Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

lunedì 28 novembre 2011

Obbedire disobbedendo

Luc Girello - Laura Jurevich

Non c’è pace per il popolo dell’acqua pubblica. Dopo la straordinaria vittoria referendaria con la quale i cittadini hanno sancito che i beni comuni devono essere gestiti dalla comunità , sabato 26 novembre si è resa necessaria una ulteriore manifestazione per ribadire il concetto. Infatti in un paese in cui il profitto è sovrano nessuna espressione popolare, che ne pregiudichi le scorribande speculative, è ammessa. La democrazia è un orpello superato, antico, i referendum sono buoni per far giocare il popolo e illuderlo che conti qualcosa. Mentre i cittadini raccoglievano le firme, si davano appuntamento in 27milioni alle urne, il capitale li imbrogliava, li espropriava di ciò che è concesso per diritto naturale. L’art. 23 bis del Decreto Ronchi, relativo alle modalità di affidamento di tutti i servizi pubblici di rilevanza economica ai privati, abrogato dal quesito numero uno del referendum, viene impunemente reintrodotto nella legge di stabilità voluta dalla Bce che obbliga i comuni a cedere la loro parte di gestione dei beni comuni ai privati. L’eliminazione per via referendaria della voce “remunerazione del capitale investito” dalle bollette, con la seguente diminuzione della tariffa almeno del 7% non viene neanche considerata dalle multinazionali che gestiscono, in molte realtà locali, il servizio idrico. Non era mai accaduto che si continuassero ad applicare norme abrogate per via referendaria. Oggi accade perché non viviamo in uno stato di diritto. Siamo stati catapultati, a nostra insaputa, in un sistema in cui il diritto non è più contemplato, i lavoratori vengono derubati del frutto della loro fatica necessario a rimpinguare il capitale destinato alla speculazione finanziaria. L’innalzamento del livello di voracità di questo sistema richiede una risposta conflittuale molto più forte. Le lotta per l’acqua pubblica non può ripiegarsi su se stessa, ma deve aprirsi e unirsi alle altre lotte, come quella dei No Tav, degli indignati e di tanti altri conflitti sociali presenti sul territorio nazionale. La difesa dei beni comuni deve entrare in un quadro più ampio in cui è tutto un sistema ad essere messo in discussione. In quel 99% di persone a cui è tutto negato ci siamo tutti. E tutti insieme dobbiamo costruire un fronte di contrasto globale, capire che le nostre istanze devono costruire la base di una lotta unitaria. Vedere nelle foto della clip striscioni che invitano a non pagare il debito, constatare che altri soggetti come gli extracomunitari sfruttati nelle campagne, con il loro bagaglio di lotte, si uniscono alla protesta fa ben sperare. Ci fa capire che ancora non tutto è perduto.





Foto: Laura Jurevich
Musica: Modena City Ramblers  brani:  "Altra Italia" e "I que viva tortuga"

 Testo ed Editing: Luc Girello.

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