Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

domenica 20 giugno 2021

Gli strani consiglieri del Presidente Draghi

 Luciano Granieri



Quando la presidentissima Ue Ursula Von Der Leyen  giungerà in Italia per verificare la corretta allocazione delle risorse dei Recovery Fund, il capo del governo Mario Draghi si farà trovare pronto a dimostrare, come neanche mezzo euro del PNRR verrà speso male, cioè al di fuori della logica per cui tutto deve andare alla grande impresa, ai grandi possessori di capitali e alle multinazionali. 

Ce lo chiede l’Europa, ce lo chiede  l’ordoliberismo imperante. A tale scopo l’ex presidente della BCE presenterà alla Von Der Layen l’ultima sua trovata. Una task force denominata Nucleo tecnico per il coordinamento della politica economica” sarà questo organismo a decidere come spendere l’elemosina in arrivo dalla UE. Il nucleo è compostda cinque “migliori” e non poteva essere diversamente. Chi sono costoro? Carlo Cambini, Francesco Filippucci, Marco Percoco, Riccardo Puglisi e Carlo Stagnaro. Una sorta di “Fabolous Five” ultraliberista che considera lo Stato come un impiccio, utile solo quando deve caricare su tutti i contribuenti le perdite causate dalle scorribande dei cosiddetti capitani coraggiosi privati

A tale scopo giova approfondire almeno la conoscenza degli ultimi due. 

Riccardo Puglisi, professore associato all’università di Pavia. Sostenne, durante la prima ondata pandemica, che era un errore calmierare il prezzo delle mascherine, allora arrivate a costare uno sproposito,  era un insulto al libero mercato. Altra sua convinzione era che le scuole avrebbero potuto aprire subito se solo ci fosse stata la possibilità di mettere i professori in cassa integrazione. 

Carlo Stagnaro, fondatore e direttore dell'istituto di ricerche e studi Bruno Leoni, noto think tank della destra neo liberale, la cui sottodenominazione recita: “Idee per il libero mercato”. La mission è: “Dare il contributo alla cultura politica italiana, affinchè siano meglio compresi il ruolo della libertà e dell’iniziativa privata, fondamentali per una società davvero prospera e aperta”. 

Ancora più illuminanti alcune sue dichiarazioni sprezzanti sul referendum per l’acqua pubblica nel decennale della vittoria referendaria: “In questi dieci anni non c’è stato spazio per un’operazione verità sul reale contenuto dei quesiti (referendari) e sull’ingannevolezza retorica che li ha circondati e animati e che ha fatto letteralmente deragliare il dibattito pubblico. Sarebbe sbagliato dire che il populismo è nato in quelle giornate di giugno, ma i referendum sull’acqua ne hanno rappresentato una poderosa prova di forza” 

In relazione alla crisi climatica, oltre a dileggiare Greta Thumberg, definita una liceale priva di ogni modestia intellettuale, il nostro sostiene che: “Le basi scientifiche del global warming sono ancora controverse e gli effetti dell’attività umana sul clima sono motivo di accesi dibattiti. L’organismo preposto ad informare e consigliare i governi sulle politiche climatiche (l’IPCC) si è dimostrato parziale e tendenzioso”. C’è da aggiungere che l’istituto Leoni ha aderito alla Cooler Heads Coalition, una coalizione internazionale dedita esclusivamente ad affermare e promuovere il negazionismo climatico. 

Infine non va sottaciuto che il buon Stagnaro, nel 2003, ha dato alle stampe un libro dal titolo: “Una società armata è una società libera” con tanto di citazione di Hitler in aperura, in cui si rivendica il sacrosanto diritto privato di possedere armi senza alcun controllo da parte dello Stato. 

Dunque a questi signori sarà affidato il compito di allocare le poche risorse che arriveranno dall’Europa. Non è un caso che nel PNRR è inserita la privatizzazione della distribuzione idrica anche al sud, il finanziamento di nuovi armamenti. 

L’ex ministro per il Sud del Pd, Giuseppe Provenzano, ha avuto un sussulto di protesta alla nomina dei "Fab Five", contestando un sbilanciamento un tantino liberista. Sussulto subito rientrato,  bacchettato dal suo segretario Letta, perchè giudicato inopportuno, lesivo della totale e piena adesione al governo dei “migliori”. In fin dei conti, è questo il ragionamento, in un governo che va da LeU alla Lega, bisognerà pure accettare qualche intemperanza padronale. Ma in cambio di che? Di nulla. 

Questo esecutivo ha esordito con un condono, prassi di vecchia memoria berlusconiana, ha proseguito con la prossima abolizione dei limiti ai subappalti, in un contesto in cui i macchinari impegnati nelle fabbriche e nei cantieri vengono trasformati in strumenti di morte perchè, in nome dell’abbattimento dei tempi di produzione per conseguire maggior profitto, ne vengono manomessi i sistemi di sicurezza. 

Sta supportando la più grande operazione di schiavizzazione dei lavoratori. Lo sblocco dei licenziamenti significa esattamente questo. Il via libera alla crudele alienazione di persone  assunte a tempo indeterminato, quelle che hanno sostenuto la produzione durante la pandemia, per sostituirle con nuovi schiavi, precari, interinali senza diritti e con paghe da fame. 

Tutto ciò già sta accadendo grazie alle aziende apripista attive nella logistica. La Sda ha licenziato 360 lavoratori a tempo indeterminato a Carpiano, vicino Milano, e ne assunti 400 a tempo determinato. La stessa operazione è stata messa in piedi dalla Fedex-TNT. In questo quadro s’inserisce il licenziamento di 274 addetti del sito di Piacenza di prossima chiusura. Qui il picchetto dei lavoratori organizzato dai sindacati di base per difendere la loro occupazione, è stato assaltato a bastonate da picchiatori della vigilanza privata, assoldati, pare, dalla locale camera del lavoro (dai grandi sindacati, quindi, non dai padroni). E’ forse questa la collaborazione promessa a Draghi da CGIL, CISL e UIL

E non c’è da stupirsi se, mentre governano i “migliori”, un sindacalista del Si Cobas, Adil Belakhdim, viene ucciso da un camionista che forza il blocco organizzato dai lavoratori della logistica davanti alla Lidl di Biandrate, nel novarese, per contestare il far west dei diritti nel comparto, e il pestaggio di Piacenza. Così come non c’è da stupirsi che le reazioni di condanna e protesta all'assassinio di Adil, a parte quelle organizzate dai sindacati di base, si siano state quasi impalpabili

In altri tempi l’Italia sarebbe stata bloccata da un conflitto, duro, lungo, organizzato, altro che manifestazioni da scampagnata, il cui massimo atto di protesta è agitare una bandiera mentre si addenta un panino con la mortadella.

Ma, si sa, oggi ci guida un tecnico illuminato, guai a contraddirlo. Si è sempre invocato il governo tecnico per salvare l’Italia. Ma quale Italia? Ormai dovrebbe essere chiaro che il governo tecnico è sempre il governo dei banchieri, chiamati a salvaguardare l’interesse degli speculatori finanziari e delle grandi imprese multinazionali quando, per svariate cause, esogene o endogene, gli esecutori politici diventano inadeguati. 

E ciò dovrebbe essere chiaro proprio a quelle formazioni riformiste, o sedicenti di sinistra, che supportano Draghi, in nome di una unità che non è nazionale ma liberista. Personalmente non ho a cuore le sorti del Pd e del pulviscolo diasporato alla sua sinistra, ma mi sento di dire che,  se l’appoggio al governo Monti è stato deleterio, provocando la debacle elettorale,  partorendo il cancro renziano, e gli inconcludenti 5 stelle, l’endorsement all’esecutivo Draghi sarà quasi letale e consegnerà il paese a Salvini, Meloni e Bonomi.

Meditate riformisti, meditate.