Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

domenica 29 settembre 2013

Uniamo le piazze

Luciano Granieri, comitato promotore in difesa della Costituzione.

 Il nuovo scenario di rottura del governo delle larghe intese, dovrebbe segnare  un cambio di strategia  dei movimenti in difesa della Costituzione nati in risposta all’attacco che l’ex esecutivo Letta – Berlusconi aveva intenzione di portare all’articolo 138 della Carta con l’intento di indebolirne le difese ?  

Certamente si. Probabilmente salteranno determinate procedure parlamentari     per cui non è dato sapere come  quando  evolverà l’iter  per la revisione costituzionale, ma lo squallido spettacolo di ministri e parlamentari impegnati in pratiche ricattatorie ordite da un senatore, coadiuvato dai  suoi cortigiani,  che pretende di rimanere sul suo scranno nonostante sia condannato per frode ed evasione fiscale con sentenza passata in giudicato,  induce a profonde riflessioni.  

Il fatto che per un ventennio,   una parte politica, abbia potuto  compiere scempio del patto civile, sancito nella Costituzione, con un susseguente, irrefrenabile degrado culturale e morale della società, senza che nessuna opposizione riuscisse a limitarne la  deriva, ma anzi spesso ne fosse complice, fa ritenere che ciò sia stato possibile proprio perché i principi sanciti nella Costituzione sono stati sempre  ignorati .  

 In effetti  a governare il nostro paese sin dalla sua nascita unitaria , è stato quel perverso schema di potere basato sul denaro che finanzia la politica, che a sua volta favorisce l’accumulo di altro denaro, in un circolo viziose tremendo che lascia fuori dal cerchio magico una parte sempre maggiore di società,  vittima di questa ruota stritolante. 

Il rivoluzionario Guido Picelli, combattente antifascista, comunista , che fra l 1922 e l 1937 anno della sua morte,   mise paura a  Mussolini,  dalle pagine del   giornale “L’ardito del popolo” nel  sostenere la necessità di “battersi contro il fascismo e quella sinistra di piccoli uomini che tengono divise le masse in nome dei loro interessi personali”,  aveva già individuato la natura del nemico, composto da  una classe politica,  comprendente  e fascismo e opposizione,    nemica dei cittadini. 

Quella classe è sempre rimasta ,  nel corso dell’ultimo secolo , cambiando morfologia e organizzazione,  nel cerchio: “denaro che finanzia il potere che genera altro denaro”.  Fu proprio la Costituzione nata dallo shock della guerra a costruire il primo valido strumento di sabotaggio dell’ingranaggio e baluardo di difesa dei diritti di coloro che  rimanevano fuori dal cerchio e anzi ne subivano le angherie.  

Non è un caso che sin dal giorno dopo della sua promulgazione questa subì innumerevoli tentativi per essere neutralizzata.  Dopo un secolo, oggi il cerchio è diventato ipertrofico, invadente, fagocitando   corrompendo qualunque entità politica e sindacale che volesse opporvisi.  E’ rimasta la Costituzione che, pur subendo attacchi continui,  rimane l’unico strumento di difesa. 

E’ per questo motivo,  per  salvaguardare l’unico strumento che le masse popolari hanno per difendersi dal cerchio che è necessario, non solo battersi per contrastare l’agguato all’articolo 138, che a questo punto non si sa quando e come avverrà,  ma alzare il livello della lotta pretendendo che la costituzione venga applicata in difesa del diritto al lavoro, del diritto alla salute, all’istruzione e soprattutto alla partecipazione politica. Elemento per contrastare il quale si stanno progettando forme  di organizzazione  dello Stato (presidenzialismo, semi-presidenzialismo, uomini soli al comando) che preludono all’assolutismo.  

Diventa quindi ancora più importante e indispensabile partecipare alla manifestazione “Costituzione la via maestra”  organizzata per sabato 12 ottobre   da Stefano Rodotà, Maurizio Landini  e dal “Fatto Quotidiano”. Ma sarebbe  doveroso partecipare anche alla manifestazione del sabato successivo 19 ottobre in cui No Tav, sindacati di base e movimenti sociali scendono in piazza proprio per la difesa di quei diritti:   lavoro,   salute,  sanciti dall’articolo 1 ,dalla seconda parte  dell’art.41 in merito alla responsabilità sociale dell’impresa privata  e dall’art. 32 sulla tutela della salute. Diritti che la vicenda del Tav, dell’Ilva e di tante altre realtà produttive in chiusura o in delocalizzazione, stanno distruggendo. 

Mi rendo conto che il sacrificio è notevole, ma sarebbe indispensabile unire le due piazze in un unico movimenti di lotta. Perché come indicava Pacelli solo un Fronte unico, una forza unita e può avere la potenzialità di vincere.

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