Giuseppina Bonaviri
Segretaria IdV città di Frosinone
Dalla conquista del diritto di voto la narrazione delle donne cambia. La donna acquisisce libertà individuale e le grandi vittorie avvenute negli anni ’60-‘70 ne sono un felice esito scritto nella nostra Costituzione. Rimane ancora aperto un conto: quello di una educazione sentimentale ed una cultura etica profondamente imbibita di pregiudizi che ci assegna una posizione prevalente nella sfera della famiglia, non in quella socio-politica.
Già marginalizzate o escluse dal mercato del lavoro, noi donne, ancora costrette a scegliere tra lavoro e maternità, ora più di prima, con l’iniqua ed inefficiente manovra del Governo lavoreremo più a lungo senza ricevere alcun vantaggio economico ne l'adeguatezza di una pensione o della costituzione di un Fondo dedicato a finanziare politiche di condivisione e conciliazione. Giusto passo, nella direzione di una sostanziale parità di genere per la rappresentanza civile e politica è che, la donna -selezionata solo in quanto “ornamento” nell’era berlusconiana- debba invece proporre una cultura fuori dagli stereotipi e dallo stigma. Difendiamo la nostra libertà ed autodeterminazione promuovendo partecipazione alla vita decisionale ed economica del paese su valori di merito integrando scelte per la cittadinanza di genere nella programmazione e nella attività normativa delle amministrazioni anche
tramite l’attuazione del bilancio di genere; sosteniamo l’imprenditorialità e le professionalità femminili favorendo sviluppo e qualità della vita attraverso politiche di conciliazione dei tempi di lavoro, di relazione, di cura parentale e di formazione con interventi a sostegno di una equa distribuzione delle responsabilità familiari, di maternità e paternità responsabili. L’attuale manovra farà crescere la disoccupazione, in particolare quella femminile. Nel Centro-Sud siamo su una media lavorativa del 33,1%, lontanissima dagli obiettivi di Lisbona che prevedono una soglia del 60% di attività femminile . In Italia poi, dove il tasso di occupazione femminile è tra i più bassi dei paesi industrializzati, il quoziente familiare si dimostrerà meccanismo ancor più grave a scoraggiare oggettivamente il nostro lavoro femminile. Sappiamo bene che la ricchezza di un paese e il suo sviluppo non dipendono solo dalla sua performance economica. E’ il suo progresso sociale, le condizioni di vita dei suoi uomini, le prospettive di vita futura dei suoi giovani, il suo benessere complessivo che ci qualificano. E allora, per la nostra rinascita morale, riprendiamoci il posto che ci spetta di diritto. Fare opposizione etica e politica, indignarsi partecipando e non assecondando i silenzi assordanti di chi ci vuole manipolabili fa parte di un progetto unitario civile, culturale, istituzionale di tante e tanti dove donne e giovani, quali baricentro di una emancipazione consapevole nei comuni luoghi del vivere, diverranno l’autentico cambiamento .
tramite l’attuazione del bilancio di genere; sosteniamo l’imprenditorialità e le professionalità femminili favorendo sviluppo e qualità della vita attraverso politiche di conciliazione dei tempi di lavoro, di relazione, di cura parentale e di formazione con interventi a sostegno di una equa distribuzione delle responsabilità familiari, di maternità e paternità responsabili. L’attuale manovra farà crescere la disoccupazione, in particolare quella femminile. Nel Centro-Sud siamo su una media lavorativa del 33,1%, lontanissima dagli obiettivi di Lisbona che prevedono una soglia del 60% di attività femminile . In Italia poi, dove il tasso di occupazione femminile è tra i più bassi dei paesi industrializzati, il quoziente familiare si dimostrerà meccanismo ancor più grave a scoraggiare oggettivamente il nostro lavoro femminile. Sappiamo bene che la ricchezza di un paese e il suo sviluppo non dipendono solo dalla sua performance economica. E’ il suo progresso sociale, le condizioni di vita dei suoi uomini, le prospettive di vita futura dei suoi giovani, il suo benessere complessivo che ci qualificano. E allora, per la nostra rinascita morale, riprendiamoci il posto che ci spetta di diritto. Fare opposizione etica e politica, indignarsi partecipando e non assecondando i silenzi assordanti di chi ci vuole manipolabili fa parte di un progetto unitario civile, culturale, istituzionale di tante e tanti dove donne e giovani, quali baricentro di una emancipazione consapevole nei comuni luoghi del vivere, diverranno l’autentico cambiamento .
Scum "Society for Cutting Up Men". Il lavoro che la scrittrice e attrice Valerie Solanas scrisse alla fine degli anni 60 è un feroce quanto rivoluzionario attacco al potere maschile. Infatti solo nell'androcidio e nel totale potere femminile si può trovare la salvezza del pianeta.
Nella trasposizione musicale anche gli Area usano una modalità esecutiva rivoluzionaria.
Questa consiste nel creare l'improvvisazione non su una sequenza armonica tradizionale ma sull'alternarsi ripetuto di solo due note. E la distruzione dello schema classico basato sul potere dell'armonia che evidentemente viene associato al potere maschile. Alla fine dell'improvvisazione Demetrio Stratos recita il testo di Scum
Luc Girello
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