Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

sabato 27 agosto 2011

Javi Poves,il calciatore rivoluzionario lascia il calcio a 24 anni

Silvano Frantellizzi:   fonte INFORMAZIONE CONSAPEVOLE



Javi Poves, difensore spagnolo dello Sporting Gijon, ha deciso di lasciare il calcio a 24 anni perché “Stufo di un mondo professionale dove contano solo denaro e corruzione”.
Nei giorni in cui i calciatori italiani scioperano per “salvaguardare i propri diritti di lavoratori”, dalla Spagna arriva una notizia che dovrebbe far riflettere tutto il sistema del calcio. Javi Poves, difensore ventiquattrenne dello Sporting Gijon ha lasciato il calcio giocato: non per problemi con l’allenatore, nemmeno per bizze personali ma solamente perché si è stufato di appartenere ad una classe di privilegiati in un mondo pieno di corruzione.
IL CALCIO è CAPITALISMO - “Il calcio professionale è solo denaro e corruzione – ha dichiaratoPoves, che in passato aveva chiesto alla società di sospendere il pagamento del suo stipendio tramite transazioni bancarie perché non voleva che si speculasse sul suo denaro -  Il calcio è capitalismo  e il capitalismo è morte. Non voglio più far parte di un sistema che si basa su ciò che guadagna la gente grazie alla morte di altri in Sudamerica, Africa o Asia. A cosa mi serve guadagnare tanto se quello che ottengo è frutto della sofferenza di molta gente? La fortuna di questa parte del mondo esiste solo grazie alle disgrazie del resto, per me si dovrebbero bruciare tutte le banche”.
RIVOLUZIONARIO DEL PALLONE - Parole da rivoluzionario quelle di Javi, che non molto tempo fa aveva restituito allo Sporting Gijon la macchina che gli aveva regalato la società, perché si vergognava di possedere due vetture.  Parole che colpiscono un mondo che regala emozioni ma a caro prezzo: “Da quando siamo piccoli veniamo trattati come bestie, ci istigano alla competizione e quando si raggiunge una certa età, poi è difficile tornare indietro. Finché la gente continua ad accettare il sistema che esiste non sarà facile cambiare le cose - ha dichiarato l’ormai ex calciatore che ha rivelato di studiare storia all’università – voglio vedere cosa succede nel mondo, andare nei posti più poveri per capire le difficoltà del mondo”. Un gesto forte, fuori dall’ordinario, arrivate da un ragazzo normale, che si è sentito sporco e invece di nascondersi dietro ai privilegi ha scelto di urlare la sua insofferenza, portato all’esasperazione dai “padroni” che avvelenano il calcio giorno dopo giorno.




Sette punti sulla guerra contro la Libia

DOMENICO LOSURDO


1. E’ in atto una guerra promossa e scatenata dalla Nato. Tale verità finisce col filtrare sugli stessi organi di «informazione» borghesi. Su «La Stampa» del 25 agosto Lucia Annunziata scrive: è una guerra «tutta “esterna”, cioè fatta dalle forze Nato»; è il «sistema occidentale, che ha promosso la guerra contro Gheddafi». Una vignetta dell’«International Herald Tribune» del 24 agosto ci fa vedere «ribelli» che esultano, ma stando comodamente a cavallo di un aereo che porta impresso lo stemma della Nato.
2. Si tratta di una guerra preparata da lungo tempo. Il «Sunday Mirror» del 20 marzo ha rivelato che già «tre settimane» prima della risoluzione dell’Onu erano all’opera in Libia «centinaia» di soldati britannici, inquadrati in uno dei corpi militari più sofisticati e più temuti del mondo (SAS). Rivelazioni o ammissioni analoghe si possono leggere sull’«International Herald Tribune» del 31 marzo, a proposito della presenza di «piccoli gruppi della Cia» e di «un’ampia forza occidentale in azione nell’ombra», sempre «prima dello scoppio delle ostilità il 19 marzo».
3. Questa guerra non ha nulla a che fare con la protezione dei diritti umani. Nell’articolo già citato, Lucia Annunziata osserva angosciata: «La Nato che ha raggiunto la vittoria non è la stessa entità che ha avviato la guerra». Nel frattempo, l’Occidente è gravemente indebolito dalla crisi economica; riuscirà a mantenere il controllo su un continente che sempre più avverte il richiamo delle «nazioni non occidentali» e in particolare della Cina? D’altro canto, lo stesso quotidiano che ospita l’articolo di Annunziata, «La Stampa», si apre il 26 agosto con un titolo a tutta pagina: «Nuova Libia, sfida Italia-Francia». Per chi ancora non avesse compreso di che tipo di sfida si tratta, l’editoriale di Paolo Baroni (Duello all’ultimo affare) chiarisce: dall’inizio delle operazioni belliche, caratterizzate dal frenetico attivismo di Sarkozy, «si è subito capito che la guerra contro il Colonnello si sarebbe trasformata in un conflitto di tutt’altro tipo: Guerra economica, con un nuovo avversario, l’Italia ovviamente».
4. Promossa per motivi abietti, la guerra viene condotta in modo criminale. Mi limito solo ad alcuni dettagli ripresi da un quotidiano insospettabile. L’«International Herald Tribune» del 26 agosto, con un articolo di K. Fahim e R. Gladstone riporta: «In un accampamento al centro di Tripoli sono stati ritrovati i corpi crivellati di proiettili di più 30 combattenti pro-Gheddafi. Almeno due erano legati con manette di plastica, e ciò lascia pensare che abbiano subito un’esecuzione. Di questi morti cinque sono stati trovati in un ospedale da campo; uno era su un’ambulanza, steso su una barella e allacciato con una cinghia e con una flebo intravenosa ancora al suo braccio».
5. Barbara come tutte le guerre coloniali, l’attuale guerra contro la Libia dimostra l’ulteriore imbarbarimento dell’imperialismo. In passato innumerevoli sono stati i tentativi della Cia di assassinare Fidel Castro, ma questi tentativi erano condotti in segreto, con un senso se non di vergogna, comunque di timore per le possibili reazioni dell’opinione pubblica internazionale. Oggi, invece, assassinare Gheddafi o altri capi di Stato sgraditi all’Occidente è un diritto proclamato apertamente. Il «Corriere della Sera» del 26 agosto 2011 titola trionfalmente: «Caccia a Gheddafi e ai figli casa per casa». Mentre scrivo, i Tornados britannici, avvalendosi anche della collaborazione e delle informazioni fornite dalla Francia, sono impegnati a bombardare Sirte e a sterminare un’intera famiglia.
6. Non meno barbara della guerra, è stata ed è la campagna di disinformazione. Senza alcun senso del pudore, la Nato ha martellato sistematicamente la menzogna secondo cui le sue operazioni belliche miravano solo alla protezione dei civili! E la stampa, la «libera» stampa occidentale? A suo tempo essa ha pubblicato con evidenza la «notizia», secondo cui Gheddafi riempiva i suoi soldati di viagra in modo che più agevolmente potessero commettere stupri di massa. Questa «notizia» cadeva rapidamente nel ridicolo, ed ecco allora un’altra «notizia», secondo cui i soldati libici sparano sui bambini. Non viene addotta alcuna prova, non c’è alcun riferimento a tempi e a luoghi determinati, alcun rinvio a questa o a quella fonte: l’importante è criminalizzare il nemico da annientare.
7. A suo tempo Mussolini presentò l’aggressione fascista contro l’Etiopia come una campagna per liberare quel paese dalla piaga della schiavitù; oggi la Nato presenta la sua aggressione contro la Libia come una campagna per la diffusione della democrazia. A suo tempo Mussolini non si stancava di tuonare contro l’imperatore etiopico Hailè Selassié quale «Negus dei negrieri»; oggi la Nato esprime il suo disprezzo per Gheddafi «il dittatore». Come non cambia la natura guerrafondaia dell’imperialismo, così le sue tecniche di manipolazione rivelano significativi elementi di continuità. Al fine di chiarire chi oggi realmente esercita la dittatura a livello planetario, piuttosto che Marx o Lenin, voglio citare Immanuel Kant. Nello scritto del 1798 (Il conflitto delle facoltà), egli scrive: «Cos'è un monarca assoluto? E' colui che quando comanda: “la guerra deve essere”, la guerra in effetti segue». Argomentando in tal modo, Kant prendeva di mira in particolare l’Inghilterra del suo tempo, senza lasciarsi ingannare dalle forme «liberali» di quel paese. E’ una lezione di cui far tesoro: i «monarchi assoluti» del nostro tempo, i tiranni e dittatori planetari del nostro tempo siedono a Washington, a Bruxelles e nelle più importanti capitali occidentali.

Dalla Valle al Valle

Giulia Tripoti


Il nostro piccolo contributo da Roma per la grande VALLE che resiste, ieri al Teatro Valle Occupato. A SARA' DURA! "incursione NO TAV" degli Editori Viktor, battitura speciale di giocattoli su "questa valle che resiste" e diretta telefonica dal teatro con Simonetta dal presidio NO TAV di Torino. A SARA' DURA!




Donne che provano a cambiare la RAI

Simonetta Zandiri


Di questo ennesimo presidio alla RAI credo ricorderò le prime e le ultime parole dello pseudo-giornalista-redattore del TGR. Le prime sono state come un'ondata di gas CS, disorientanti, fastidiose, ingiustificabili: "Mi ricordate gli squadristi che nel 1921 occupavano le redazioni, avete atteggiamenti fascisti". Strano. Perché all'epoca per manipolare le informazioni era necessario occupare le redazioni. Oggi basta pagare i loro stipendi, magari con qualche extra. Poi l'auto-compiacimento che ha sfiorato il ridicolo "Io svolgo la mia professione con onestà intellettuale". Un brivido ha percorso il mio corpo a sentire pronunciare da un REDATTORE di quello che forse è il peggior TG Regionale di tutta Italia la parola ONESTA'. Non commento sull'intellettuale... E poi il finale, o quasi, del suo discorso (?) introduttivo: "Avete minacciato persino BIANCO , l'altra sera gli avete detto che LO LICENZIATE!". Ecco, qui dimostrano (oltre a non avere il minimo senso dell'ironia) tutto il paradosso di questa situazione. E' vero, non lo nego, che l'altra sera al megafono ho detto "BIANCO, SICCOME LA RAI SIAMO NOI, SIAMO QUI PER DIRTI CHE SEI LICENZIATO". Verissimo. Ma se davvero avessimo questo potere, dovremmo andare un giorno si e un giorno NO a chiedere alla RAI un'informazione corretta, cosa che è nei nostri DIRITTI non solo come NO TAV, ma, soprattutto, come CITTADINI? 

Ancora una volta la questione relativa all'ennesimo diritto negato è stata ridotta ad una questione di ordine pubblico, delegando alle forze dell'ordine (che, va detto, hanno gestito con tatto la situazione) un problema che nessun politico, della cosiddetta sinistra o della destra, può o vuole affrontare. L'Italia è al 64esimo posto, nel mondo, per libertà d'informazione. E questo è il fondamento di qualsiasi democrazia. Come cittadini non possiamo più limitarci ad essere indignati, e neanche a dire che "tanto non cambia niente". Perché la RAI siamo noi nella misura in cui siamo determinati a ricordarglielo, a riprenderci questo diritto. Non permettiamogli di mentire, sistematicamente, di omettere, di trasmettere false immagini (e non lo fanno solo per la TAV) per ingannare quelli che, in buona fede, credono in questa scatola magica, manco fosse una religione! Il problema è sotto gli occhi di tutti, ma la soluzione? Un po' meno. Questi presidi vengono fatti da anni, e senza risultati. Eppure non possiamo mollare, perché se lo facciamo si sentiranno autorizzati ad aumentare il livello di fango, bugie, propaganda. Devono sapere che non siamo più disposti a tollerare questo schifo. Facciamoglielo sapere. Senza reagire alle loro provocazioni, perché le faranno sempre. E diffondiamo la "libera informazione" dal basso. Quando avranno solo il 15% di telespettatori, avranno perso. Continueranno a sentirsi "intellettualmente onesti"?

venerdì 26 agosto 2011

Comune di Frosinone è ore di RISCUOTERE

 di Luciano Granieri


da un articolo de "il messaggero" del 25 agosto 2011
firma : Luciano D'Arpino
Palasport, Il Comune ora batte cassa.


Chiesti i canoni arretrati alle società sportive. Da  saldare 200mila euro di gas e l’Enel

Il Palasport di Frosinone è uno dei fiori all’occhiello del capoluogo. Una struttura sportiva all’avanguardia  inaugurata nel 2007, con una capienza di 2640 posti,  che negli ultimi anni ha ospitato per le partite casalinghe  l Prima Veroli di basket che milita in Legadue , la Globo Sora di Volley (A2) E l’Ihf Frosinine di Volley femminile promossa in A2.  Una struttura polifunzionale che ha richiamato le squadre di livello dei centri vicini, sprovvisti di impianti adeguati , ma di cui il comune non ha saputo ottenere un’adeguata remunerazione. Non ci ha guadagnato un euro, insomma,anche se adesso cerca di correre ai ripari battendo cassa con le società che hanno utilizzato l’impianto. Questa storia viene fuori da una delibera di giunta  (la numero 237 del 2011) con cui è stata approvata la convenzione per l’utilizzo del Palasport per l’anno 2011-2012. Delibera poi ratificata nell’ultimo consiglio comunale  del 28 luglio scorso . Nell’ atto infatti , c’è scritto che “sono ancora da recuperare il saldo delle fatture di consumo di gas da ottobre 2008 a giungo 2009 per euro 36.380,43, da ottobre 2009 a giugno ’10 per 91.973,57 e da ottobre 2010 a giugno 2011 per euro 84.688,08 per un totale di 220.457,93 euro”. Nella delibera si dice anche che non è stata pagata la corrente elettrica per lo stesso periodo e che l’Enel presenterà le fatture da saldare. Non solo: il Comune afferma anche che sono da saldare i canoni previsti per le stagioni 2008-2009 e 2010-2011 e non è stata pagata ancora la quota pari al 3% della pubblicità all’interno della struttura “ Rilevato-si  legge- che lo stato di manutenzione ordinaria necessita di un intervento di natura economico ancora a carico delle società  utilizzatrici”. Il Comune prima di sottoscrivere la nuova convenzione, ritiene indispensabile “saldare tutte le fatture e i pagamenti ancora sospesi da parte delle società utilizzatrici”. Ma ecco le nuove tariffe stabilite per questa stagione dal Comune per le società sportive: 70 euro più Iva è il costo orario utilizzato dall’impianto senza presenza di pubblico; 100 euro con la presenza di pubblico. Questi costi sono ridotti del 30% per le società di Frosinone. Riuscirà stavolta il Comune a incassare queste somme?  

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Speriamo vivamente che il comune riesca ad incassare  queste somme . ANZI E’ UNO SCANDALO CHE ANCORA NON SIA RIUSCITE A FARLO.  Si tratta, aggiungendo    ai 220.457,93 euro di gas almeno   altri 200.000  euro  comprensivi  dei canoni previsti per le stagioni 2008-2009 e 2010-2011 e il 3% della pubblicità,  di 450/470 mila euro.  Dunque ad oggi manca  nelle casse comunali circa mezzo  milione di euro per la concessione del palazzetto.  Se a ciò  aggiungiamo le regalie   per migliaia di euro elargite   ad associazioni   terze , (VEDI ORGANIZZAZIONE CINEMA ALL'APERTO)   e la mancata riscossione degli oneri concessori, dovute ad un eccessiva  mollezza nell’esigerli,  ci si rende conto che la superficialità con cui gli amministratori  gestiscono le entrate dovute, non dai cittadini, ma da società private o associazioni politiche è una delle prime cause per cui  la nostra città sta viaggiando verso uno stato comatoso irreversibile  soprattutto per quanto attiene all’erogazione dei servizi sociali. Se non si è riusciti a recuperare tempestivamente queste risorse e si è rinunciato a introiti certi  per lasciarli nelle mani di altri, non si può accusare lo Stato   e la Regione per la  cronica mancanza di fondi .  Sicuramente il Governo,  con  i ripetuti  tagli agli enti locali, ha   una grande, enorme responsabilità. Ma è proprio in virtù di questo quadro che UN COMUNE HA IL DOVERE di esigere  immediatamente  quanto gli è dovuto , e non si  tratta di bruscolini.  Non si può  perseverare , come si sta facendo,  nel peggiorare e rendere più costosi servizi che dovrebbero essere gratuiti (vedi  NUOVE TARIFFE PER LA MENSA SCOLASTICA  e trasporto scolastico comunale),  oppure pensare di pagare in ritardo i dipendenti comunali,  o  mettere in cassa integrazione gli operai delle municipalizzate,  se  prima non si ha nelle proprie casse il corrispondente in denaro dell’usufrutto concesso a terzi di opere eseguite anche con il contributo delle tasse dei cittadini.  In un  intervento  ripreso il 4 marzo scorso  a seguito di un convegno sul lavoro organizzato  dall’USB,  il Sindaco  Michele Marini  fornì  una lezione di come  si determina un bilancio comunale a seguito dei tagli operati dalla crisi economica.  Il primo cittadino di Frosinone sosteneva  che far tornare i conti  in mancanza di risorse non più disponibili sarebbe stato facile. Sarebbe bastato tagliare i servizi. Ma giammai il comune di Frosinone avrebbe intrapreso questa strada.  Assicurazione dei servizi e dei livelli occupazionali , questa sarebbe stata la politica anche in presenza di tagli.  Forse è cambiato il ragioniere consulente, o il sindaco  Marini ha contratto una delle sindromi più comuni del berlusconismo  quella di Pinocchio che dice "NON METTEREMO MAI LE MANI NELLA TASCHE DEGLI ITALIANI" ?




Chi sono i violenti in Val di Susa?

Luciano Granieri: -  Foto: Simonetta Zandiri - Clip: Luc  Girello - Musica: Gang


I violenti nella valle  ,  ma non solo li , sono coloro i quali considerano che la vita debba correre veloce.  Quelle persone  -secondo cui il tempo (di tutti) è denaro (per pochi) - violentano  intere comunità ,  saccheggiano territori con il solo scopo di far correre veloce l’accumulazione dei propri profitti,  incuranti dei guasti  devastanti che procurano alla vita di molte persone. SCAVARE  E DISTRUGGERE  LA MONTAGNA  per ottenere un treno che va veloce e nella sua folle corsa distrugge identità sociali intere che attorno a quella montagna violentata avevano costruito lo loro coesione e convivenza civile.  La mission  è:  distruggere, trivellare, desertificare per poi ricostruire di nuovo incuranti degli effetti collaterali che sono paragonabili,  sul  piano  sociale, a quelli prodotti dalle guerre GIUSTE!. E’ fondamentale distruggere e non riqualificare, speculare e non progettare  città e comprensori a misura d’uomo.  Chi  si oppone a questi mostri  deve essere annientato, così come è annientata  la montagna.  Anche in questo caso la violenza disgregatrice delle forze dell’ordine non deve curarsi degli effetti collaterali  che sono  le ferite e le intossicazioni provocate dai manganelli e dai gas lacrimogeni. L’ORDINE  FINALIZZATO  ALL’ARRICHIMENTO DEI SOLITI NOTI non può e non deve essere messo in discussione da quattro manifestanti  idealisti e comunisti. Dunque botte senza pietà contro  chi vuole fermare l’ingranaggio.  Ma oggi ai quattro idealisti comunisti si sono aggiunte intere comunità capeggiate dai loro sindaci. Attorno ai quattro  idealisti comunisti si è aggregata una forza popolare sempre più consistente, talmente consistente che è riuscita a vincere i referendum per la difesa dei beni comuni :  terra, aria e ambiente oltre  l’acqua.  E’ dunque inevitabile che contro il crescere di movimenti che hanno capito il gioco e non l’accettano, debba crescere anche l’intensità della violenza. Ma a quanto pare neanche le aggressioni più efferate riescono a fermare un movimento che è in  cammino ed è determinato a riconquistarsi il potere di decidere sulla propria vita e di ricostruire una società più giusta.


giovedì 25 agosto 2011

L’attuale classe politico-amministrativa assomiglia ad un’ameba


Giuseppina Bonaviri     



Mentre rileggevo alcune nozioni di microbiologia- sono un medico e mi piace rivisitare l’anatomo-patologia su concetti classici- mi sono imbattuta sulle caratteristiche anatomiche proprie delle amebe. E’ stata immediata la mia riflessione su questa convergenza! Coloro che avrebbero dovuto rappresentarmi ai vari livelli governativi, nazionali e locali, assomigliano alle amebe, organismi tanto primitivi quanto infettanti. Leggiamo insieme:
 “Le amebe sono caratterizzate da una quasi costante assenza di pellicola o di rivestimento esterno.  Sono organismi unicellulari caratterizzati dalla variabilità della forma. Si muovono emettendo dal corpo dei prolungamenti chiamati pseudopodi: questo tipo di movimento, con continuo cambiamento della forma del corpo, viene detto movimento ameboide. Gli pseudopodi permettono all'animale di muoversi in ogni senso e di cibarsi. Vi sono amebe che conducono un'esistenza libera in acqua dolce e salata, nonché nei terreni umidi nutrendosi di prede vive; molte altre, invece, vivono nell'apparato digerente di parecchie specie animali. La malattia infettiva (amebiasi) , endemica in alcuni Paesi, provocata da questo protozoo (organismo semplice) si localizza dapprima nell'intestino per diffondersi poi in altri organi come nel fegato e arriva all’esterno tramite evacuazione di feci infette trasmettendo la malattia. Le amebe si nutrono assorbendo sostanze nutritive disciolte nel liquido in cui vivono o inglobando organismi più piccoli che vengono circondati dagli pseudopodi e rinchiusi in uno spazio detto vacuolo digestivo all'interno del quale avviene la digestione. Conclusa l'assimilazione delle sostanze nutritive il vacuolo si apre all'esterno per eliminare i residui solidi avendo intanto digerito il nutrimento necessario al proseguimento del ciclo vitale e della contaminazione”.
Bene. Direi proprio una somiglianza sorprendente .
Questa rappresentazione, inedita ma calzante se inserita nell’attuale clima politico persecutorio - dove persino la semplice possibilità di poter immaginare percorsi alternativi ed idonei alla riqualificazione della storia di tanta, tantissima brava gente, gli italiani, viene negata - lascia sgomenti.
E allora non ci rimane che tornare a far suonare le nostre trombe e a dare battaglia. Ovviamente pacifista e progressista, tranquilli amici!

Compagno Napolitano

Mario Saverio Morsillo


Nel 1978 , l'allora deputato Giorgio Napolitano era il Responsabile per i Problemi del Lavoro della Segreteria del Pci. Nelle conclusioni del Convegno dal titolo "La partecipazione dei Lavoratori alle decisioni d'impresa", a lui affidate, afferma tra l'altro:" Vedete (...), noi comunisti italiani (lo abbiamo detto spesso!) veniamo da lontano e intendiamo andare lontano. Veniamo da lontano senza avere in alcun modo l'intenzione di cancellare il nostro passato. Tra l'altro, se lo cancellassimo, o ci provassimo a cancellare, il nostro passato, non solo perderemmo la nostra identità, ma perderemmo anche ogni credibilità." E' proprio così, Presidente. Lei, con i vari Occhetto, D'Alema, Veltroni, Macaluso, per citare i viventi, siete stati per decenni a cercare di convincere gli italiani di quanto sopra esposto. Ma un paio di anni dopo, Lei ed altri( la 'Destra' del Partito), avete iniziato un'opera di distruzione anche formale del Partito Comunista Italiano, dimostrando così (sono parole Sue!) di non meritare credibilità . Posso continuare a leggerLe un altro pezzo delle Sue conclusioni di quel Convegno: "Vogliamo andare lontano restando radicati nell'esperienza storica del Movimento Operaio e democratico italiano e nell'autonomo processo di riflessione critica e di elaborazione teorica del partito comunista italiano." Le risulta che il movimento operaio italiano abbia mai detto che la crisi la debbono pagare i lavoratori, come Lei ha implicitamente fatto in occasione della manovrina di luglio, esortando il Parlamento ad approvare un provvedimento economico di quella natura? Il Pci, sia pure con tutte le sue magagne e le sue inconcludenze, ha mai teorizzato qualcosa del genere?
Comunque, ho avuto il piacere, leggendo le Conclusioni di cui sopra, scritte da Lei e pubblicate nel 1978 dagli Editori Riuniti (la casa editoriale del Suo partito di allora), posso riconoscere che aveva ragione: cancellando il passato, gli ex Pci, poi Pds, poi Ds, poi Pd, non meritano alcuna credibilità.
                                         con Osservanza

mercoledì 24 agosto 2011

Nuovo candidato del centroNONsinistra

Simonetta Zandiri


Ultim'ora ECCO IL CANDIDATO DEL CENTRO-NONSINISTRA. E’  fatta oggi Marchionne ha consacrato da quel luogo che è il tempio della casta , il meeting di CL. L'AD della Fiat ha scelto chi sarà il successore del NANO bollito : LUCA CORDERO DI MONTEZEMOLO un miliardario certamente più per benino che quel "bifolco" di Berlusconi ma pur sempre uno a cui dei problemi della maggior parte di noi non frega un cazzo anzi ne è causa visto che è espressione di quell'economia che ci ha portato al disastro attuale... Ma Luca Cordero sarà accolto come il salvatore dai finti oppositori del PD, basta andarsi a leggere cosa ne pensavano i vertici di quel comitato d'affari che è il Pd del comportamento di Marchionne durante la vertenza Fiat... E non dimentichiamo la Cgil che durante quella dura vertenza boicotto in tutti i modi il suo sindacato di categoria, la Fiom, spingendo a soggiacere alle prepotenze del canadese...Forse che il PD non è per un precariato accettabile o per i CIE umani ? Caduto il sodomizzatore del popolo italiano Berlusconi avanti con una sodomizzazione più soft perchè magari non sostenuta da pompetta, ma sempre in quel posto la prenderemo. A meno che non la finiamo di girare le spalle ed a viso aperto DECIDIAMO di combattere questa casta fetente, a partire dal 10 SETTEMBRE. NON SIATE PIGRI cercate in rete le notizie sull'ambiguità del PD e della CGIL nella vertenza Fiat
P.s. SCOMMETTIAMO una pizza che i paraculi finti oppositori di PD,IDV e SEL su spintarella del SALVA-CASTA NAPOLITANO accetteranno LUCHINO... ne riparliamo tra quelche settimana e vediamo se non l'abbiamo azzeccata .  

Link Utili

Ultimissima : ore 22.22
Simonetta e altre 50 persone hanno occupato con un presidio permanente la Rai di Torino  per protestare contro la non diffusione o la diffusione manipolata di quanto accade nel presidio di Chiomonte.
Il nostro blog non è a Torino siamo lontani, ma diffondiamo ugualmente  il messaggio di Simonetta 
La redazione.

Da Simonetta Zandiri riceviamo ora al telefono l'appello per tutti coloro che sono a Torino o nelle vicinanze di andare a dare una mano al presidio ad oltranza che stanno facendo lei ed un'altra cinquantina di persone davanti alla sede RAI in via Verdi a Torino. Andate e/o Diffondete!

LO SCANDALO DELLA FALSA SANITÀ GRATUITA

Fonte: Fulvio Aurora  -  Medicina Democratica  fonte
: il manifesto
Mercoledì 24 Agosto 2011



 
Con le ultime manovre finanziarie, che si susseguono velocemente una dietro l'altra, ritornano i ticket nella sanità, come ci ricorda Maurizio Ferrera sul Corriere della Sera dell'11 agosto scorso. Non solo, ma ancora una volta ci viene detto che è impossibile continuare a pensare ad «una sanità incondizionatamente gratuita». A molti, in Italia, non è per nulla piaciuta la riforma del 1978, ideologicamente considerata socialista, e non da oggi. Storico è il decalogo apparso su «l'Unità» il 28 gennaio 1991:
1.Nominare alla guida del progetto un suo avversario (il ministro della sanità del 1979 era il liberale Altissimo) 
2.Dichiarare fin dall'inizio il probabile fallimento dell'impresa 
3.Lesinare i mezzi 4.Incoraggiare la concorrenza 
5.Occupare con uomini di partito tutti i gangli dell'organizzazione 
6.Dimenticare lo scopo 
7.Taglieggiare i malati 
8.Fomentare scioperi
9.Screditare quel che resta del servizio pubblico 
10.Preparare infine la fossa.
Infatti i primi ticket sono stati messi nel 1983. E la sanità completamente gratuita in Italia non vi è mai stata. Soprattutto negli ultimi anni, molti cittadini, per avere più esami e visite, senza aspettare i tempi dovuti (le liste di attesa), si sono rivolti e si continuano a rivolgere alla sanità privata, compresa quella che viene praticata all'interno della struttura pubblica (la famosa «intramoenia»). Complessivamente i cittadini, nonostante quello che già versano in termini di
imposte e tasse, pagano al privato il 30% della spesa sanitaria globale.
Sono due, a nostro parere, le ragioni per cui si vogliono aumentare, in vari modi, i contributi dei cittadini.
Il deficit di bilancio va risanato. Si lascia intendere o si dice che ciò è dovuto all'«enorme spesa sociale», principalmente pensioni e sanità. Nulla si dice, se non marginalmente, quanto hanno contribuito al deficit di bilancio coloro che, possessori di grandi quantità di denaro, hanno inventato metodi di arricchimento, senza passare per la produzione. Produrre denaro dal denaro in poco tempo: un bell'affare. Ma a costoro (si tratta di banche, multinazionali, grandi finanzieri), nulla interessa se quel denaro, se i loro enormi guadagni, devono essere in qualche modo recuperati e quindi pagati dai cittadini onesti (lavoratori poveri e ceto medio).
La seconda ragione, nello specifico, nasce dalla scoperta della sanità come grosso affare, che muove oltre 100 miliardi di euro ogni anno. Come non cercare di appropriarsi, almeno in parte, di questo grande patrimonio? Uno dei modi è quello di cercare di moltiplicare visite, esami, operazioni inutili, di utilizzare più farmaci del dovuto, di inventare nuove sindromi e nuove malattie. Un sistema istituzionalizzato tramite le modalità di finanziamento a prestazione delle strutture sanitarie (i cd DRG), che va oltre la truffa e che diventa strutturale. A Milano, ad esempio, la gran parte delle strutture private sono andate o sono sotto inchiesta per questa principale ragione. Non c'è stata solo la Clinica Santa Rita, per quanto, chi, come noi, parte civile al processo, ha potuto constatare che si tratta di un sistema, spinto certo all'estremo limite, ma che si può estendere. Dobbiamo dire basta alla superficialità. A proposito di non autosufficienza che fa gridare ancora di più allo scandalo dell'enorme aumento della spesa sanitaria presente e futura, nessuno si è mai chiesto perchè non si attui un programma di prevenzione che va dalla riduzione delle  esposizioni alle sostanze tossiche e cancerogene, alla proposta di stili di vita sani (niente fumo, movimento fisico, alimentazione appropriata), all'impegno sociale. E ancora perché non si applicano le leggi che già ci sono di cura e riabilitazione delle persone malate croniche non autosufficienti? È evidente che le famiglie che hanno questo problema vanno in crisi, anche perché non informate dei loro diritti.
La superficialità continua, l'enorme, questa volta sì, enorme evasione fiscale è voluta da un governo che altrimenti andrebbe ancora di più in crisi di consenso. Risolvere il problema dellasanità è una questione di intelligenza, di volontà politica e di moralità pubblica. I ticket sono solo lo specchietto per le allodole.


Bene lo sciopero generale. Dal patto sociale all’opposizione sociale.

Giorgio Cremaschi


La decisione della Cgil di proclamare 8 ore di sciopero per il 6 settembre è un fatto positivo e necessario, cui deve seguire una svolta in tutti i comportamenti dell’organizzazione.

Lo sciopero generale vero, che prova a fermare il paese e a far sentire al Parlamento e alle istituzioni la rabbia di un mondo del lavoro che non ne può più di pagare e che è arcistufo di questo governo, è una rottura sacrosanta con il teatrino delle parti sociali.

Occorre costruire una grande opposizione sociale che travolga la manovra e faccia pagare la crisi a chi l’ha provocata, i ricchi, la finanza, la speculazione.

Per questo la Cgil dovrà essere conseguente e questo chiederemo subito dopo lo sciopero. Occorre metter fine alla stagione del degrado della contrattazione e disdettare l’accordo del 28 giugno, che peraltro il governo, con il consenso di Confindustria, Cisl e Uil ha trasformato in un decreto legge liberticida. Occorre prendere atto che Cisl e Uil, hanno scelto la complicità con il governo e con il mondo delle imprese.

Occorre invece riferirsi all’indignazione civile e democratica, ai movimenti sociali, civili e ambientali che hanno percorso il paese.

E’ chiaro che uno sciopero generale di questa portata e con questa carica politica è una svolta di fatto nelle scelte della Cgil, che deve portare ai necessari cambiamenti di strategia.

Non dovrà essere più possibile, in nessun momento, che la signora Emma Marcegaglia sia portavoce degli interessi comuni del lavoro e dell’impresa.

E’ finita la stagione della concertazione e del patto sociale, distrutta dalla stessa ferocia della manovra.

Ora tocca alla Cgil essere parte fondamentale e costitutiva di un’opposizione sociale che cambi radicalmente le cose.

martedì 23 agosto 2011

“Questione femminile “

Giuseppina Bonaviri
Segretaria IdV città di Frosinone

Dalla conquista del diritto di voto la narrazione delle donne cambia. La donna acquisisce libertà individuale e le grandi vittorie avvenute negli anni ’60-‘70 ne sono un felice esito scritto nella nostra Costituzione. Rimane ancora aperto un conto: quello di una educazione sentimentale ed una cultura etica profondamente imbibita di pregiudizi che ci assegna  una posizione prevalente nella sfera della famiglia, non in quella socio-politica.
Già marginalizzate o escluse dal mercato del lavoro, noi donne, ancora costrette a scegliere tra lavoro e maternità, ora più di prima, con l’iniqua ed inefficiente manovra del Governo lavoreremo più a lungo senza ricevere alcun vantaggio economico ne l'adeguatezza di una pensione o della costituzione di un Fondo dedicato a finanziare politiche di condivisione e conciliazione. Giusto passo, nella direzione di una sostanziale parità di genere per la rappresentanza civile e politica è che, la donna -selezionata solo in quanto “ornamento” nell’era berlusconiana- debba invece proporre una cultura fuori dagli stereotipi e dallo stigma. Difendiamo la nostra libertà ed autodeterminazione promuovendo  partecipazione alla vita  decisionale ed economica del paese su valori di merito integrando scelte per la cittadinanza di genere nella programmazione e nella attività normativa delle amministrazioni anche
tramite l’attuazione del bilancio di genere; sosteniamo l’imprenditorialità e le professionalità femminili favorendo sviluppo e qualità della vita attraverso politiche di conciliazione dei tempi di lavoro, di relazione, di cura parentale e di formazione con interventi a sostegno di una equa distribuzione delle responsabilità familiari, di maternità e paternità responsabili. L’attuale manovra farà crescere la disoccupazione, in particolare quella femminile. Nel Centro-Sud siamo su una media lavorativa del 33,1%, lontanissima dagli obiettivi di Lisbona che prevedono una soglia del 60% di attività femminile . In Italia poi, dove il tasso di occupazione femminile è tra i più bassi dei paesi industrializzati, il quoziente familiare si dimostrerà  meccanismo ancor più grave a scoraggiare oggettivamente il nostro lavoro femminile.  Sappiamo bene che la ricchezza di un paese e il suo sviluppo non dipendono solo dalla sua performance economica. E’ il suo progresso sociale, le condizioni di vita dei suoi uomini, le prospettive di vita futura dei suoi giovani, il suo benessere complessivo che ci qualificano. E allora, per la nostra rinascita morale, riprendiamoci il posto che ci spetta di diritto. Fare opposizione etica e politica, indignarsi partecipando e non assecondando i silenzi assordanti di chi ci vuole manipolabili fa parte di un progetto unitario civile, culturale, istituzionale di tante e tanti dove donne e giovani, quali baricentro di una emancipazione consapevole nei comuni luoghi del vivere, diverranno l’autentico cambiamento .




Scum  "Society for Cutting Up Men".  Il lavoro che la scrittrice e attrice Valerie Solanas scrisse alla fine degli anni 60 è un feroce quanto rivoluzionario attacco al potere maschile. Infatti solo nell'androcidio e nel totale potere femminile si può trovare la salvezza del pianeta.
Nella trasposizione musicale anche gli Area usano una modalità esecutiva rivoluzionaria.
Questa consiste nel creare l'improvvisazione non su una sequenza armonica tradizionale ma sull'alternarsi ripetuto di solo due note. E la distruzione dello schema classico basato sul potere dell'armonia  che evidentemente viene associato al potere maschile. Alla fine dell'improvvisazione Demetrio Stratos recita il testo di Scum
Luc Girello

VOGLIONO CANCELLARE LA RESISTENZA LA MEMORIA!!!!

Maria Grazia.


Passa in sordina l’aver tolto la festività del 1 maggio, una vergogna. 25 aprile, 1 maggio,2 giugno, tre date a caso no? Ben studiate, tre date molto importanti, non solo per  la storia italiana. Gente che ha lottato, gente che è morta per  portare libertà in Italia. Noi li ringraziamo così. Nelle scuole ormai del 25 aprile non se ne parla più. I primi anni che insegnavo si festeggiava, portavamo gli alunni ai sacrari dei partigiani. Ora niente. In quinta elementare , di storia  i bambini studiano gli egiziani,  anni addietro invece l’ unità d’Italia.  le 2 guerre mondiali, la resistenza. Sparito tutto dai libri di testo. Io sono insegnante di sostegno nella scuola primaria, lavoro in 2 scuole del Cep al Palmaro  . Scusate per  lo sfogo, ma certe cose mi rimangono sullo stomaco. Non mi van giù. Buona giornata, a presto spero .
QUESTO E' LO SFOGO DI UNA INSEGNANTE UMILIATA NEL SUO LAVORO E NELLA SUA DIGNITA' DI LAVORO .




L’Italia è una repubblica ( 2 GIUGNO) democratica (25 APRILE) fondata sul lavoro (1°MAGGIO)

Le feste che vogliono eliminare con la scusa della manovra economica simboleggiano in modo inequivocabile  la genesi democratica  e l’identità della nostra nazione.  Sono feste che danno fastidio  perché confermano  che,  con la vittoria della lotta partigiana, il popolo espresse oltre che una forza rivoluzionaria, anche uno spirito costituente. La soppressione delle feste di primavera costituiscono  l’ennesimo odioso  attacco che la dittatura finanziaria e imprenditoriale muove ai principi di LIBERTA’, DEMOCRAZIA  e ai  DIRITTI DEI LAVORATORI.  Un presidente della repubblica, vero garante della costituzione, non permetterebbe che il potere del mercato  possa  distruggere l’articolo UNO DELLA CARTA cancellando i momenti di aggregazione popolare che ne definiscono i principi fondanti.

I brani: Festa D’Aprile - Yo Yo Mundi
            Saluteremo il Signor .Padrone  -Gang

Luc Girello

lunedì 22 agosto 2011

Vita spericolata! Micidiale cocktail di sostanze: Vasco mischia semolino e pera cotta!

Alessandro Robecchi da IL MISFATTO QUOTIDIANO


La badante in lacrime: “Mi ha chiesto anche un passato di verdura, ma mi sono rifiutata” – Atti di autolesionismo nelle lunghe notti insonni: ha chiamato i giornalisti – Presto una legge ad personam anche per Vasco: le rockstar potranno andare in pensione a sessant’anni, così ci fanno grazia delle loro paturnie – L’arrogante silenzio di Ligabue
Possiamo tirare un grande sospiro di sollievo. I medici sono stati chiarissimi: “Non c’è nessun timore per la salute di Vasco Rossi, l’abuso di pera cotta non è dannoso, né vietato dalle legge”. Il grande Vasco gode dunque di ottima salute, e nemmeno ci sono all’orizzonte guai giudiziari: “Se il semolino è per uno personale – dicono alla locale stazione dei Carabinieri – nessun problema”. Resta aperta la questione del tempo libero, della noia, delle lunghe ore inoperose, che Vasco riempie frequentando Facebook. Dicono da Palo Alto, in California: “Ogni giorno si scrivono nel mondo sei miliardi di pagine Facebook, e a quanto pare cinque miliardi le scrive lui”. Intanto, per combattere l’insonnia, Vasco telefona a giornalisti e critici musicali nelle ore notturne, raccontando la sua visione del mondo, la sua filosofia, la sua impostazione morale e la sua teoria sull’universo, tutte cose profondissime per cui si potrebbe stare al telefono persino 20-22 secondi. Per tranquillizzare ulteriormente i fans, Vasco ha messo online la lista delle medicine che prende abitualmente: Maalox, Citrosodina, frullato di trippa, dado per brodo vegetale, oltre al suo vizio inguaribile: la pera cotta. Un appello alla politica arriva intanto dai molti fan-club sparsi nel paese: “Va bene mandare gli italiani in pensione più tardi, ma per le rockstar non si potrebbe anticipare? Beccarci altri cinque o sei anni di Vasco su Facebook e sui giornali potrebbe ringiovanire lui, ma far invecchiare tutti gli altri”.

Riconoscimento al Partigiano Nicandro Ernesto Conte

Giovanni Morsillo                                                                                                                            
 (Presidente Provinciale ANPI)



Frosinone, 22/08/2011

                                                                                           Al Sindaco di Cassino
                                               
                                                                                       Ai Consiglieri comunali di Cassino  
                                                                                                         

           All’ANPI Regionale del Lazio                     

All’ANPI Nazionale

A Patria Indipendente

Alle persone in indirizzo

via e-mail


In merito alla nota questione del Partigiano combattente NICANDRO ERNESTO CONTE, la cui storia eroica è stata per oltre sessant’anni volutamente rimossa da tutte le Autorità che avrebbero invece avuto il compito peraltro nobilitante non solo di renderla nota, ma di additarla ad esempio di patriottismo e di abnegazione, l’ANPI di Frosinone ringrazia il Sindaco di Cassino ed alcuni Consiglieri ed Assessori che si sono da tempo mostrati interessati e disponibili a trattare il caso per porre rimedio a questa inaccettabile situazione.

Il caso è stato oggetto di ricerche e dibattimenti che hanno permesso di raccogliere, anche grazie alla documentazione in possesso della famiglia di Nicandro Conte, informazioni e prove della sua partecipazione a tutti gli effetti alla Lotta di Liberazione del nostro Paese, dalla scelta partigiana (era ufficiale del Regio Esercito e non volle passare al servizio degli occupanti nazisti, scegliendo la via della montagna) fino alla cattura da parte nazista ed alla prigionia durante la quale fu sottoposto ad atroci torture ed ingiurie terribili prima di essere fucilato.

Alla colpevole “dimenticanza” riservata al nostro eroico concittadino, per colmo di ignominia fa contraltare la altrettanto vergognosa mole di onoreficenze riservate al fratello di lui, fascista repubblichino morto in Spagna dove era corso in aiuto di Francisco Franco. A costui è stata addirittura intitolata una scuola media che ancora porta il suo nome.

L’ANPI di Frosinone ha apprezzato la passione con cui molti hanno posto attenzione alla questione, citando Nicandro Conte in diverse sedi di dibattito e di riflesisone, studiandone la storia, ricercando notizie e documenti che lo riguardassero, sollecitando le Istituzioni della Repubblica a rendere merito e soprattutto giustizia ad uno dei suoi figli migliori. Citiamo per tutti l’assiduo lavoro svolto dai ragazzi dell’Associazione Peppino Impastato di Cassino e la lettera inviata alla rivista dell’ANPI Patria Indipendente - e pubblicata sul numero di Maggio - dal dott. De Napoli, Presidente dell’Istituto Labriola di Cassino, che ricostruisce in modo preciso e chiaro la vicenda di Conte e del suo “strano” trattamento.

L’ANPI provinciale di Frosinone si rivolge pertanto con un appello al Sindaco di Cassino, alla Giunta, al Consiglio comunale per ottenere per la memoria di Nicandro Conte, combattente per la libertà d’Italia, il giusto riconoscimento, attraverso l’intitolazione di un luogo pubblico significativo della Città Medaglia d’Oro, a questo suo degno ed eroico figlio.

L’ANPI rivolge al Consigliere Igor Fonte, che ha mostrato grande interesse alla vicenda occupandosene per lungo tempo in prima persona e collaborando sempre con l’ANPI per il suo giusto epilogo, di sostenere nelle sedi opportune tale appello, e di operare in stretta relazione, ciscuno per i suoi ruoli, con l’ANPI e le altre associazioni o singoli cittadini che hanno a cuore la dignità del Paese e di coloro che lo hanno liberato dalla morsa nazifascista.


Appello: la manovra finanziaria di Ferragosto 2011 è incostituzionale

I giuristi estensori dei quesiti referendari sull’ acqua bene comune:


 Alberto Lucarelli, Ord. Univ Napoli,  Assessore ai Beni Comuni, Napoli, già componente Commissione Ministeriale  per riforma dei beni pubblici; Ugo Mattei, Ord. Univ. Torino, già vice-presidente Commissione Ministeriale per la riforma dei beni pubblici; Luca Nivarra, Ord. Univ. Palermo,  già componente Commisione Ministeriale per la riforma dei beni pubblici; Gaetano Azzariti, Ordinario di Diritto Costituzionale, Università di Roma La Sapienza.



Appello dei giuristi estensori dei quesiti referendari per l’ acqua bene comune e prime adesioni.

La lettura della manovra di Ferragosto e del dibattito politico che ne ha accompagnato la presentazione produce una sensazione di profonda preoccupazione in chi ha a cuore la democrazia ed i beni comuni. Impressiona in particolare la disinvoltura con cui si maneggia una materia tanto delicata e fondativa di un ordine giuridico legittimo quanto quella della gerarchia delle fonti del diritto. La manovra mette in moto una sorta di processo costituente de facto  che di per sé denuncia la natura profondamente incostituzionale, a diritto vigente, della filosofia ispiratrice dell’intero provvedimento.

Al primo articolo si legge infatti che il Decreto legge è emanato “In anticipazione della riforma volta ad introdurre nella Costituzione la regola del pareggio di bilancio”.  All’art. 3 si aggiunge che:“In attesa della revisione dell’art.41 della Costituzione, Comuni, Provincie, Regioni e Stato, entro un anno dalla data di entrata in vigore della Legge di conversione del presente Decreto, adeguano i rispettivi ordinamenti al principio secondo cui l’iniziativa e l’attività economica privata sono libere ed è permesso tutto quello che non è espressamente vietato dalla legge”.
L’art. 41 è uno dei perni della Costituzione economica italiana vigente. Esso sancisce che : “L’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali”.
In Italia il processo di revisione costituzionale può svolgersi soltanto ai sensi dell’art. 138 Cost. che prevede doppia votazione in ciascuna Camera ed eventuale referendum confermativo. Fino a che questa revisione costituzionale non è avvenuta, la vigente Costituzione economica italiana è quella mista, che prevede un sistema di libera iniziativa privata sottoposto tuttavia a controlli anche preventivi volti a salvaguardare l’interesse sociale e la dignità della persona e l’ambiente . Cancellare per decreto ogni potere di controllo politico sull’attività economica costituisce una violazione palese e profonda del nostro tessuto costituzionale vigente che lo sbilancia in modo ancora più evidente a favore dell’interesse privato (spesso multinazionale)  ai danni di quello delle persone comuni.
A ciò si aggiunga che la nostra Costituzione struttura uno stato sovrano cui non può essere precluso da poteri esterni  di qualsivoglia natura di investire sul lungo periodo, promuovendo la persona umana ed il suo sviluppo oltre a molteplici altri valori non economici (solidarietà, ambiente, paesaggio, ricerca scientifica, istruzione) anche nell’interesse delle generazioni future. Il Decreto viola inoltre la funzione costituzionale del risparmio, frutto dei sacrifici dei lavoratori, di cui all’art. 47 della Costituzione.  La preconizzata costituzionalizzazione del pareggio di bilancio rende impossibile l’investimento sociale ed impone una visione aziendalistica dello Stato che la nostra costituzione non contiene in alcun modo  ma che è soltanto una delle cifre di quel fallimentare modello neoliberista, ancora troppo potente anche in Europa, che non ammette di aver prodotto la profonda crisi attuale.
E’  assolutamente necessario affermate con forza che il popolo sovrano, composto  nella stragrande maggioranza di quelle persone comuni ai cui danni la crisi si sta orchestrando, si è espresso appena due mesi fa nelle forme e nei modi previsti dalla Costituzione tramite i referendum in modo politicamente inequivocabile contro il modello di sviluppo neoliberista che il Decreto di ferragosto ripropone pervicacemente. In particolare, sul piano del diritto costituzionale vigente  non può essere riproposta la privatizzazione\liberalizzazione  dei servizi pubblici locali. Il clima di emergenza internazionale va verificato nella sua reale portata politica prima di affrettare manovre di pareggio dei conti in contrasto con i valori di solidarietà sociale della nostra Costituzione.
È questa, non quella dei mercati finanziari, l’indicazione politica che occorre  seguire in Italia: un’indicazione inequivocabile che dopo vent’anni di neoliberismo ha affermato a maggioranza assoluta che, nel governo dei beni comuni, il privato non è sempre “la soluzione” ma molto spesso è esso stesso “il problema”. Il popolo ha fatto pervenire un’ indicazione politica chiara volta a riequilibrare il rapporto fra privato e pubblico a favore di quest’ultimo, dando immediata e piena attuazione agli artt. 41, 42 e 43 della Costituzione.
Di fronte a questo scenario sconcertante, che fa emergere una vera e propria emergenza beni comuni, rivolgiamo un appello al movimento referendario tutto affinché esso dichiari conclusa la stagione referendaria specifica, investendo di qui in poi energia e risorse (incluse quelle del rimborso elettorale) per dare finalmente voce autorevole e rappresentanza politica seria alla necessità urgente di invertire la rotta rispetto alla privatizzazione ed al saccheggio dei beni comuni.
Alle forze politiche di opposizione ed al sindacato (in particolare la CGIL) chiediamo di consultare immediatamente le loro basi su questo cruciale spartiacque facendosi successivamente paladini di una ristrutturazione seria del settore pubblico informata alla piena tutela dei beni comuni, del patrimonio pubblico, della sovranità popolare e dei valori della nostra Costituzione.
Agli amministratori infine, chiediamo di rispettare rigorosamente la Costituzione vigente, disapplicando se del caso, in ottemperanza di un preciso obbligo costituzionale di tutti i pubblici ufficiali, quelle parti del Decreto di ferragosto che più brutalmente tradiscono la volontà popolare emersa dai referendum di giugno.
Alla cittadinanza onesta e a quanti hanno accesso al sistema mediatico infine estendiamo un invito a sottoscrivere questo appello su http://www.siacquapubblica.it/ , a sostenerlo promuovendone la conoscenza e la diffusione.




domenica 21 agosto 2011

Se non combatti, hai gia perso. Benvenuti alla fine dei giorni

Luciano Granieri.

Per finire questa settimana che segue il ferragosto riepiloghiamo  quanto accaduto. Abbiamo avuto a che fare con la manovra di bilancio impostaci dalla BCE, e completata con ulteriori nefandezze dai nostri politicanti. Dopo tante chiacchiere, ( togli la tassa di solidarietà di là, aggiungi un punto d'IVA di qua) , esternazioni per lo più atte a cementare nuove alleanze, a prepararsi ad un nuovo assalto alla diligenza dei privilegi, risulta evidente che siamo davanti ad un nuovo attacco di classe. La classe minoritaria dei maneggioni della finanza, di imprenditori senza scrupoli e delle èlite politiche, ITALIANE MA ANCHE MONDIALI,  contro la classe maggioritaria del nuovo proletariato.Un nuovo proletariato che ha cominciato a rialzare la testa in tutto il mondo. Infatti al di là delle ragioni   - lotte di liberazione dal tiranno, lotte per la riconquista della democrazia -  che hanno mosso tutte le rivolte  , dall'Egitto alla Libia, dalle periferie inglesi agli indignados   in Spagna, in Grecia e perfino Israele, la forza che muove queste rivolte è alimentata dalla volontà della moltitudine di non soccombere davanti ai furti  legalizzati e ai soprusi della dittatura mondiale della finanza  e della speculazione . Gente che è stanca di scivolare verso la povertà e la schiavitù e quindi si ribella. Conscia che se non combatte ha già perso.