Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

venerdì 15 maggio 2015

Six silver strings

Luciano Granieri


Six silver strings, le corde d’argento di una chitarra. Sono corde capaci di trasformare il piazzale antistante la curva Sud dello stadio Olimpico nelle affascinanti ed epiche  strade del blues. Six Silver strings , quando in piedi su una sedia malferma non riesci a limitare  le tue sinapsi schiave di quelle blue note che escono copiose dalle six silver strings.  Six silver strings, quando non capisci perché una scala pentatonica riesca a scombussolarti così tanto, riesca ad ubriacarti come se ti fossi scolato un’intera bottiglia di bourbon, senza infliggerti  i malesseri  dell’ intossicazione alcolica. Six  silver strings, quando ti rendi conto che la contaminazione musicale nata dai vaneggiamenti emotivi dei diseredati, degli ultimi: gli schiavi dei campi di cotone della Louisiana , le prostitute delle malfamate bettole nello Storyville di New Orleans, assurge a leggiadria ritmica. Six silver strings, quando ti rendi conto che il calore della musica  non discende dalla despota grammatica  melodica dei  canti  gregoriani e da ciò che da essi è scaturito nell’Europa classica , ma dal beat che ogni feto assimila  ascoltando il battito cardiaco della madre. Six silver strings, quando capisci che su  quelle dodici battute si apre un mondo di condivisione e coinvolgimento  emotivo  immenso, fra musicista e musicista, fra musicista e pubblico. Six silver strings. Le sei corde d’argento dell’immenso B.B.King, scomparso ieri nella sua casa di Los Angeles a 89 anni.  Bye  king of the blusey  six silver strings.

Luci e ombre sui disservizi postali.

Dionisio Paglia


Le Poste italiane hanno replicato a mezzo stampa al mio INTERVENTO di qualche tempo fa sui disservizi postali, affermando " pilatescamente" che le bollette della GDF SUEZ vengono recapitate nella zona di Alvito da una società concorrente. Rimango spiazzato dalla risposta, anche perché un'operatrice del numero verde del gestore del gas mi aveva assicurato che erano le Poste italiane che dovevano effettuare il recapito. Faccio la mia brava ricerca per cercare altri riscontri e scopro che mentre l'ultima bolletta recapitatami a domicilio recava in alto a destra sulla busta il logo della "Hibri Post", sulla penultima e sulla terzultima c'era un talloncino di Poste italiane incollato sul logo stampigliato della "Hibri Post", comunque visibile in trasparenza. Bollette tutte, manco a dirlo, regolarmente consegnate in ritardo sulla scadenza. Le due società concorrenti si sono evidentemente alternate nella distribuzione delle fatture del gas, per motivi sconosciuti a noi  malcapitati utenti, che non sappiamo più con quale ditta pigliarcela, visto che cambia continuamente il "postino".
Non tutto va male però, perché in questi giorni mi viene recapitata una bolletta dell'ACEA con venti giorni di anticipo sulla scadenza: MIRACOLO !!! Vado a vedere in alto a destra sulla busta e scorgo il logo di un'altra società della giungla postale: "Posta OK - Fimm Recapiti". Assumo informazioni su quest'ultima società e scopro che sta facendo un buon lavoro per quanto attiene il recapito delle fatture del sevizio idrico sul territorio provinciale.
La domanda sorge spontanea: gli enti gestori di servizi e le amministrazioni pubbliche, che devono spedire avvisi, fatture e quant'altro, promuovono indagini di mercato per affidare la propria corrispondenza a società che garantiscano un efficiente ed efficace recapito?
Le amministrazioni comunali in particolar modo avrebbero tutto l'interesse a risparmiare sui costi di spedizione, affidandosi al miglior offerente, che dovrebbe comunque garantire la consegna della corrispondenza in tempi congrui rispetto alle scadenze.

giovedì 14 maggio 2015

Un insegnante caparbio per teste molto dure

Luciano Granieri



In una delle recenti  manifestazioni contro la Buona Scuola del  governo Renzi, una professoressa ebbe a dire che il Presidente del  Consiglio sbagliava nel credere di poter abbindolare professori , studenti , genitori e personale scolastico cercando di vendergli una riforma della scuola letale.  Chi frequenta gli istituti scolastici infatti è soggetto pensante capace di elaborare un minimo di pensiero critico.  Tutto il contrario   rispetto  all’accozzaglia di cortigiani ministri e deputati  che  lo circonda. Infatti a differenza dei baciapile suoi sodali,  studenti, professori e genitori non l’hanno bevuta . E lo hanno dimostrato con la manifestazione del 5 maggio scorso. Ma Renzi non è convinto.  Crede, che, con  un po’ di ripetizioni da mestrino della penna rossa, pardon  nera, possa riuscire a  far breccia su cervelli che però non sono dormienti come quelli dei suoi ministri. Infatti il tentativo è stato tragicomico .

Renzi e i professori

Michele Prospero  (articolo scritto per “Rassegna sindacale")


Gasato per l’inno di giubilo cantato dai media unificati, che attribuiscono alla cura Renzi la miracolosa ripresa dell’economia (in realtà un modesto più 0,3 per cento trimestrale, la metà della Francia e solo un terzo della Spagna), il presidente del consiglio sale in cattedra per piegare la resistenza dei cocciuti professori. Traviati  dai gufi e dai loro “slogan ideologici”, i docenti non hanno ancora compreso la bellezza della buona scuola, che trasformerà l’Italia in una “superpotenza culturale”.

Con gesso e lavagna Renzi si propone come il professore d’Italia che spiega la bella legge e corregge i “difetti di comunicazione” del governo. Lontani sono i giorni in cui la polizia accarezzava la testa degli “squadristi” che lo contestavano all’ingresso della Festa dell’Unità di Bologna. Ora il presidente del consiglio vuole il dialogo, e sceglie la strada di un lungo monologo per entrare nella testa dei contestatori, senza quei perturbatori della quiete che sono i sindacati.

Con messaggi ammiccanti (“la buona scuola c’è già. Siete voi”), il premier cerca di sedurre i professori deviati dai cattivi agitatori: un governo celere, non necessariamente è il governo della celere. Con simboli di un vecchio mondo antico (“la maestra, il prete e il maresciallo”), e fughe in inglesismi ipermoderni (“skills professionali”, “pensare multitasking”), Renzi cerca di pacificare il mondo per lui ingrato della scuola.

E’ vero che i professori sanno “allargare il cuore con una poesia”, ma Renzi è un tipo prosaico e mette loro in bella mostra la vile grana: “più soldi agli insegnanti”. Si tratta, in verità, di una mancia di almeno 14 euro al mese, condizionata però ad una valutazione. Ciascun professore è esaminato da una commissione (preside, qualche genitore e alcuni studenti) che decide se il candidato merita o no uno scatto stipendiale.

Quella che si chiama meritocrazia (“il merito non è una parolaccia”). E che non può che prevedere meccanismi di valutazione selettiva dei docenti (Renzi lo dice a ritmo pop: “no al nessuno mi può giudicare”) per scatenare una sana competizione tra i professori, esortati a coltivare “la rabbia contro i colleghi” pelandroni.

E’ sempre in ragione di sua maestà il merito , che il sindaco-preside assume poteri di assunzione dei docenti da un albo provinciale. Gli esclusi restano a disposizione e, se per tre anni nessuno si ricorda di loro per una cattedra o una supplenza, devono semplicemente cambiare aria. Confusi da “polemiche e boicottaggi”, le teste dure dei docenti non capiscono quanto oro sta per affluire nelle loro tasche e in quelle di tutte le scuole italiche.
Nell’età dell’oro ormai alle porte, ogni scuola (dice Renzi da Milano centro a Scampia) deve “aprirsi al territorio”. E pazienza se le opportunità offerte dai luoghi siano alquanto diverse. Ma il governo rimedia alle asperità dei territori con la possibilità delle famiglie di finanziare le ristrutturazioni (con grandi agevolazioni fiscali) e di destinare il loro 5 per mille ad uno specifico istituto. Che importa se una scuola è frequentata da lavoratori e incapienti che il 5 per mille neppure devono destinarlo e l’altra dai figli dei ricchi che hanno rinunciato alle scuole paritarie, coperte di sgravi e detrazioni fiscali?
Agli studenti Renzi suggerisce di aderire alla sua proposta di eguaglianza nelle opportunità (ciascuno “abbia le possibilità di giocarsi le proprie carte”). Siamo alla retorica antica, la più triviale e falsa, quella delle iniziative “affinché siano messi tutti nella stessa posizione di partenza”. E quindi soldi alle scuole dei ricchi, e abbandono per quelle dei poveri.

Fa cilecca il ridente statista di Rignano quando tratta gli insegnanti come dei somari che, per capire il loro destino, pendono dalla bocca rischiaratrice del professore dei professori e considera gli studenti come degli sprovveduti pronti a cedere dinanzi alle sue chiacchiere insipide sul merito, sulla “centralità nel futuro”.

mercoledì 13 maggio 2015

NAKBA E MOHAMMED

Samantha Comizzoli


Il 15 maggio saranno 67 anni dalla Nakba. Le “celebrazioni” sono già iniziate oggi, qui in Palestina. 

Un anno fa ero davanti alla prigione di Ofer a Ramallah. Gli shebab protestavano, appunto, per la Nakba. I soliti comitati avevano già fatto la loro marcia e ai primi gas si erano allontanati; rimangono gli shebab a tirare pietre all'incirca a 20 mt di distanza dai primi soldati. Quelle pietre non possono far vittime...
Mi sto mettendo la kheffia e alla mia destra c'è un gruppo di giovanissimi shebab. Uno di loro mi guarda e mi dice “hai dei begli occhi”. Lo ringrazio, sorrido.
Mezz'ora dopo un cecchino israeliano uccide con un proiettile Nadim Nawara, 15 anni, passaporto americano. Lo shebab che mi aveva fatto il complimento era lì vicino con i suoi amici e vedeva il suo amico morire.
Non passano trenta minuti e con un altro proiettile, il cecchino israeliano, uccide proprio quello shebab. Si chiama Mohammed Zaher, 16 anni. Corrono gli shebab con il suo corpo in braccio verso l'ambulanza. Io sto filmando e vedo la testa e gli occhi girati all'indietro di Mohammed. Ho il gelo, non ce la faccio e d'istinto spengo la telecamera.
Due martiri, nello stesso giorno, nello stesso luogo. Due giovanissimi.
In seguito verranno aperte le indagini (forse perchè Nadin aveva passaporto americano) e si concluderanno dicendo che nessuno dell'esercito israeliano sapeva che quel cecchino stava sparando proiettili veri.... E' una balla due volte, ovviamente, anche perchè ad Ofer sparano tutti i giorni proiettili veri.


Un anno dopo, siamo ancora qui, a “celebrare la Nakba”. Nadin e Mohammed no, non ci sono più, sono morti. Sono morti per celebrare la Nakba, perchè ci credevano, perchè sono Martiri.
Lui si era soffermato sui miei occhi dicendo “belli”, io ricordo i suoi occhi girati all'indietro perchè morto.
Non dimenticherò mai gli occhi di Mohammed.

Partecipazione, progettazione condivisa. Non è un'utopia

Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico

Garbatella in movimento.

Questo progetto nasce dalla necessità da parte dell'Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico di coinvolgere attivamente alcuni ragazzi dei quartieri romani al processo di documentazione della realtà in cui vivono. E' così che 6 studenti del Liceo Classico Socrate di Garbatella hanno partecipato al laboratorio di formazione audiovisiva, finalizzato al racconto di una realtà del proprio quartiere: la riappropriazione da parte della cittadinanza dello spazio degli ex bagni pubblici di Garbatella.



Realizzato da:
Alice Fiaschetti Annalaura Belli Arianna Valeri Emma De Pasquale Federico Lorenzi Sara Scorsi

Tutor del progetto: Emanuele Redondi Paolo Palermo

www.aamod.it
www.aamod-aperossa.com

Spot NO F35

Giorgio Magarò








Proposte per una reale buona scuola

Sbilanciamoci.info/

La buona educazione: Tra le proposte l'innalzamento dell'investimento sull'istruzione dal 4,7 al 6,5 per cento del Pil e l'abolizione dei finanziamenti alle scuole paritarie e il buono scuola

Non può esserci una “buona scuola” senza che tutte le scuole godano di un buono stato di salute. Per questo le proposte avanzate dalla campagna Sbilanciamoci! nella sua “contro-manovra” 2015, partono dall'innalzamento dell'investimento sull'istruzione dal 4,7 al 6,5 per cento del Pil. Come? Innanzitutto abolendo i fondi statali per le scuole paritarie e il buono scuola, misura che frutterebbe 470 milioni di euro circa, e sostituendo l'ora di religione con l’ora di storia delle religioni o con insegnamenti alternativi scelti autonomamente dalle scuole, risparmiando così 1,5 miliardi di euro. In questo modo si potrebbero aumentare i fondi destinati all’autonomia scolastica, rifinanziando per oltre 300 milioni la legge 440/97 e il Mof, il fondo per il miglioramento dell'offerta formativa, per 600 milioni di euro, ripristinandone così la dotazione originaria. Altri capitoli di spesa dovrebbero poi essere finalizzati alla promozione dei progetti studenteschi coordinati dai Comitati e dalle associazioni studentesche (finanziamento di almeno 10 milioni al Dpr567); alla formazione di tutti i docenti sulle innovazioni pedagogiche e didattiche da poter apportare nelle classi, oltreché sui temi dell’integrazione, dell’intercultura e sull’insegnamento dell’italiano come seconda lingua, senza legare l’attivazione di questi corsi a criteri di merito o demerito; e allo stanziamento di 200 milioni di euro per stage, alternanza scuola-lavoro e miglioramento della didattica. Per fare fronte ai problemi dell'edilizia scolastica, Sbilanciamoci! propone l'implementazione di un piano pluriennale straordinario nazionale che preveda lo stanziamento di almeno 20 miliardi di euro (1 miliardo l'anno), puntando sulla realizzazione di scuole ex novo e di plessi polivalenti per la messa in rete delle attività didattiche e sull'adeguamento delle strutture già esistenti per la messa in sicurezza, l’agibilità statica e quella igienico-sanitaria, oltre all'eliminazione delle barriere architettoniche e all'adeguamento delle strutture e degli strumenti per i disabili. Infine, il diritto allo studio, per il quale Sbilanciamoci! propone l'approvazione di una legge nazionale che individui i Livelli essenziali delle prestazioni che le Regioni sono tenute a erogare in termini di servizi diretti e indiretti a sostegno degli studenti, imponendo alle amministrazioni minimi ineludibili di investimento che tengano conto della totalità dei soggetti aventi diritto. E l'inclusione scolastica degli alunni con disabilità, per cui si propone un investimento di 20 milioni di euro annui per la formazione di 400.000 insegnanti curricolari.

martedì 12 maggio 2015

Nuovo libro di poesie di Alfonso Cardamone

Cultura e dintorni Editore
 
Siamo lieti di comunicare l’imminente uscita del nuovo libro di poesie di Alfonso Cardamone “dell’entropia ancora” con la prefazione del Prof. Marcello Carlino (Cultura e dintorni Editore, Collana "I Poeti del Nostro Tempo").

Il libro è altresì impreziosito dalle tavole dell’artista Angelo D’Onorio residente in Alatri. 
Il volume, che sarà disponibile a Frosinone presso “Edicolè” in Via Tiburtina 224, e a Sora presso la libreria “Universitas” (nel resto d’Italia nelle librerie Feltrinelli), è ordinabile tramite il sito internet
www.culturaedintorni.it seguendo le semplici istruzioni presenti sotto la voce “Acquisti"


Elezioni regionali, Puglia l'Alternativa comunista

a cura della redazione web del Pdac


I disastri del vendolismo (e di tutta la sinistra)
e il senso della nostra candidatura

Alternativa comunista si presenta alle elezioni regionali pugliesi con un programma rivoluzionario e con candidati lavoratori e studenti, molti dei quali rappresentanti di lotte degli ultimi anni in Puglia (dall'Om carrelli alla Telecom e Poste italiane, per le lotte dei lavoratori e contro la riforma Gelmini e la Buona scuola renziana, per le lotte studentesche). Il candidato è Michele Rizzi, lavoratore precario di un call center con una Laurea in Scienze Politiche all'Università di Bari. Questo articolo è frutto di una chiacchierata della nostra redazione web con Michele, impegnato in queste ore, con tutti i militanti pugliesi del partito, nelle diverse piazze della regione.
Abbiamo deciso di presentarci alle elezioni regionali per un motivo molto semplice, spiega Michele, perché vogliamo dare rappresentanza politica a operai che hanno perso il posto di lavoro, ai precari in lotta per la stabilizzazione, ai disoccupati senza reddito, agli immigrati sempre più schiavizzati, agli studenti in lotta per la scuola pubblica, alle donne che lottano contro omofobia e maschilismo. 
Il sistema capitalista in crisi sta facendo pagare la sua crisi pesantissima ai lavoratori, lasciando sul campo migliaia e migliaia di disoccupati e cassaintegrati. Il padronato pugliese dopo essersi arricchito di soldi pubblici regalati dal governo di centrodestra di Fitto e dal governo di centrosinistra di Vendola, scappa con i soldi in altre zone del mondo, delocalizzando la produzione e lasciando con un palmo di naso tanti lavoratori.
La nostra politica, continua Michele, è quella delle lotte. In questi mesi siamo stati in primo piano nelle lotte dell'Om carrelli, di Natuzzi, Sangalli, Ecoleather, Telecom, Poste italiane, Ilva, Bar.sa e tante altre anche nel Salento e in altre zone della Regione. Così come nelle lotte studentesche e in quelle universitarie, come nelle lotte contro la chiusura degli ospedali pubblici (20 chiusi con il Governo di centrosinistra), il taglio di posti letto e di interi reparti. Lotte contro la devastazione ambientale (contro la discarica di Grottelline, Martano, Corigliano d'Otranto e di Trani) e in appoggio a quella dei Comitati No al carbone di Brindisi, per la salvaguardia di Torre Guaceto, contro il Tap nel Salento e l’inquinamento atmosferico dell'Ilva di Taranto, della Cementeria e della Timac di Barletta. Contro la politica dei rifiuti legata ad un business devastante e per una legge sui rifiuti zero. Contro gli accordi commerciali tra Puglia ed Israele.
La nostra campagna elettorale è quella di "dare voce a chi non ha voce".
Le altre forze in campo
Il centrosinistra, ci spiega Rizzi, è guidato dall'ex sindaco di Bari Emiliano, che rappresenta il renzismo in Puglia con l'appoggio a Jobs Act e Buona scuola, contro cui abbiamo lottato in questi mesi. Un candidato liberale portatore di interessi di lobby economiche e di potentati capitalistici. Questa coalizione somma diversi fuoriusciti dal centrodestra, l'Udc, il Pd, i vendoliani e il Pdci, in un calderone impressionante che si presenta favoritissimo per il post-Vendola. Insomma, nulla di nuovo.
Il centrodestra si presenta diviso tra il candidato berlusconiano Poli Bortone e quello fittiano Schittulli. Il Movimento 5 stelle con la Laricchia, di provenienza di centrodestra. L'Altra Puglia con Riccardo Rossi, lista civica la cui golden share è in mano a quello che rimane del Prc che ha governato alla Regione con il Pd 8 anni su 10 e con Emiliano a Bari 5 anni su 10. In sostanza una finta opposizione con un programma molto moderato che non dà una risposta di classe e di lotta alla crisi economica capitalista che attanaglia la Regione Puglia, proponendo soluzioni non nuove e di certo fallimentari. Per ultimi i Verdi di Mariggiò che hanno presentato la candidatura all'ultimo istante dopo aver mancato l’accordo con L'Altra Puglia.
Alternativa comunista, conclude Rizzi, è l'unica forza politica comunista e rivoluzionaria che si presenta a questa tornata elettorale in Puglia, presente nelle lotte sin dalla sua nascita, che utilizzerà questo spazio elettorale per propagandare il suo programma rivoluzionario di alternativa anticapitalista, conscia che il sistema non lo si abbatte con le elezioni borghesi, ma con le lotte unificate e di massa.
In ogni senso, dunque, ci differenziamo da quanto resta della disastrata sinistra italiana: non solo da quella esplicitamente riformista (Sel e Rifondazione), bensì anche da forze che (incomprensibilmente) si richiamano al "trotskismo", come il gruppo di Ferrando (il Pcl) (1).
Un giudizio sul governo Vendola
Un giudizio sull'amministrazione regionale uscente è certamente d'obbligo. Infatti lo riteniamo sicuramente negativo dal punto di vista delle fasce più deboli. Vendola ha finanziato il padronato che delocalizza le aziende, ha finanziato le scuole private mentre la scuola pubblica langue, ha autorizzato la nascita di centrali a biomasse a filiera corta mentre la Puglia produce già più del doppio dell'energia che serve ai pugliesi, ha continuato l'opera di privatizzazione della sanità pubblica avviata da Fitto.
I punti programmatici di Alternativa comunista sono anticapitalisti. Nello specifico, ci elenca Michele, sul lavoro, rivendichiamo l'esproprio delle fabbriche e gestione operaia con il taglio di tutti i finanziamenti pubblici al padronato. Una lotta contro il precariato, partendo dall'abolizione di tutti i contratti precari e con la stabilizzazione di tutti i lavoratori, oltre all’istituzione del reddito sociale per i disoccupati pagato dai tagli ai finanziamenti al padronato.
In ambito sanitario rivendichiamo la ripubblicizzazione della sanità pubblica con il taglio delle convenzioni con i privati, l'internalizzazione di servizi e personale e l'eliminazione delle liste d'attesa per le visite specialiste. Importante è anche la lotta contro i processi di esternalizzazione di Sanità service, specie nel Salento.
Necessario è anche un programma di rilancio della scuola pubblica con il finanziamento della formazione e l'eliminazione dei finanziamenti alle scuole private. Un programma di attività culturali pubbliche e gratuite. Un progetto di mobilità gratuita con i servizi pubblici per le fasce più deboli.
In ambito ambientale, va detto che la Puglia produce più del doppio dell'energia che serve, quindi lotta contro il business dell'energia, con un no secco a nucleare, biomasse, ecc., opposizione durissima alle trivellazioni in Adriatico e al Tap nel Salento. Questa grandi opere che distruggono il paesaggio a tutto vantaggio delle multinazionali petrolifere e del gas, non si devono fare!
Vanno anche stracciati tutti gli accordi commerciali tra Puglia ed Israele.
Siamo certi, conclude Michele Rizzi, di affrontare questa nuova impresa con lo spirito giusto di costruire un partito rivoluzionario che possa fungere da avanguardia della lotta di classe anche nella nostra Regione. Per questo, utilizzeremo a fondo lo spazio propagandistico che ne deriva perchè una Puglia rivoluzionaria è possibile, di lavoratori e studenti in lotta, contro i potentati economici e le loro appendici politiche.

(1) Ad esempio, in Umbria il Pcl fa un blocco elettorale e programmatico fondendo il proprio simbolo e il proprio programma con quello di "Casa rossa", un gruppo che (guidato da Aurelio Fabiani, candidato presidente) rivendica la "unità dei comunisti" avendo come riferimenti teorici Mao e Togliatti (sullo stalinismo, scrivono nella loro pagina facebook, è prematuro dare "un giudizio definitivo perché non abbiamo ancora la prospettiva storico-politica necessaria.").

Coreno Ausonio (FR) – Ritrovati i resti di un soldato tedesco della Seconda Guerra Mondiale

FOTO TRATTA DAL SITO : TEMPOREALE.INFO

Eccezionale ritrovamento alla vigilia del 71° Anniversario della fine della Seconda Guerra
Mondiale nel Cassinate: i resti di un soldato di nazionalità tedesca sono stati rinvenuti nella mattinata del 12 maggio 2015 sulle montagne di Coreno Ausonio, in località Marinaranne. Ad effettuare la fortuita scoperta sono stati alcuni volontari dell’Associazione Linea Gustav di Piedimonte San Germano nel corso di una delle molteplici ricognizioni effettuate nel territorio e finalizzate allo studio del sistema difensivo, ben noto con il nome di “Linea Gustav”, che fu approntato dai militari germanici durante l’ultima guerra per contrastare l’avanzata alleata.
Immediato l’allertamento dei militari della vicina caserma dei carabinieri di Ausonia, coordinata dal Mar.llo Muscariello, e del Sindaco di Coreno Ausonio, Domenico Corte, che sono accorsi tempestivamente sul luogo. Dopo gli accertamenti di rito, i resti del militare sono stati recuperati e spostati temporaneamente presso il cimitero civile in attesa delle disposizioni della magistratura. Il piastrino di riconoscimento, recante il numero di matricola ed alcune generalità, permetterà l’identificazione del soldato, i cui resti potrebbero essere traslati nei prossimi giorni nel Cimitero Militare Tedesco di Caira a Cassino. «L’Associazione Linea Gustav – esordisce il Presidente Damiano Parravano - è un centro di studi e ricerche storico-militari che opera da diversi anni in sinergia con istituzioni locali ed internazionali al fine di valorizzare il patrimonio storico-culturale legato alla memoria dei tragici eventi che accorsero tra il 1943 ed il 1944 nel Centro Italia. Le nostre indagini hanno il duplice scopo di documentare le rilevanze ancora esistenti nel territorio ed allo stesso tempo di preservarle e di valorizzarle soprattutto per le generazioni future. E’ per noi fonte di grande orgoglio – spiega il Presidente – aver contribuito al ritrovamento di uno delle migliaia di dispersi che, a distanza di settantuno anni dalla fine della guerra, ancora non hanno avuto la possibilità di una degna sepoltura. In vista delle imminenti celebrazioni e delle rievocazioni che si terranno i giorni 16 e 17 maggio a Coreno Ausonio, è inoltre lieta l’occasione per sottolineare l’impegno sul territorio di Costanzo Salvatore, Antonio Forcina, Raffaele Bianco e Yossuà Ruggero, quali soci del distaccamento associativo di Coreno Ausonio »

IL PRESIDENTE

Damiano Parravano

lunedì 11 maggio 2015

Rete No War a Frosinone

Luciano Granieri


Sabato  pomeriggio 9 maggio si è svolta a Frosinone, presso L.go Turriziani, la presentazione del  Tavolo Provinciale “No War”. Fra i promotori : il partito dei Comunista d’Italia, Sinistra Ecologia e Libertà, Partito della Rifondazione Comunista,  Federazione Giovani Socialisti, Ass. Oltre l’Occidente, Comitato di lotta per il lavoro, Confederazione Cobas , ANPI, Comitato Provinciale in difesa della Costituzione. Al dibattito sono intervenuti i rappresentati delle varie associazioni e l’ex parlamentare di Rifondazione Comunista  Giovanni Russo Spena.  

A settant’ anni dalla resa incondizionata dei nazifascisti,  sancita a Reims e a Berlino, il tavolo provinciale No War ha invitato i cittadini a riflettere sulla fine della guerra o piuttosto su una sua trasformazione. Dopo la carneficina  conclusasi nel ’45, con  i propositi di pace e fratellanza che ne scaturirono, con la promulgazione dei primi trattati europei,  è finalmente  scoppiata la   pace nel mondo? L’articolo 11 della Costituzione Italiana, in cui si decreta che l’Italia ripudia la guerra, è stato ed è  rispettato?  Questi i temi su cui si è discusso. 

Non si è potuto fare a meno di constatare che gli  eventi  bellici non sono mai cessati. Si sono trasformati, diffusi, parcellizzati. Come ha ricordato Giovanni Russo Spena, citando Marx e Rosa Luxemburg, ad un certo punto della sua storia  l’umanità o andava verso il socialismo o sarebbe approdata alla barbarie. La barbarie ha trionfato, al di fuori di ogni ideologia.  

La  presa del potere dei centri finanziari, che impongono  le loro leggi alle Nazioni,  ha esaltato la barbarie della guerra diffusa. Non un conflitto fra eserciti, ma scenari di violenza inaudita creata attraverso guerre quotidiane alimentate dagli interessi capitalistici i quali non schierano truppe, ma sobillano fazioni, corrompono dittatori, bombardano con i droni.  

Da una parte l’iperteconologia della guerra chirurgica, dall’altra le stragi. Si armano, grazie anche alla collaborazione delle banche, ora l’una ora l’altra fazione utile  a rovesciare il governo non gradito, poi si è costretti a subire le violenze di questa bande precedentemente equipaggiate e addestrate che si ribellano ai propri  maestri  e sfuggono di mano ad ogni controllo. E’ il caso dell’Isis, ma anche di Al Qaeda  o dei Sunniti di Saddam.  Gli interessi capitalistici, volti a depredare materie prime, a controllare le vie dei combustibili fossili, a reprimere quelle rivoluzioni dagli esiti incontrollati , vedi   certi sviluppi delle così dette  primavere arabe, sono la causa  della barbarie . 

Anche  nella Europa unita fascismi vecchi e nuovi,  inflessibili guardie del neoliberismo occidentale, mietono stragi.   Nel Donbass ad esempio . Altro che Europa di Ventotene! Il Fondo Monetario Internazionale vuole imporre la sua brava dose di austerity e memorandum   anche all’Ucraina, e per fra questo fomenta l’odio popolare ucraino verso la Russia.  

La guerra diffusa del captale provoca l'esodo di  una moltitudine di gente che,   per sfuggire alle guerre e alla disperazione in cui la barbarie del neoliberismoli ha gettati, cerca  di raggiungere le terre dove risiedono i responsabili della loro spoliazione. Anche a queste vittime il liberismo muove guerra, con la pretesa di fermare i barconi perfino  con le bombe,   con il rifiuto totale dell’accoglienza. Rifiuto che ha riempito i fondali del Mar Mediterraneo di cadaveri. 

Ed infine l’ìpocrisia che regna sovrana nel nostro Paese il cui art.11 della Costituzione è uno dei più efficaci contro la guerra, ma viene completamente disatteso con le cosiddette guerre umanitarie, un odioso ossimoro. Anche nel nostro paese il neoliberismo è in guerra. Le vittime  sono i lavoratori, i disoccupati,  gli studenti. Esso  priva  deliberatamente questi soggetti  dei mezzi di sostentamento, se ne impossessa per alimentare i propri giochi speculativi che spesso riguardano la produzione delle armi. Non è un caso che, mentre il numero di cittadini al di sotto della soglia di povertà aumenta inesorabilmente, in Italia si spendono 70 milioni di euro al giorno in armi, senza contare i 15 miliardi di euro spesi per dei ferri vecchi come gli F.35  e i  5,4 miliardi di euro sperperati nell’acquisto di navi militari. 

Il sub Comandate Marcos nel 1997 dalle montagne del sud’est messicano sosteneva che era scoppiata la quarta guerra mondiale, oggi quel conflitto ancora  è in atto, o meglio si è liquefatto ed insinuato in barbarie giornaliere, che producono ogni ora morte e distruzione.  Se è difficile e lungo  percorrere la strada del socialismo, almeno che si combatta tutti uniti la barbarie del neoliberismo. E questo il senso di un vero tavolo No War.

domenica 10 maggio 2015

Il seminario del 18 aprile sulla bonifica della Valle del Sacco: certezze, nuovi elementi e necessità di costruire la conoscenza.

Rete per la Tutela della Valle del Sacco

Sabato 18 aprile si è svolto il seminario organizzato dalla Rete per la Tutela della valle del Sacco (retuvasa) sullo stato dell'arte della gestione del Sito di Interesse Nazionale (SIN) e della bonifica delle aree inquinate.

I lavori, coordinati da Roberto Rosso di Retuvasa, sono stati introdotti da Alberto Valleriani -presidente di Retuvasa- che ha illustrato le varie tappe attraversate, dalla nascita del SIN, alla gestione commissariale, il declassamento da parte del ministero dell'ambiente del ministro Clini con gli errori di definizione delle aree, il rigetto del provvedimento da parte del TAR sino all'attuale processo amministrativo che deve ridefinire la perimetrazione del SIN.

L'ing. Fabio Ermolli di ARPA Lazio sezione provinciale di Roma ha illustrato in modo approfondito metodologia e pratica della caratterizzazione dei siti inquinati ossia quel processo che ha come obiettivo la individuazione e l'analisi completa dello stato di inquinamento, concentrandosi sull’area industriale di Colleferro e sui risultati allo stato dell’arte.
C’è da sottolineare che le fasi di caratterizzazione dell’ex area BPD hanno evidenziato, per il suolo, forti contaminazioni per le aree denominate Arpa1, Arpa2, Benzoino,OCR, Ex Cava di Pozzolana, Caffaro Chetoni e modeste contaminazioni nelle aree denominate Se.Co.Sv.Im. ex Edison, Italcementi, CSC,Se.Co.Sv.Im, ARC. Sono stati riscontrati superamenti principalmente per metalli (Arsenico, Mercurio, Cadmio, Zinco, Rame, Nichel, Vanadio, Ferro, Manganese) fitofarmaci (DDD, DDE, DDT, Dieldrin, Clordano, HCH, Idrocarburi C>12), diossine e PCB.
Per le acque sotterranee l’area risulta molto più vasta e interessa indicativamente il 60% dell’ex area industriale andando ad interessare anche il consorzio Vallesettedue con modeste contaminazioni con superamenti principalmente per metalli (Cromo VI, Alluminio, Arsenico, Ferro, Manganese, Mercurio, Piombo), fitofarmaci (DDD, DDE, DDT, diedri, clordano, HCH, idrocarburi C>12), BTEX, solventi.

Il dott. Francesco Blasetti del dipartimento di epidemiologia dell'ASL Roma G-E ha illustrato in modo sintetico, l’attività di sorveglianza sanitaria ed i suoi risultati, ha poi risposto ai molti interrogativi proposti dai partecipanti al seminario.
Lo studio, finora, ha interessato 502 persone, 183 famiglie evidenziando che i soggetti sottoposti a biomonitoraggio presentano maggiore contaminazione per le donne e gli anziani, persone che hanno bevuto acqua da pozzi privati e consumato cibo locale con possibili accostamenti a effetti genetici o di familiarità.  
I primi risultati del rapporto di sorveglianza hanno segnalato che l’esposizione ambientale al Beta-HCH può influire sul metabolismo dei lipidi, la funzionalità renale, la regolazione degli ormoni sessuali nelle donne, i livelli di cortisolo ematico e lo stato cognitivo.
Il Dott. Blasetti ha evidenziato gli svantaggi della metodologia applicata a questo tipo di studio ricondotti a: disegno trasversale, no migliori stimatori di grasso corporeo (es. circonferenze), no misurazione pressione sanguigna, no info su ipertensione e farmaci, 22% di soggetti esclusi per campioni non idonei.
Tra i vantaggi: l’esito è stato rilevato direttamente attraverso un prelievo di sangue analizzato da un laboratorio di analisi, è da considerare un primo programma di popolazione per fornire risposte tecniche capaci di informare le istituzioni.
In conclusione occorrerà un’osservazione longitudinale
Da marzo 2013 è iniziato il primo follow-up della coorte che prevede la ripetizione degli esami di laboratorio e strumentali con l’aggiunta di: elettroliti, visita cardiologica, elettrocardiogramma, misurazione pressione arteriosa, eco-doppler delle vene carotidee, misura circonferenza vita, info farmaci da questionario

Da ultimo la dott.ssa Sara Taviani ha fornito una descrizione della struttura delle falde acquifere restringendo il quadro dal livello regionale sino al territori in cui si colloca Colleferro comprensivo di aree inquinate e discarica. Sicuramente da approfondire il fatto che per quanto riguarda i barrieramenti idraulici sarebbe opportuno lavorare su un’indagine degli acquiferi su area vasta e non sostanzialmente su quelli sottesi alle aree contaminate.

Non è potuto intervenire per ragioni di salute il prof. Paolo Viotti, ma si è dichiarato disponibile a collaborare alle prossime iniziative.

Alle relazioni del seminario vanno segnalati alcuni eventi degli ultimi tempi.

Un dato positivo è una nuova modalità di intervento partecipato per la proposta di perimetrazione del SIN Valle del Sacco che nelle prossime settimane verrà discussa dai Comuni, dalle istituzioni sanitarie e di controllo, dalle reti associative del territorio.

Una pessima notizia viene invece dal Ministero della Salute che ha interrotto i finanziamenti dello Studio SENTIERI (studio epidemiologico nazionale dei territori e degli insediamenti esposti a rischio da inquinamento), tuttora finanziato esclusivamente dall’ISPRA con notevoli difficoltà economiche dovute anche alla riorganizzazione dell’ente, che negli anni ha prodotto un rapporto sulla realtà sanitaria dei singoli SIN inserita nel contesto nazionale.  

In conclusione questo seminario costituisce un primo momento, a cui altri seguiranno, di un percorso finalizzato a ricostruire il quadro organico dei problemi ambientali del territorio di Colleferro e della Valle del Sacco. In questo percorso ai momenti seminariali si affiancherà la costituzione di un gruppo di lavoro di esperti delle diverse discipline necessarie a comprendere i fenomeni di inquinamento che investono il nostro territorio, e le necessarie opere di bonifica, indispensabili per la realizzazione di un futuro diverso. Assieme al gruppo di lavoro si lavorerà alla costruzione di strumenti per la condivisione delle informazioni acquisite e delle conoscenze prodotte.  
Integrare le conoscenze è necessario per prendere le decisioni corrette, ma tutti i cittadini devono poter partecipare comprendendo il contesto di quelle decisioni.

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Ciociaria maglia nera

Il segretario provinciale del Pcdi

Oreste della posta

I dati relativi all’anno 2014 della disoccupazione nel Lazio sono drammatici: 329.000 cittadini senza lavoro, con un aumento dell’ 8,7% rispetto al 2013, ovvero, in numeri assoluti, 26.300. La provincia di Frosinone riporta un 27,5% di rispetto al 2013. E’ la maglia nera del Lazio. La nostra provincia vanta il triste primato nel Lazio anche per quel che riguarda l’occupazione femminile. Se a ciò si aggiunge che i redditi delle famiglie non tengono il passo con l’inflazione, allora è inequivocabile constatare che la provincia si sta impoverendo. Gli ultimi dati dimostrano che, nel 2014, il reddito delle famiglie è diminuito dello 0,9%, provocando la perdita del potere d’acquisto in modo consistente. Siamo in presenza di un crollo economico della nostra provincia rispetto ad altri territori del Lazio. Noi comunisti vogliamo mettere al centro del dibattito politico la crisi del nostro territorio che è drammatica. Solo l’intervento pubblico può dare una scossa per ripartire. In questo quadro è importante costituire una vertenza territoriale che possa ridare una speranza ai giovani che, con la disoccupazione giovanile al 50,2%, è stata loro tolta la speranza del futuro. Le politiche del governo si sono dimostrate errate, profondamente ingiuste e totalmente inefficaci. Noi comunisti proponiamo che la Regione Lazio metta la centro del suo programma di sviluppo economico la nostra provincia, con un piano provinciale che dia slancio al turismo e all’ambiente. Che sappia agevolare l’accesso al credito, favorire lo sviluppo dell’agricoltura attraverso la valorizzazione dei prodotti tipici, della ricerca tecnologica per nuovi prodotti per i nuovi mercati. Le risorse si possono e si devono trovare nella riduzione della spesa regionale attraverso la creazione di una struttura regionale molto più snella ed efficiente.