Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

sabato 8 dicembre 2012

Il ritorno di Berlusconi. Arma di distrazione di massa

Luciano Granieri


Dunque il governo Monti è arrivato al capolinea. Dopo due ore d’incontro  con il Presidente della Repubblica, il Presidente del consiglio ha annunciato che subito dopo l’approvazione delle leggi di bilancio, necessarie per evitare l’esercizio provvisorio, si dimetterà perché considera le dichiarazioni di Angelino Alfano rese in parlamento, alla stessa stregua di una mozione di sfiducia. E’ evidente la volontà di Mario Monti di non voler cuocere sulla graticola delle mattane di Silvio Berlusconi, né vuole consentire al Pdl di basare  la campagna elettorale sulle ultime battute, lacrime e sangue,  del governo dei tecnici. A questo punto è chiaro che presto si andrà al voto, al più tardi agli inizi del marzo prossimo. Contestualmente alla decisione di Monti, Berlusconi ha ratificato ufficialmente  la sua ennesima candidatura a Presidente del Consiglio alla guida del Popolo delle libertà. I sondaggi disastrosi , una preoccupante mollezza dei suoi sottoposti  nel proporre il quarto grado di giudizio nei processi  che lo riguardano, il rischio concreto che la legge sull’incandidabilità  dei condannati potesse arrivare in porto, ha convinto Berlusconi  a tentare ancora una volta la scalata al governo del Paese.  Anche perché le condizioni  esangui dello stato sociale  offrono la formidabile occasione di impostare la campagne elettorale sulla rabbia della gente, sempre più impoverita dai saccheggi imposti dalla troika e dalla Bce. E’ evidente che il cavaliere punta sulla memoria corta degli elettori,  i quali sicuramente avranno dimenticato  che la lettera della BCE è stata recapitata all’allora ministro di Berlusconi Tremonti e non a Monti , e che il Pdl fino a ieri ha votato tutte le norme che hanno distrutto  lo stato sociale. Chi pensa però che la ridiscesa in campo di Berlusconi e le dimissioni di Monti possano costituire un pericolo per la dittatura del capitale finanziario, prende un grosso abbaglio. Il ritorno del cavaliere  è una manna per banchieri e speculatori finanziari.  Lo spauracchio  Berlusconi ha già allertato i partiti riformisti, anestesisti del conflitto sociale. Contro il signore di Arcore è necessario sin da subito organizzare una  risposta adeguata.  Ovvero l’organizzazione di un fronte più o meno favorevole alle politiche del governo Monti.  E la riposta non può che passare attraverso l’alleanza fra Pd e i centristi. Le farneticazioni di Sel contro il governo dei banchieri , e tutte le altre forze della sinistra, cosiddetta alternativa, che si sono apertamente schierate contro l’agenda della Bce, tacciano perchè ancora una volta il nemico da battere è Berlusconi e non le politiche neo liberiste. E’ una situazione emergenziale simile a scenari conseguenti  ad eventi  traumatici come terremoti e altre sciagure, in cui al sorgere di un’urgenza vitale si  deve derogare  a situazioni già definite per percorrere una strada diversa, immediata, che necessariamente deve stravolgere il percorso pianificato .  In questo caso per combattere il pericolo berlusconiano, Bersani dovrà buttare a mare il risultato delle primarie,  l’alleanza con Vendola  e con il Pdci, e assumere come compagni di lotta i centristi di Casini e finanche  Italia futura di Montezemolo. Già alcuni esponenti Piddini di area teodem  si sono espressi a favore di questo esito  .  La ridiscesa in campo di Berlusconi quindi provocherà un consolidamento del fronte pro Monti, e dunque pro banche, depurando i partiti riformisti  da pericolose fronde contrarie al neo liberismo che pure albergano nel grande garage riformista.  Qualcuno potrà obbiettare che a questo ragionamento manca l’ipotesi che il nano di Arcore possa vincere veramente  le elezioni.  La  relativa tranquillità con cui la finanza internazionale ha appreso la notizia della candidatura di Berlusconi,  è il segno certo che nessun analista finanziario crede in una nuova vittoria del Pdl.  Il susseguirsi degli  scandali,  i casi Ruby, Fiorito, Minetti etc. etc., secondo la finanza internazionale, dovrebbero essere macigni sulla strada della rielezione  di Berlusconi. Ma se il  farlocco popolo italiano, come già in passato più volte dimostrato, si facesse abbindolare ancora una volta dalle stregonerie del presidente del Milan eleggendolo di nuovo a capo del Governo?  Niente paura.  Due o tre giorni di tiro al piccione sulle azioni Fininvest, potrebbero essere sufficienti, come già accaduto a disarcionare il malcapitato cavaliere da Palazzo Chigi,  e sancire, questa volta in maniera quasi irreversibile, lo strapotere del capitale finanziario. Quindi non cadiamo nell’ennesima trappola. L’emergenza Berlusconi  è necessaria al  regime capitalista per disarticolare la rabbia popolare veicolandola  verso il sostegno ad un nuovo falso   paladino della giustizia sociale che non avrà  alcuna possibilità di riaffermarsi .  E’ necessario non  farsi distrarre da nuovi-vecchi nemici, ma continuare la lotta contro il potere capitalista vero e unico responsabile della crisi economica e sociale che sta devastando il paese.




Bologna 6 dicembre, parla il segretario FIOM di Parma Antonella Stasi

Cristiano Antonino

Una Manifestazione surreale, non tanto per partecipazione numerica o per lo spirito dei partecipanti, quanto piuttosto perché avvenuta all'indomani di una vigliaccata in classico stile Cisl : la firma di un accordo separato con Federmeccanica.
Un quadro che meriterebbe una robusta ed orgogliosa reazione di classe, per spiegare allo schiavo cosa si pensa di lui e del padronato.


venerdì 7 dicembre 2012

Regina Bruni, madre di Francesco

Angelino Loffredi


Nella NOTA SCRITTA QUALCHE MESE FA riguardante Francesco Bruni e la madre Regina, ambedue attivi nella Resistenza romana, avevo lamentato la carenza di notizie e l’assoluta mancanza di riscontri proprio nel paese di origine : Ceccano. Era necessario colmare alcuni vuoti e chiarire certe contraddizioni. Ho incominciato a farlo ed ho intenzione di proseguire in questo difficile lavoro di scavo e di ricerca. Fortunatamente attraverso il Museo storico della Resistenza di Roma e grazie alla disponibilità della Dott.ssa Alessia Glielmi è stato possibile allargare la conoscenza sia di Francesco Bruni che della madre Regina. Del primo vengono confermate le notizie già riportate ma ne sono venute fuori altre che arricchiscono il momento storico e il contesto e  su cui ho intenzione di ritornare successivamente perché ritengo ora più importante definire meglio la figura di Regina Bruni.

Dalla documentazione trovata al Museo di via Tasso, busta 15, fascicolo 22, è possibile rilevare il ruolo esercitato nella Resistenza Romana. Prima di tutto la guida di una unità di Giustizia e Libertà comprovata da una dichiarazione rilasciata dal Capo Ufficio della Commissione Laziale Riconoscimenti Partigiani, con tanto di timbro della Presidenza del Consiglio. Nella seduta del 26 giugno 1946, infatti, la Bruni viene riconosciuta Partigiana Combattente dal 8 settembre 1943 al 4 giugno 1944 con ruolo di comandante di squadra nella 1 zona nella formazione del Partito d’Azione. Successivamente, il 31 luglio 1948 il Generale Comandante Territoriale di Roma, E. Frattini  le assegna la Croce al Merito per aver preso parte ad attività partigiane.
Nel dopo guerra troviamo tracce della sua attività nell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, impegnandosi nella Festa della Befana 1947 per raccogliere fondi e offerte per i figli dei caduti e dei mutilati appartenenti a questa organizzazione.
Il 2 giugno 1954, il Presidente della Repubblica, Luigi Einaudi, le conferisce l’onorificenza di Cavaliere al Merito della Repubblica, in quanto componente del Consiglio Laziale dell’Associazione Nazionale Famiglie Italiane dei Martiri caduti per la libertà della Patria e con questo  riconoscimento risulta essere la prima donna  insignita di tale onoreficenza.
Successivamente, il Presidente Giovanni Gronchi, il 2 Giugno 1958 le conferisce il titolo di Ufficiale al merito della Repubblica.

Regina Bruni muore il 25 gennaio del 1959 a soli 58 anni. Il quotidiano socialdemocratico “ La Giustizia “ nel ricordarla con affetto e devoto riconoscimento, la indica come compagna, partigiana e socialista. Ne tratteggia gli aspetti semplici, umani e popolari. Ricorda, inoltre, l’impegno nelle formazioni partigiane di Giustizia e Libertà, assalendo sedi fasciste per asportarne armi, ricoverando nella propria abitazione famiglie di ebrei, ufficiali e cittadini ricercati dalla polizia, partecipando alla difesa di Roma a Porta San Paolo.
Il giornale conclude il suo circostanziato ricordo scrivendo che “ nell’archivio epistolare sono state trovate in questi giorni testimonianze degli aiuti che Ella prodigava agli amici ed ai compagni bisognosi che a Lei ricorrevano sapendo che alla porta di Regina Bruni non si bussava mai invano “

Aver ospitato in casa famiglie di ebrei è confermato da una lettera inviata dalla figlia della Bruni, Loretta Bruni, dell’Ordine Francescano Secolare, nell’aprile 1986, al Rabbino Capo della Comunità Israelitica di Roma, Toaff  di cui riportiamo qualche periodo “ io e mia sorella abbiamo aiutato la nostra defunta madre Regina Bruni, nel 1943 a nascondere nella nostra casa, sita in lungotevere Mellini 10, i membri della famiglia del compianto Zi Marco ( cosi affettuosamente lo chiamavamo): Marco Astrologo, moglie, nipote con la moglie ed un bambino.
Dalle carte trovate risulta che il Rabbino Capo qualche settimana dopo rispose ma la documentazione, purtroppo, è priva  del testo.
Credo che le notizie riportate siano sufficienti per capire di esserci imbattuti in un personaggio che merita di essere conosciuto per suo valore e generosità e per il quale è necessario sviluppare ancora ulteriori ricerche.

Quando ero ggiovine

Laura Jurevich


Quando ero ggiovine e moderatina...
sapevo che i comunisti consideravano la costituzione di uno stato borghese, per l'appunto borghese (e la nostra in fondo pure liberale)
sapevo che i comunisti erano per l'abolizione dello stato di cose presenti e non "mo' la situazione è questa che volemo fa?"
sapevo che i comunisti erano per l'antimperialismo e mo' se la lega scende in piazza per la rivendicazione della padania libera capaci che li definiamo rivoluzioneverde
sapevo che i comunisti erano per la classe operaia che è UNA e non per determinate categorie interclassiste, donne, gay, mo' pure i vegan

sapevo che chi tradiva la classe operaia era un traditore e al soldo del padrone, mo' so "gli alleati"(pd)
sapevo che i comunisti usavano la battaglia delle idee, ora ti dicono che discutere è fare casino
sapevo che i comunisti so' rivoluzionari per definizione e mo' invece i comunisti so' pacifisti per definizione (comeminchiasifa?)
sapevo che i comunisti si basavano sul materialismo storico, sui punti politici (convergenti o divergenti) che avevano una tattica e una (UNA UNICA) strategia, mo' leggo che comunismo è amore, che la gentilezza salverà il mondo, che bisogna volersi tanto bene. 
TI LOVVO bene comune.

sapevo che..

quando ero ggiovine sapevo un sacco di cose e mo' a 40 anni non ci sto a capì più un cazzo e so' pure diventata estremista rimanendo ferma perchè me se so' spostati gli altri! boh.
buonanotte!


Solidarietà con i lavoratori del San Raffaele di Cassino

Oreste della Posta per l'associazione 20 ottobre


Siamo solidali con i lavoratori del San Raffaele di Cassino che stanno vivendo momenti di angoscia per la sorte del loro posto di lavoro.
È inaccettabile che un polo di eccellenza come quello della città Martire, sia messo in discussione.
Ciò è la naturale conseguenza di una politica scellerate della Regione Lazio sul  capitolo sanità, e non solo. La Giunta Polverini ha trovato i soldi per il finanziamento dei partiti ma non quelli per la sanità.  È In accettabile e vergognoso. La Sanità, nel Lazio come in Italia, è stata messa in ginocchio da un governo di centrodestra che la vuole distruggere, che non guarda agli interessi generali. È inaccettabile questo.
Noi crediamo invece in un sanità pubblica che funzioni, che sia resa efficace ed efficiente, senza tutto ciò togliere il sostegno a poli di eccellenza come quello del San Raffaele di Cassino.  Oggi però tutto questo non è possibile perché abbiamo una Giunta Regionale che non governa, che è implosa per ritorsioni nella stessa maggioranza.
Ci auguriamo, e siamo certi, che il prossimo governo sia nazionale sia regionale, sappiano ridare fiato ad una sanità mandata al collasso dalla destra.  

Come la finanza ha rotto il compromesso tra capitalismo e democrazia



giovedì 6 dicembre 2012

Regaliamoci un’isola!


Petizione per la difesa dell’isola Pedonale e la promozione dell’Area Pedonale permanente

Il comitato promotore di “Cambiare #si Può” organizza una raccolta firme per chiedere l’annullamento della sospensione dell’isola pedonale durante il periodo natalizio e chiedere al sindaco e agli assessori competenti quanto segue:
1)    Un impegno ufficiale del sindaco e degli assessori competenti per la realizzazione dell’isola pedonale permanente
2)  Convocare e coinvolgere in un tavolo di confronto  tutte le organizzazioni e le associazioni sensibili al  tema
3   )    Di far partire in via sperimentale un Area pedonale permanente per l’estate 2013.
La realizzazione dell’area pedonale permanente oltre ad essere stato uno dei punti del programma elettorale dell’attuale maggioranza rappresenta un segno di civiltà che allinea la nostra città con le amministrazioni virtuose del resto del paese. Questa iniziativa non vuole essere l’occasione per una  strumentalizzazione politica ma l’occasione per realizzare una delle aspettative dei cittadini di Cassino.

mercoledì 5 dicembre 2012

Apertura di un tavolo istiuzionle con in sindaci per la questione Fiat di Piedimonte San Germano

Per l'associazione 20 ottobre Oreste della Posta


Apprendiamo con soddisfazione l’apertura di un tavolo istiuzionle con in sindaci per la questione Fiat di Piedimonte San Germano.
Riteniamo che quella dalla Fiat sia una questione centrale per la nostra economia. La ciociaria non può fare a meno dello stabilimento ed una sua eventuale chiusura sarebbe in vero dramma sociale ed economico.
Ma dal tavolo  sono comunque emerse delle grosse contraddizioni: ci sono stati gli interventi dell’On. Formisano e del Senatore Tofani che qui hanno gridato allo scandalo, mentre poi in Parlamento hanno votato 43 fiducie al Governo guidato da Mario Monti che, nel marzo scorso così si era espresso sulla vicenda Fiat: “La Fiat è una multinazionale che è libera di investire dove vuole”. Allora questi personaggi devono scegliere: stanno con  lavoratori o difendono la politca economica del Governo che lascia le mani libere alla Fiat?
E poi. Il consigliere regionale Scalia, che si è speso a fovere della firma dell’accordo sindacati-Fiat che ha estromesso la Fiom, solo ora si accorge che il piano Marchionne non era sostenibile con soli 20 milioni di euro?
Riteniamo che la questione Fiat sia centrale e per questo ci auguriamo che il prossimo Governo non sia guidato da Monti o da qualche suo cseguace, ma sia un Esecutivo che metta al centro la questione lavoro. Crediamo che la ricetta giusta sia quella francese. Hollande ha dichiarato il settore automobilistico di interesse nazionale. Lo è anche la Fiat per l’Italia.

Israel’s soldiers and settlers uproot 150 olive trees

 http://occupiedpalestine.wordpress.com


BETHLEHEM, (PIC)– Israeli occupation forces (IOF) and Jewish settlers bulldozed vast tracts of Palestinian farmland in Jaba village to the west of Bethlehem on Monday and destroyed 150 olive trees in the process.
Khaled Mashala, a farmer, said that the soldiers and the settlers uprooted the olive trees then took them away in trucks. He said that the operation was still ongoing in the morning hours.
Meanwhile, IOF troops stormed villages and mountains to the west of Al-Khalil city but no arrests or storming of citizens’ homes were reported.

Province, contro accorpamento Frosinone-Latina: il sindaco beve olio di ricino

 http://www.adnkronos.com


Roma, 5 dic. - (Adnkronos) - Va in scena, nelle vicinanze del Senato, la protesta degli amministratori locali del centro Italia, in particolare di Frosinone, Latina, Chieti, Avellino e Siena. La manifestazione, nata su iniziativa di alcuni comitati e coordinata dal sindaco di Frosinone Nicola Ottaviani, si e' svolta in piazza del Pantheon dove alcune centinaia di giovani dei comitati, sindaci e presidenti di Provincia hanno mostrato striscioni con i nomi delle Province di appartenenza a rischio soppressione con il decreto approvato dal governo. "Giu' le mani dalla Provincia, giu' le mani dalla Provincia", lo slogan ripetuto dai manifestanti insieme a cori: "La Provincia non si tocca, la Provincia non si tocca". 'Armati' di forcine per i capelli gli amministratori locali hanno inscenato una singolare protesta: "Siamo qui con queste forcine - spiega il sindaco di Frosinone - perche' nella storia ci si e' sbarazzati dei grandi dittatori con la rivolta dei forconi, ma in questo caso si tratta di piccoli dittatori e bastano dunque le forcine". I sindaci puntano il dito contro le decisioni sulla soppressione delle Province prese dal governo e contro gli accorpamenti che, secondo gli amministratori, calpestano la democrazia e i territori.
Gli amministratori locali hanno protestato anche sorseggiando simbolicamente olio di ricino: "Lo abbiamo fatto - ha spiegato il sindaco di Frosinone Nicola Ottaviani - perche' durante il Ventennio a colpi di olio di ricino veniva risolte le problematiche della democrazia e sembra che ormai siamo tornati a quei tempi. Il decreto sul riordino delle Province e' in palese violazione con l'articolo 133 della Costituzione che andrebbe rispettata anche da professori universitari, quali sono gli attuali tecnocrati". "La nostra Costituzione - ha continuato - prevede che si possa procedere agli accorpamenti solo su iniziativa dei comuni".
Sulla stessa linea anche il sindaco di Chieti, Umberto Di Primio. "Le popolazioni - ha detto - vengono cosi' violate da una norma voluta da un governo non eletto". Per il primo cittadino vengono dunque violati "il territorio e la democrazia" quindi questo riordino e' "inaccettabile e provoca la chiusura degli uffici periferici determinando poverta' sui territori".
Alla iniziativa hanno partecipato anche i comitati spontanei in difesa delle Province nati in diverse citta'. Una delegazione degli amministratori locali si e' poi recata al Senato per incontrare alcuni parlamentari e far presente le proprie richieste, mentre altri manifestanti stanno aspettando in piazza di sapere l'esito degli incontri.

IL SINDACO S'E' PURGATO!!!!







martedì 4 dicembre 2012

Grazie Zio (Siena-Roma 1-3)


Kansas City 1927

Ammazza come ce se pia gusto a vince.

È nattimo proprio.

Ne metti insieme tre de seguito e te pare subito che nela vita non hai fatto altro. Non consideri piú er pareggio come na cosa possibile. Se quarcuno te nomina la sconfitta reagisci come se te nominassero Marco Columbro. Co lo stupore e na nostargica ironia pe na cosa lontana e mpo fuori luogo.

"Oh che avete fatto a Siena?". " Amo vinto, che cazzo de domande so?" rispondi proprio come se non fossi tu quello che in tre mesi ha preso le sveje dar Bologna o dar Parma.

"Amo vinto, che artro dovevamo fa" replichi mpo supponente.

“Ognuno sta solo sur divano o alo ssadio
Trafitto da tre vittorie consecutive
ed è subito spocchia”.

Poi vabbè, uno se riacchiappa dopo quarche ora, riguardi la classifica, pensi ala prossima, ma ripensi pure a questa, a com’era cominciata.

Cola Cipolla ammaccata accantonata in panchina pe faje riprende mpo de freschezza.

Co Capitan Tretturni all’urtimo degli stessi.

Co Lamela lost in rehabilitation.

Cor Malincosniaco mpo su de giri:
“MAMMA MIA CAPITA’ OGGI ATTACCANTI INSIEME”
“Ma no vabbè è solo na contingenza, poi comunque te fai più er falso treqquartis...”
“OGGI ATTACCANTI INSIEME”
“Ma forse nominalmente, ma poi o sai succedeno tante de quele cose su un campo de cal..”
“ATTACCANTI INSIEME”
“Io ancora non ho capito se tu me ascolti quando parlo, lo sai?”
“INSIEME”
“Sì, sei attaccante, te chiamavano Batistuta vabbè?”
“BATIBATIBATIBATINSIEMEEEEE!”

Co la Cosa greca sardamente riradicata ar centro der campo. Mpo più concentrata der solito, forse, mpo meno rocciosa, forse, comunque lenta.

Co la Catechesi Dela Saudade sempre presente ar centro dela difesa.

Epperò se sa come so sti catechisti, gente pronta ar dialogo, a scambià na parola e a porge l’artra guancia, poi quando te capita uno che parla a lingua tua che fai gnoo dici un mezzo “Bom dia!” gnoo chiedi un “Como vai?” nte introduci co un “Eu sou o Tiramolla de deus?” e na vorta che hai smartito i convenevoli che fai, porca de quella puttana, non fai iscrive pure sto portoghese ar club de quelli che hanno fatto quarcosa pe la prima vorta contro de noi?

Ecco, tal Neto sarta, incapoccia bene, fa er primo e presumibirmente urtimo gò dela vita sua in Italia, ringrazia co un “Obrigado catequistas, muito prazer!” e noi stamo sotto.

Un ancestrale macheccojoni se propaga e rimbarza in tutto er centritalia Siena-Roma a/r

Ercapitano prova subito a mettece na pezza co na pezza ma Pegolo, er nano reattivo, richiamando a sè la forza dei suoi avi Paralo, Pialo e Devialo, ce mette na mano e forse ce la rimette pure, ma riesce nse sa come a non fa entrà uno de quei tiri Capitani che parono fatti apposta pe procurà diffuse lesioni ossee.

“Vabbè dai a sto giro almeno nce rimontano” provano a lenire i meno scojonati.
“Manfatti sì, so queste le soddisfazioni daa vita” replicano i più co quela punta de sarcasmo che è nattimo che sconfina nela violenza aggravata.

Er primo tempo se ne va senza nsegnale de vita, e le prime pubblicità de panettoni che girano nela pausa ce fanno ricordà che a noi ce tocca sempre e comunque lo stesso: er Maina Gioia.

Che poi stamo a perde co Serse Cosmi, allenatore romanista tradizionarmente uso e abuso a vince co noi e perde co la Lazio, gnente de novo insomma, ma soprattutto stamo a perde cor Siena meno provinciale e pregno de agonismo che palio ricordi.

Perché uno dei tanti nostri problemi, è che noi l'agonismo dele provinciali l'amo sempre patito na cifra, roba che l'abolizione dele province l'amo chiesta noi apposta proprio pe non giocà più co le provinciali, e però, nonostante er Siena stia a giocà co la supponenza de na metropolitana, stamo a perde lo stesso.

Ce viene pure er dubbio che er Siena sia, più semplicemente, na squadra scarsa, non come er Pescara, comunque scarsa, e ciononostante stamo a perde lo stesso.

Poi ce se aggiunge er dubbio che la Cosa e er Lucido, Taccidis e Bradley, qualora giocassero sempre come stanno a giocà mo, ner Siena giocherebbero più a fatica che nela Roma, e quarcosa cominciamo a spiegasse.

Ce vorebbe zio, pensamo.

Subito se rifiutamo de pensà de avello pensato, perché noi semo i globe trotter der globeinfame, noi famo casting de giocatori in ogni angolo terraqueo, non potemo manco pe un secondo permettese de pensà d’avecce bisogno den calabrese brokenloved (questa ariva tardi ma poi ariva).

Ner mentre l'inerzia diventa un cavallo scosso giallorosso che in curva, all'improvviso, comincia a rigà dritto e a puntà er traguardo.

E siccome la Roma è na fede e la fede è mistero, c’è poco da capì ner momento in cui l’urtimo diventa primo, ner momento in cui cioè la Cosa fa la cosa giusta.
Accade quando du grosse recchie in debito d'ossigeno tagliano l'aria in area, e siccome Taccidis de debito ce capisce più de tutti, pe sdebitasse co noi che stamo sur precipizio greco ma grechi nun semo, scucchiaia na chilomba sull'ermetto de quer sordato innamorato che scavarca la trincea. Sturmentruppen Florenzi riceve e fa na torre angela gaia bella e monaca, na torre de sapienza, na torre che pare fatta da tre teste, na tor vergata de lustro pe Destro, che de capoccia pungola, spigola Pegolo, infine gongola.
Unauno co gò dell'ex, er loro però, che esurta proprio come se non je ne fregasse un cazzo degli ex, e proprio come uno che de tante esurtanze ha scerto una dele più contronatura, e dopo avé sodomizzato la bandierina de Pescara, diventa seriale e possiede pure quella della tartuca.

Ce vorebbe comunque zio, pensamo.

No vabbè dopo er gó non lo pensamo, peró mo ce serve nattimo come espediente narativo, ncacate er cazzo.

Che poi è proprio quello che pensa er Santone quanno se guarda intorno. “Fosse pe me li farei schioppà tutti fino ala fine, se proprio devo fa un cambio o faccio come espediente narativo, co uno già spompato. Ce vole o zio”. Er mossiere boemo chiude l’occhi in segno d’assenso e de sonno, zio Perotta sgama, esce dai canapi e imbocca.

Zio Perotta la prima palla la sbaja, così, pe non esse da meno dei colleghi amici e nemici che non so campioni der monnonfame come lui.

Er problema è che un tempo avremmo detto che la sbajava perché pur essendo er pormone d’acciaio, i piedi so sempre stati fucilati. E però mo, tanto è l’imbarbarimento e tale è la perdita d’identità der settore che fu suo, che se sbaja ce pare quasi che lo faccia apposta.

E poi sarà l'età, sarà la postura, sarà la corsa antica, sarà la frenesia dei movimenti desueti, ma co tutti sti pischelli no zio, all'improvviso, ce pare la morte nostra.

Quanto è importante no zio nell'economia de na famìa, eh?

No zio aiuta, consìa, rassicura, racconta aneddoti, te dà spesso na specie de paghetta e mediamente non rompe li cojoni. No zio, pure se non lo vedi mai, sai che se serve ce sta, perché lui sa che pure se lo vedi poco je voi nsacco de bene, anzi, sa che je voi nsacco de bene proprio perché lo vedi poco.

No zio o devi sapé dosà.

E quando dala caciara de cavalli che maldestri scarciano sbuca na palla che rotola, la Contrada delo Zio celebra la vittoria dell'usato sicuro, arma er frustino e de interno zoccolo tira.

So questi i momenti che un regista forte forte ce farebbe mille primi piani rallentati, co le facce de tutti che guardano tutto e piano piano se deformano, co le bocche che se aprono, gli occhi che se dilatano, i culi che se stringono, i peli che se rizzano, i difensori ostili che capiscono che è quello l'happy end e i nipoti delo zio che se dicono "guarda sto vecchio che bucio de culo noi è nora che ce stamo a provà e nce riuscimo". Incivettita da tutti sti guardoni che se la spizzano, la palla rotola piano verso nangolo de monnonfame de cui er più improbabile collezionatore de maje ssoriche è comunque campione. E siccome je piace esse osservata, quella sculetta dorce, non ariva mai, esita più lenta de ogni moviola, più ritardante den preservativo che funziona, ma poi, pronta pe na puntata de Sfide e pe facce finarmente fa all'ammore, ridendo s'ensacca.

Succede così che noi, tifosi dela Roma tarmente rotti a ogni emozione da non provanne quasi più, s'arzamo dai divani come non s'arzamo pe un gò ormai da anni. Ed è lì, ar centro esatto der salotto, che co le braccia ar lampadario e le pupille timbrate Sky, se guardamo ebeti e realizzamo: c'ha fatto arzà lo Zio. Grazie Zio.

Zio Perotta che core senza mani ale recchie, ciucci in bocca, bandierine sventrate, passi de capoeira o zompi dell'anduja. Zio Perotta che core come quanno se segnava e nce se capiva più gnente. Zio Perotta che esurta e pare che piagne. Noi che esurtamo e paremo felici, senza rabbia, come nce capita mai. Carcio antico vecchie maniere.

Insomma, Zio Perotta come Artafini, Zio Perotta che fa er gò dell’ex, ner senso che co noi non doveva giocà più. Zio Perotta che squadra er Santone e in calabrese pensa: “chi de ruga ferisce, de ruga perisce, o comunque scula”. Duauno pe noi.

A quer punto er fortino Cosmico se deve aprí pe forza, deve in quarche modo provacce, se deve scoprí, a esse furbi, proprio a fa quelli na cifra sgamati, se potrebbe ipotizzà non solo de non fasse fregà come ar solito nostro ar novantesimo, ma addirittura de approfittà der fatto che i penultimi in classifica stanno all'arembaggio e co no squarcio de 30 metri aperto tra difesa e centrocampo. Proprio a esse cinici cinici eh.

Er Malincosniaco, uno che gne se po nasconne niente, fiuta l'occasione dela vita.
"NAMO A CHIUDE CAPITA', CONTROPIEDE INSIEME"
"Ma no dai, tuttosommato ncè  bisogno, tenemo palla, gestimo a situazione, nfamo sciocchezze"
"CAPITA' CONTROPIEDE INSIEME"
"A parte che anche se fosse non è ninsieme de due, n'è na cosa esclusiva o in quarche modo intima, vedi? c'è pure Destro che accore"
"CONTROPIEDE INSIEME"
"Non pensà sempre e solo a noi, essi er cambiamento che vuoi vedè ner monnonfame, vivi er giorno come se fosse na giostra miracolosa, leva lo sguardo e magari levate pure te"
"INSIEME"
"Gli insiemi, con le loro operazioni e relazioni, possono essere rappresentati graficamente con i diagrammi di Eulero-Venn"

Bosnia Capoccia, tramortito ner core dai freddi tecnicismi, strappato ar sogno de finalizzà n'azione Capitana, ritorna sula tera e vede che su sta tera c'è un Destro pronto cor sinistro. Palla in mezzo, sogno de unione de fatto archiviato, Dexter puntuale, gó, bandierina incinta, rimonta completata, partita chiusa, amo vinto, nce se crede e nce se tiene, se scarmanamo e se piamo a pizze, e imbarsamati ner delay emotivo, ce score davanti Destro che esurta ma tutti continuamo a dí "PEROTTA! HA SEGNATO PEROTTA!" e se pure quello ce risponnesse “Aò so Destro!” noi je risponneremmo “SI’ SI’ SIMO’ O SAPEMO CHE SEI DESTRO, BRAVO SIMO’, C’HAI PURE SEGNATO CO QUER PIEDE, e poi ho voluto più bene a te che.... uguale!”.

Annamo avanti cosí pe dodici ore circa.

La sera a cena te chiedono er parmigiano e tu: "PEROTTA, HA SEGNATO PEROTTA".

Quando Bersani vince, quando Renzi perde, se stupimo che nce sia nopinionista a dì  “PEROTTA, HA SEGNATO PEROTTA!”.

La notte quando t'arzi pe piscià "perotta, ha segnato perotta"

Poi ce dormi su, te sogni Perotta, te svegli, e finarmente razionalizzi e te ricordi la cosa più importante.

HA SEGNATO PEROTTA!

MULTISERVIZI ENTE DI DIRITTO PUBBLICO

Luciano Granieri, Collettivo Ciociaro Anticapitalista


Sabato scorso i lavoratori della ex Multiservizi di Frosinone hanno dovuto interrompere l’occupazione della sala consiliare, fatti sgombrare dal sindaco Ottaviani con  l’intervento delle forze dell’ordine. Ormai per loro il tempo è scaduto. E’ scandaloso che   una amministrazione  non riesca a assicurare lavoro in un settore, come la cura del territorio urbano, che è servizio fondamentale per le città.  Le soluzioni, dopo rimpalli rinvii, scambi di accuse fra centro destra e centro sinistra, dalla Provincia, passando per Alatri, fino  a Frosinone, hanno causato sconforto fra i lavoratori. La scelta dell’attuale giunta di centrodestra è la privatizzazione, con l’obbligo alle ditte che si aggiudicheranno l’appalto di servirsi di alcuni lavoratori della Multiservizi, con quali mansioni, e con quali retribuzioni è facile immaginare. La proposta del centro sinistra è quella di proseguire nella costituzione di un'altra società in house, iter già avviato dalla giunta precedente, che possa rilevare i lavoratori della Multiservizi,   con retribuzioni inferiori e meno tutele. A queste si aggiunge una terza soluzione, che da questo blog invochiamo da tempo  e che la Corte dei Conti ha suggerito come la migliore, cioè  quella dell’assunzione diretta dei lavoratori da parte del comune. Non si capisce perché nei due documenti redatti dai giudici contabili, né i consulenti del centro sinistra, né quelli del centro destra riescono a leggere il capoverso, indicato chiaramente,  che suggerisce l’internalizzazione. Sarà incompetenza, o qualcosa d’altro, non è dato saperlo.  Se si fa notare che questa posizione è figlia di una mancata volontà politica   da parte di entrambi gli schieramenti, amministratori vecchi e nuovi si offendono. Ad un analisi più approfondita però, penso che la stessa ripubblicizzazione della Multiservizi sia una soluzione insufficiente .  Infatti il ritorno alla gestione pubblica, assicurerebbe senza dubbio migliori garanzie e  tutele per i lavoratori, ma non scongiurerebbe i rischi di una amministrazione dissennata. Spesso si accusa l’ente pubblico  di essere poco attento agli sprechi, di alimentare corruttele ed assicurare privilegi per consentire ai vari amministratori di mantenere il proprio bacino elettorale, provocando il dissesto del settore amministrato. In tutta sincerità  anche intorno alla Multiservizi , nonostante il fallimento sia stato causato chiaramente  dal  foraggiamento abnorme  di un nutrito stuolo di manager, si sono alimentati sospetti di assunzioni facili per alcuni addetti amici, di trattative con i sindacati per favorire certi  iscritti piuttosto che altri. La veridicità di queste voci non interessa. So per certo che nella Multiservizi c’è gente che lavora sodo e assicura servizi essenziali . Ciò che è importante rimarcare è che spesso per i motivi già citati  anche le società pubbliche falliscono,  innescando così il processo di privatizzazione. E’ già  accaduto alla  AMT , l’azienda dei trasporti  pubblici di Genova, che dopo  essere tornata di proprietà del comune grazie alla lotta di lavoratori e cittadini, oggi è in dissesto finanziario e il sindaco Doria, sicuramente non un pericoloso neo liberista, né sta ritentando la privatizzazione.  La soluzione ideale  in grado di assicurare un erogazione di qualità dei servizi e la tutela dei lavoratori è “L’ENTE DI DIRITTO PUBBLICO”.  Ovvero la forma societaria propria  dell’Azienda Speciale Acqua Bene Comune di Napoli. La forma  “Ente di diritto pubblico”, nasce dalla consapevolezza che in tutto il mondo le più recenti trasformazioni del diritto hanno prodotto l’emersione a livello costituzionale, normativo, giurisprudenziale e di politica del diritto della  categoria  dei  beni  comuni,  ossia  delle  cose  che  esprimono  utilità  funzionali all’esercizio dei diritti fondamentali, nonché al libero sviluppo della persona e che vanno preservate anche nell’interesse delle generazioni future.  Come non considerare la cura della città  e dei suoi abitanti un’attività  utile e funzionale all’esercizio dei diritti fondamentali e al libero sviluppo della persona?  I  primi ad avere interesse che un’azienda  sia efficiente sono i clienti a cui si rivolgono i servizi e i lavoratori che questi servizi assicurano. Dunque la presenza nel consiglio di amministrazione di una rappresentanza di clienti e una di lavoratori sarebbe sufficiente garanzia di qualità e trasparenza.  Nella fattispecie della “MULTISERVIZI ENTE DI DIRITTO PUBBLICO”,  ad affiancare gli amministratori pubblici nel governo dell’ente dovrebbe figurare un “CONSIGLIO DI GESTIONE PARTECIPATO” composto da una rappresentanza di cittadini e da una rappresentanza di lavoratori. Il consiglio di gestione dovrebbe essere in grado di suggerire il piano industriale, indicando  dove e come investire i fondi, suggerendo le migliori modalità di intervento. Le maestranze che ogni giorno svolgono le attività sul territorio sicuramente avranno le competenze necessarie per individuare le soluzioni gestionali  migliori, magari affiancati da   esperti scelti da loro stessi. Al  Consiglio di gestione partecipato  spetterebbero inoltre funzioni di controllo sulla corretta erogazione del servizio vigilando e intervenendo su eventuali sprechi e dinamiche poco trasparenti. Dunque per una soluzione definitiva e efficace della questione Multiservizi, bisogna superare il concetto di gestione pubblica e assumere invece quello di gestione partecipata.  La solidità di un ente che eroga servizi ai cittadini, grazie all’opera di lavoratori competenti, è assicurata proprio dalla gestione  comune di cittadini e lavoratori.  E’ evidente che se è mancata la volontà politica di pubblcizzare la Multiservizi, sicuramente una gestione partecipata di cittadini e lavoratori è da evitare come la peste, per gli  attuali membri del consiglio cittadino, sia di maggioranza che di opposizione. Eppure a Napoli l’operazione è riuscita. Sarebbe il caso di provare anche per la Multiservizi ma  è chiaro che questa lotta non deve rimanere esclusivamente sulle spalle dei lavoratori, ma deve avere l’appoggio di tutta la cittadinanza, altrimenti sarà  una battaglia persa. Sarebbe una sconfitta non solo per gli addetti della Mutiservizi ma anche per la coscienza civile dei cittadini di Frosinone. 


Richiesta Istituzione Tavolo Provinciale permanente sull'Edilizia Scolastica.



Alla c.a. del Presidente della Provincia

On. Antonello Iannarilli
Fax 0775/219330

P.c. all'Ufficio Scolastico Regionale per il Lazio-Ambito territoriale di Frosinone
Fax 0775/292984

OGGETTO: Richiesta Istituzione Tavolo Provinciale permanente sull'Edilizia Scolastica

La messa in sicurezza e la qualità degli edifici scolastici della provincia di Frosinone resta una delle questioni che troppe volte rendono inefficiente l'offerta formativa del nostro territorio. Le organizzazioni firmatarie di questa lettera ritengono prioritaria l'istituzione del più volte richiesto Tavolo permanente sull'edilizia scolastica per monitorare costantemente la situazione degli istituti scolastici e rispondere alle segnalazioni che arrivano da studenti, docenti, genitori, personale ata e dirigenti scolastici.
Riteniamo, pertanto, che a comporre il Tavolo permanente sull'edilizia scolastica debbano essere:
l'Amministrazione provinciale, la Consulta Provinciale degli Studenti, l'USR per il Lazio - Ambito territoriale di Frosinone, l'ANCI, le organizzazioni sindacali, le organizzazioni studentesche e le associazioni dei genitori operative sul territorio provinciale.

Certi di un Suo immediato e positivo riscontro, porgiamo distinti saluti.

Rete degli Studenti Medi.Il Sindacato Studentesco-di Frosinone
FLC-CGIL di Frosinone
CISL Scuola di Frosinone
UIL Scuola di Frosinone
Federazione Gilda Unams di Frosinone
SNALS CONFALS di Frosinone
Legambiente di Frosinone