Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

lunedì 11 maggio 2015

Rete No War a Frosinone

Luciano Granieri


Sabato  pomeriggio 9 maggio si è svolta a Frosinone, presso L.go Turriziani, la presentazione del  Tavolo Provinciale “No War”. Fra i promotori : il partito dei Comunista d’Italia, Sinistra Ecologia e Libertà, Partito della Rifondazione Comunista,  Federazione Giovani Socialisti, Ass. Oltre l’Occidente, Comitato di lotta per il lavoro, Confederazione Cobas , ANPI, Comitato Provinciale in difesa della Costituzione. Al dibattito sono intervenuti i rappresentati delle varie associazioni e l’ex parlamentare di Rifondazione Comunista  Giovanni Russo Spena.  

A settant’ anni dalla resa incondizionata dei nazifascisti,  sancita a Reims e a Berlino, il tavolo provinciale No War ha invitato i cittadini a riflettere sulla fine della guerra o piuttosto su una sua trasformazione. Dopo la carneficina  conclusasi nel ’45, con  i propositi di pace e fratellanza che ne scaturirono, con la promulgazione dei primi trattati europei,  è finalmente  scoppiata la   pace nel mondo? L’articolo 11 della Costituzione Italiana, in cui si decreta che l’Italia ripudia la guerra, è stato ed è  rispettato?  Questi i temi su cui si è discusso. 

Non si è potuto fare a meno di constatare che gli  eventi  bellici non sono mai cessati. Si sono trasformati, diffusi, parcellizzati. Come ha ricordato Giovanni Russo Spena, citando Marx e Rosa Luxemburg, ad un certo punto della sua storia  l’umanità o andava verso il socialismo o sarebbe approdata alla barbarie. La barbarie ha trionfato, al di fuori di ogni ideologia.  

La  presa del potere dei centri finanziari, che impongono  le loro leggi alle Nazioni,  ha esaltato la barbarie della guerra diffusa. Non un conflitto fra eserciti, ma scenari di violenza inaudita creata attraverso guerre quotidiane alimentate dagli interessi capitalistici i quali non schierano truppe, ma sobillano fazioni, corrompono dittatori, bombardano con i droni.  

Da una parte l’iperteconologia della guerra chirurgica, dall’altra le stragi. Si armano, grazie anche alla collaborazione delle banche, ora l’una ora l’altra fazione utile  a rovesciare il governo non gradito, poi si è costretti a subire le violenze di questa bande precedentemente equipaggiate e addestrate che si ribellano ai propri  maestri  e sfuggono di mano ad ogni controllo. E’ il caso dell’Isis, ma anche di Al Qaeda  o dei Sunniti di Saddam.  Gli interessi capitalistici, volti a depredare materie prime, a controllare le vie dei combustibili fossili, a reprimere quelle rivoluzioni dagli esiti incontrollati , vedi   certi sviluppi delle così dette  primavere arabe, sono la causa  della barbarie . 

Anche  nella Europa unita fascismi vecchi e nuovi,  inflessibili guardie del neoliberismo occidentale, mietono stragi.   Nel Donbass ad esempio . Altro che Europa di Ventotene! Il Fondo Monetario Internazionale vuole imporre la sua brava dose di austerity e memorandum   anche all’Ucraina, e per fra questo fomenta l’odio popolare ucraino verso la Russia.  

La guerra diffusa del captale provoca l'esodo di  una moltitudine di gente che,   per sfuggire alle guerre e alla disperazione in cui la barbarie del neoliberismoli ha gettati, cerca  di raggiungere le terre dove risiedono i responsabili della loro spoliazione. Anche a queste vittime il liberismo muove guerra, con la pretesa di fermare i barconi perfino  con le bombe,   con il rifiuto totale dell’accoglienza. Rifiuto che ha riempito i fondali del Mar Mediterraneo di cadaveri. 

Ed infine l’ìpocrisia che regna sovrana nel nostro Paese il cui art.11 della Costituzione è uno dei più efficaci contro la guerra, ma viene completamente disatteso con le cosiddette guerre umanitarie, un odioso ossimoro. Anche nel nostro paese il neoliberismo è in guerra. Le vittime  sono i lavoratori, i disoccupati,  gli studenti. Esso  priva  deliberatamente questi soggetti  dei mezzi di sostentamento, se ne impossessa per alimentare i propri giochi speculativi che spesso riguardano la produzione delle armi. Non è un caso che, mentre il numero di cittadini al di sotto della soglia di povertà aumenta inesorabilmente, in Italia si spendono 70 milioni di euro al giorno in armi, senza contare i 15 miliardi di euro spesi per dei ferri vecchi come gli F.35  e i  5,4 miliardi di euro sperperati nell’acquisto di navi militari. 

Il sub Comandate Marcos nel 1997 dalle montagne del sud’est messicano sosteneva che era scoppiata la quarta guerra mondiale, oggi quel conflitto ancora  è in atto, o meglio si è liquefatto ed insinuato in barbarie giornaliere, che producono ogni ora morte e distruzione.  Se è difficile e lungo  percorrere la strada del socialismo, almeno che si combatta tutti uniti la barbarie del neoliberismo. E questo il senso di un vero tavolo No War.

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