Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

sabato 5 ottobre 2013

Migrantes

Luciano Granieri


Non solo Lampedusa. Guerre e povertà, imposte da una dittatura criminale e diffusa, quella del liberismo, provocano milioni di vittime e profughi  sparsi dalla Grecia al Libano alla stessa Tunisia. Da Sabra e Chatila a Beirut , va in scena l’insostenibile dramma della disperazione. Gente che fugge dalla miseria e dal rischio di soccombere definitivamente. Intere società cercano di trovare riparo allo sterminio di un regime per cui la dignità è solo un costo, la povertà è un effetto collaterale se non proprio una colpa. Questa è la non civiltà.  Si globalizzano i capitali, ma anche disperazione, precarietà e indifferenza alla sofferenza, mentre si alzano i muri e si armano eserciti per bloccare l’esodo delle vittime che cercano brandelli di vita, proprio in quei paesi responsabili del loro dramma . Se i fondi messi a disposizione dall’Unione Europea in favore dei paesi di frontiera come il nostro, vengono utilizzati esclusivamente per finanziare respingimenti e rimpatri,  senza pianificare uno straccio di politica di accoglienza,  non ci si può lamentare per  la latitanza dell’Europa. Se degli innumerevoli trattati stipulati fra le nazioni occidentali si esige il rispetto ferreo   solo di quelli economici, non si può scaricare ad altri la colpa dei genocidi che avvengono nel mediterraneo, ma anche sulle coste dei paesi dai quali partono i barconi della disperazione,    e  su tanti troppi campi profughi e lager sparsi per tutto il mondo.



Foto degli operatori di "Operazione Colomba"
Brano: "Migrantes" della Casa del Vento

venerdì 4 ottobre 2013

A casa loro

Luciano Granieri

 Bisogna che stiano bene a casa loro. Questo è il mantra che viene ripetuto ogni volta che si parla di immigrazione. E’ la parola d’ordine leghista. Bisogna farli stare bene a casa loro, ma nel frattempo che ciò si realizzi  è meglio  respingerli,  denunciare per favoreggiamento al reato di immigrazione clandestina tutti coloro che si azzardano a soccorrere i naufraghi dei viaggi della disperazione. I pescatori e i soccorritori dei superstiti del barcone, affondato a poche miglia dalla costa di Lampedusa, portandosi in fondo al mare il suo carico di morte, rischiano di essere incriminati e subire il sequestro dei loro natanti. 

Devono stare bene a casa loro. Ma cosa si dovrebbe fare per  farli stare bene a casa loro?  Fomentare sanguinose guerre civili come in Siria, per destabilizzare un paese che altrimenti darebbe noia a stati amici come Israele, la quale tranquillamente continua ad occupare le alture siriane del Golan con il supporto degli Stati Uniti? 

Oppure farli stare bene a casa loro significa  ignorare la sanguinaria ventennale  dittatura di Isaias Afewerki in Eritrea  dove torture, detenzioni arbitrarie, severe restrizioni della libertà di stampa e di culto, non contano niente di fronte all’ingente volume d’affari che il nostro Paese ha con Asmara. Nel biennio 2011-2012 siamo stati il terzo partner commerciale più importante dell’Eritrea. Qui vengono cucite le  camice di Armani   sfruttando i lavoratori vessati dalla dittatura.

Forse per farli stare bene  a casa loro bisognerebbe  continuare a depredare le loro ricchezze,  alimentando una disumana violenza per l’accaparramento, ad esempio,  dei diamanti in Sierra Leone o l’uranio in Niger.  Subire continuamente gli effetti delle guerre, che noi chiamiamo umanitarie, con ampio uso di fosforo bianco, necessarie a proteggere oleodotti e risorse energetiche non certo utili a loro, ma a noi abitanti del cosiddetto primo mondo, pensate possa farli stare bene? 

Assumere pomposamente impegni finanziari per aiutare i paesi del sud del mondo,  ad ogni G8 o G20 che sia,  per  lavarsi la coscienza e poi tagliare ogni anno dai  bilanci degli Stati i fondi per la cooperazione internazionale pensate possa far sentire   realizzate  queste popolazioni inducendole a restare a casa loro? 

Tutto questo e molto altro ancora la comunità internazionale fa per  agevolare la prosperità in Africa e nell’area mediorientale. Ma a quanto sembra tali   azioni, poste in essere ad esclusivo vantaggio degli imperialismi più o meno sviluppati di Europa e America,  delle multinazionali, delle lobby capitalistico finanziarie, che considerano la povertà una colpa,   la dignità umana un onere insostenibile, sortiscono l’effetto contrario, per cui questi a casa loro muoiono di fame e di guerra. 

E per fuggire dalla fame a dalla guerra    si imbarcano  su carrette del mare alla mercè di scafisti senza scrupoli, andando spesso, purtroppo,  a popolare quello sterminato cimitero marino che è il bacino del Mediterraneo. 

Si diano pace i leghisti, non siamo in grado di farli stare bene a casa loro, e forse neanche ci interessa. Non si diano pena i fautori del “bene a casa loro”, i migranti in Italia non vorrebbero più venire, in effetti siamo anche noi un paese del terzo mondo, non è un caso che organizzazioni umanitarie come Save the Children ed Emergency comincino  ad occuparsi dei nostri bambini che muoiono  pure  loro, nell’Italia civilizzata,   di fame e di stenti. I migranti, vorrebbero raggiungere il nord Europa, ma purtroppo per arrivare a destinazione devono passare da Lampedusa. 

E   poi perché dovremmo farli stare bene a casa loro? Perché abbiamo veramente a cuore la loro dignità di persone umane o perché se stanno bene a casa   loro non vengono a disturbare noi cittadini da terzo mondo illusi di abitare il primo mondo civilizzato? 

Finiamola con i soliti luoghi comuni e con le diatribe da teatrino della politica! L’unica cosa che potremmo fare è vergognarci , come ha detto Papa  Francesco . Per rimanere in tema  di citazioni ecclesiastiche bene ha detto l’abate di Montecassino Don Pietro Vittorelli, prima di lasciare l’incarico. Nel corso di un convegno sull’accoglienza dei rifugiati politici, l’ex abate affermò che fino a quando movimenti xenofobi continueranno a sedere nei parlamenti delle nazioni europee, difficilmente si potrà risolvere il problema dell’accoglienza, e aggiungo io fino a quando il potere capitalistico finanziario esercitato dall’ 1% della popolazione   che possiede e sfrutta il 50% delle risorse globali, continuerà a tessere la sua tela di morte, stragi come quella   di Lampedusa continueranno a ripetersi senza soluzione di continuità.

I costi disumani del rifiuto

Lunaria: fonte http://www.sbilanciamoci.info/

È uno spettacolo cinico e crudele quello che si sta consumando sulle salme dei morti a Lampedusa. Il Governo intervenga subito modificando le norme che regolano le politiche migratorie e chieda all’Europa di aprire un corridoio umanitario
Per ora sono 111 ma il numero delle persone morte nell’ennesimo naufragio avvenuto sulle coste di Lampedusa è destinato a salire. La retorica dell’indignazione prosegue senza che niente venga fatto concretamente per porre fine alle stragi dei migranti nel Mediterraneo. La verità è che non abbiamo più parole. Cosa potremmo dire ai familiari delle donne, degli uomini e dei bambini morti in un mare che ormai è diventato un inferno a cielo aperto? Niente, niente di utile. Perché le denunce di quanto succede nel mar Mediterraneo e nel canale di Sicilia non si contano più. Perché le richieste alle istituzioni nazionali e comunitarie di modificare le politiche migratorie sono state continue, infinite ma inascoltate. Perché gli appelli, i documenti, i rapporti, le manifestazioni che abbiamo prodotto e organizzato in questi anni si sono dissolti nell’indifferenza e nell’ipocrisia e non hanno impedito che nel canale di Sicilia continuassero a morire donne, uomini e bambini.
La caccia ai trafficanti e agli scafisti è una farsa: trafficanti e scafisti esistono e continueranno ad esserci sino a quando non sarà possibile raggiungere l’Europa viaggiando su una nave di linea o su un aereo. Così come i profughi provenienti da paesi in conflitto non potranno avere la sicurezza di trovare un rifugio sicuro senza l’apertura tempestiva di corridoi umanitari che li proteggano.
Torniamo a ripeterlo: sono le politiche del rifiuto e dei respingimenti a causare la morte di migliaia di persone e i Governi Europei sono i veri responsabili. Sono le politiche disumane che hanno reso e rendono i naufragi di migranti “ordinarie” e “normali”. Il Governo intervenga subito modificando le norme che regolano le politiche migratorie e chiedendo all’Europa di aprire un corridoio umanitario. Tutto il resto è spettacolo, uno spettacolo cinico e crudele.

giovedì 3 ottobre 2013

Ciò che accade veramente a Lampedusa

  Riportiamo la testimonianza di Linda Barocci che a #Lampedusa ci vive. fonte Informare per resistere

«INDIGNAZIONE!!!! Informatevi bene su ciò che succede a Lampedusa. Non limitatevi ad ascoltare le notizie in modo superficiale! Al tg comunicano un naufragio causato da un incendio e più di 500 persone in mare che stanno lottando per la sopravvivenza! Ma perché il mare e' pieno di persone che devono essere salvate e la guardia costiera dopo innumerevoli chiamate arriva solo un'ora dopo ? Perche' tutto ciò succede sotto costa e i soccorsi non arrivano? Hanno mezzi sofisticatissimi per individuare barche miglia e miglia dalla costa e non riescono a vedere un incendio e correre subito a salvare il salvabile? Questa mattina noi eravamo in mare e vediamo teste di persone in acqua, dappertutto, la disperazione e vite da salvare! Gente che annega sotto i tuoi occhi e la guardia costiera dice che deve seguire il protocollo! Ma quale protocollo! Ti ritrovi imbarcazioni della guardia costiera che dicono che devono chiamare Roma per sapere cosa fare, quando tu sei su una barca ed hai già   'tirato su' quarantasette vite che tra le lacrime, lo shock, i polmoni e lo stomaco pieno di benzina, hanno passato più di tre ore a nuotare chiedendo aiuto! Come è possibile che queste povere anime siano state costrette a morire per la mancanza di soccorsi! Dove cazzo siete? Complimenti Italia! La vita non segue nessun protocollo! Se è questione di vita o di morte entrano in gioco i diritti umani e il diritto stesso alla Vita! 

Mentre rientravamo in porto con un carico di 47 persone appena salvate, la guardia costiera aveva gommoni vuoti e nonostante centinaia di persone continuassero a sbracciarsi, allo stremo delle forze, freddi, sfiniti ed intossicati dal petrolio, il gommone rimaneva li, vuoto, con un sommozzatore che gridava "sit down" a quei poveri ragazzi sulla nostra barca, invece di buttarsi a mare e salvarne altri! Questo è tutto ciò che sono riusciti a dire e a fare. Almeno fino a quel momento! Perché poi si saranno adoperati in qualche modo! ma non e' troppo tardi? e ci vengono a dire che ancora ci sono più di 200 dispersi? Aspettiamo ancora? guardiamoci allo specchio e rendiamoci conto che nel 2013 ancora non siamo capaci neanche di provvedere a noi stessi! non ho parole! Vogliamo continuare così? »



Inquinamento Anagni. Domande senza risposta

Coordinamento per l’Ambiente di Anagni
Associazione  “Anagni Viva”,  Associazione  Diritto alla Salute DAS,  Associazione Terra  Dolce,  Gruppo Civico VitamineK, Comitati di quartiere Ponte del Papa, Osteria della Fontana, Vox Populi
Per info e comunicazioni: Tel. 3930723990 ;
www.anagniviva.org
www.dirittoallasalute.com

www.anagnia.com

Il Coordinamento  Ambientale di Anagni  comunica che le richieste  di chiarimenti sull’incidente verificatosi  il giorno 19 giugno 2013 nell’impianto di Castellaccio, inoltrate subito alla Società titolare   A.R.I.A. srl    ( Acea Risorse e Impianti per l’Ambiente) non hanno avuto alcuna risposta.
In quella data,  come noto,  si verificò  un incendio e una  fuoriuscita  di migliaia  di metri cubi di gas e polveri che si sono sparpagliati sul territorio e della cui natura e pericolosità non si ha, ad oggi, alcuna risposta ufficiale.
            Al  Presidente di  A.R.I.A. srl  abbiamo rivolto alcune domande per avere – subito -  quelle risposte che la popolazione del territorio necessita al fine di ridurre lo stato di ansia e di incertezza, e per verificare l’attivazione degli  opportuni provvedimenti a salvaguardia della  salute pubblica. Ecco le domande:
1)    Quale quantità di CDR e/o rifiuti ante trattamento sono stati interessati dall’incendio? Se tali materiali necessitano di essere combusti in impianti  “tecnologicamente avanzati” per  evitare inquinanti , la loro combustione “open air” quali inquinanti produce e quanti in funzione della massa combusta potrebbe aver liberato?
2)     Se tra i materiali combusti vi sono stati  altri materiali, ad es. parti di fabbricato e macchinari, coperture,isolanti, gomme, uretani, olii , etc,  in funzione della loro natura chimica e della loro massa quali  potrebbero essere  gli inquinanti emessi? A cosa si deve la opacità dei fumi? A cosa si deve l’odore acre ?
3)    Gli inquinanti di cui ai punti precedenti in funzione della loro densità , quale “ombrello” di ricaduta potrebbero avere avuto, anche  utilizzando un modello matematico di quelli disponibili nella letteratura specialistica.
A queste domande non è seguita, a tutt’oggi,  risposta alcuna. Il comprensibile sdegno verso un atteggiamento poco rispettoso  nei confronti  dei cittadini che  hanno il diritto all’ informazione su fatti importanti per la sicurezza delle persone e dell’ ambiente,  è rafforzato da legittime  preoccupazioni sulle conseguenze derivanti da quanto è accaduto e quanto sta avvenendo in queste ultime ore nel territorio di Anagni.
Sulla vicenda quindi andremo fino in fondo interpellando i vertici ACEA, compreso il socio di maggioranza nella figura del Sindaco di Roma Capitale Prof. Ignazio Marino.
Nell’attuale situazione dell’area industriale nella nostra Valle, tale atteggiamento la dice lunga sull’impostazione che aziende, con produzioni di notevole impatto ambientale, hanno nei confronti del territorio e dei suoi residenti. Atteggiamenti poco trasparenti che, in cambio di precari posti di lavoro, sono causa di danni irreversibili che tutti i cittadini sono chiamati a pagare,  in prima persona,  in termini di salute e di risanamento dell’ambiente.
Per tali ragioni, il Coordinamento conferma  e intensifica la vigilanza sulla situazione ambientale del  territorio di Anagni e della  Valle  del Sacco, le cui gravi condizioni sono  note da  anni e confermate dal provvedimento del Sindaco di Anagni di ieri. Sollecitando la massima vigilanza e  attenzione, chiede sistematici controlli da parte di tutti gli organi competenti, al fine di prevenire altri disastri e individuarne tempestivamente i responsabili. Per le situazioni pregresse, per impedirne l’ulteriore aggravamento, si sollecita l’ avvio di un reale programma di bonifica e di risanamento.

Inquinamento PCB Anagni.

Rete per la tutela della Valle del Sacco

In primo luogo, l’opportuna ordinanza del Comune di Anagni del 02.10.13 ci pone in difficoltà, in quanto al solito le istituzioni agiscono con un deficit di trasparenza. Quali sono esattamente le positività riscontrate, e quante? Domande cui potremo rispondere solo dopo l’indebito tributo in termini di tempo ed energia dedicato all’accesso agli atti.

Una cosa è certa: si tratta di un inquinamento da PCB. Probabilmente collegabile a una combustione di materie plastiche. Riteniamo quindi indispensabili e urgenti verifiche e controlli in area vasta.

Identificare precise cause è invece questione più complessa e delicata. Si possono però, o meglio si devono, avanzare ragionevoli ipotesi, da sottoporre al vaglio di successivi riscontri.

La prima scontata associazione punta all’incendio dell’impianto di CDR di ACEA ARIA di Castellaccio del 19.06.13 Paradossalmente, solo dopo 3 mesi e mezzo, si scoprirebbe che gli enti di controllo (ARPA in primis) ne avrebbero clamorosamente sottovalutato l’impatto, lasciando di fatto la popolazione in balia dei suoi effetti, dopo averle rassicurate circa l’assenza di pericoli per la catena alimentare e la salute. Peraltro, nella relazione del 24.06.13 ARPA aveva annunciato la necessità di ulteriori campionamenti sulle concentrazioni di PCB a San Bartolomeo, in mancanza di dati storici. Non ci sembra ad oggi che queste indagini di approfondimento siano state compiute.

L’imponente colonna di fumo, che raggiunse addirittura l’Alta Valle del Sacco, investì più direttamente il territorio del Comune di Paliano e proprio la zona ovest di Anagni dove oggi si riscontrano positività al PCB in tessuti biologici di animali di allevamento. Ma la ASL ha eseguito controlli sul territorio di Paliano?

Non è affatto inverosimile supporre un “effetto sommatoria”, ovvero una possibile e preesistente contaminazione da PCB legata alle emissioni degli inceneritori di rifiuti, su cui si sarebbe aggiunta quella derivante dall’incendio dell’impianto di CDR e magari da altre fonti inquinanti. La zona ovest di Anagni dista diversi km. dagli inceneritori di Colleferro, ed è invece relativamente vicina agli inceneritori di pneumatici della Maind SrL (controllata Marangoni Tyre), già sospettati in passato di essere la causa di concentrazioni di diossine e PCB particolarmente elevate in località “Quattro Strade”, di fronte all’impianto.

Cogliamo l’occasione per affrontare la questione della suddetta Marangoni Tyre. Dopo aver espresso sentita solidarietà ai dipendenti dell’azienda, improvvisamente privati del loro posto di lavoro, non possiamo non sottolineare che si sta verificando quanto avevamo sempre sospettato, ovvero che l’azienda avrebbe chiuso l’impianto produttivo lasciando in attività remunerative fonti inquinanti di prima grandezza, con scarso riscontro in termini di posti di lavoro. Non scartiamo affatto l’ipotesi che l’azienda intenda ora utilizzare la situazione di crisi occupazionale per una sorta di ricatto alle istituzioni, chiedendo “deleghe in bianco” all’incenerimento, già velatamente risuonate nel discorso di alcuni politici, o magari la riesumazione del progetto di incerimento del “car fluff”. Nel frattempo, continuano a giungerci dalla cittadinanza segnalazioni di miasmi e fuoriuscite di fumo notturne dall’inceneritore di pneumatici.

In conclusione, l’inquinamento da PCB nella zona ovest del territorio del Comune di Anagni richiede pronte e adeguate risposte da parte degli enti di controllo deputati alla tutela della salute e dell’ambiente e di tutte le istituzioni. Vigileremo sul fatto che la situazione sia affrontata in modo strutturale.   

CLICCA QUI per scaricare l'ordinanza del Comune di Anagni 

Lampedusa come P.zza Fontana, la strage è di Stato

 di Francesco Bachis . fonte http://popoff.globalist.it/


Io non provo umana commozione. Almeno non solo quella. Io provo odio, odio profondo e disprezzo per chi ha progettato e gestito le politiche migratorie in Europa e in Italia. Vogliamo farli i nomi, almeno quelli italiani? Partiamo da chi si 'prese la responsabilità' di offrire a questo paese una legge sull'immigrazione: Giorgio Napolitano e Livia Turco, importatori del modello di detenzione amministrativa del CPT, autori del Testo Unico e diffusori della categoria di clandestino, che, proprio da quel periodo, anche grazie alla solerte campagna stampadi quotidiani come 'la Repubblica' (1997), cominciò a circolare come frame interpretativo delle migrazioni in Italia; Umberto Bossi e Gianfranco Fini, l'uno definito incautamente 'costola della sinistra', l'altro assurto a salvatore della patria per essersi fatto tardivamente folgorare sulla via di Damasco; assieme scrissero la legge vigente che rende un calvario la vita di chi si muove nella direzione sbagliata; e ci metto anche gli ultimi ministri competenti in materia, da Pisanu ad Alfano, da Cancellieri a Riccardi fino ad arrivare a Cécile Kyenge: con una storia come la sua, se una non è in grado di imporre una sterzata alle politiche migratorie, se non è in grado di proporre una prospettiva diversa al sangue e alla galera della Bossi-Fini per i suoi fratelli meno fortunati, se non ha la possibilità di farlo perché il suo governo è impegnato a lisciare il pelo ai Giovanardi di turno, abbia uno scatto d'orgoglio e si dimetta.

mercoledì 2 ottobre 2013

La curva della cultura

Luciano Granieri

Un’altra importante iniziativa scaturisce dal progetto “Solidiamo” del Comune di Frosinone. Per chi se la prende sempre con i vessati consiglieri, assessori  e con il sindaco del nostro probo e pre-dissestato comune  ricordiamo che il progetto "Solidiamo" è una grandiosa opera di beneficenza che gli amministratori realizzano dimezzandosi lo stipendio da consigliere  del 50%. 

Con i soldi risparmiati, si ricavano fondi da destinare ai  vecchietti poverelli e, udite udite !!!!! alla cultura e all’istruzione. Eccovi accontentati, voi intellettualoidi sempre con la puzza sotto il naso che accusate il sindaco di   curarsi solo della cultura porchettara. Con il gruzzoletto messo da parte dai nostri valenti amministratori,  oltre che sfamare i poverelli si è provveduto a finanziare 300 borse di studio per gli studenti frusinati più meritevoli. 

Solo che evidentemente non si è solidato abbastanza. I soldi per i poverelli forse ci sono , ma per le borse di studio non sono sufficienti, e qualche studente che ne aveva i requisiti è rimasto a bocca asciutta. Ma il nostro sindaco è pieno di risorse. Niente paura al posto della borsa di studio si è trovato il modo di ricompensare egualmente i fervidi cervelli frusinati. 

La cultura e l’istruzione si possono valorizzare con il  denaro, ma anche, se questo dovesse mancare, regalando a chi lo merita la frequentazione di luoghi di grande importanza per la cultura e l’istruzione. Si era pensato di sostituire la borsa di studio con un abbonamento alla stagione teatrale. Già ma il teatro non c’è. Oppure permettere di assistere gratuitamente alla stagione concertistica organizzata dal conservatorio. Ah dimenticavo l’auditorium del conservatorio si è riempito della melma (per usare un eufemismo) fognaria ancora prima di ospitare pianoforti, oboi e timpani. E alla stagione cinematografica? Non ci avete pensato? A giudicare dai film che passano alla multisala Sisto e al Nestor, non è che la programmazione sia culturalmente così elevata, è la cassetta che tiene banco. I  cinepanettoni vengono proiettati fino a Pasqua. E allora come fare? 

Niente paura!  Una studentessa nostra conoscente che,  pur avendone il diritto,  non ha riscosso la borsa di studio perché i fondi erano finiti , un abbonamento se lo è visto recapitare a casa, ma non era né per un museo e neanche per il teatro, era per un posto in curva alle partite del Frosinone calcio. Eccolo il nuovo fronte per la promozione della cultura e l’istruzione!!! Perché,  verticalizzazioni, diagonali, esterni bassi, esterni alti,  4-3-3, 4-4-2, 4-2-3-1, non sono importanti elementi  di geometria e matematica?  E che dire delle poetiche espressioni del tipo “Latina merda”  “chi non salta del Latina è”, “devi morire” “Pisa, pisa vaffanculo” ?  Sono opere degne di premi letterari, e di nobel per la letteratura. Insomma, dopo la finanza creativa ecco l’istruzione creativa. Oppure siamo di fronte ad una nuova frontiera del project financing? Abbonamenti allo stadio in cambio di cubature?

      



Rete integrata contro il femminicidio



Ai Direttori dei quotidiani locali



Caro Direttore,
da qualche giorno, assistiamo ad un vivace dibattito, sui vostri quotidiani e nel web, sul tema proposto dallanostra manifestazione “L’arte contro il femminicidio” che ha risvegliato tante sopite coscienze del nostro territorio e tanta calorosa solidarietà. Apprendiamo di progetti finanziati dalla Commissione europea e di alcune iniziative che fino alla scorsa settimana non avevano gli onori della cronaca. Siamo liete/i di avere colto una così diffusa sensibilità sul tema che oggi è di grande gravità e rilevanza sociale.
Occorre dare seguito a tanto rinnovamento nel sostenere diritti negati e discriminazione di genere con azioni di denuncia, formazione e prevenzione trasformando ed indirizzando il protagonismo delle realtà presenti verso la costruzione di una RETE INTEGRATA che vada ad interagire con quanto ancora da fare nelle amministrazioni comunali, istruzione ed enti pubblici territoriali. E’ per questo fine che abbiamovoluto coinvolgere alcune amministrazioni comunali della nostra provincia, disponibili a collaborare da subito, per la buona riuscita di un percorso che nasce dall’esigenza di innestare l’interazione multintegrata al rigore della scientificità . 
Nel documento che abbiamo inviato unitariamente alla Cgil, Cisl, Uil come anche ad altre realtà che hanno contribuito al successo della iniziativa del 22 settembre ci proponiamo di continuarlo a fareINSIEME avendo a cuore di formalizzare, grazie al sostegno della Provincia di Frosinone che non ci è mancato e prosegue, l’apertura di un tavolo di progettazione per la realizzazione di un Patto di solidarietà sociale tracittadinanza attiva,  volontariato, associazionismo, comuni, Asl, scuole, enti pubblici e privati d’assistenza che garantiscano vicinanza e sostegno alle donne vittime ed in difficoltà del nostro territorio, alle loro famigliee a tutti coloro che, risultando i più bisognosi,vengono emarginati ed esclusi dalla attuale cinica deriva culturale.
La ringraziamo per l’attenzione

Giuseppina Bonaviri
Rete La Fenice
Collettivocinque
Cooperativa TDL
A Filo d’erba



A Torrice si è inaugurato lo sportello del Comitato Acqua Pubblica.

Il Comitato Acqua Pubblica di Torrice

Venerdì 27 settembre si è inaugurato a Torrice lo sportello del Comitato Acqua Pubblica presso il quale saranno assistiti tutti i cittadini del nostro Comune e non solo che vogliono contestare la bolletta. Lo sportello, infatti, si inserisce all’interno della rete di sportelli sul territorio provinciale del Coordinamento Acqua pubblica di Frosinone.
L’apertura è seguita al primo incontro pubblico di sabato 14 settembre tra Comitati, Comune e cittadinanza dove si era discusso della grave situazione in cui versa il nostro territorio per colpa di un sistema di gestione del servizio idrico che si è rivelato del tutto fallimentare (dal punto di vista sia gestionale che politico) ma che continua a sopravvivere ai danni dei cittadini. Da quest’incontro è scaturito un documento congiunto Comitati-Sindaci, che diversi Sindaci stanno già sottoscrivendo, in cui si fa appello alla Regione affinché si faccia parte attiva e porti a buon fine l’approvazione della proposta di legge regionale.
L’inaugurazione di venerdì si è svolta presso la sala consiliare con un secondo incontro pubblico in cui il Comitato ha spiegato cos’è la bolletta che paghiamo, da quale tariffa
scaturisce, perché è illegale ed illeggitima ed è quindi giusto contestarla. La contestazione della bolletta è uno strumento che abbiamo adottato noi cittadini e utenti vessati da anni, senza tutela, dal gestore Acea Ato5 S.p.a. Come è stato illustrato dal referente del Coordinamento Acqua Pubblica provinciale Severio Lutrario, dal 2006 il gestore fattura più
del dovuto e con modalità non regolari. Motivi di contestazione sono la quota del 7% della remunerazione del capitale investito abolita dal Referendum (che sulle nostra bollette è stata calcolata al 20%), o la quota per gli impianti di depurazione, o le irregolari modalità di lettura dei contatori. Quello che vogliamo pagare noi utenti e cittadini è il giusto e non un centesimo di più. Il ‘giusto’ può scaturire solo risolvendo il contratto contro il gestore e tornando ad una gestione che ridia effettivamente ai cittadini e agli enti locali di prossimità il controllo ed il governo sul servizio di un bene indispensabile alla vita come l'acqua.
É in tal senso che la politica deve orientarsi come sta facendo il nostro Comune che ci ha patrocinato lo sportello, con gli altri otto Comuni che hanno voluto votare per la risoluzione
contrattuale durante la Conferenza dei Sindaci del 9 settembre, e come dovrebbero fare tutti i Consigli Comunali adottando, con la delibera predisposta, la proposta di legge regionale concernente la “TUTELA, GOVERNO E GESTIONE PUBBLICA DELLE ACQUE” depositata presso la segreteria del Consiglio Regionale il 28 giugno 2012.
Intanto noi cittadini ci applichiamo la giusta tariffa, quella ricalcolata secondo i parametri della qualità del servizio non reso, secondo gli investimenti non effettuati, secondo quanto stabilito dal Referendum e ribadito dalla Corte Costituzionale...
Presso lo sportello Acqua Pubblica offrono la loro assistenza volontari del Comitato che visioneranno la bolletta e predisporranno i reclami. Già dal primo giorno di attività dello sportello, sono state presentate bollette stellari, somme di oltre 4000€ , che sono state prontamente studiate e contestate.
Da anni il Forum dei Movimenti per l'Acqua (www.acquabenecomune.org), di cui il Coordinamento fa parte, si batte per il ritorno ad una gestione pubblica e partecipata del servizio idrico, l'acqua è un bene prezioso per la vita e non può assoggettarsi a regole di
mercato, né a giochi di politica locale o nazionale. Ecco perché il Comitato Acqua Pubblica ha natura trasversale ed inclusiva ed offrirà un servizio di sportello alla cittadinanza in modo del tutto gratuito con il solo scopo di onorare il referendum del 2011 che la politica continua ad ignorare e i principi della legalità e democrazia.
Lo sportello Acqua Pubblica di Torrice è aperto tutti i venerdi dalle ore 16 alle ore 19, in Via Regina Elena, vicino il bar Alberata. Per info torriceacquapubblica@gmail.com

martedì 1 ottobre 2013

Dovemo Vince

Kansas City 1927


Renzinomics versus Fassinomics

Mario Centorrino Pietro David. fonte : http://www.sbilanciamoci.info/

Dalla riforma del mercato del lavoro al contrasto all'evasione fiscale. Un confronto tra le proposte di politica economica di Matteo Renzi e quelle di Stefano Fassina
Nel dibattito interno al Pd sembra prevalere un'attenzione spasmodica intorno a tre temi:
a) le regole in base alle quali dovrà svolgersi il rinnovo degli organi di partito;
b) il rapporto che dovrà stabilirsi tra segretario del partito e candidato premier con ipotesi che oscillano tra l'unificazione e la sovrapposizione dei due ruoli;
c) i diversi posizionamenti, ora definiti, con termine sofisticato, "endorsement" da assumere a favore dei candidati da parte delle correnti, gruppi, leadership locali.
Dietro questo scenario permangono contraddizioni plateali, non tanto sui programmi dei potenziali candidati ai ruoli prima citati, quanto sulle loro ideologie di base. Proviamo ad esemplificare, in base ai materiali di conoscenza disponibili, scegliendo, per comodità di esposizione, due soggetti di riferimento che, pur appartenendo allo stesso partito, il Pd, sembrano rappresentarne, ed è questo che cercheremo di dimostrare, idee-guida diverse o attenzione non univoca a problemi che impongono immediata soluzione.
Una premessa metodologica: nel caso di Renzi ci troviamo di fronte ad una continua evoluzione delle sue proposte 1. Da quelle espresse in occasione della discesa in campo nel 2011 (il Renzi rottamatore), al programma delle primarie del 2012 (il Renzi liberal) ed infine alla Matteonomics del 2013 incarnata da un documento pubblicato dal "Foglio" a fine giugno 2013 2. Per comprendere l'evoluzione tra i testi citati basterà ricordare che sulle 100 proposte del primo Renzi (quelle lanciate nella Leopolda di Firenze) il termine "sinistra" era assente nel documento; nel programma delle primarie del 2012 ricorreva solo due volte; nell'ultima elaborazione del 2013 già dal titolo "il rilancio parte da sinistra" (un'espressione che ricorre ripetutamente in questa bozza, nell’introduzione addirittura quasi ossessivamente) si comprende che gli obiettivi ed il target sono cambiati rispetto alla prima.
Andiamo ora ad un confronto delle posizioni (Fassina vs Renzi) su questioni prioritarie in un progetto della sinistra. Ed iniziamo dall'approccio al lavoro. Fassina lo considera epicentro etico e politico del New Deal globale, da definire nella sua natura economica e sociale. Al quale ridare "dignità" e restituire specificità nel discorso pubblico recuperandolo da componente indifferenziata delle forze produttive e da una mera funzione di accumulazione e di potere di acquisto. Ad una solenne affermazione di principio non sono seguite finora però proposte di riforma del mercato del lavoro.
Nell'ultimo Renzi manca totalmente un accenno al lavoro, oltre che al mercato del lavoro. Se nel 2011 il modello di riferimento era il contratto unico di Boeri e Garibaldi, e nel programma del 2012 si proponeva la flexicurity di stampo scandinavo, nell' elaborazione del suo pensiero non si individua alcun riferimento alla questione lavoro, con eccezione di una proposta francamente discutibile: creare nuovi posti di lavoro con risorse recuperate dai pensionati "ricchi". Si legge nel documento: se per i 500 mila pensionati che percepiscono da 2.405 a 3.367 euro (da cinque a sette volte la pensione minima) si interrompe l'adeguamento all'inflazione per due anni si può recuperare un miliardo di euro. Per le pensioni superiori di sette volte il minimo andrebbero infine previsti tagli del 10 per cento e blocco dell'adeguamento all'inflazione per 3 anni: avremmo così un risparmio di tre miliardi il primo anno e di 3,8 miliardi dal terzo anno in poi. Anche per le pensioni che superano di tre o cinque volte il minimo, quelle che vanno da 1.443 fino a 2.405 euro al mese lordi, si potrebbe pensare di dimezzare l'adeguamento all'inflazione per un anno, con un risparmio di 0,7 miliardi l'anno. Questi risparmi potrebbero servire a finanziare 650 mila giovani in servizio civile o apprendistato a cinquecento euro al mese, come accade in Germania. Con una contraddizione, però, tutta da sciogliere: il rischio di perdita di consenso da parte di un'area consistente di voto (quella dei pensionati) a favore della creazione di easy job, destinata ad allargare il pernicioso problema del precariato. Oltre che l'ignoranza di pronunciamenti costituzionali che in passato hanno escluso interventi sulle pensioni fuori da un contesto generale di riforma del sistema fiscale.
Soffermiamoci su un secondo tema, l'evasione fiscale. Renzi suggerisce un'unica Agenzia (Agenzia delle entrate, Guardia di finanza ed Equitalia) per combattere l'evasione, con un recupero annuale del 25-30% da distribuire alle fasce meno abbienti con incitamenti al contrasto alla corruzione ed alla criminalità organizzata. Per contrastare l'evasione fiscale, l'ultimo documento di Renzi prevede appunto di centralizzare le informazioni sui redditi e sui patrimoni dei cittadini, limitare il pagamento in contante a 500€, obbligare i professionisti ad utilizzare strumenti di pagamento elettronici, introdurre la fattura elettronica per i pagamenti tra le aziende ed infine, ridurre le tasse per "incentivare" la fedeltà fiscale. L'idea sarebbe quella di una riduzione immediata dell'Irpef (50 euro) per i redditi netti inferiori a 2000€. Finanziando questo intervento, il primo anno, con i soliti tagli alla spesa pubblica (mantra di ogni discorso sul reperimento delle risorse) e soprattutto vendendo le case popolari agli inquilini, oltre che con l'aiuto della Cassa Depositi e Prestiti. Negli anni successivi si dovrebbe ricorrere (ulteriore mantra) al gettito atteso dall'azione di contrasto all'evasione.
Ma, come da più parti è stato osservato, la vendita del patrimonio pubblico per finanziare spesa corrente equivale a sottrarre risorse future per consumi presenti: una misura iniqua dal punto di vista intergenerazionale. Prevedere un ricavato dal contrasto all'evasione che permetta una riduzione della pressione fiscale sa oggi di ulteriore capitolo di un libro dei sogni.
Fassina, sul punto, sembra orientato ad un'impostazione del problema più politica che strettamente economica: "la pressione fiscale in Italia è insostenibile, c'è una relazione stretta tra pressione fiscale, spesa e sommerso, e c'è un'evasione fiscale di sopravvivenza" - dice Fassina intervenendo ad un convegno organizzato da Confcommercio. "Senza voler strizzare l'occhio a nessuno, senza ambiguità nel contrasto all'evasione - precisa - ci sono ragioni profonde strutturali che spingono tanti soggetti economici a comportamenti di cui farebbero volentieri a meno". Un contrasto all'evasione che tenga conto di peculiarità, disagi, opportunità di rinvii?
Resta da illustrare un ultimo punto di discussione di particolare attualità: come affrontare, tutte insieme, e senza selezione, il rinvio dell'aumento dell'Iva, l'intervento sull'Imu, il reperimento delle risorse aggiuntive per finanziare la cassa in deroga, i fondi necessari alle missioni internazionali ed il vincolo dell'indebitamento sotto il 3% del Pil. Renzi sul problema, per usare un termine di gergo, non si è "speso" probabilmente per ragioni di consenso. Fassina, partendo da una stima di un fabbisogno di 5 miliardi per gli obiettivi elencati, ipotizza l'eliminazione dell'Imu solo per il 90% delle prime abitazioni, recuperando due miliardi dalla tassazione delle abitazioni di maggior valore così da evitare l'aumento dell'aliquota massima dell'Iva prevista per il primo ottobre e poter concedere agevolazioni fiscali sui beni strumentali delle imprese.
Quali conclusioni trarre da questo confronto delle idee-guida riportabili a Fassina ed a Renzi, condotto peraltro su fronti non omogenei? Fassina ha alle spalle un'ideologia (quella dello stato che interviene nell'economia stimolando la domanda 3), ma sembra volerla conciliare con una sua esperienza di governo. Renzi vuole invece dimostrare il suo totale distacco da ogni "manifesto", però stranamente si cimenta in modelli di policy ad effetto annuncio che sembrano in qualche caso costruiti apposta non per acquisire consensi pluralisti ma piuttosto per perderli ignorando bisogni di intere classi sociali 4. Impressiona il fatto che i suoi documenti programmatici siano rimasti finora sostanzialmente ignorati dal dibattito pre-congressuale del Pd. Quasi a dimostrazione che nel Pd, nonostante la fine del cosiddetto ventennio del cavaliere, si considera come elemento fondamentale di confronto e di successo solo il marketing del candidato. Quello di Renzi, lo diciamo con rispetto, alla luce dei suoi progetti, sembra più attento alla creazione di un personaggio che attiri consenso (una versione 2.0 del berlusconismo) che ad un programma composto per convincere elettori su un piano che concili ideologia e riformismo. Se i pensionati sapessero …

1 Sul tema non esiste ancora letteratura di riferimento con eccezione di un volume d'occasione: Renzi M., Oltre la rottamazione, Mondadori 2013.
2 Cerasa C., Matteonomics - Renzi punta a scalare il Pd con una piattaforma economica “Laburista”, Il Foglio, 27 giugno 2013. Si veda, altresì, Panara M., Gutgeld, da Israele a Montecitorio "Ecco le ricette della Renzinomics", La Repubblica - Affari e Finanza, 23 settembre 2013. In questa intervista si chiarisce che le idee esposte, tra cui l'ormai famosa 1 + (4x30) (dove la 1 è la priorità delle priorità, rimettere i soldi in tasca a chi ne guadagna troppo pochi e 4x30 è la formula da adottare per raggiungere questa priorità, nel senso che ogni anno bisogna ridurre la spesa pubblica di 30 miliardi) sono esclusivamente, almeno finora, dell'on. Gutgeld (eletto in Parlamento in quota Renzi).
3 Si veda Fassina S., Il lavoro prima di tutto. L'economia, la sinistra, i diritti. Donzelli 2012.
4 È bene sottolineare che sia Fassina che Renzi non sembrano porre alcuna attenzione nelle loro elaborazioni al problema dei divari territoriali e della coesione sociale del Paese.


Tutti a Roma con il Comitato in difesa della Costituzione di Frosinone

Si è tenuta      lunedì   30 settembre  presso i locali della Cia in Via Brighindi a Frosinone l’assemblea costitutiva del Comitato in difesa della Costituzione.  I diversi soggetti  appartenenti al panorama dell’associazionismo,  di alcuni movimenti politici, del sindacato,  e semplici cittadini,    che già avevano condiviso, in un incontro tenutosi  il 4 settembre scorso,  l’urgente necessità di battersi per la difesa della Costituzione,  minacciata allora dalla volontà del governo delle larghe intese di scardinare le difese determinate dall’articolo 138 , hanno rinnovato l’impegno strutturandosi in un comitato organizzato.  E’ emersa convinzione unanime che,  pur in presenza delle mutate condizioni,  determinate dall’attuale crisi politica, in base alle quali  l’iter di approvazione di modifica dell’articolo 138    è  in stallo,   le azioni da intraprendere a baluardo della  Costituzione debbano proseguire ed anzi rafforzarsi.  E’  impressione comune che comunque si risolvano le vicende politico-istituzionale, l’attacco ai diritti sanciti nella Carta, proseguirà in modo ancora più determinato, con l’obbiettivo di sovvertire l’impianto costituzionale,  basato sulla rappresentanza e sulla partecipazione democratica dei cittadini alla vita politica,  così inviso al blocco di potere politico-finanziario che in varie forme dal dopo guerra governa il Paese. E’ palese inoltre il tentativo di legittimare,  attraverso la modifica della Carta, quegli sfregi al patto sociale sancito dalla Costituzione, che sin dal giorno dopo la sua promulgazione   sono stati  perpetrati    per sovvertirla.  Per queste ragioni il Comitato in difesa della Costituzione ha stabilito di partecipare in forze  alla manifestazione in difesa della Carta, denominata “Costituzione la via maestra”, che si terrà a Roma il prossimo 12 ottobre, impegnandosi nell’organizzazione logistica  della partecipazione e in un opera di coinvolgimento di altri soggetti  per portare più gente possibile a Roma.  Nel corso dell’assemblea è stato affidato il   compito di    preparare la partecipazione  alla manifestazione,  anche attraverso l’organizzazione di incontri pubblici informativi e   di sensibilizzazione sul territorio,   ad un coordinamento provvisorio composto dai seguenti membri:  Ivano Alteri,   Gioacchino Costa,  Angelo Costanzo, Maurizio Federico, Luciano Granieri,  Angelino Loffredi, Roldano Mastroianni,  Dionisio Paglia, Giuseppe Palumbo , Aniello Prisco.  L’assemblea ha inoltre proposto come coordinatore generale del Comitato, il presidente provinciale dell’ANPI, Giovanni Morsillo.  E’ ferma intenzione del Comitato in difesa della Costituzione proseguire nella propria attività anche dopo la manifestazione del 12, pianificando incontri di formazione sulla Costituzione nelle scuole,  e assemblee pubbliche nelle piazze di tutte le località della Provincia. Di queste ulteriori azioni e dell’organizzazione definitiva del comitato si discuterà nelle prossime riunioni.
Frosinone 30 settembre 2013 

Il Comitato per la difesa della Costituzione

La resistenza a sud di Roma

ANPI Frosinone


Cari tutti,

Proseguendo nelle iniziative fin qui svolte dall'ANPI nella nostra Provincia  sul tema della memoria e della cultura storica della Resistenza e  dell'antifascismo, sabato 5 ottobre avremo il piacere di presentare un altro  prezioso lavoro che tratta con estrema serietà e rigore l'argomento della  Resistenza all'occupazione ed al fascismo nella zona  DELL'ALTA VALLE DEL SACCO e dei Castelli romani.  Tale area insiste per buona parte nella nostra Provincia, e questo lavoro contribuisce notevolmente a colmare una grave lacuna di conoscenza che ci  riguarda da vicino.

L'autore è un cittadino comune, un lavoratore con la passione civile ed una notevole capacità di scrittura e di ricerca, che ha tenacemente scavato negli  archivi di mezza Regione alla ricerca di documenti e informazioni di prima  mano, che ha raccolto e sistematizzato in un'opera assai utile, oltre che  interessante.
L'ANPI di Frosinone, che patrocina la presentazione, sarà presente con una  delegazione adeguata all'importanza dell'opera, ed il Presidente sarà fra i  relatori.

Di seguito un intervista di Luciano Granieri all'autore Roberto Salvatori.


lunedì 30 settembre 2013

SISTEMA BIBLIOTECARIO E DOCUMENTARIO "VALLE DEL SACCO"

Biblioteche Valle del Sacco 

Si è tenuta giovedì 26 settembre 2013, presso l’auditorium della Biblioteca Comunale di Ceccano, l’assemblea straordinaria del Sistema Bibliotecario e Documentario della Valle del Sacco.
L’assemblea dei rappresentanti degli enti aderenti al Sistema, si è riunita per approvare i progetti esecutivi da presentare alla Regione Lazio, entro il 4 ottobre 2013, per ottenere i contributi previsti dalla legge regionale n. 26 del 23 ottobre 2009 (Disciplina delle iniziative regionali di promozione e conoscenza del patrimonio delle attività culturali del Lazio).
Come ha dichiarato Il Presidente, Dott. Danilo Collepardi, nell’intervento introduttivo, la nuova Giunta regionale, tra i suoi primi provvedimenti, ha provveduto a modificare  la legge regionale n. 26 /2009  con la legge n. 6 del 7 agosto 2013, che ha stanziato 2 milioni di euro da destinare a progetti presentati esclusivamente  dai sistemi bibliotecari, archivistici e museali del Lazio. Dopo la pubblicazione del relativo Bando, il Sistema Bibliotecario e Documentario della Valle del Sacco, essendo un Sistema oltre che bibliotecario anche documentario, ha elaborato due progetti: uno in quanto sistema bibliotecario e l’altro in quanto sistema archivistico. I temi individuati sono: Gli Statuti medievali dei comuni del Sistema in quanto Sistema bibliotecario  e La Grande Guerra, di cui nel 2014 ricorre il centenario dall’inizio (1914), in quanto Sistema archivistico. Mentre quello della guerra necessariamente si presenta come un progetto a termine, quello sugli statuti costituisce l’inizio di uno studio più organico. Infatti l’analisi  e la comparazione degli statuti sarà uno studio unico e originale, che avrà come tappa fondamentale la messa in rete degli statuti. All’unanimità i rappresentanti degli enti hanno approvato la relazione del Presidente Collepardi e, in particolare, il Sindaco della Città di Ceccano Avv. Manuela Maliziola, ha apprezzato il costante lavoro di rete del Sistema della Valle del Sacco, che fornisce servizi di ottimo livello a favore di gran parte della popolazione ciociara e ha ringraziato, il Presidente Collepardi e i bibliotecari, per l’impegno che dedicano, quotidianamente, alla diffusione della cultura.



domenica 29 settembre 2013

Uniamo le piazze

Luciano Granieri, comitato promotore in difesa della Costituzione.

 Il nuovo scenario di rottura del governo delle larghe intese, dovrebbe segnare  un cambio di strategia  dei movimenti in difesa della Costituzione nati in risposta all’attacco che l’ex esecutivo Letta – Berlusconi aveva intenzione di portare all’articolo 138 della Carta con l’intento di indebolirne le difese ?  

Certamente si. Probabilmente salteranno determinate procedure parlamentari     per cui non è dato sapere come  quando  evolverà l’iter  per la revisione costituzionale, ma lo squallido spettacolo di ministri e parlamentari impegnati in pratiche ricattatorie ordite da un senatore, coadiuvato dai  suoi cortigiani,  che pretende di rimanere sul suo scranno nonostante sia condannato per frode ed evasione fiscale con sentenza passata in giudicato,  induce a profonde riflessioni.  

Il fatto che per un ventennio,   una parte politica, abbia potuto  compiere scempio del patto civile, sancito nella Costituzione, con un susseguente, irrefrenabile degrado culturale e morale della società, senza che nessuna opposizione riuscisse a limitarne la  deriva, ma anzi spesso ne fosse complice, fa ritenere che ciò sia stato possibile proprio perché i principi sanciti nella Costituzione sono stati sempre  ignorati .  

 In effetti  a governare il nostro paese sin dalla sua nascita unitaria , è stato quel perverso schema di potere basato sul denaro che finanzia la politica, che a sua volta favorisce l’accumulo di altro denaro, in un circolo viziose tremendo che lascia fuori dal cerchio magico una parte sempre maggiore di società,  vittima di questa ruota stritolante. 

Il rivoluzionario Guido Picelli, combattente antifascista, comunista , che fra l 1922 e l 1937 anno della sua morte,   mise paura a  Mussolini,  dalle pagine del   giornale “L’ardito del popolo” nel  sostenere la necessità di “battersi contro il fascismo e quella sinistra di piccoli uomini che tengono divise le masse in nome dei loro interessi personali”,  aveva già individuato la natura del nemico, composto da  una classe politica,  comprendente  e fascismo e opposizione,    nemica dei cittadini. 

Quella classe è sempre rimasta ,  nel corso dell’ultimo secolo , cambiando morfologia e organizzazione,  nel cerchio: “denaro che finanzia il potere che genera altro denaro”.  Fu proprio la Costituzione nata dallo shock della guerra a costruire il primo valido strumento di sabotaggio dell’ingranaggio e baluardo di difesa dei diritti di coloro che  rimanevano fuori dal cerchio e anzi ne subivano le angherie.  

Non è un caso che sin dal giorno dopo della sua promulgazione questa subì innumerevoli tentativi per essere neutralizzata.  Dopo un secolo, oggi il cerchio è diventato ipertrofico, invadente, fagocitando   corrompendo qualunque entità politica e sindacale che volesse opporvisi.  E’ rimasta la Costituzione che, pur subendo attacchi continui,  rimane l’unico strumento di difesa. 

E’ per questo motivo,  per  salvaguardare l’unico strumento che le masse popolari hanno per difendersi dal cerchio che è necessario, non solo battersi per contrastare l’agguato all’articolo 138, che a questo punto non si sa quando e come avverrà,  ma alzare il livello della lotta pretendendo che la costituzione venga applicata in difesa del diritto al lavoro, del diritto alla salute, all’istruzione e soprattutto alla partecipazione politica. Elemento per contrastare il quale si stanno progettando forme  di organizzazione  dello Stato (presidenzialismo, semi-presidenzialismo, uomini soli al comando) che preludono all’assolutismo.  

Diventa quindi ancora più importante e indispensabile partecipare alla manifestazione “Costituzione la via maestra”  organizzata per sabato 12 ottobre   da Stefano Rodotà, Maurizio Landini  e dal “Fatto Quotidiano”. Ma sarebbe  doveroso partecipare anche alla manifestazione del sabato successivo 19 ottobre in cui No Tav, sindacati di base e movimenti sociali scendono in piazza proprio per la difesa di quei diritti:   lavoro,   salute,  sanciti dall’articolo 1 ,dalla seconda parte  dell’art.41 in merito alla responsabilità sociale dell’impresa privata  e dall’art. 32 sulla tutela della salute. Diritti che la vicenda del Tav, dell’Ilva e di tante altre realtà produttive in chiusura o in delocalizzazione, stanno distruggendo. 

Mi rendo conto che il sacrificio è notevole, ma sarebbe indispensabile unire le due piazze in un unico movimenti di lotta. Perché come indicava Pacelli solo un Fronte unico, una forza unita e può avere la potenzialità di vincere.