Sabato pomeriggio 9
maggio si è svolta a Frosinone, presso L.go Turriziani, la presentazione
del Tavolo Provinciale “No War”. Fra i
promotori : il partito dei Comunista
d’Italia, Sinistra Ecologia e Libertà, Partito della Rifondazione Comunista, Federazione Giovani Socialisti, Ass. Oltre
l’Occidente, Comitato di lotta per il lavoro, Confederazione Cobas , ANPI,
Comitato Provinciale in difesa della Costituzione. Al dibattito sono
intervenuti i rappresentati delle varie associazioni e l’ex parlamentare di
Rifondazione Comunista Giovanni Russo
Spena.
A settant’ anni dalla resa
incondizionata dei nazifascisti, sancita
a Reims e a Berlino, il tavolo provinciale No War ha invitato i cittadini a
riflettere sulla fine della guerra o piuttosto su una sua trasformazione. Dopo
la carneficina conclusasi nel ’45, con i propositi di pace e fratellanza che ne
scaturirono, con la promulgazione dei primi trattati europei, è finalmente scoppiata la pace
nel mondo? L’articolo 11 della Costituzione Italiana, in cui si decreta che
l’Italia ripudia la guerra, è stato ed è rispettato? Questi i temi su cui si è discusso.
Non si è
potuto fare a meno di constatare che gli eventi bellici non sono mai cessati. Si sono
trasformati, diffusi, parcellizzati. Come ha ricordato Giovanni Russo Spena,
citando Marx e Rosa Luxemburg, ad un certo punto della sua storia l’umanità o andava verso il socialismo o
sarebbe approdata alla barbarie. La barbarie ha trionfato, al di fuori di ogni
ideologia.
La presa del potere dei centri finanziari, che impongono
le loro leggi alle Nazioni, ha esaltato la barbarie della guerra diffusa.
Non un conflitto fra eserciti, ma scenari di violenza inaudita creata
attraverso guerre quotidiane alimentate dagli interessi capitalistici i quali
non schierano truppe, ma sobillano fazioni, corrompono dittatori, bombardano
con i droni.
Da una parte
l’iperteconologia della guerra chirurgica, dall’altra le stragi. Si armano,
grazie anche alla collaborazione delle banche, ora l’una ora l’altra fazione
utile a rovesciare il governo non
gradito, poi si è costretti a subire le violenze di questa bande
precedentemente equipaggiate e addestrate che si ribellano ai propri maestri
e sfuggono di mano ad ogni controllo. E’ il caso dell’Isis, ma anche di
Al Qaeda o dei Sunniti di Saddam. Gli interessi capitalistici, volti a
depredare materie prime, a controllare le vie dei combustibili fossili, a
reprimere quelle rivoluzioni dagli esiti incontrollati , vedi certi sviluppi
delle così dette primavere arabe, sono la
causa della barbarie .
Anche nella Europa unita fascismi vecchi e
nuovi, inflessibili guardie del
neoliberismo occidentale, mietono stragi. Nel Donbass ad esempio . Altro che Europa di
Ventotene! Il Fondo Monetario Internazionale vuole imporre la sua brava dose di
austerity e memorandum anche all’Ucraina, e per fra questo fomenta
l’odio popolare ucraino verso la Russia.
La guerra diffusa del captale provoca l'esodo di una
moltitudine di gente che, per sfuggire alle
guerre e alla disperazione in cui la barbarie del neoliberismoli ha gettati,
cerca di raggiungere le terre dove
risiedono i responsabili della loro spoliazione. Anche a queste vittime il
liberismo muove guerra, con la pretesa di fermare i barconi perfino con le bombe, con il rifiuto totale dell’accoglienza.
Rifiuto che ha riempito i fondali del Mar Mediterraneo di cadaveri.
Ed infine
l’ìpocrisia che regna sovrana nel nostro Paese il cui art.11 della Costituzione
è uno dei più efficaci contro la guerra, ma viene completamente disatteso con
le cosiddette guerre umanitarie, un odioso ossimoro. Anche nel nostro paese il
neoliberismo è in guerra. Le vittime sono
i lavoratori, i disoccupati, gli
studenti. Esso priva deliberatamente questi soggetti dei mezzi di sostentamento, se ne impossessa
per alimentare i propri giochi speculativi che spesso riguardano la produzione
delle armi. Non è un caso che, mentre il numero di cittadini al di sotto della
soglia di povertà aumenta inesorabilmente, in Italia si spendono 70 milioni di
euro al giorno in armi, senza contare i 15 miliardi di euro spesi per dei ferri
vecchi come gli F.35 e i 5,4 miliardi di euro sperperati nell’acquisto
di navi militari.
Il sub Comandate Marcos nel 1997 dalle montagne del sud’est
messicano sosteneva che era scoppiata la quarta guerra mondiale, oggi quel
conflitto ancora è in atto, o meglio si
è liquefatto ed insinuato in barbarie giornaliere, che producono ogni ora morte
e distruzione. Se è difficile e
lungo percorrere la strada del
socialismo, almeno che si combatta tutti uniti la barbarie del neoliberismo. E
questo il senso di un vero tavolo No War.
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