Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

sabato 21 aprile 2012

Valutazioni sulle alleanze per le amministrative di Ceccano e Frosinone



Una valutazione attenta deve riguardare, per chiunque voglia costruire un opposizione al Governo Monti ,le cose successe nel Comune di Ceccano e di Frosinone.
Mentre a Ceccano si è riusciti a costruire una coalizione che comprenda IDV e tutte le Sinistre ( questo è la via su cui è stato eletto il Sindaco Petrarcone di Cassino), e c’è rinnovamento della politica con l’apertura di una nuova fase, invece a Frosinone tutto questo non è successo. Ci dobbiamo domandare il perché.
Io credo che su queste scelto abbiano pesato varie situazioni, fra cui le antipatie personali, calcoli di botteghe per  delegare  un consigliere, una sinistra parolaia ed estremista che non ha mai portato da nessuna parte.
Siamo convinte che le forze che hanno sostenuto Petrarcone, De Magistris, Pisapia ecc.. si sono poste il problema della governabilità che invece a Frosinone non è stata proprio calcolata da nessun partito.
Quindi riteniamo che a Frosinone, la scelta dell’IDV e dei Comunisti Italiani sia stata giusta nel sostenere il candidato a Sindaco Marzi ,perché così facendo si da la possibilità di una prospettiva di governo della città basata su onestà-competenza e trasparenza.
Come a Cassino è iniziata una nuova primavera politica ci auspichiamo che avvenga anche nella città di Frosinone.
In questa fase politica che stiamo vivendo, deve essere chiaro a tutti che per cacciare questo governo che  di fatto è di una destra liberale occorre un grande fronte popolare. Chi non ha capito questo non ha ben chiaro l’attuale fase politica e risposte estremistiche e personalistiche non fanno altro che rafforzare lo statusquo.
Per l’Associazione 20 Ottobre
Oreste Della Posta

Hasta la victoria "COMPAGNO MARZI"

Luciano Granieri

Cari compagni dell’associazione 20 ottobre,  sicuramente ognuno ha le sue idee di governabilità, ma il   grande fronte popolare che sostiene il sindaco Marzi comprende anche formazioni di destra (non quella propriamente liberale). Non so come i Comunisti Italiani andranno a spiegare ai  militanti certe vicinanze quanto meno imbarazzanti.  Per   rimanere su un esempio da voi proposto a  determinare la vittoria di De Magistris a  Napoli hanno concorso anche  i Comitati  di Appoggi alla Resistenza Comunista una formazione della sinistra estremista che si è battuta strenuamente per fare in modo che nella città partenopea tornasse una VERA  cultura di SINISTRA  POPOLARE e De Magistris grazie anche al loro lavoro è riuscito a prevalere sulle logiche spartitorie impartite dalla camorra che stavano dilaniando Napoli .  Cari compagni c’è popolo e popolo. Voi vorreste costruire una opposizione al governo Monti appoggiando un candidato a sindaco che in due mandati consecutivi  (dieci anni di governo) ha consegnato Frosinone   alla speculazione finanziaria e fondiaria privata  attraverso la logica perversa dei project financing?  Fra l’alto il buon Memmo si è guardato   bene dal chiedere agli speculatori cui aveva svenduto  la città di pagare  oneri di  urbanizzazione per miliardi di lire e milioni di euro , favorendo una mega evasione tributaria   che i cittadini hanno pagato sulla propria pelle in termini di aumento del costo dei servizi.  In merito alla trasparenza, il progetto Forum in viale Europa costituisce un caso eclatante. La mega costruzione, la cui realizzazione è stata  assegnata secondo procedure  INCONSUETE  alla ditta Forum  è talmente trasparente che la giunta Marzi  neanche l’ha vista . Evidentemente l’enorme mostro di cemento,  un’opera del tutto difforme dal progetto iniziale  è così trasparente che l’avvocato Marzi  ancora oggi non la vede , anzi crede che al suo posto sorga realmente un giardino pubblico e una piazza al servizio del quartiere di edilizia popolare così come previsto dalla convenzione stipulata con la ditta Forum. Se la prospettiva di governo di Frosinone proposta da Marzi è questa, altro che rimozione dello status quo. Se assicurare la governabilità significa assecondare il prosieguo del sacco di Frosinone, allora preferiamo rimanere sinistra parolaia.  Noi speriamo che, non a parole, ma nei fatti la candidata a sindaco che   supportiamo con la lista di  RIFONDAZIONE COMUNISTA,  Marina Kovari, riesca a realizzare quel benedetto piano urbanistico che a Frosinone non è mai esistito  che neanche il VOSTRO  candidato a sindaco è  riuscito a definire durante i suoi 15 anni di governo , uno strumento urbanistico che noi vogliamo a metri cubi di cemento zero. Speriamo che, non a parole ma nei fatti,    la nostra candidata riesca ad ottenere  il risarcimento dei  cittadini per la  devastazione edilizia realizzatasi  in questi decenni di mal governo , complice anche Domenico Marzi,   attraverso la riscossione di milioni di euro di oneri concessori fino ad oggi mai pagati alla comunità dalla grande imprenditoria ciociara  .  Speriamo che, non a parole ma nei fatti, Marina Kovari riseca a costruire una rete con altri comuni per aprire  una vertenza nazionale allo scopo di eliminare il patto di stabilità, voluto da Tremonti e ratificato da Monti, un obbrobrio normativo che  costringe i sindaci a non investire denaro nei servizi pubblici. Questo  si che è un atto vero e realmente perseguibile contro il governo Monti. Cari compagni, permettetemi un’ultima notazione di carattere nazionale. Se la Federazione della Sinistra, questo strano  conglomerato in cui molti di Rifondazione non si sentono a proprio agio, continua a prendere sberle  e calare nei sondaggi, forse è colpa di qualche segreteria locale dei “NARCISISTI ITALIANI” che per una ipocrita voglia di governabilità non esita ad allearsi con i fascisti e decide di morire democristiana.

Coalizione: Rifondazione/La colomba - Sel-FrosinoneBeneComune, candidata sindaco Marina Kovari

a Cura di Luciano Granieri, candidato consigliere nella lista Rifondazione Comunista- La Colomba

LA CANDIDATA A SINDACO


































IL PROGRAMMA:
















































































































I CANDIDATI





Criticità ospedale e sanità capoluogo

Francesco Notarcola-Presidente della Consulta  delle associazioni della Città di Frosinone

In questi giorni di campagna elettorale personalità politiche ( Consiglieri e assessori regionali, candidati a sindaco o a consigliere comunale, ecc.) azzardano, secondo quanto riportato dalla stampa locale, giudizi e valutazioni sulla sanità locale evidenziando superficialità ed ignoranza.
La valutazione dei cittadini e della Consulta delle associazioni è che l’organizzazione sanitaria dell’intera provincia è dominata dal caos e dalla precarietà in ogni suo aspetto.
Infatti :
a) nella nostra provincia ancora vige l’atto aziendale della ASL del 29 maggio 2004. Da sette anni si gestisce la sanità in assenza dello strumento organizzativo necessario. Si vive, perciò, alla giornata;

b) la soppressione delle strutture ospedaliere di Pontecorvo e di Ceccano nonché la soppressione di numerosi reparti negli ospedali di Alatri ed Anagni non ha prodotto efficienza e qualità ne alcun miglioramento organizzativo;

c) la gestione è caratterizzata da improvvisazione e clientelismo (vedi nomina primari);

d) gli sprechi continuano con disinvoltura:: la mobilità passiva si aggira sui 100 milioni di euro mentre l’acquisto delle prestazioni aggiuntive e il lavoro straordinario costano 25 milioni di euro ogni anno e non permettono, proprio per il loro carattere, alcuna possibilità di migliorare la qualità e l’efficienza, violando numerose norme di legge e di contratto.

Tutto ciò è stato ampiamente documentato e dimostrato dall’ex commissario della ASL di Frosinone e dall’ex sub commissario alla sanità regionale prof. Elio Guzzanti; il contenzioso legale conseguente alla gestione clientelare del personale e ad altro, solo per spese legali, viene a costare dai 3 ai 5 milioni ogni anno.
La verifica dell’appropriatezza delle prestazioni erogate nelle strutture private convenzionate è quasi inesistente. Tanto è vero che la Corte dei Conti ha rilevato l’illegittimità di rimborsi non dovuti al gruppo imprenditoriale “San Raffaele” di Cassino nel periolo 2007 – 2009 con un danno erariale di 85 milioni di euro.
e) Esiste una gestione non mirata del personale e delle risorse tecnologiche a disposizione :

- una moderna risonanza magnetica è lasciata inattiva ed a marcire nel vecchio ospedale di Frosinone. Con questa apparecchiatura si eseguivano circa 300 prestazioni al mese al costo di € 61.50 che moltiplicato per 17 mesi è pari a 313.000 euro.

- Nella U.O.C. (Unità Operativa Complessa) di Oculistica non si possono effettuare la campimetria e la fluorangiografia per mancanza di operatore, mentre nella UOC di radiologia, sempre per mancanza di personale non si procede all’esame di orto panoramica.

f) L’informazione è una voce sconosciuta e non esiste alcun rapporto di confronto ed informazione con il mondo dell’associazionismo, con i cittadini e con i gli amministratori comunali e provinciali;

g) il Pronto Soccorso è assolutamente carente per posti letto e per personale e talvolta diventa una bolgia infernale con pazienti “ammucchiati” nei pochi spazi a disposizione mentre si tiene, dal mese di dicembre ad oggi, sempre nel nuovo ospedale di Frosinone un reparto vuoto (riabilitazione) arredato di tutto punto ma che non può entrare in funzione per carenza di personale. Non viene utilizzato questo reparto, ne per la riabilitazione, ne per ricoveri provenienti dal P.S.

h) la U.O C. di ematologia si regge in modo precario per l’acquisto di prestazioni aggiuntive. Per questo è a rischio chiusura e gli ambulatori cominciano a funzionare a giorni alterni. Questa UOC dovrebbe essere potenziata e valorizzata estendendo il proprio impegno al trapianto di midollo osseo. Ciò avviene da tempo a Latina.

g) Sempre per carenza di personale medico ed infermieristico vi sono difficoltà di organizzazione nel reparto di emodinamica e cardiologia e, per i turni notturni, nei reparti più a rischio come medicina e malattie infettive;

L’emodinamica funzionava dalle ore 7.30 alle ore 15.00 dal lunedi al venerdi. La Consulta delle associazioni, insieme a tante associazioni del Capoluogo, dopo mesi di lotta e di continue iniziative, ( Ricordiamo una petizione con più di n8 mila firme) ha ottenuto il servizio h 24 , senza aggiunta di personale medico.

H) I tempi di attesa per i ricoveri e per gli interventi si allungano sempre  di più per i motivi anzidetti.

I) In un Ospedale come quello del Capoluogo non esiste un punto di ristoro ne una edicola ne una libreria;.

L) Dal 2008 al 2011 un noto e stimato chirurgo cardiovascolare, docente universitario all’Università cattolica di Roma, è stato assunto e retribuito senza essere messo, mai,in condizioni di fare il suo lavoro.

Non c’è la giusta attenzione per valorizzare e migliorare le strutture che funzionano come il servizio TAO, la cardiologia pediatrica, la prevenzione cardiovascolare, la riabilitazione cardiologia, ecc.
Tutto ciò favorisce e incentiva la sanità privata. Infatti la riabilitazione è quasi esclusivamente nelle mani del privato. Inoltre consolida la perdita di fiducia e di credibilità nella sanità pubblica da momento che peggiora progressivamente l’organizzazione, la qualità e l’efficienza.


venerdì 20 aprile 2012

Roma compie 2765 anni....SUL GRANDE RACCORDO ANULARE

Luc Girello

Festeggiamo i 2765 anni d ROMA



Appello: In ginocchio dall'emiro

Fonte "il manifesto" del 20 aprile



   Ai presidenti Napolitano e Monti Come italiani impegnati contro le guerre, la distruzione del clima e le ingiustizie ci dissociamo dall'atto di vassallaggio che avete compiuto ai piedi dell'emiro del Qatar il 16 aprile 2012. La nostra (o meglio: vostra) Italia che da sempre obbedisce ai voleri economico-militari del colosso Usa, è adesso entrata anche nell'harem di al-Thani. Il quale può certo ben pagare i suoi protetti (e non solo le sue tre mogli ufficiali): malgrado le ingenti spese per i lussi e le guerre ha un saldo attivo equivalente a 60 miliardi di dollari di origine fossile. Anche di fronte al "profumo dei petrodollari" (secondo la definizione di un amico arabo) la dignità non ha prezzo e fareste meglio a cercare vie d'uscita dalla bancarotta meno umilianti del prostrarvi fronte a terra. Invece, pur di perpetuare un modello capitalista e speculativo che ha portato l'Italia in questa situazione, si è disposti a omaggiare quanto c'è di più lontano dall'idea di sobrietà, giustizia, etica, ecologia: il padrone di un petroemirato. Dal punto di vista della forma, l'Italia ha fatto davanti al mondo la solita figura della pezzente con il braccino teso di fronte a un ricchissimo emiro ereditario (nonché golpista); una figura da barzelletta. Dal punto di vista della sostanza, ecco alcune gesta dell'emiro ormai grosso protagonista sulla scena geopolitica. Anche se temiamo che voi siate d'accordo. Le petromonarchie sono da sempre uno dei cancri del mondo arabo. Adesso ancor più. Presentandosi, lui monarca assoluto, come paladino della democrazia in Medio Oriente e Nordafrica con al-Jazeera a fare da megafono, al-Thani insieme ai Saud offre la necessaria copertura "arabomusulmana" a operazioni militari e di destabilizzazione come la devastante guerra in Libia (i cui effetti sono visibili a tutti). In Siria, i petromonarchi lavorano a sabotare ogni piano di pace e sostengono l'opposizione islamista. Per non dire del Bahrein. Ecco poi un eco-paradosso: al-Thani si è aggiudicato la diciottesima Conferenza dell'Onu sul clima (autunno 2012), dopo il fallimento della sessione di Durban in Sudafrica nel dicembre 2011. Eppure il Qatar sta alla protezione del clima come Dracula sta alla banca del sangue. Ha le emissioni pro capite di gas di serra più elevate al mondo: incredibili 53,4 tonnellate annue, secondo le statistiche ufficiali dell'Onu; il 435 per cento in più dal 1990. L'incongruo ospite del vertice sul clima 2012 insieme alle altre petrogasmonarchie è stato in prima linea in tutti i passaggi cruciali per rendere inefficace il pur limitatissimo Protocollo di Kyoto ed evitare qualunque allontanamento dall'economia degli idrocarburi. Adesioni: mari.liberazioni@yahoo.it

Candidati consiglieri a Extra TV

Da Ecodellarete Video

giovedì 19 aprile 2012

Quello che non poté la Gelmini, è uno scherzo per Monti.

di Monica Perugini fonte www.proletaria.it



  Lombardia sempre apripista: nonostante lo scandalo sanità che ha dimostrato come "privato non sia bello", in linea con la politica dello smantellamento dei servizi pubblici e quindi dell'esigibilità di diritti che la Costituzione, ormai garantisce solo sulla carta, è passata la legge Formigoni - Aprea sulla "chiamata diretta" degli insegnanti precari da parte dei presidi: l'intenzione è quella di renderla operativa già dal prossimo anno scolastico anche perché sta per diventare progetto nazionale.

In Parlamento, infatti, il trio di governo, composto da PDL, UDC e PD ha stipulato un accordo che diventerà legge fra poche settimane in base al quale le scuole pubbliche saranno trasformate in aziende, con la possibilità (sic!) della partecipazione finanziaria, gestionale e didattica da parte dei privati in ogni singolo istituto scolastico.
Quello che non poté realizzare Berlusconi, dunque, per Monti e i partiti che lo sostengono, non è un problema, del resto la cancellazione dell'art. 18 ne è la riprova.

Il Governo Monti col ministro dell'Istruzione Profumo ed ovviamente col consenso di tutto l'arco parlamentare, ad eccezione dell'IDV, si appresta a presentare una proposta di legge di modifica costituzionale del Titolo V (peraltro già massacrato ai tempi del centro sinistra Prodi / D’ Alema / Amato) per cui tutte le competenze sull'Istruzione pubblica verranno trasferite dallo Stato alle Regioni, proprio sul quel modello della Sanità (ex) pubblica a proposito della quale stiamo discutendo in questi giorni a proposito delle (ennesime) nefandezze emerse.

Nefandezze procurate solo alla popolazione e in particolare alle classi meno abbienti, non certamente alla pletora di aziende, cooperative, gestori di servizi - tutti privati - che ruotano attorno al giro miliardario.

Se ripercorriamo i risultati di tale politica partendo dalla privatizzazione della sanità e li applichiamo a quello che accadrà alla scuola, arriveremo direttamente alla scomparsa del diritto all'istruzione, alla riduzione di salario per gli insegnati, alla loro dipendenza, non solo economica ma anche culturale, dai nuovi padroni del vapore e dagli obiettivi aziendalistici (facilmente intuibili) che perseguiranno, agli eclatanti squilibri nella qualità dell'offerta formativa tra scuole pubbliche e private, tra regioni ricche e regioni povere, addirittura tra provincie e città della stessa regione, invertendo di fatto quella che era la consuetudine democratica dell'eccellenza delle scuole pubbliche italiane, dalle materne all'università; per arrivare alla colonizzazione del sistema scolastico da parte dei partiti attraverso le loro lobby confessionali ma anche "alternative", a cui qualche briciola verrà di certo lasciata, sull'esempio di quanto avvenuto sempre in sanità e nei servizi sociali e, peggio ancora, dei gruppi industriali e bancari (anche questi bipartisan) che hanno come scopo il profitto, oggi più che mai, attraverso l'accaparramento del denaro pubblico, visto come la crisi abbia di fatto spolpato quello che il privato poteva "rigenerare" in una società che gli chiedeva di pagare un prezzo, sia pur minimo, per l'immenso plusvalore, anche speculativo, accumulato sulla pelle dei lavoratori.

I consigli di istituto diverranno consigli di amministrazione ed è facile prevedere come nei posti di comando i partiti al governo, sia a Roma come nelle Regioni e senza differenza alcuna, insieme ai loro sostenitori, insedieranno uomini e donne di provata fiducia agli interessi liberisti: proprio come nella sanità, dove per cacciare i partiti che amministravano la cosa pubblica, sono arrivati direttamente i funzionari di partito, anche in corsia e molto spesso, senza competenza. Infine le tasse di iscrizione che non potranno che aumentare, come avvenuto coi tiket sanitari e con le devastazioni portate dal potere assoluto delle centrali farmaceutiche. La scuola pubblica ha iniziato ad essere aggredita e smantellata con la prima riforma Berlinguer che introdusse uno dei primi concetti falsamente ammantati di buoni proposito, quello dell'autonomia scolastica, vero preludio dei tagli economici e della voluta disorganizzazione che ha introdotto l'assurdità del criterio manageriale in una scuola bisognosa di cultura e non di burocrati, troppo spesso buoni solo a portare a casa il super stipendio ma non ad assumersi conseguenti responsabilità.

Si è poi passati alla controriforma della Moratti a cui il centro sinistra successivo nulla ha replicato (la doveva cancellare nell’arco di 24 ore…), per arrivare alla devastazione Gelimini. La più sgradevole dei ministri che la scuola abbia mai avuto, tuttavia, pur avendo operato tagli per oltre 8 miliardi e 150000 licenziamenti, non era riuscita a completare l'opera, ben disegnata nel progetto Aprea, ovvero regalare la scuola ai padroni, perché non fosse più istituzione libera, laica, indipendente.

Niente paura ci pensa il governo Monti / Napolitano, braccio armato di padroni e banchieri, rappresentato dai voti parlamentari di PD, PDL e UDC a cui nulla è impossibile. La manifestazione dei coordinamenti scuola indetta a Milano sabato 21 aprile alle 14.30 al Pirellone va sostenuta proprio perché non smette di porre al centro della lotta l'importanza della scuola come diritto articolato, oltre alla difesa dei posti di lavoro, delle garanzie e la lotta al precariato. Non servono però più ambiguità, compromessi al ribasso, accettazioni e mediazioni che così come hanno reso la sanità un pozzo nero di malaffare, potrebbero trascinare nello stesso vortice la scuola pubblica. Niente lezioni dal PD che condivide questa politica e da un sindacato che non contrasta apertamente e con decisione tale logica.

I nodi sono arrivati al pettine, non c'è più spazio per le ipocrisie e le doppie morali. La lotta deve essere per una società che si ispiri a diritti inalienabili, architrave portante dell’unica società che potrà difenderli sempre, quella socialista.

La buona politica per le ammimnistrative

Luciano Granieri


Politica, antipolitca, buona politica. Dopo il massacro finanziario e contabile che ha coinvolto a vario titolo dirigenti di partito e affibbiato ai tesorieri il ruolo di delinquenti matricolati, oggi emergono i campioni del populismo al contrario  che dominano nei  sondaggi pur non proponendo una loro visione della società, ma semplicemente denunciando ruberie sprechi. Scusate  ma io sono comunista e siccome noi comunisti siamo complicati di natura questo quadro mi sembra troppo semplicistico, non solo, addirittura deleterio, perché creando un vuoto ideologico si aprono  le porte ad operazioni tecniciste di cui già si sta pagando lo scotto in termini di  devastazione sociale. Si denuncia oggi la protervia della partitocrazia. Giusto,  ma quali sono i partiti di cui si discetta. Cominciamo dall’ABC, ovvero dalla strana associazione ALFANO (LEGGI BERLUSCONI) BERSANI CASINI.
<!--[if !supportLists]-->-          <!--[endif]-->Pdl  - Qualcuno è in grado di spiegarmi che partito è tenendo presente l’articolo 49 della costituzione,   quello che assegna ai cittadini il diritto di associarsi   per “concorrere liberamente a determinare la politica nazionale”? Il Pdl  non è un partito, perché gli associati “concorrono”, se liberamente o meno è tutto da verificare, a determinare una politica che salvaguardia l’esclusivo interesse di Silvio Berlusconi.
<!--[if !supportLists]-->-          <!--[endif]-->Pd -  Forse costituzionalmente rientra nella assunto dell’articolo 49, ma resta da capire in quale modo i cittadini che dovrebbero “concorrere a determinare” la politica nazionale abbiano chiaro quali siano gli indirizzi da perseguire. L’impressione è che i piddini ubriacati da un realismo riformista che pretende la sottomissione della politica al potere finanziario, siano confusi. Non sono più socialisti, anzi rinnegano il loro passato sostenendo che è roba vecchia novecentesca, ma se li chiami liberisti si offendono,  il loro intento è quello di governare in senso sociale il liberismo, ma chi non ha l’anello al naso capisce benissimo che questa è un’utopia ancora più spinta del “Sol dell’avvenire”.
<!--[if !supportLists]-->-          <!--[endif]--> Udc   - I  cittadini che si associano liberamente sotto le sue insegne  non hanno molto a cuore il “concorso a determinare” la politica nazionale, ma esclusivamente il concorso a promuovere i  propri interessi di bottega.   Infatti non si spiega come in modo molto disinvolto si schierino, a seconda delle convenienze,  o con i sodali  di Berlusconi o con i neo-post-libersti-socialisti-ma nontropposenocitrombano del Pd. In particolare non riescono a capire quale dei due schieramenti concorra liberamente a determinare la politica in senso cattolico che è il loro retroterra culturale religioso.
Uscendo dallo schema ABC analizziamo altri partiti.
<!--[if !supportLists]-->-          <!--[endif]-->La lega  - Costituzionalmente non è un partito, perché i cittadini che  si riconoscono nelle insegne del carroccio “concorrono a determinare” la politica, non nazionale, ma solo di una parte della nazione peraltro sconosciuta alla geografia, la Padania. Di nazionale questa formazione mantiene il brutto vizio di sottrarre denaro pubblico a tutti i cittadini, del nord come del sud, qui le barriere geografiche cadono magicamente.
<!--[if !supportLists]-->-          <!--[endif]-->L’Idv -  I  cittadini che si riuniscono sotto la sigla dello sbirro Di Pietro, “concorrono esclusivamente a determinare”una politica contro Berlusconi e contro l’illegalità dilagante, cosa buona e giusta, ma evidentemente il  partito cesserà di esistere una volta che, vedi mai  dovesse accadere,   Berlusconi andrà in galera.
<!--[if !supportLists]-->-          <!--[endif]-->Formazioni civiche  varie e Movimento 5 stelle,  ovvero Beppe Grillo –  I  cittadini che si riconosco nelle istanze del comico genovese “concorrono a determinare”  un rifiuto delle istituzioni politiche attuali. Anche in questo caso (per l’Idv) non si “concorre a determinare”  un programma politico  nazionale, ma semplicemente a denunciare il malaffare e gli sprechi, ripeto ancora, cosa buona e giusta, ma insufficiente per identificarsi, secondo costituzione, come forza che ha in mente un’idea di società  generale . Ad esempio costoro non si esprimono su temi come l’istruzione, politiche del lavoro, sanità.
Dunque  è sbagliato sostenere che la gente ce l’ha con i partiti. E’ più corretto dire che ancora una volta il dettato costituzionale è stato stravolto, infatti  i movimenti che oggi definiamo partiti a seguito di una controrivoluzione culturale che ha origine nel partito liquido craxiano  degli inizi degli anni ’80 non hanno più la connotazione “di libere associazioni di cittadini che si mettono insieme per concorrere a determinare la politica nazionale”, ma sembrano piuttosto comitati di affari, e chi vi si oppone lo fa per denunciare i soprusi di tali comitati.   Tutte queste formazioni non hanno nulla a che fare con la definizione di PARTITI così come definiti. costituzionalmente. Tale anomalia si  traduce in una debolezza propositiva che si può verificare inequivocabilmente nelle elezioni amministrative e in particolare  nel contesto della nostra città. Se avete assistito ai confronti elettorali di questi ultimi giorni fra i candidati a sindaco  per Frosinone vi sarete accorti che le proposte delle liste che supportano i rappresentanti dei comitati d’affari  nazionali (Marini Pd, Marzi Idv, Ottavini, Pdl) non hanno argomenti programmatici a parte alcuni luoghi comuni.  Né le liste civiche che appoggiano la Bonaviri,  o la patetiche formazioni che supportano  lo strano soggetto Alfredo Scaccia  o il post fascista  Sergio Arduini sembrano avanzare  programmi propositivi. Per quanto riguarda l’amica Enrica Segneri, candidata sindaco per il movimento 5 stelle di Bebbe Grillo, quanti la voteranno considerando la sua proposta politica ? Pochi.  Realisticamente il voto che andrà ad Enrica sarà di protesta. Purtroppo  chi  la voterà  lo farà avendo in mente le performance, fra il comico e il populista, di Beppe Grillo e non le reali esigenze della nostra città.  Rimaniamo noi inguaribili e indomiti comunisti. Noi che abbiamo nel logo  della  nostra lista la falce e martello simbolo storico, unico rimasto fra  quei movimenti che hanno  scritto la costituzione repubblicana. Unici che avendo ben chiara un’idea di società, hanno ben chiara anche una idea di città. Proprio in funzione delle nostre idee abbiamo scelto come candidata a sindaco Marina Kovari esponente di Sinistra Ecologia e Libertà .  Marina  comunque fa parte della grande famiglia  che viene da lontano e come noi vuole andare lontano. Ecco, il voto a Marina Kovari oltre che a promuovere un idea di città migliore e a misura di donna, oltre che di uomo, riafferma il predominio della buona politica quella che non contempla comitati d’affari elettorali, né facili populismi pseudo legalitari. Pensateci. 

mercoledì 18 aprile 2012

Cassino:Bilancio dopo quasi un anno della guinta Petrarcone

Riccardo Palma segretario PRC Cassino


A distanza di quasi un anno di amministrazione Petrarcone, nonostante qualche piccolo segnale di cambiamento  come per esempio la proposta di una commissione d’inchiesta sui debiti comunali o  dell’adozione di un registro delle unioni civili o dei Gruppi di acquisto popolare, riteniamo di dover incalzare la maggioranza soprattutto su alcuni temi “sensibili”; ma il peso culturale e politico dell’UDC di questa maggioranza sembra essersi, in questi ultimi giorni, sbilanciato per contrastare qualsiasi provvedimento civilmente avanzato. Infatti, l’azione dell’UDC sembra essere tesa a non far passare alcuni provvedimenti volti al reale cambiamento. Parliamo per esempio della mozione presentata dal partito della Vela sul quoziente familiare che sembra essere stato presentato solo per contrastare l’approvazione del registro delle unioni civili di cui guarda caso si discute nella stessa giornata del 19 aprile 2012. Nel regolamento per l’istituzione del registro delle unioni civili è previsto che nell’ambito delle proprie competenze, il comune s’impegna ad assicurare alle coppie unite civilmente l’accesso ai procedimenti, benefici e opportunità amministrativa di varia natura alle medesime condizioni riconosciute dall’ordinamento delle coppie sposate e assimilate. Questo regolamento contrasta decisamente con l’adozione del quoziente familiare (chiamato quoziente Cassino, preso a fotocopia dal comune di Parma). Intanto diciamo  come forza politica che ha come pilastro fondante la Laicità delle istituzioni e che intende tutelare le fasce più deboli della cittadinanza, non possiamo che constatare che il suddetto strumento così come formulato non ci soddisfa assolutamente, in quanto non tiene conto dell'attuale situazione economica che ha prodotto impoverimento in tutti i livelli della società, dunque un servizio che per elargire le agevolazioni si basa sul numero dei figli più che sul reddito, ci sembra elitario, riduttivo e non considerativo di una realtà che in seguito alla crisi sta producendo sacche di povertà sempre più ampie. E nemmeno prende in considerazione un tema a noi molto caro: quello della tutela dei diritti civili, che sono sacrosanti e devono essere garantiti dall'istituzione, in questo caso dall'amministrazione comunale. Parliamo delle famiglie monogenitoriali o delle coppie di fatto, che pure sono cittadini ed hanno diritto di ricevere pari trattamento, ma anche di quei nuclei dove ci sono convivenze tra familiari (ad esempio tra genitori e figli con nipoti a carico) uniti comunque da un legame strettissimo non meno importante di quello matrimoniale classico.
Poi occorre dire peraltro che il modello proposto è stato sospeso fino al 31 maggio dal neo commissario del comune di Parma, Mario Ciclosi, perché troppo costoso per il bilancio comunale e perché non riesce a far recuperare equità rispetto ai redditi e ai patrimoni delle famiglie.  

A sostegno dell’adozione del quoziente familiare ci si appella spesso al modello francese, dimenticando però che oltralpe l'accesso è garantito a tutti, proprio in virtù del fatto che un po' ovunque, vige ad esempio l'istituzione del registro delle coppie di fatto, che per retaggio culturale in Italia sta invece incontrando parecchi ostacoli e che per noi è una priorità, non soltanto per i casi come il quoziente familiare, ma per l'estensione che può avere nell'accesso a tutti i servizi sociali.

Senza dimenticare che così come strutturato, il Quoziente familiare, rivela una forte incompatibilità con quanto indicato sul programma elettorale e sulle linee guida dove sono chiare le intenzioni di far prevalere la laicità sul welfare locale e le pari opportunità tra i cittadini.

Cogliamo l’occasione per parlare dell’operato dell’assessore Di Russo che in data 12 aprile ha convocato un tavolo tecnico sulle povertà tra amministratori e associazioni del territorio (associazioni tutte di stampo cattoliche).  Dimenticandosi per l’ennesima volta dell’appello che le abbiamo lanciato in diverse occasioni e già segnalato peraltro tra le nostre osservazioni alle linee guida che questa amministrazione si è dettata di adottare. Trattasi dell’Osservatorio sulla povertà. Abbiamo chiesto che nella composizioni vi fossero presenti, oltre alle ASL, all’Università, alla Magistratura, alle forze dell’Ordine, i rappresentanti del terzo settore, lo Organizzazioni sindacali, il Centro per l’impiego e gli altri servizi sociali del territorio. Non è bastato non averci ascoltato sui voucher che rappresentano uno scivolone politico che non ha eguali tanto che è sotto gli occhi di tutti i risultati che stanno producendo. Peraltro è previsto nella bozza sulla riforma del lavoro del governo Monti che non potrà più essere adottato il lavoro accessorio dagli enti locali – ci serviva un governo iperliberista per scardinare i voucher a Cassino – altro che provvedimenti da emulare in tutta Italia! Ma torniamo al punto, se si vuole effettivamente prendere in mano il problema della povertà a Cassino, occorre far partecipare tutti gli attori in campo e magari sostenere una nostra proposta che anticipiamo sulla stampa e poi vedremo da quale parte si sta, dalla parte dei poveri o dalla parte dei ricchi.  Ci riferiamo ad una mozione che il nostro consigliere comunale Vincenzo Durante avanzerà nei prossimi giorni in consiglio comunale per impegnare il Sindaco e tutta l’amministrazione comunale a chiedere il rifinanziamento del reddito minimo garantito alla regione Lazio ove l’UDC è in maggioranza. Saremo curiosi di sapere cosa pensa di questa iniziativa la nuova scuola di formazione politica di Montecassino. Lì si capisce che non è un discorso ideologico, ma di sostanza per chi crede che non è l’elemosima e ne tanto più gli interventi residuali che pagano ma interventi che garantiscano un minimo di dignità alle persone in carne ed ossa. Caro Velardocchia, che proclami un nuovo Welfare, ti diciamo invece diamoci da fare per restituire al servizio sociale la giusta connotazione di sussidiarietà e per far riaffermare la classica “presa in carico” per progetti individualizzati a partire dal ripristinare il progetto 7 adulti che propria questa amministrazione sembra abbia affossato contravvenendo alle promesse fatte in campagna elettorale.

25 aprile a Cassino

Alieni

Giovanni Morsillo


Ora ne siamo certi: Mario Monti viene da un altro pianeta. anzi, forse è ancora lì, e ci guarda da tanto lontano da non poter distinguere sui nostri volti l'espressione dei nostri travagli. Ci dice infatti di essere grato a noi per la consapevolezza con cui stiamo sostenendo gli sforzi per salvare il Paese; data la distanza fra la sua Eldorado e il nostro quotidiano sopravvivere, scambia la nostra rassegnata sofferenza, il nostro abbandonato cedimento alla forza ed alla protervia dei padroni per consapevolezza ed impegno solidale.
Vorremmo dirglielo, ma non siamo collegati con posti così lontani: la nostra solidarietà non si esprime con il dissanguarci volontariamente per garantire alle banche ed alla speculazione finanziaria di continuare ad accumulare vagoni di soldi, paccate come dice qualcuno più raffinato di noi, e quello che lui scambia per spirito solidale è soltanto misera rassegnazione di masse disorientate e senza prospettiva, quello che gli sembra tenacia è terrore del futuro che sappiamo già drammatico. Purtroppo è ancora la vecchia questione della lotta di classe, rimossa scaramanticamente (a volte anche farisaicamente) dai sedicenti gruppi di sinistra e invece portata alle estreme conseguenze dal padronato, sia sul fronte economico che conseguentemente su quelli sociale e politico. Conseguenze che prevedono l'annientamento delle forze avversarie, la riduzione in schiavitù dei prigionieri ancora produttivi e la soppressione degli altri (come potrebbe vivere un pensionato o un disoccupato con le "nuove" condizioni che ci stanno imponendo?), senza sconti e senza debolezze.
Monti è lontano dai nostri problemi, ha ben presenti quelli del pianeta Borsa nel quale vive, ma non dice queste fesserie per incompetenza o stoltezza: sa benissimo che questi richiami "alla motivazione" allungano i tempi della sopportazione, illudono cioè gli schiavi di essere considerati, di avere un posto nelle preghiere del padrone, e questi si danno una ragione, falsa ma tiepida, delle loro sofferenze, arrivando addirittura a pensare di essere loro i protagonisti della catarsi, della salvezza collettiva. Si illudono, e intanto cercano disperatamente i soldi necessari a pagare allo Stato l'affitto, la concessione della loro casa di proprietà, arrabattandosi fra prestiti e pensioni del nonno per sostenere l'IMU. 
Non gli chiederemmo, se solo potessimo fargli arrivare il nostro lamento, di risparmiarci l'insulto della compiacenza; solo vorremmo togliergli la speranza di poter contare ancora a lungo su di noi, e non tanto perché stiamo preparando chissà quale riscatto (con buona pace di Grillo e degli altri mestatori di tutte le sembianze), ma semplicemente perché non ce la facciamo già più. Oggettivamente.
Come dimostra il suicidio quotidiano di disoccupati (ma si parla solo degli artigiani, degli imprenditori, ça va sans dire) i nostri borsellini sono ormai tristemente vuoti, e non per eufemismo: stiamo ritirando i figli da scuola, tagliando le spese di riscaldamento e di alimentazione, i vestiti ormai si ricilano da tempo. Catastrofismo? Guardate i dati sui consumi, osservate chi è oggi cliente dei discount alimentari, ficcate il naso nei carrelli della spesa delle donne nei supermercati, leggete ogni tanto i dati sul consumo di benzina e generi di prima necessità, e poi ci dite se la catastrofe è inventata.
Ma se volete avere un metro di giudizio serio, guardate anche l'indirizzo dei provvedimenti lacrime e sangue del governissimo di destra-sinistra: tutti e solo sulle ormai fiacche spalle dei lavoratori, dei disoccupati, dei poveri, degli ultimi. Nulla, che sia nulla, a carico dei ladri, e non ci riferiamo solo ai politici, nulla da pagare per evasori e ricchissimi, quelli che ballonzolano sugli yacht intorno allo Stivale continuano a sputtanare miliardi estorti e occultati alla faccia dei poveri cristi. Nessun provvedimento contro le lobbies, niente che faccia pensare ad una attenzione del fisco verso i grandi e grandissimi capitali, addirittura convivenza dichiarata con i poteri criminali paralleli (metropolitana di Palermo, e non solo).
Da tempo sappiamo che quando i padroni parlano di Paese intendono le banche: Monti, Fornero, Passera e gli altri padroni del vapore ce lo confermano.
Saluti poveri.

Frosinone / Incontro tra i candidati a sindaco / TGR 17.04.2012

Tgr. Lazio

martedì 17 aprile 2012

Il ratto del PRG "Frusino 52"

Luciano Granieri



Durante la campagna elettorale tutte le forze in campo promettono cambiamenti. CAMBIAMENTO  è la parola d’ordine. Anche nei primi fuochi della contesa di queste amministrative del 2012 tutte i candidati a sindaco, anche quelli uscenti,   si impegnano a cambiare a proporre cose nuove.  Non so se è chiaro ai candidati nuovisti  i quali  già hanno preso posto sugli scranni consiliari  che per cambiare realmente il corso amministrativo della nostra città è necessaria una rivoluzione .  Mi riferisco  a una rivoluzione vera, quella che conduce alla presa del potere da parte di un movimento alternativo a quello che ha sempre governato Frosinone dal dopo guerra ad oggi. Infatti dall’inizio degli anni ’50   in poi  hanno retto il capoluogo ciociaro  non  il sindaco Domenico Ferrante, né Luigi Valchera, né tutti gli  altri primi cittadini succedutisi  fino ad oggi, Marzi e Marini compresi. I veri padroni di Frosinone sono sempre stati e lo sono tutt’ora I POTERI FORTI . Ovvero gruppi dediti alla speculazione delle rendite fondiarie  e finanziarie. Costoro hanno sempre manovrato sindaci e gruppi politici di maggioranza e opposizione. Sono riusciti a nascondere piani regolatori interi  disponendo a piacimento del territorio, rimpinzandolo di cemento senza tenere minimamente conto del bene dei cittadini. La storia comincia dal ratto del Piano regolatore Generale “Frusino 52” il primo piano regolatore del dopo guerra redatto dagli architetti Iacobelli e  Malpelli . Uno strumento urbanistico che prevedeva uno sviluppo organico della città. Redatto nel 1958, il piano riportava interventi di edilizia primaria e secondaria consoni ad una città a misura d’uomo, allora Frosinone contava  poco meno di 35.000 abitanti. Ad esempio in P.zza De Mattheis, al posto dell’ orrendo grattacielo che oggi domina la parta bassa della città, era prevista l’edificazione di una chiesa e di un portico , le zone di espansione erano delimitate nei minimi particolari, erano indicate precisamente le ubicazioni di  piazze e  giardini, erano specificate le altezze massime degli edifici. Il piano fu inviato per l’approvazione al Ministero dei Lavori Pubblici,  il quale diede parere positivo   con il vincolo di eliminare dal piano  il progetto di una tangenziale ed altri interventi che definì ”da respingere perché ispirati ad interessi privati “.  Anzi lo stesso Ministero ne gennaio del 1961 sollecitava l’approvazione del piano modificato. Ma quel piano non arrivò mai in consiglio comunale, fu fatto sparire nel nulla  e dal  ’61 al ’68 Frosinone in barba alle leggi vigenti rimase senza PRG. Nel frattempo i palazzinari di Frosinone scaricarono montagne di cemento nella parte alta (P.zza  Aonio Paleario, P. zza Diamanti, Via Brighindi) e nella parte  bassa (Via Marittima, Via Roma e Piazzale De Mattheis) della città . Nel 1968 in un comune guidato dal commissario prefettizio , fu presentato un nuovo PRG molto più gradito ai poteri forti. In questo nuovo documento era preventivato che nella città di Frosinone i residenti nel 1990 avrebbero raggiunto le 120.000 unità a fronte dei 35.000 del 1965. Un aumento sconsiderato di 85.000 abitanti al di fuori di ogni previsione logica , oggi la città ne conta poco più di 48.000 . Cosi, in virtù della norma che prevede 50 mq di aera edificabile per ogni abitante, i palazzinari si trovarono con 400 ettari di territorio completamente edificabile a disposizione per ogni scorreria speculativa, ben 330 ettari in più rispetto a quelli spettanti. Nonostante l’ipertrofia cementizia questo nuovo PRG prevedeva alcune regole basilari, ad esempio erano identificati luoghi in cui avrebbero dovuto sorgere parcheggi , pubblici e privati, zone a verde pubblico, aeree destinate a parco giochi e soprattutto, udite udite, era inibita la costruzione sull’aera delle terme romane per salvaguardare il sito archeologico. Inoltre  ogni lottizzazione privata si sarebbe dovuta realizzare solo dopo la messa a punto da parte del comune dei piani particolareggiati di edilizia pubblica   e a fronte dell’occupazione di suolo pubblico i privati avrebbero dovuto cedere al comune in  contropartita terreni destinata ad opere di edilizia secondaria e servizi alla città (strade di collegamento) e pagare, evidentemente, gli oneri concessori. Troppe regole per  i saccheggiatori della città i quali ancor prima che il nuovo PRG venisse approvato riuscirono ad  ottenere il rilascio di ben 800 licenze edilizie  destinate a costruire mega palazzi sui siti che il nuovo piano, destinava a verde pubblico, a parcheggi, non si salvarono neanche le terme  romane.  Ecco spiegata la morfologia urbanistica della nostra città. Un territorio in cui i parcheggi non ci sono, perché la dove dovevano esserci  sorgono palazzi, non ci sono aree verdi perché la dove dovevano essere ci sono altri palazzi, non è stato possibile redigere un piano di edilizia popolare, perché per le case popolari non vi era posto.  Oggi quindi per dotare la città dei servizi  necessari i POTERI FORTI dopo averne usurpato le aeree dedicate fagocitano altri  soldi pubblici provvedendo a restituire il maltolto   a suon di project   financing , parcheggio multipiano su tutti. Il piano da 120.000 abitanti è scaduto nel 1990, ma nessuna giunta ha avuto il coraggio di approvarne uno nuovo. Anzi il saccheggio del territorio e le speculazioni sono continuate anche negli ultimi quindici anni in cui a guidare la giunta sono stati Marzi , per due consiliature di seguito , e Marini con Ottaviani   seduto sugli scranni dell’opposizione durante il secondo mandato Marzi,opposizione che mai si è opposta in modo deciso  al sacco di Frosinone.  Il mega scatolone del Forum di piazzale Europa, una brutta storia di speculazione edilizia, sorto la dove doveva sorgere una piazza,  i vari project del parcheggio multipiano e del Matusa -Casaleno, le  ulteriori lottizzazioni di   Via Mastruccia e Via La Botte, altri palazzoni che stanno ulteriormente sfigurando  Via Aldo Moro nella martoriata zona B dimostrano che Marzi , Marini e anche Ottaviani  il quale  auspica   il rilancio del sistema dei project financing,  si candidano a governare la città senza avere la minima intenzione di scalzare il POTERE DELLA SPECULAZIONE FONDIARIA E  FINANZIARIA che fino ad oggi ha dettato le regole. Un capitolo a parte va dedicato alla riscossione degli oneri concessori, anche questa è una questione scandalosa .  Con la compiacenza delle varie giunte succedutesi fino ad oggi I POTERI FORTI, oltre a usurpare porzioni di territorio, si sono guardati bene dal pagare  al comune gli oneri concessori. Già nel 1981 l’evasione degli oneri contributivi urbanistici ammontava a svariati miliardi di lire, e oggi ormai non si riesce nemmeno a quantificare quale sia l’entità dell’ammanco considerato che al recupero delle tasse vere e proprie andrebbero aggiunte le sanzioni per omesso o ritardato pagamento. Dunque il candidato a sindaco che vuole davvero cambiare il modo di governare Frosinone  deve finalmente togliere dalle mani dei poteri forti il destini della città. Deve fare in modo che la politica amministrativa si indirizzi verso il bene dei cittadini.  Dunque in primo luogo è necessario redigere un piano urbanistico a metri cubi zero di cemento e risanare, per quanto possibile,  le ferite inferte da un quarantennio di anarchia edilizia, ma soprattutto  è fondamentale quantificare l’evasione dei tributi urbanistici, quanti di questi siano ancora esigibili e mettere in moto tutte le procedure necessarie per far pagare a questi signori tutto quanto hanno depredato ai cittadini. E’ un’ operazione titanica ma solo così si possono reperire le risorse necessarie a finanziarie  i servizi sociali  e pianificare politiche redistributive e di assistenza verso i cittadini più poveri ,  solo così si manda un segnale forte a chi di padre in figlio ha spadroneggiato sulla nostra città,  un segnale  che inequivocabilmente afferma che Frosinone  non è più loro ma è tornata in mano ai cittadini. Sono convinto che la nostra coalizione ( Sel, Rifondazione - INdipendenti la Colomba e  Frosinone Bene  comune),  unita nel supportare Marina Kovari a sindaco di Frosinone può vincere questa battaglia di civiltà.

I dati citati sono desunti dalla pubblicazione di Augusto Bartoli dal titolo “La grande truffa, quarant’anni di anarchia edilizia nel comune di Frosinone

lunedì 16 aprile 2012

L'insognata vince il concorso letterario di Mantova

Fausta "l'insoganta" Dumano


Mantova,15 aprile,come un papà nella sala d' attesa aspetto......ops, per la paletta,come è brava la giovane attrice mantovana, che presta voce  alla mia protagonista.''LAVORO OFFRESI, FUTURO VENDESI''Da adesso il precariato e il discount istruzione  sono entrati nella narrativa, la mia protagonista,un' insognata  prof.  vince il primo premio.
Un'insognata con tanti soldi nel cassetto, giornalista, critica letteraria, scrittrice, si inciampa con la prima supplenza nel mondo degli studenti , ne resta colpita e una calamita l' attrae nel discount. Diventa un' offerta punti,ragiona in punti, la seconda laurea vale tre punti, un marito dodici, un figlio minore 4.....Si innamora di un prof precario, ma due precarietà non fanno una certezza, sono due rette parallele , che si incontrano solo nell'ufficio  docenti smarriti alla ricerca di una cattedra. Perde l' uso dell' indicativo,  tempo dell' incertezza, mentre mastica il nuovo linguaggio aziendale, portfoglio, debiti, crediti, smarrisce il futuro anteriore,la certezza del futuro,........pensione per lei significa un luogo dove si paga poco per dormire....Dedico questo premio a VENERA  e MATTEO,capolavori  indiscussi della mia creatività, che riescono a strapparmi un sorriso insieme a mia sorella FRANCA, a GIULIO e PAOLO, quando quel killerino  sconosciuto mi attacca. Dedico questo premio a VICK, VITTORIO ARRIGONI, un mio caro amico, è l' anniversario della sua morte, abbiamo diviso insieme il sogno della PALESTINA LIBERA. Dedico questo premio ai precari della scuola, sono stata una precaria storica, agli scrittori migranti,che mi fanno sentire una 'PIVANO MODERNA'' quando scrivo recensioni sui loro libri. Dedico questo  premio a tutti gli artisti,che con la loro arte mi''insognano''e permettono alla mia scrittura di colorarsi........un pensiero speciale a MILTON, al SATY ci insognavamo di essere famosi e pure.....ricchi. Mentre felice ed emozionata scrivo debbo dei grazie,ai miei genitori, indimenticabili esempi di impegno culturale e civile,al prof ALFONSO CARDAMONE, primo lettore di ogni mio scritto,il cui giudizio , davanti ad una tazzina di caffè al ginseng,è insindacabile,se lui dà l' ok il racconto parte.......grazie a ROCCO LANCIA,i suoi quaderni d' autore portano fortuna,grazie ai miei studenti, che impediscono alla banalità e al grigiore della burocrazia scolastica di dirigere i miei movimenti,sono lo stimolo costante  all' aggiornamento, che mi permette di stare al passo dei tempi..Grazie alle mie amiche e amici, che inconsapevolmente diventano miei protagonisti.

SU AMBIENTE E QUALITA’ DELLA VITA, BOCCIATI 15 ANNI DI GOVERNO CITTADINO!

Marina Kovari


Frosinone, 16/04/2012: “I dati sulla qualità ambientale a Frosinone bocciano senza appello le amministrazioni cittadine degli ultimi 15 anni”, dichiara Marina Kovari, candidata sindaco per la coalizione S.E.L., P.R.C., Frosinone BeneComune.
Nel 1997, l’anno precedente all’insediamento della Giunta Marzi, il Capoluogo era all’89° posto su 103 capoluoghi come qualità dell’aria e inquinamento ambientale, secondo il Rapporto sull’Ecosistema urbano preparato da Legambiente. Dopo 10 anni e due Mandati amministrativi di Marzi, nel 1997 Frosinone è ancora ferma all’88° posto!! Praticamente nessun passo avanti sulla salute e sull’ambiente di Frosinone.
Ma le cose non sono certo migliorate con l’Amministrazione Marini, prosegue la Kovari. Nel 2011, Frosinone è al 41° posto su 45, nella classifica dei Comuni capoluogo classificati di piccola dimensione; in pratica, ancora una volta siamo bocciati praticamente su tutti i fronti, tranne forse l’energia solare fotovoltaica.
Chi ha governato la città, ha già dimostrato di non essere capace di affrontare e risolvere i problemi ambientali di Frosinone, una città con altissima incidenza di tumori al polmone e malattie respiratorie.
“Non che il Centro destra si presenti meglio”, ancora Kovari. Le Amministrazioni Iannarilli e Polverini si sono distinte per il “nulla” sul fronte ambientale con il Piano casa della Regione a “sfasciare” ancor più il già martoriato ambiente regionale.
Noi abbiamo una ricetta chiara e concreta per migliorare la qualità dell’aria di Frosinone. Il problema a affrontato su più fronti, con decisione e coinvolgendo direttamente il mondo delle imprese che operano su territorio, affinché la sfida ambientale diventi occasione di rilancio dell’economia e del lavoro e non un ulteriore limite per le imprese e i cittadini.
Il Comune dovrà ridurre “a zero” le sue emissioni e lo farà nei primi due anni di Governo e a costi contenuti:  riduzione decisa dei consumi energetici tramite Led, sensori di prossimità, lampade efficienza con il fotovoltaico a coprire le restanti esigenze elettriche. Cogenerazione, rigenerazione, coibentazione, solare termico e geotermico a coprire le esigenze termiche. Auto elettriche al posto di quelle circolanti.
Su fronte dei privati, ridurremo la pressione fiscale per quelle imprese presenti che adotteranno misure di riduzione dei consumi energetici elettrici e termici; azzereremo la pressione fiscale comunale per le imprese che riducono il loro impatto ambientale e per le nuove imprese che investiranno sul territorio. Imporremo alla società autostrade di ridurre a 110 Km orari la velocità sul tratto autostradale tra Ceprano ed Anagni, in questo modo il traffico autostradale ridurrà le sue emissioni inquinanti di molti punti percentuali.Queste alcune delle nostre proposte concrete.
Il mondo delle imprese costituisce un mondo decisivo per il rilancio del nostro territorio, con loro lanceremo la sfida dell’innovazione tecnologica e della qualità della vita come volano per la rinascita economica, sociale ed ambientale di Frosinone, senza perdere tempo con i mega progetti aeroportuali o interportuali, di cui incredibilmente si parla ancora oggi, conclude la Kovari.