Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

lunedì 3 febbraio 2014

Comunicazione del presidente nazionale anpi su violenze in Parlamento

Cari tutti e tutte,
Inviamo la nota allegata così come ricevuta dal Presidente Smuraglia, con vivissima preghera di completa ed attenta lettura e massima diffusione.
Per parte nostra abbiamo già rimarcato come, in aggiunta alle manifestazioni di intolleranza sessista  e spavaldamente prevaricatrici degne della peggior sottocultura fascista ormai sdoganate da vent'anni di cedimenti colpevoli sul fronte del decoro e della sacralità delle istituzioni e portate a metodo da squadristi senza alcun freno etico, gli atti vergognosi compiuti in Parlamento e fuori negli ultimi giorni configurino una vera e propria azione eversiva a tutti gli effetti.
La battaglia politica richiede  talvolta, ultimamente richiederebbe anche molto spesso, forme di affermazione dura di posizioni, valori e richieste; ma l'aggettivo "duro" non può mai significare violento, non può assumere l'alibi della necessarietà e sconfinare in atti non solo ripugnanti, ma eversivi, appunto, come incontestabilmente eversivo è l'atto di impedire a dei parlamentari di svolgere la loro funzione, addirittura di partecipare ai lavori di commissione e di votare. Ciò ancor più se si tratta di avversari!
Tutto questo condito da fiumi di parole in libertà, come quando, da attentatori alla legalità parlamentare, si parla di golpe, di "colpettini di Stato", ecc., o quando si strilla "Boia chi molla" in Parlamento proprio mentre ci si arroga il fregio di partigiani!!!
Occorre fare il possibile perché l'appello accorato del Presidente dell'ANPI Smuraglia, e con lui di giuristi, politici, giornalisti e uomini e donne di cultura non vada disperso come quasi sempre accade in questo martoriato Paese.
Serve tornare ad alzare la testa, a discernere fra il male e la cura, fra il bambino e l'acqua sporca. Il degrado ed il disfacimento valoriale della nostraciviltà è ormai molto avanti, troppi arruffapopolo si autoproclamano da tempo "unica salvezza", e guidano quel che rimane del popolo italiano verso la rinuncia alle condizioni stesse del vivere civile. Le Istituzioni democratiche sono una conquista storica, sono condizione per la vita stessa e lo sviluppo della Nazione, chi aizza la disperazione sociale contro di esse ha in mente un disegno criminoso e vorrebbe sottomettere l'intero sistema ai suoi desideri.
I Partigiani, quelli veri, quelli che hanno vinto e quelli che non hanno fatto in tempo perché trucidati da altri capipopolo alterttanto eversori, hanno lottato per un Paese che si dotasse di strumenti capaci di fargli affrontare ogni crisi, e questo hanno ottenuto. Ma la condizione perché questo avvenga è che il popolo partecipi, sia rappresentato,  e non acclami improbabili salvatori della Patria.
Comunque la si pensi, queste sono le basi per procedere sulla via del diritto, delle garanzie, della libertà. Ogni violenza fatta alle Istituzioni rappresenta un salto indietro, cancella perfino la cultura stessa dei valori su cui si è potuto far crescere l'Italia da terra di nessuno a nazione rispettata e ascoltata nel mondo.
Non sfugge all'ANPI la gravità dell'arretramento subìto dal Paese negli ultimi anni, e non certo soltanto a causa delle congiunture internazionali: sappiamo benissimo, e lo denunciamo da vent'anni, che la deriva populista, l'affermarsi di una concezione privatistica ed aziendale dello Stato, la cancellazione o riduzione alla subalternità dei poteri di controllo hanno radici lontane e ben piantate nel mondo losco dell'affarismo e della corruzione che si è insediata nei luopghi della democrazia approfittando dei rivolgimenti mondiali degli anni '90. MA sappiamo anche che gli Italiani hanno sì, una grande capacità di sopportazione e di assorbimento degli urti della storia, ma sanno anche reagire con maturità e coscienza democratica quando è il momento del non ritorno. Adesso è quel momento. 
Non si ceda all'avventurismo, al "fuori tutti", allo sfascismo che precede la risposta reazionaria e la messa in mora dello stato di diritto. I cittadini dimostrino di sapere che non esistonos corciatoie autoritarie, ma l'unica possibilità, come sempre nella storia, sta nell'assunzione di responsabilità e nella lotta democratica per il cambiamento.

Fraterni saluti.
ANPI - Frosinone

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