I violenti nella valle , ma non solo li , sono coloro i quali considerano che la vita debba correre veloce. Quelle persone -secondo cui il tempo (di tutti) è denaro (per pochi) - violentano intere comunità , saccheggiano territori con il solo scopo di far correre veloce l’accumulazione dei propri profitti, incuranti dei guasti devastanti che procurano alla vita di molte persone. SCAVARE E DISTRUGGERE LA MONTAGNA per ottenere un treno che va veloce e nella sua folle corsa distrugge identità sociali intere che attorno a quella montagna violentata avevano costruito lo loro coesione e convivenza civile. La mission è: distruggere, trivellare, desertificare per poi ricostruire di nuovo incuranti degli effetti collaterali che sono paragonabili, sul piano sociale, a quelli prodotti dalle guerre GIUSTE!. E’ fondamentale distruggere e non riqualificare, speculare e non progettare città e comprensori a misura d’uomo. Chi si oppone a questi mostri deve essere annientato, così come è annientata la montagna. Anche in questo caso la violenza disgregatrice delle forze dell’ordine non deve curarsi degli effetti collaterali che sono le ferite e le intossicazioni provocate dai manganelli e dai gas lacrimogeni. L’ORDINE FINALIZZATO ALL’ARRICHIMENTO DEI SOLITI NOTI non può e non deve essere messo in discussione da quattro manifestanti idealisti e comunisti. Dunque botte senza pietà contro chi vuole fermare l’ingranaggio. Ma oggi ai quattro idealisti comunisti si sono aggiunte intere comunità capeggiate dai loro sindaci. Attorno ai quattro idealisti comunisti si è aggregata una forza popolare sempre più consistente, talmente consistente che è riuscita a vincere i referendum per la difesa dei beni comuni : terra, aria e ambiente oltre l’acqua. E’ dunque inevitabile che contro il crescere di movimenti che hanno capito il gioco e non l’accettano, debba crescere anche l’intensità della violenza. Ma a quanto pare neanche le aggressioni più efferate riescono a fermare un movimento che è in cammino ed è determinato a riconquistarsi il potere di decidere sulla propria vita e di ricostruire una società più giusta.
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