ll 17 Luglio, nella suggestiva location di Villa Ada, la popolare rassegna “Roma incontra il mondo” ha ospitato due grandi leggende della musica contemporanea: il bassista Stanley Clarke ed il batterista Stewart Copeland, ex dei Police.
L’evento, tra i più attesi tra quelli in programmazione, si è subito distinto per il suo carattere sperimentale e inconsueto che ha dato vita ad una continua improvvisazione. Secondo chi scrive, tuttavia, se i punti di forza del concerto sono stati la bravura e l’individualità dei singoli musicisti (ricordiamo anche Brady Cohan alle tastiere e Ruslan Sirota alla chitarra), le debolezze, ovviamente sempre relative, sono state la scarsa riconoscibilità dei singoli brani e l’eccessiva analogia tra di essi, che hanno comportato un appiattimento della resa globale dell’intero evento e il relativo calo di attenzione da parte dell’ascoltatore.
Alla grande intesa tra i quattro musicisti, caratterizzata da un equilibrata alternanza di assoli e accompagnamenti, sono emersi molteplici interventi degni di nota del basso elettrico: Clarke, infatti, ha dispensato una serie di assoli musicali perfettamente nel suo stile alternando accordi, arpeggi e pennate percussive a note di armonici e riempiendo la scena con la sua grande personalità.
Uno dei momenti più emozionanti ed interessanti dal punto di vista tecnico, inoltre, è stato quando Clarke ha preso a suonare il contrabbasso con il suo tipico modo percussivo, impegnandosi in groove di stile funky e sonorità jazz e regalando al pubblico di Villa Ada una grande lezione del suo personalissimo stile che, a tratti, sembra ispirarsi alla tecnica slap del basso elettrico.
In conclusione, il concerto è sembrato particolarmente interessante per il suo aspetto sperimentale e per le rilevanti personalità impegnate nel progetto. Lo spessore musicale dei due, infatti, ha regalato forti emozioni
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