Da quando si è insediato il governo Monti, oltre che alle consapevolezza di essersi definitivamente consegnati alla dittatura del mercato e della finanza, si aggiunge il disagio di trovarsi d’accordo con posizioni espresse dalla Lega, e in qualche misura dalla stessa congrega berlusconiana, ovvero dalla parte peggiore che il populismo borghese italiano abbia potuto esprimere dal dopo guerra ad oggi . Al contrario, man mano che il tempo passa, ci si rende conto che il nemico vero risiede in quel riformismo pseudo illuminato incarnato dalle forze di centro (sinistra?) che in nome della sobrietà, e della moralità dei comportamenti istituzionali, devastate dal precedente presidente del consiglio, si rende complice dell’immoralità, anzi della criminalità, operata dalle èlite finanziarie mondiali ai danni dei cittadini. Berlusconi ha certamente prodotto sconquassi nel tessuto sociale italiano, ma oggi il danno più grave da addebitargli è che la società civile a lui contraria, pur di levarselo di torno, si è rassegnata ad essere depredata nel modo più feroce e cinico possibile. I media del contro-regime riformista stanno svolgendo la fondamentale funzione di anestetizzare la rivolta sociale. “La situazione è grave, dobbiamo varare le misure economiche per quietare i mercati con estrema urgenza. Tale urgenza rende necessario derogare dalla consuetudine del confronto con le parti sociali prima di varare i provvedimenti di bilancio”. Questo è il Monti pensiero. Mi chiedo, se tale posizione l’avesse espressa Berlusconi, le forze di centro (sinistra?) e i sindacati a loro rimorchio non avrebbero mobilitato la piazza contro l’ennesimo esproprio di concertazione democratica ordito dal regime arcoriano? Invece la rapina messa in atto dalla “SOBRIETA” è più che accattabile, anzi è necessaria. Quante amenità traboccano dai giornale e dai media riformisti! (Repubblica, L’Espresso e compagnia cantando) L’ultima corbelleria l’ho ascoltata stamattina da Radio Capital, propaggine radiofonica del gruppo editoriale “L’Espresso”. L’emittente trasmette una rubrica in cui il direttore, il noto giornalista Vittorio Zucconi, prima firma anche del quotidiano on line “Repubblica.it”, risponde a domande che gli ascoltatori pongono attraverso messaggi registrati. Una professoressa di 65 anni sollevava il problema dell’abolizione delle pensioni di anzianità, volute fortemente dal governo illuminato dei professori. In base a questa riforma la sua permanenza al lavoro si sarebbe prolungata ben oltre il limite da lei pianificato e agognato per godersi un meritato riposo dopo decenni di logoranti e faticose assunzioni di responsabilità, perché educare le nuove generazioni è inevitabilmente un compito oneroso. Tutto ciò è stato deciso per racimolare i soldi necessari al pareggio di bilancio, mentre sui costi dei vitalizi e le pensioni baby dei parlamentari, per i tempi ma non per gli importi, il nuovo esecutivo non ha mostrato altrettanto rigore. Il mega direttore Zucconi , pur convenendo sulla valenza morale di un provvedimento restrittivo sui privilegi dei parlamentari, rispondeva che questo non avrebbe prodotto entrate consistenti a fronte invece dell’enorme risparmio ricavato dall’eliminazione delle pensioni di anzianità. In fondo lavorare ancora per qualche anno non ha mai ucciso nessuno. Anzi auspicava che la professoressa, vista la sua saggezza, potesse rimanere in servizio ancora per molto tempo. Resta da capire come il Dott. Zucconi sia riuscito a valutare le capacità professionali dalla professoressa da un semplice intervento registrato di pochi secondi, ma ciò che mi ha indignato è stata la frase usata per chiudere la conversazione. Il megadirettore sosteneva che , rimanere al lavoro anche da anziani non è affatto negativo anzi, mantiene vitali. Vuoi mettere la depressione che prende i pensionati quando si alzano la mattina e realizzano che non hanno nulla da fare ? Faccio i complimenti al direttore per l’acuta analisi, però CHI L’HA DETTO CHE SE UNO VA IN PENSIONE NON HA NIENTE DAFARE? Perché dopo decenni piegati a tempi e modalità di vita dettati dal lavoro non si può godere del diritto di pianificare la propria esistenza secondo ritmi propri? Perché non godere del diritto di alzarsi la mattina e mettersi a leggere i giornali, un libro, o ancora fermarsi in piazza a parlare con gli amici , oppure accompagnare i nipotini a scuola. Anzi spesso c’è da occuparsi dei nipoti quando i figli dei suddetti pensionati non possono permettersi l’asilo nido privato visto che in quello pubblico non hanno trovato il posto per i loro bimbi. Posso capire l’enorme gratitudine di questi signori per il Prof. Monti e per la comunità finanziaria che attraverso di lui ha tolto di mezzo Berlusconi, anche se sono convinto che prima o dopo ce lo ritroveremo vivo e vegeto in mezzo a i piedi a fare ulteriori danni, ma arrivare a dire certe sciocchezze pur di incensare il nuovo corso economico-tecnicistico, non è concepibile soprattutto se a esprimere tali giudizi sono giornalisti di chiara fama come Vittorio Zucconi Finiamola di imbrogliare la gente .
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