Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

sabato 3 dicembre 2011

SPORCHI DA MORIRE Day

Prima Film


In anteprima mondiale
Proiezione del Film Documentario
SPORCHI DA MORIRE 
sul tema degli inceneritori, nanoparticelle,
rischi per la salute
e possibili alternative sostenibili.

NAPOLI, 5 DICEMBRE 2011
Cinema Modernissimo
Via Cisterna dell'Olio, 59 
ORE 20.30 Conferenza Stampa pubblica
alla presenza dei rappresentanti istituzionali del Comune di Napoli,
l’autore del film Marco Carlucci, il Prof. Stefano Montanari, il Prof. Paul Connett,
Dott.ssa Antonietta Morena Gatti, Carlo A. Martigli, e tanti altri protagonisti del film.
ORE 21.00 Proiezione del film





ROMA, 12 DICEMBRE 2011
Nuovo Cinema Aquila
Via L’Aquila, 68 
Presentazione e Conferenza Stampa alla presenza del regista e dei protagonisti del film
ORE 18.00 Proiezione del film
Seguirà dibattito con la stampa ed il pubblico
INGRESSO LIBERO
per accrediti giornalisti, radio tv, associazioni ed informazioni varie sulle proiezioni
romarteventi@libero.it - tel. 3396477847






info:
Il film, Sporchi da morire nasce da alcune domande: è vero che gli inceneritori fanno male? Perché in Italia si continuano a costruire questi impianti mentre nel resto del mondo si stanno smantellando? Quali sono i rischi concreti per la salute? Quali sono i danni provocati dalle nano-particelle emesse dagli inceneritori? Quali sono le possibili alternative? Con queste domande in testa comincia la ricerca di Carlo A. Martigli,  scrittore e giornalista impegnato da sempre in inchieste scottanti. Il film documenta le sue ricerche su internet che come in un romanzo, improvvisamente diventano reali:
interviste, filmati, esclusivi reportage in giro per il mondo, tra l’Italia, gli Stati Uniti, la Francia, l’Inghilterra e l’Austria che faranno riflettere su un problema indicato da molti esperti come “invisibile inquinamento del nuovo millennio” che riguarderà i nostri figli e le future generazioni. Sporchi da morire è un progetto italiano molto ambizioso e di ampio respiro internazionale grazie al coinvolgimento di esperti mondiali: il Professor Paul Connett,  teorico della strategia "Zero Rifiuti",il dott. Stefano Montanari e la dott.ssa Antonietta Gatti, esperti e scopritori delle nano-particelle; la Dott.ssa Patrizia Gentilini, oncologa e membro dell’Associazione Medici per l’Ambiente, il biologo Prof.Gianni Tamino , Dott. Valerio Gennaro medico oncologo epidemiologo ISDE Italia, il dott. Federico Valerio Responsabile Chimica Ambientale IST di Genova, i sindaci delle città virtuose della Silicon Valley, Palo Alto, Barkeley, il sindaco di San Franciso Gavin Newson, il responsabile del Dipartimento Ambiente di San Franciso Jared Blumenfeld, i rappresentanti dell’INVS Francese -  Dr. Calut e Dr. Laffont che sono i firmatari della più importante ricerca mondiale sul tema della pericolosità dell’incenerimento dei rifiuti, il prof. Dick Van Steenis che ha mappato la ricaduta dell’inquinamento sui bambini inglesi e bloccato 16 progetti in costruzione,il dr.Luft,l’Associazione Rescue Workers Detoxification e la 911 Police Aid Foundation  che si occupano delle persone ammalatesi per le inalazioni di nano-polveri dopo il crollo delle torri gemelle (circa 170.000 casi già accertati), i rappresentanti dei comitati nazionali ed internazionali, Padre Alex ZanotelliMaurizio Pallante del Movimento Decrescita Felice, Greenpeace Italia, e tanti altri. Un film-progetto al quale hanno già aderito migliaia di persone in tutto il mondo tanto da certificarlo come il film con i titoli di coda più lunghi del mondo i quali saranno presenti, grazie ad un piccolo contatore grafico fin dai primi minuti del film.
SCHEDA FILM:
Sporchi da Morire - FIlthy to the core
DURATA: 93 MINUTI circa
REGIA: MARCO CARLUCCI
con: Paul Connett - Stefano Montanari - Carlo A. Martigli
WEB: www.sporchidamorire.com
FACEBOOK: sporchidamorire
email: info@primafilm.it
USCITA: MARZO 2012

Cant@mos!!!!! Marionette e passaggi politici....

Laura Jurevic





Istruzioni: Aprire il video e seguire il testo qui sotto. 



Parole:
Ci stava un omino che fputacchiava leihodeleiodeleiptuptiù
e un partito lui distruggeva leihodelejodelò
ogni anticomunista che lo vedeva leiodelejiodelejuhuh
con un'intervista lo osannava leihodelejiodelò
ohoh lejiodeleio ohoh lejiodelè
ohoh lejiodeleio
leiodeleiolei
(favaaaaaaa favaaaaaa)
(l'omino cade dalle scale per colpa del pdl che citofona e di gattoianni in mezzo ai piedi)

Anche d'alema lo risarciva leihodelejiodelejuhuh
e il guru  con cuba se la pigliava lejiodeleiodelò

e don verzè ripeteva leihodelejiodelejuhuh
perchè la sanità privatizzava leihodelejiodelò chougchoug

(Migliore Mussi e Bertinotti al trombone)

La marcegaglia festeggiava leihodelejiodelejuhuh
E pure la tav si firmava leihodelejiodelò
Ma qualche rifondarolo lo videochiamava leihodelejiodelejuhuh
chè al matrimonio diggià pensava leihodelemaddechèAo'!!!

(video di Sinistra e trallallà alla lotta e sulle barricate...risate sparse)
mmmm mmm (giramento di palle)
odelei odelei
odelei uhuh mattarellu UModeleiii
oh ohleiodelei oh oh leiodelei
oh oh leiodeleio leiodeleiolei!

(sospiro triste di musacchio)

Di li la Bindi poi passava, leihodelejiodeleihuhu
Ed a Fini ammiccava leihodelejioalalà
mentre di pietro gli sorrideva leihodelejiodeleihuhu
e al matrimonio diggià pensava leihodelejiodelò

tutto il centrosinistradestra con Monti già cantava ohlediolediledioh
e lui l'acqua privatizzava...
oh lediohledioh!
odelei odelei odelei uhuh odelei uhuh odeleiiii
leiodelei leiodelei leiodelei
leiodelei leiodeleiii
leiodeleiodelei
(risate del capitale)


Media di CONTRO-REGIME

Luciano Granieri


Da quando si è  insediato il governo Monti, oltre che alle consapevolezza di essersi definitivamente consegnati alla dittatura del mercato e della finanza, si aggiunge il disagio di trovarsi d’accordo con posizioni espresse dalla Lega, e in qualche misura dalla stessa congrega berlusconiana, ovvero dalla parte peggiore che il populismo borghese italiano abbia  potuto esprimere dal dopo guerra ad oggi . Al contrario, man mano che il tempo passa, ci si rende conto che il nemico vero risiede in quel     riformismo pseudo  illuminato incarnato dalle forze di centro (sinistra?)  che in nome della sobrietà, e della moralità dei comportamenti istituzionali,  devastate dal precedente presidente del consiglio, si rende complice dell’immoralità, anzi della criminalità, operata dalle èlite finanziarie mondiali ai danni dei cittadini.  Berlusconi   ha  certamente prodotto sconquassi nel tessuto sociale italiano, ma oggi il danno più grave da addebitargli è che la società civile a lui contraria, pur di levarselo di torno,  si è rassegnata  ad essere depredata nel  modo più feroce e cinico possibile. I media del contro-regime riformista stanno svolgendo la fondamentale funzione di anestetizzare la rivolta sociale. “La situazione è grave, dobbiamo varare le misure economiche per quietare i mercati   con estrema urgenza. Tale urgenza rende necessario derogare dalla consuetudine del confronto  con le parti sociali prima di varare i provvedimenti di bilancio”. Questo è il Monti pensiero. Mi chiedo, se tale  posizione l’avesse espressa Berlusconi, le forze di centro (sinistra?) e i sindacati a loro rimorchio non avrebbero mobilitato la piazza contro l’ennesimo esproprio di concertazione democratica ordito dal regime arcoriano?  Invece la rapina messa in atto  dalla “SOBRIETA” è più che accattabile, anzi è necessaria.  Quante amenità traboccano dai giornale e dai media riformisti! (Repubblica, L’Espresso e compagnia cantando) L’ultima corbelleria l’ho ascoltata  stamattina da Radio Capital, propaggine radiofonica del gruppo editoriale “L’Espresso”.  L’emittente trasmette una rubrica in cui il direttore,  il noto giornalista Vittorio Zucconi,  prima firma anche del quotidiano on line “Repubblica.it”,  risponde a domande che gli ascoltatori pongono attraverso messaggi registrati. Una professoressa di 65 anni sollevava  il problema    dell’abolizione delle pensioni di anzianità, volute fortemente dal governo illuminato dei professori. In base a questa riforma  la sua permanenza al lavoro si sarebbe prolungata ben oltre il limite da lei pianificato e agognato per godersi un meritato riposo   dopo decenni di logoranti  e faticose  assunzioni di responsabilità, perché educare le nuove generazioni è inevitabilmente un compito oneroso. Tutto ciò  è stato deciso per racimolare i soldi  necessari al pareggio di bilancio, mentre sui costi dei vitalizi e le pensioni  baby   dei parlamentari,  per i tempi ma non per gli importi, il nuovo esecutivo non ha  mostrato  altrettanto rigore.  Il mega direttore Zucconi  , pur convenendo sulla valenza morale di un provvedimento restrittivo sui privilegi dei parlamentari,  rispondeva che  questo non avrebbe prodotto entrate  consistenti a fronte invece dell’enorme risparmio ricavato dall’eliminazione delle pensioni di anzianità. In fondo lavorare ancora per qualche anno non ha mai ucciso nessuno. Anzi auspicava  che la professoressa, vista la sua saggezza, potesse rimanere  in servizio ancora per molto tempo.  Resta da capire come il Dott. Zucconi sia riuscito a valutare le capacità professionali dalla professoressa da un semplice intervento registrato di pochi secondi, ma ciò che mi ha indignato è stata la frase usata per chiudere la conversazione. Il megadirettore sosteneva che , rimanere al lavoro anche da anziani  non è affatto negativo anzi, mantiene vitali.  Vuoi mettere la depressione che prende i pensionati quando  si alzano la mattina e realizzano  che non hanno nulla da fare ?  Faccio i complimenti al direttore per l’acuta analisi, però   CHI L’HA DETTO CHE SE UNO VA IN PENSIONE NON HA NIENTE  DAFARE?  Perché dopo decenni piegati  a tempi e   modalità di vita dettati dal lavoro non si può godere del diritto  di pianificare la propria esistenza  secondo ritmi propri?  Perché non godere del diritto di alzarsi la mattina e mettersi a leggere i giornali,  un libro,  o ancora fermarsi in piazza a parlare con gli amici , oppure accompagnare i nipotini a scuola. Anzi spesso c’è da occuparsi dei nipoti  quando i figli dei suddetti pensionati non possono permettersi l’asilo nido privato visto che in quello pubblico non hanno trovato il posto per i loro bimbi. Posso capire l’enorme gratitudine di questi signori per il Prof. Monti e per la comunità finanziaria che attraverso di lui ha tolto di mezzo Berlusconi, anche se sono convinto che prima o dopo ce lo ritroveremo vivo e vegeto in mezzo a i piedi a fare ulteriori danni, ma arrivare a dire certe sciocchezze pur di incensare il nuovo corso economico-tecnicistico, non è concepibile  soprattutto se a esprimere tali giudizi sono giornalisti di chiara fama come Vittorio Zucconi Finiamola di imbrogliare la gente .

Ecco perché Monti è il nostro nemico

Massimo Ilardi  fonte: http://www.glialtrionline.it 
da una segnalazione di Bruno Roveda


Prendiamo le mosse dall’intervista che Fausto Bertinotti ha rilasciato a Piero Sansonetti e pubblicata la settimana scorsa su questo settimanale. È un buon punto di partenza per riflettere sulla crisi della politica e sulla tempesta finanziaria che l’avrebbe generata. «L’Europa della finanza e della tecnocrazia – afferma Bertinotti – è partita da questo punto: i governi dei singoli paesi devono essere funzionali al disegno economico della Bce». In nome di che? «Di una emergenza economica. Nella scala dei valori l’economia viene prima della democrazia. L’emergenza economica è al di sopra di tutto…».
La conseguenza è che i Parlamenti sono esautorati e finisce la sovranità della politica. La sovranità, dice Bertinotti, si sposta altrove: dai popoli alla Banca centrale europea. Ha ragione: la democrazia, come un modo di funzionamento del potere politico, sta fallendo di fronte all’emergenza. Ma direi di più. Sta fallendo anche a livello sociale: gli infiniti spazi della frontiera americana hanno dimostrato che la democrazia come “governo del popolo, per mezzo del popolo e per il popolo” può solo fondarsi quando si pratica contemporaneamente un tipo di libertà senza impedimenti e senza responsabilità. La fine o, meglio, l’esaurirsi dell’occupazione di territori liberi e, insieme, l’avvento di una società del consumo fondata sulla politicizzazione del desiderio individuale hanno rivelato, e non solo in America, che democrazia e libertà hanno dentro di loro elementi di tale reciproca ostilità che alla fine portano alla crisi della democrazia stessa.
Il veleno distruttivo dell’individualismo che negli spazi vuoti della frontiera americana veniva finalizzato al potenziamento della libertà di azione, dell’accettazione del rischio e dell’occasione da cogliere e che rendevano dinamico il processo democratico, oggi, nei territori claustrofobici della metropoli contemporanea dove terre libere non esistono più, si cerca di imbrigliarlo o di annullarlo dentro parole vuote come “etica della responsabilità”, “partecipazione”, “comunità”. E così non è più la libertà a dare forma alla società ma una democrazia istituzionalizzata, legislativa, appiattita sulle regole e senza più l’immaginazione e i sogni del pioniere americano. Esplode il dissidio tra la libertà come pratica dell’individuo e la democrazia come forma di società, modello sociale e culturale fondato su un inarrestabile e uniforme processo ugualitario subordinato agli Stati.
Dunque, crisi politica e crisi sociale attanagliano la democrazia. Ma torniamo alla prima. Parlamenti, partiti, sindacati, movimenti sembrano oggi incapaci di produrre contenuti per un sapere e per un agire che sappiano affrontare l’immediatezza dello stato d’eccezione in cui viviamo. Dobbiamo trarne le conseguenze: se è vero che la decisione si è trasferita altrove allora vuol dire che l’azione politica si origina ormai in luoghi diversi da quelli tradizionalmente deputati. Quando Bertinotti ammonisce di uscire fuori dai vecchi recinti istituzionali per ritornare a fare politica colpisce nel segno, ma non può poi riproporre ‘pezzi’ di sinistra, di sindacato e di movimento come i nuovi soggetti di questa possibile svolta. E’ invece di nuovo vero quello che dice subito dopo: si deve ricominciare da capo modificando profondamente il senso comune. Cosa significa?
A mio parere significa innanzitutto da parte della sinistra avere la lucida consapevolezza di chi è il nemico, averla con la stessa limpida chiarezza che ha dimostrato di possedere la Bce nell’individuare il suo. Lo stato di emergenza in cui ci ha gettato e la decisione sovrana che ormai le appartiene nascono da qui. Non a caso il suo disegno, che il senso comune si ostina a chiamare ancora “economico”, e che viene subito passivamente da partiti e istituzioni, funziona invece come il vero e proprio “politico” da cui si origina oggi l’azione politica che mette in crisi la democrazia (reclamarla come è successo in Grecia con il referendum e in Italia con le elezioni anticipate sembra ormai essere un vero e proprio fatto eversivo) e restringe il campo delle libertà individuali. D’altra parte, «il “politico” – scrive Carl Schmitt – può trarre la sua forza dai più diversi settori della vita umana, da contrapposizioni religiose, economiche, morali o di altro tipo; esso infatti non indica un settore concreto particolare ma solo il grado di intensità di un’associazione o di una dissociazione di uomini, i motivi della quale possono essere di natura religiosa, nazionale (in senso etnico o culturale), economica o di altro tipo …». Allora un fatto incontrovertibile è che oggi l’economico rappresenta l’esistenza determinata e contingente del “politico”: perché innesca un conflitto devastante, mette in crisi lo Stato e il monopolio della sua decisione e apre a una nuova sintesi politica e a un nuovo potere costituente. Contrapporre ancora economia e politica non ha quindi più senso: l’economia è la politica di questi primi anni del secolo. E Mario Monti non è un tecnico ma un vero e proprio uomo politico perché fa parte, come ricorda anche Bertinotti, di coloro che hanno provocato lo stato d’eccezione ed è stato chiamato dagli stessi per governarlo e gestirlo.
A questo punto, la domanda è d’obbligo: qual è il nemico per la sinistra? Non può che essere la Bce e, di conseguenza, il governo Monti come suo intermediario. Reclamare quindi le elezioni anticipate come scelta fondamentale di un governo democratico vuole dire non solo dislocare il conflitto su altri livelli che poco o nulla hanno a che vedere con l’economia, non solo affrontare lo stato d’eccezione che già c’è, ma addirittura crearne uno nuovo per riconquistare quel potere decisionale che le è sfuggito di mano. Per riuscire di nuovo e soprattutto a produrre politica. Perché tra il “prendere decisioni” e la “capacità di governare” il rapporto non è diretto: in mezzo c’è appunto la forza dell’iniziativa politica, del “fare politica”.

venerdì 2 dicembre 2011

PERCHE’ LA DEMOCRAZIA RIVIVA

Scuole, ospedali, pensioni, disoccupazione, cultura, ambiente…viviamo quotidianamente l’austerità finanziaria e il peggio deve venire.

“Noi viviamo al di sopra dei nostri mezzi”,
questo è il ritornello che ci viene ripetuto dai grandi media.
Ora “occorre rimborsare il debito”
ci si ripete mattina e sera. “
Non abbiamo scelte, occorre rassicurare i mercati finanziari, salvare la buona reputazione, la tripla A”.

Non accettiamo questi discorsi colpevolizzanti.!!!!

Non vogliamo assistere da spettatori alla messa in discussione di diritti conquistati grazie alle  lotte del secolo scorso  e che hanno  reso vivibile le nostre società, anche in Europa.

Abbiamo speso troppo per lo stato sociale la scuola e la sanità
oppure i benefici fiscali, i privilegi e la speculazione finanziaria  hanno prosciugato i bilanci?
Questo debito è stato contratto nell’interesse generale
oppure può essere considerato in parte come illegittimo?

Chi possiede i titoli di Stato e si arricchisce con la crisi?  Perché gli Stati devono essere obbligati a indebitarsi presso i mercati finanziari e le banche mentre queste possono farsi concedere prestiti direttamente e a un costo più basso dalla Banca centrale europea?

Non accettiamo che queste questioni siano eluse o affrontate alle nostre spalle da esperti ufficiali sotto l’influenza delle lobbies economiche e finanziarie. Vogliamo dire la nostra vogliamo decidere  del nostro avvenire comune.
Non siamo  dei giocattoli nelle mani degli azionisti, degli speculatori e dei creditori. Siamo  cittadini, capaci di deliberare insieme sul nostro avvenire.  Noi ci mobiliteremo nelle nostre città, nei quartieri, nei nostri luoghi di lavoro, per un'altra politica economica, del tutto alternativa a quella avanzata in questi anni dai vari governi che si sono succeduti, compreso il governo Monti,    improntata alla redistribuzione della ricchezza, alla valorizzazione dei beni comuni, del lavoro, del welfare, dell’istruzione e della ricerca e  dell'ambiente contro gli interessi del profitto e della speculazione finanziaria.

Il debito non lo abbiamo creato noi !!!!
 Vogliamo riprendere il mano i nostri destini perché la democrazia riviva!

Incontriamoci domenica 4 dicembre dalle ore 10,00 in La.go Turriziani a Frosinone per ribadire che  chi ha provocato la crisi deve pagare il debito !!! 

Incontro promosso da: 


Partito della Rifondazione Comunista    
Circolo “Carlo Giuliani” Frosinone              


COBAS Frosinone


Associazione "Oltre l'Occidente" Frosinone


 Fiorenzo Fraioli

Elezioni a Frosinone: un po' di chiarezza

CopyLeft: Fiorenzo Fraioli,  fonte : http://www.ecodellarete.net/

Cinque anni dopo l'esperienza della Colomba, la lista civica che sostenne Ivan De Santis alle elezioni comunali del 2007, e in vista del prossimo appuntamento per il rinnovo del Sindaco e del consiglio comunale, è giunto il momento di fare qualche considerazione.


Comincio con il dire che in politica si può sbagliare o si può veder giusto, e che questo non è necessariamente in relazione con i risultati che si ottengono. E infatti la Colomba, pur sconfitta dal voto popolare, ha avuto pienamente ragione. Hanno avuto torto, invece, tutti gli altri: il PD e i suoi alleati, il PDL (che oltre ad aver torto fu pure sconfitto), e soprattutto la sinistra e gli ambientalisti a corrente alternata. Il Partito della Rifondazione Comunista, il PdCI e i Verdi scelsero, nel 2007, di appoggiare Marini e il suo programma, il quale, è doveroso ricordarlo agli immemori, contemplava alcune perle come la permanenza del Comune di Frosinone nella società Aeroporto di Frosinone, il rilancio urbanistico (altro cemento e, al solito, oneri concessori non riscossi) e il proseguimento della politica dei project-financing.

I pochi coraggiosi e testardi che diedero vita alla Colomba, dopo la sconfitta, smarrirono il senso di quello che avevano fatto. Fu un errore, è doveroso riconoscerlo, perché è proprio nel momento della sconfitta che si piantano i semi delle vittorie future. La conseguenza di ciò è che oggi si deve ricominciare da capo. Il che è esattamente quello che stanno facendo, da alcuni mesi, alcuni ex della Colomba, attraverso incontri con molti di quelli che, cinque anni fa, non condivisero le nostre posizioni. Tra questi vi è il Partito della Rifondazione Comunista (PRC) che, dopo la scissione di Chianciano, si è liberato dal condizionamento di coloro che vedono nell'alleanza con il PD una prospettiva praticabile. Vero è che questo processo, sia a livello nazionale che locale, non appare ancora consolidato, come dimostra l'esito del congresso cittadino, nel quale la mozione che insisteva nell'appoggiare la giunta Marini è uscita sconfitta di stretta misura, ma è un fatto che la linea del segretario Andrea Cristofaro è, oggi, molto vicina alle posizioni assunte dalla Colomba nel 2007.

Agli incontri di cui sopra hanno partecipato anche rappresentanti di partiti e di altre realtà cittadine, nel tentativo, sollecitato da una figura storica della vita politica cittadina, l'ottimo Francesco Notarcola, di trovare una quadra che possa sfociare nella costituzione di un soggetto dai contorni ampi. Capace quindi di incidere maggiormente sugli equilibri politici della città.

Ho partecipato agli ultimi quattro o cinque appuntamenti, il primo dei quali si svolse nella sala consiliare, inopinatamente chiesta, e concessa dall'amministrazione Marini, per un confronto nel quale emersero, in modo evidente, profonde diversità di opinione. In primo luogo, molti dei partecipanti a quella riunione non avevano alcuna intenzione di dar vita a qualcosa che andasse oltre la costituzione di un movimento che si battesse esclusivamente in favore di pur condivisibili iniziative di natura civica, ad esempio la difesa delle terme romane dall'ennesimo intervento cementificatorio. Altri, più politicizzati, si dichiararono invece interessati alla costituzione di un'aggregazione politica, che avesse, tra i suoi obbiettivi espliciti, anche la partecipazione alle prossime amministrative. Quel giorno ebbi l'impressione di cogliere, tra coloro che avevano promosso quella inusuale riunione, il desiderio di arrivare alla costituzione di un'aggregazione politica partendo, per così dire, da lontano. Insomma, un pensiero che posso tradurre così: "intanto ci incontriamo, facciamo gruppo, poi da cosa nasce cosa...".

L'intervento di Andrea Cristofaro, segretario cittadino del PRC, fece saltare il gioco. Andrea ricordò a tutti che il PRC, pur essendo disponibile al confronto, intendeva partecipare ad un'eventuale aggregazione in vista delle comunali solo ed esclusivamente a condizione che ne venisse esplicitata l'identità di forza di sinistra e anticapitalista.

Gli incontri successivi furono molto meno affollati. Evidentemente le parole di Andrea Cristofaro erano state sufficientemente chiare per molti. Non per tutti, tuttavia, perché proseguono ancora gli sforzi di alcuni nella direzione di costituire un'aggregazione ampia, seppur depurata delle posizioni più inconciliabili. Questo indirizzo non mi trova pregiudizialmente contrario, a patto di chiarire alcuni punti. Il primo dei quali è che chi ha avuto ragione su temi come l'aeroporto, l'urbanistica e i project-financing, ha il diritto/dovere, oggi, di chiedere chiarezza a coloro che, in passato hanno avuto posizioni più sfumate, per non dire ambigue. Un'esigenza di chiarezza che, ad oggi, è rappresentata solo dal PRC, e non da altri. Si tratta di una questione, a mio avviso, dirimente, perché sono certo che gli ex della Colomba non faranno alleanze con quanti non romperanno i ponti, in modo pubblico e netto, con i partiti che sono responsabili, a livello locale come nazionale, dello sfascio del nostro paese.

In secondo luogo, è bene ricordare che le idee hanno vita propria, ci siano o meno le gambe su cui possono camminare. Questa è la ragione per cui, dopo la sconfitta della Colomba, alcuni promotori di quell'iniziativa, ad esempio il sottoscritto con ecodellarete.net, come pure Luciano Granieri, l'amico Lorenzo e altri, hanno continuato a tenere il "lumino acceso", dando vita, ognuno con i propri mezzi e limiti, a quelle che, con orgoglio, possiamo rivendicare essere le uniche e sole forme di opposizione di sistema della politica cittadina. Ebbene, io credo che questi lumini, tenuti accesi con tanta fatica, siano divenuti un punto di riferimento per tanti che oggi si sentono delusi, per non dire traditi, da quei partiti che, dopo aver spolpato l'Italia e, con i loro rappresentanti locali, devastato il nostro territorio, non sanno far di meglio che essere silenziosi complici del clepto-burocrate Mario Monti, il cosiddetto salvatore della Patria. Noi non possiamo, e non vogliamo, avere nulla a che spartire con tutti coloro che non prenderanno decisamente, e inequivocabilmente, posizione contro questo governo. Ci si dirà: ma queste sono elezioni locali, che c'entra la politica nazionale? E invece c'entra, questa volta c'entra tantissimo. Questi non sono tempi ordinari, perché qualcosa di straordinario sta accadendo. In tempi come questi, anche una riunione di condominio diventa un fatto politico, figuriamoci le elezioni per il rinnovo del consiglio comunale!

Il rischio, credo sia evidente a tutti, è quello che i nostri voti, pochi o tanti che siano, finiscano nelle mani (o forse nelle tasche) di quanti, in campagna elettorale, spendono e spandono promesse e belle parole, per poi accordarsi, a risultato ottenuto, nelle segrete stanze con i soliti noti. Questo non accadrà, a costo di resuscitare la Colomba con l'appoggio dei quattro gatti che, orgogliosamente, attraversano la notte della Nazione con la coda dritta e il baffo fremente.


Infine, una promessa: una forza antisistema e anticapitalista a Frosinone nascerà, di questo siate tutti certi. Che si chiami Colomba, o in altro modo, non ha molta importanza, basta che nasca. Questa forza si raccorderà con iniziative simili che stanno nascendo in tutta Italia, per dar vita ad una nuova stagione di lotte per la difesa della Democrazia, della Dignità egli esseri umani e della Libertà del nostro paese. Questo è il momento di piantare i piedi per terra e di combattere. Noi non ci arrenderemo mai

giovedì 1 dicembre 2011

Processo “Valle del Sacco”: tempi lunghi per punire i responsabili

Retuvasa e UGI Colleferro



La Rete per la Tutela della Valle del Sacco e l’Unione Giovani Indipendenti di Colleferro si associano alle rimostranze dei propri legali per il rinvio della prima udienza dibattimentale del processo “Valle del Sacco”.

Pur comprendendo le difficoltà strutturali dei tribunali e rispettando l’alacre lavoro dei magistrati in condizioni spesso inidonee, non riteniamo ammissibile il rinvio di quasi un anno, al 9 ottobre 2012, di un processo di rilevanza esemplare per la Valle del Sacco e anche nazionale, qualora venissero accertate le pesanti responsabilità di un gravissimo inquinamento di origine industriale già adombrato nelle interrogazioni parlamentari degli anni Novanta e riconosciuto solo alla metà dello scorso decennio, mentre non risulta ancora emerso in piena luce il quadro epidemiologico della contaminazione da beta-HCH nella popolazione.

In questo senso, giustamente il legale della Rete per la Tutela della Valle del Sacco, dell’associazione Codici e di Ugi, Vittorina Teofilatto, parla di “sconfitta della giustizia” e di negazione di quella “corsia preferenziale” che dovrebbe essere assicurata a un procedimento di tale portata reale e simbolica. Il prolungamento dei tempi della giustizia non è compensato dalla pur utile fissazione di una seduta intermedia nel maggio 2012 per calendarizzare l’intero processo.

Tale dilazionamento è una sconfitta anche per le amministrazioni provinciali di Roma e Frosinone e dei Comuni ammessi come parte civile, che invitiamo ad unirsi al nostro dissenso. Cogliamo l’occasione anche per rimarcare l’importanza della costituzione nel processo del Ministero dell’Ambiente, sul filo di lana dell’udienza del 26 novembre 2011, e stigmatizzare al contrario l’assenza della Regione Lazio.

I cittadini della Valle del Sacco hanno bisogno in tempi non biblici di certezze e di risposte chiare sulla reale e non virtuale punibilità dei responsabili del furto della loro salute, della loro terra, della qualità dei loro prodotti agricoli. Nonché sullo stato della bonifica e del risanamento del territorio, che hanno segnato passi in avanti - a spese della collettività e non dei responsabili dell’inquinamento - ma sono ancora lungi dalla conclusione.

A tale riguardo, mette conto menzionare la mozione promossa dai consiglieri comunali di minoranza di Colleferro per facilitare in ogni modo l’accesso agli atti da parte della cittadinanza e impegnare l’Amministrazione alla pubblicazione sul sito del Comune degli aggiornamenti relativi alla bonifica del Sito di Interesse Nazionale più esteso d’Italia.

Colleferro, 1 dicembre 2011

Nuova Fiat Panda - Video ufficiale di presentazione 2012

da una segnalazione e di Laura Jurevich

Finalmente è uscito il video ufficiale di lancio della Nuova Fiat Panda. Scopriamo i segreti di questo gioiellino e capiamo come riesce ad essere competitiva sul mercato...

Dopo la nazionalizzazione delle banche Chavez aumenta il salario minimo del 30%

Paolo Papillo

Dopo la nazionalizzazione delle banche Chavez aumenta il salario minimo del 30% dimostrando che chi si svincola dai banchieri internazionali porta nel proprio paese il benessere per tutti e soprattutto per il popolo.
LUI AUMENTA GLI STIPENDI ALLA GENTE E NAZIONALIZZA LE BANCHE...
NOI DIAMO I SOLDI ALLE BANCHE E LI TOGLIAMO ALLA GENTE...







Regalo di Natale

Luc Girello

Oggi è il 1° dicembre. Entriamo nel vivo della sfavillante fase  pre natalizia  dove il tam tam consumistico è in piena fibrillazione per promuovere mirabolanti acquisti, per lo più superflui:  Iphone, Ipad, Iccheccazzononchouncentesimo. La storia drammatica che voglio proporvi riguarda un regalo di natale molto particolare ma utile "UNA GOMMA BIANCA MOLTO ELASTICA". Cerchiamo di seguire la clip che segue con molta attenzione perchè si tratta del passo della genesi 4,1-16 e mezzo,  fino ad ora a noi  sconosciuto del tutto. 
Buona visione.

mercoledì 30 novembre 2011

Andrea Cristofaro rioconfermato segretario del circolo "Carlo Giuliani" di Rifondazione Comunsta Frosinone

Circolo "Carlo Giuliani"  Partito della Rifondazione Comunista Frosinone.

Il partito della Rifondazione Comunista sta portando a termine il suo congresso, che si concluderà  il 2-3-4 dicembre con il congresso nazionale a Napoli. Si sono invece già svolti i congressi locali: e dopo il congresso del  circolo di Frosinone  svoltosi il 6 novembre,  mercoledi 23 novembre sono stati eletti gli organismi direttivi ed il segretario . Andrea Cristofaro , segretario uscente, è stato riconfermato alla guida del Circolo di Frosinone "Carlo Giuliani" .  Con questa scelta si  conferma la linea politica già delineata prima della fase congressuale,  ribadendo  la volontà del Partito della Rifondazione Comunista di Frosinone di costituirsi come forza alternativa al centro sinistra cittadino espressione della maggioranza  che appoggia il sindaco Marini.  La nuova dirigenza, con il riconfermato segretario Andrea Cristofaro,  rinnova il proprio impegno affinchè il circolo Carlo Giuliani prosegua  con ancora maggiore determinazione la sua attività a  fianco del tessuto sociale più debole della città   e rivendichi una politica amministrativa che ponga al centro del suo programma la  difesa dei beni comuni,  nel rispetto degli esiti referendari di giugno,  un incremento ,  in qualità e quantità, dei servizi sociali e un sistema fiscale più equo  che agevoli le fasce più deboli . Una volta di più il Circolo Carlo Giuliani di Frosinone ribadisce  che far pagare la crisi  a  chi l’ha provocata è un compito che attiene anche e soprattutto alle amministrazioni locali.  

martedì 29 novembre 2011

Appello per un audit dei cittadini sul debito pubblico

fonte http://www.rivoltaildebito.org

Dalla Francia ( http://www.audit-citoyen.org/ ) proviene un appello per creare una commissione di audit del debito pubblico in grado di visionare come è fatto quel debito, come è stato contratto a favore di chi e di quali interessi. Noi vogliamo fare nostra questa proposta per rivedere in profondità l'entità del debito pubblico italiano accumulato nel tempo per favorire rendite, profitti, interessi di casta e di una ristretta elite e non certo per favorire le spese sociali, l'istruzione, la cultura, il lavoro. Una proposta che serve per impostare un'altra politica economica, del tutto alternativa a quella avanzata in questi anni dai vari governi che si sono succeduti e improntata alla redistribuzione della ricchezza, alla valorizzazione dei beni comuni, del lavoro, del welfare, dell'ambiente contro gli interessi del profitto e della speculazione finanziaria. Una politica economica per il 99% contro l'1% del pianeta.

APPELLO PER UN AUDIT DEI CITTADINI SUL DEBITO PUBBLICO 
Scuole, ospedali, alloggi d’urgenza…Pensioni, disoccupazione, cultura, ambiente…viviamo quotidianamente l’austerità finanziaria e il peggio deve venire. “Noi viviamo al di sopra dei nostri mezzi”, questo è il ritornello che ci viene ripetuto dai grandi media. Ora “occorre rimborsare il debito” ci si ripete mattina e sera. “Non abbiamo scelte, occorre rassicurare i mercati finanziari, salvare la buona reputazione, la tripla A”. Non accettiamo questi discorsi colpevolizzanti. Non vogliamo assistere da spettatori alla rimessa in discussione di tutto ciò che ha reso ancora vivibile le nostre società, anche in Europa. Abbiamo speso troppo per la scuola e la sanità oppure i benefici fiscali e sociali dopo venti anni hanno prosciugato i bilanci? Questo debito è stato contratto nell’interesse generale oppure può essere considerato in parte come illegittimo? Chi possiede questi titoli e approfitta dell’austerità? Perché gli Stati devono essere obbligati a indebitarsi presso i mercati finanziari e le banche mentre queste possono farsi concedere prestiti direttamente e a un costo più basso dalla Banca centrale europea? Non accettiamo che queste questioni siano eluse o affrontate alle nostre spalle da esperti ufficiali sotto l’influenza delle lobbies economiche e finanziarie. Vogliamo dire la nostra nel quadro di un ampio dibattito democratico che deciderà del nostro avvenire comune. In fine dei conti, siamo dei giocattoli nelle mani degli azionisti, degli speculatori e dei creditori oppure cittadini, capaci di deliberare insieme sul nostro avvenire? Noi ci mobiliteremo nelle nostre città, nei quartieri, nei villaggi, nei nostri luoghi di lavoro, lanciando l’idea di un grande audit del debito pubblico. Vogliamo creare sul piano nazionale e locale dei collettivi per un audit dei cittadini con i nostri sindacati e associazioni, con esperti indipendenti, con i nostri colleghi, i vicini, i concittadini. Prenderemo in mano i nostri destini perché la democrazia riviva.

Marie-Laurence Bertrand (CGT); Jean-Claude Chailley (Résistance sociale); Annick Coupé (Union syndicale Solidaires); Thomas Coutrot (Attac); Pascal Franchet (CADTM); Laurent Gathier (Union SNUI-Sud Trésor Solidaires); Bernadette Groison (FSU); Pierre Khalfa (Fondation Copernic); Jean-François Largillière (Sud BPCE); Philippe Légé (Économistes atterrés); Alain Marcu (Agir contre le Chômage!); Gus Massiah (Aitec); Franck Pupunat (Utopia); Michel Rousseau (Marches européenne); Maya Surduts (Collectif national pour les droits des femmes); Pierre Tartakowsky (Ligue des droits de l'homme); Patricia Tejas (Fédération des Finances CGT); Bernard Teper (Réseau Education Populaire); Patrick Viveret (Collectif Richesse) ; Philippe Askénazy, économiste; Geneviève Azam, économiste; Étienne Balibar, philosophe; Frédéric Boccara, économiste; Alain Caillé, sociologue; François Chesnais, économiste; Benjamin Coriat, économiste; Cédric Durand, économiste; David Flacher, économiste; Susan George, écrivain; Jean-Marie Harribey, économiste; Michel Husson, économiste; Stéphane Hessel, écrivain; Esther Jeffers, économiste; Jean-Louis Laville, sociologue; Frédéric Lordon, économiste; Marc Mangenot, économiste; Dominique Méda, sociologue; Ariane Mnouchkine, artiste; André Orléan, économiste; Dominique Plihon, économiste; Christophe Ramaux, économiste; Denis Sieffert, journaliste; Henri Sterdyniak, économiste.





Una revisione del debito estero eseguita dal Ecuador con l'aiuto di Alejandro Olmos, mette in evidenza le porcate contenute nei vari contratti fatti al paese da parte dei creditori internazionali.
Una classe politica corrotta e compiacente ha collaborato strettamente per impoverire il paese.
Questa tecnica viene speso usata dai creditori internazionali che trovano l'appoggio di politici corrotti disposti a tradire la loro patria, per espropriare i paesi del terzo mondo.
Grazie a questa revisione il mondo ora è al corrente del sistema usato dalla FED, FMI, E BANCA MONDIALE, BANCO INTERAMERICANO DE DESAROLLO per impoverire i popoli del mondo.
Per far si che rimangano poveri e diventino sempre più poveri.

Iperrealismo

 La "Barbara Frigerio Contemporary Art" mi ha invitato alla mostra di Ilaria Morganti dal titolo "Cars". L'esposizione  si terrà a Milano in Via Fatebenefratelli n.13  dal 1 dicembre 2011 al 5 gennaio 2012.  Quasi sicuramente non potrò esserci, ma  per coloro che si troveranno a Milano in quel periodo e vorranno visitare la mostra il recapito telefonico è 02 36593924. Come è consuetudine la presentazione delle opere di Ilaria è costruita secondo una video clip commentata da un brano musicale. Stavolta ho scelto una sfavillante esecuzione del classico di Miles Davis  "So What"  i musicisti sono  : Wayne Shorter al sax tenore,  Ron Carter al contrabbasso, Tony Williams alla batteria, l' inossidabile Herbie Hancock al piano, e uno straordinario Wallace Rooney alla tromba. Prima della clip pubblico un testo della stessa Ilaria  

Luc Girello.




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Il mio campo di indagine è da sempre il linguaggio della pittura, posto in discussione sul concetto di illusionismo. Ciò che  ho perseguito è stato il procedimento concettuale che l’opera fa scattare nella mente dell’osservatore e non il suo valore in quanto forma. Ho voluto dare il risultato della riflessione sul territorio della conoscenza, relativa alla natura stessa della pittura e di quello che mostra. L’intento della minuziosa pittura utilizzata non è stato quello di portare al suo limite estremo la raffigurazione, ma quello di metterla in discussione nei suoi stessi presupposti. Da un realismo di già misurati risultati (si pensi alle opere di vecchia datazione) sono passata al convenzionalismo dello stesso in termini tecnici, giungendo ad un’astrazione realista. Questo modo di pensare ciò che rappresentano le mie immagini è scaturito dalla riflessione incentrata sull’Iperrealismo, corrente artistica  americana degli anni ’70 quale punto di partenza del mio interesse storico. L’Iperrealismo è situato all’estremità di una linea virtuale entro la quale si trovano tutte le modalità espressive e le possibili configurazioni del “fare pittorico”. Opposta ad essa, nell’altra estremità della linea, è collocata l’astrazione più totale; due forme d’arte, dunque, agli antipodi. Se questa linea fosse ricondotta ad un cerchio, tuttavia, questi antipodi verrebbero a toccarsi, congiunti nel loro essere e nella loro fattispecie. È per questo che  rivendico la natura astratta dell’Iperrealismo e la convenzionalità sistemica dei segni che determinano le figure, a loro volta realiste. I soggetti scelti provengono dalla particolare attenzione su alcuni aspetti della realtà: dettagli  ravvicinati di automobili, spesso in degrado, palloncini neri incatenati l’un l’altro da una rete, lampadine ad incandescenza, palloni usurati dal gioco. Sono tutti particolari di un mondo che parla di passato, a volte in modo anche nostalgico, di cose utilizzate e poi buttate, residui di vita che portano con sé il passaggio umano, tracce indelebili del quotidiano vivere. Il momento più creativo avviene durante lo scatto fotografico, tramite che utilizzo per portare il mondo esterno nel mio studio di pittura, dove elaboro mentalmente e poi visivamente il materiale a disposizione. Non si tratta mai di una semplice copia di una fotografia, ma di una rivisitazione emozionale di ciò che mi attrae e che suscita in me curiosità. Ho una particolare predisposizione ad analizzare il particolare, tanto nella vita quanto nella pittura. È per questo che nei miei quadri ogni piccola fattezza è accuratamente messa a fuoco, potenziata rispetto alla fotografia, che spesso annulla peculiarità importanti. Rendendomi conto, poi, che la realtà dipinta nelle sue dimensioni reali rende l’impatto visivo destabilizzante e che la pittura sembra volersi sostituire alla realtà stessa (anche se i bordi circoscrivono questa sensazione), nelle ultime opere c’è una certa ostinazione nella creazione di immagini su grandi formati. L’arte è diletto, piacere, divertimento; tutto ciò lo ritrovo nella pittura e ancor più nell’idea di vedere il persistere di un’attività manuale rispetto ad un’epoca super-meccanizzata, in cui tutto è tecnologico. 
Ilaria Morganti 

lunedì 28 novembre 2011

Comunisti?

Silverio Di Castro

Le Crisi


[la condizione teorica della crisi]
|CAP 1°/146| – Marx analizza la contraddizione esistente nel processo di circolazione che spezza i limiti cronologici, spaziali, individuali dello scambio – Nel processo di scambio c'è una unità immediata – una unità interna che si muove tuttavia per opposizioni esterne (M–D) vendita (D–M) compera – ma ciò che è vendita per l'uno è compera per l'altro e viceversa
Se la separazione dei due momenti viene prolungata troppo a lungo – la loro unità  può farsi valere con la violenza attraverso una crisi. Una crisi possibile. Perché questa possibilità prenda corpo si rendono necessarie condizioni particolari. Un circuito di rapporti la cui ampiezza ancora non è in essere quando consideriamo il fenomeno dal punto di vista della circolazione semplice delle merci.  

[5 tipi di crisi individuate da Marx]
– crisi per via dell'interruzione del processo M–D–M
– crisi di sproporzione – (fra il consumo reciproco delle imprese e fra il consumo fra le classi).
– crisi di sovrapproduzione – (o sottoconsumo per mancanza di consumo solvibile o crisi croniche di realizzo).
– crisi del processo di accumulazione – (esaurimento delle riserve del lavoro e aumento dei salari più forte dell'aumento del processo di accumulazione).
– caduta tendenziale del saggio di profitto – (che Dos Santos non contempla influenzato dal capitale monopolistico di Sweezy e Baran).
La quarta   (approfondire). 

Le crisi hanno conseguenze immediate sia per il loro verificarsi, sia per le misure che il sistema deve prendere per contrastarle a livello delle strutture sociali, politiche e ideologiche.
Il sistema è sospinto dalle crisi in un processo continuo di trasformazione.

La crisi precapitalistica è una crisi di «sottoproduzione di valori d'uso» – (insufficienza della produzione, insufficienza degli scambi e del sistema dei trasporti. Ma anche da carestie, alluvioni, guerre, eccetera).
La crisi capitalistica è di solito una crisi di «sovrapproduzione di valori di scambio» – (provocata dall'insufficienza del consumo solvibile).

Crisi per via dell'interruzione del processo M–D–M – Il danaro è il mezzo attraverso il quale lo scambio viene dissolto in due atti lontani nel tempo e nello spazio – Di conseguenza il prodotto totale non può essere riacquistato dalla classe lavoratrice per il modo stesso della produzione capitalista – Così i due termini dello scambio rimangono separati – Ed è   questo che provoca le crisi – I due termini tendono a ricongiungersi violentemente – Il danaro, quindi, è la forma stessa della crisi....................