Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

sabato 27 maggio 2017

Brasile Ci siamo scontrati con la repressione ma abbiamo occupato Brasilia!

direzione nazionale del Pstu
(sezione brasiliana della Lit-Quarta Internazionale)

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(Brasilia: il servizio d'ordine del Pstu e quello della Conlutas, che hanno resistito
per quattro ore alle cariche e alle pallottole della polizia, garantendo la manifestazione)


Il 24 maggio, più di 100 mila manifestanti convocati dalla centrali sindacali hanno preso Brasilia. Siamo andati là per rivendicare il ritiro della controriforma delle pensioni e del lavoro e la revoca della legge di "terziarizzazione". E anche per lottare per cacciare Temer, questo parlamento di corrotti e per dire no alle elezioni indirette [cioè le elezioni del presidente da parte del parlamento e non con elezioni generali, ndt].
Il governo e questo parlamento di ladroni, tuttavia, hanno animato una repressione brutale e inaccettabile. Prima hanno cercato di controllare i manifestanti al punto di concentramento. Poi, quando la manifestazione stava iniziando, hanno cercato di impedirla.
Quando i camion con le casse e i manifestanti sono arrivati di fronte alla barriera della polizia militare, i poliziotti hanno lanciato una pioggia di bombe di gas lacrimogeni, sparato con pallottole di gomma, caricato con la polizia a cavallo decine di migliaia di manifestanti, per più di quattro ore, cercando di disperdere il corteo per impedire la realizzazione della manifestazione e il diritto a manifestare. E' stata una repressione selvaggia, scatenata dalla polizia militare comandata dal governatore Rolemberg (Psb), su richiesta del parlamento e del governo Temer, responsabili per la situazione che si è generata nel viale dei ministeri. I manifestanti si sono semplicemente difesi.
In questa situazione, il Pstu nella persona del compagno Zé Maria [presidente del partito, ndt] ha fatto appello ai manifestanti a resistere all'aggressione poliziesca, a rimanere nel viale del parlamento e a continuare la manifestazione. Decine di migliaia di manifestanti e numerose organizzazioni - sottolineamo il ruolo fondamentale svolto dalla Csp Conlutas - hanno resistito per più di quattro ore alla violenta repressione, nonostante ad un certo punto la polizia sia arrivata ad usare armi da fuoco, provocando decine di feriti.
Rivendichiamo fortemente la resistenza dei manifestanti. I lavoratori e le lavoratrici non possono cedere sui loro diritti, tra cui il diritto a manifestare per difendere i loro interessi.
Come se ciò non bastasse, in serata il governo Temer ha deciso, con un decreto, l'utilizzo delle truppe dell'esercito nelle strade di Brasilia per una settimana. Ha autorizzato "l'uso delle forze armate per garantire la legge e l'ordine nel distretto federale", facendo uso di un autoritarismo estremo, che ricorda i momenti finali della dittatura militare [che ci fu in Brasile dal 1964 al 1985, ndt].
I manifestanti hanno resistito con coraggio.
Il governo non è riuscito a impedire la nostra lotta: abbiamo occupato Brasilia. Il ricorso alle forze armate da parte del governo, lungi dal dimostrare forza, è segno della sua fragilità e incapacità a governare. Il successivo ritiro del decreto [poche ore dopo, ndt] ne è una conferma.
Governo, parlamento e padroni, nel frattempo, cercano di porre fine ai nostri diritti. Secondo quanto riporta la stampa, nell'ipotesi che risulti impossibile mantenere il governo Temer già stanno cercando un accordo per designare un nuovo presidente con elezione indiretta, da parte di questo parlamento di corrotti, per cercare di imporre l'approvazione delle controriforme contro di noi.
Uniti siamo forti. L'occupazione di Brasilia il 24 maggio è stata una ulteriore dimostrazione che è possibile sconfiggere il governo e respingere le controriforme. Non c'è repressione che possa fermare la nostra lotta se siamo uniti e determinati. I lavoratori e le lavoratrici del nostro Paese, uniti e in lotta, sono molto più forti di tutte le armi della borghesia.
La via ora è quella di convocare un nuovo sciopero generale di 48 ore per rovesciare il governo, ma anche questo parlamento e le controriforme. Dobbiamo bloccare il Paese e scendere nelle piazze dell'intero Brasile. Dobbiamo dimostrare che non accetteremo più attacchi ai nostri diritti, né la corruzione che ha sede a Brasilia.
Nessun diritto in meno!
Dobbiamo pretendere dalle centrali sindacali che convochino e definiscano la data dello sciopero. Per sconfiggere le controriforme e cacciare Temer e tutti loro! Non accetteremo nessun accordo truffa per eleggere un nuovo presidente per via indiretta e per far approvare le controriforme.


Riprendendo lo slogan che risuonava a Brasilia: "Temer, via! Parlamento, via! Controriforme, via! Sciopero generale di 48 ore!"
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La battaglia davanti al parlamento
 

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