualsiasi base oggettiva farebbe ovviamente contente le banche, che vedrebbero rafforzarsi notevolmente la loro posizione patrimoniale, senza colpo ferire. Certo non riceverebbero capitale liquido, ma potrebbero avvicinarsi a soddisfare i requisiti di capitale imposti nell’ambito di Basilea 2 e richiesti dalle nuove autorità di supervisione europee. E, come si è detto, farebbe contento anche il Tesoro, che riceverebbe 4-5 miliardi da chi, per una volta, non protesta affatto pagando delle tasse.
Si è così creata una specie di associazione a delinquere che rischia di far passare in secondo piano anche il lavoro del gruppo di esperti. Il problema è che questa rivalutazione collusiva lascia un’eredità pesantissima sui contribuenti futuri, perché dovranno d’ora in poi pagare per il tramite di Banca d’Italia dividendi più alti agli istituti di credito privati. Mantenendo l’attuale riparto a un millesimo delle quote, i dividendi distribuiti salirebbero a circa un miliardo all’anno rispetto ai 45 milioni attuali. Inoltre, prima o poi, la banca centrale, quindi tutti noi, dovranno ricomprarsi le quote a prezzi che sono stati artatamente gonfiati per esigenze di breve periodo. Le generazioni future, che hanno già sulle spalle il fardello di un debito pubblico al 130 per cento del Pil, non meritano davvero di ritrovarsi anche un ulteriore punto di pil da pagare in  eredità.
Banca d’Italia, per quanto sia molto ben rappresentata nel Governo Letta, non sembra essere molto influente, almeno a giudicare dai tanti provvedimenti da esecutivo balneare sin qui adottati dall’esecutivo, dalle accise sulla benzina, alle tasse sui giochi e le sigarette, alle coperture fantasiose trovate per la prima rata dell’Imu e, in cauda venenum, alla decisione di destinare, con la manovrina appena varata, le entrate dalla vendita di immobili pubblici alla riduzione del deficit (anziché all’abbattimento del debito). Via Nazionale perciò farebbe bene a rimandare i suoi piani: non c’è fretta per fare la rivalutazione: il momento non ci sembra affatto propizio.

Comunicazione del presidente nazionale anpi su violenze in Parlamento

Cari tutti e tutte,
Inviamo la nota allegata così come ricevuta dal Presidente Smuraglia, con vivissima preghera di completa ed attenta lettura e massima diffusione.
Per parte nostra abbiamo già rimarcato come, in aggiunta alle manifestazioni di intolleranza sessista  e spavaldamente prevaricatrici degne della peggior sottocultura fascista ormai sdoganate da vent'anni di cedimenti colpevoli sul fronte del decoro e della sacralità delle istituzioni e portate a metodo da squadristi senza alcun freno etico, gli atti vergognosi compiuti in Parlamento e fuori negli ultimi giorni configurino una vera e propria azione eversiva a tutti gli effetti.
La battaglia politica richiede  talvolta, ultimamente richiederebbe anche molto spesso, forme di affermazione dura di posizioni, valori e richieste; ma l'aggettivo "duro" non può mai significare violento, non può assumere l'alibi della necessarietà e sconfinare in atti non solo ripugnanti, ma eversivi, appunto, come incontestabilmente eversivo è l'atto di impedire a dei parlamentari di svolgere la loro funzione, addirittura di partecipare ai lavori di commissione e di votare. Ciò ancor più se si tratta di avversari!
Tutto questo condito da fiumi di parole in libertà, come quando, da attentatori alla legalità parlamentare, si parla di golpe, di "colpettini di Stato", ecc., o quando si strilla "Boia chi molla" in Parlamento proprio mentre ci si arroga il fregio di partigiani!!!
Occorre fare il possibile perché l'appello accorato del Presidente dell'ANPI Smuraglia, e con lui di giuristi, politici, giornalisti e uomini e donne di cultura non vada disperso come quasi sempre accade in questo martoriato Paese.
Serve tornare ad alzare la testa, a discernere fra il male e la cura, fra il bambino e l'acqua sporca. Il degrado ed il disfacimento valoriale della nostraciviltà è ormai molto avanti, troppi arruffapopolo si autoproclamano da tempo "unica salvezza", e guidano quel che rimane del popolo italiano verso la rinuncia alle condizioni stesse del vivere civile. Le Istituzioni democratiche sono una conquista storica, sono condizione per la vita stessa e lo sviluppo della Nazione, chi aizza la disperazione sociale contro di esse ha in mente un disegno criminoso e vorrebbe sottomettere l'intero sistema ai suoi desideri.
I Partigiani, quelli veri, quelli che hanno vinto e quelli che non hanno fatto in tempo perché trucidati da altri capipopolo alterttanto eversori, hanno lottato per un Paese che si dotasse di strumenti capaci di fargli affrontare ogni crisi, e questo hanno ottenuto. Ma la condizione perché questo avvenga è che il popolo partecipi, sia rappresentato,  e non acclami improbabili salvatori della Patria.
Comunque la si pensi, queste sono le basi per procedere sulla via del diritto, delle garanzie, della libertà. Ogni violenza fatta alle Istituzioni rappresenta un salto indietro, cancella perfino la cultura stessa dei valori su cui si è potuto far crescere l'Italia da terra di nessuno a nazione rispettata e ascoltata nel mondo.
Non sfugge all'ANPI la gravità dell'arretramento subìto dal Paese negli ultimi anni, e non certo soltanto a causa delle congiunture internazionali: sappiamo benissimo, e lo denunciamo da vent'anni, che la deriva populista, l'affermarsi di una concezione privatistica ed aziendale dello Stato, la cancellazione o riduzione alla subalternità dei poteri di controllo hanno radici lontane e ben piantate nel mondo losco dell'affarismo e della corruzione che si è insediata nei luopghi della democrazia approfittando dei rivolgimenti mondiali degli anni '90. MA sappiamo anche che gli Italiani hanno sì, una grande capacità di sopportazione e di assorbimento degli urti della storia, ma sanno anche reagire con maturità e coscienza democratica quando è il momento del non ritorno. Adesso è quel momento. 
Non si ceda all'avventurismo, al "fuori tutti", allo sfascismo che precede la risposta reazionaria e la messa in mora dello stato di diritto. I cittadini dimostrino di sapere che non esistonos corciatoie autoritarie, ma l'unica possibilità, come sempre nella storia, sta nell'assunzione di responsabilità e nella lotta democratica per il cambiamento.

Fraterni saluti.
ANPI - Frosinone