Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

mercoledì 12 ottobre 2011

Astrid Lima abbandona il movimento "Acqua bene comune"

 Luisa Montoni


Il 2 ottobre a Bari durante il Coordinamento nazionale, l’amica  ASTRID LIMA del Comitato acqua bene comune di Velletri ha aperto la seconda giornata dell’appuntamento nazionale con la lettura di una sua lettera ai presenti che conteneva le motivazione del suo allontanamento dal coordinamento (o dal movimento, non ho capito bene): con buona retorica e toni sentiti, nella sostanza sosteneva che noi italiani, a differenza dei popoli Latinoamericani (lei é brasiliana), non sappiamo cosa sia la democrazia (il tutto deve essere contestualizzato all’interno di una discussione estenuante sulle forme del Coordinamento che si era protratta lungo tutta la prima giornata e nel cui merito non entro).  Le premesse sono condivisibili, chiaramente l’America Latina e l’Italia hanno avuto un percorso storico, economico, sociale diverso ed é possibile (ed é interessante rifletterci perché il senso democratico e l’idea di democrazia é un risultato culturale, storico e politico) che il sentire democratico del popolo brasiliano sia diverso da quello italiano, come é diverso anche il mito fondante delle due nazioni. Le conclusioni, peró, non sono accettabili perché gli interlocutori di quell’intervento sono persone che, attraverso la battaglia dell’acqua, la democrazia in Italia la stanno ripensando e ricostruendo. Ed é questo il punto. Il punto é che il movimento per l’acqua, nel difendere un bene essenziale alla vita tirandolo fuori dalle logiche di mercato, sta producendo una rottura nel sistema dei poteri che produce consenso. La rottura implica una riflessione sui meccanismi, sul processo dei fenomeni che producono un sistema di significati condivisi, un modo di pensare e di agire condiviso e un tornare ai concetti di base per ridefinire noi stessi e il mondo (mi viene in mente proprio un film di denuncia brasiliano del ’89 dove uno sguardo extraterrestre ci guida attraverso il percorso che fa un pomodoro in una societá dei consumi.. ‘il pomodoro a differenza della balena, del pollo e dei giapponesi é un vegetale.’). Oggi in Italia condividiamo il principio della democrazia e una forma di governo democratico. In una societá umana politicamente organizzata la democrazia, a differenza della monarchia, dell’oligarchia e della dittatura é una forma di governo che si basa sulla sovranitá del popolo. La sovranitá del popolo si rispetta quando l’obiettivo primario della politica é quello di soddisfare i diritti della cittadinanza. Chiaramente questo non accade. Ma se solo 70 anni fa in Italia la democrazia non c’era, possiamo affermare che stiamo vivendo ancora un processo, un percorso verso la democrazia e che il percorso é rappresentato dalla responsabilizzazione dei cittadini, dalla loro partecipazione attiva all’obiettivo primario, quello della soddisfazione dei loro diritti. I cittadini che difendono il loro diritto all’acqua, che si organizzano per bloccare gli ingranaggi di una sistema di gestione che affida al mercato un bene che appartiene alla cittadinanza, che propongono alla politica un’ alternativa, una legge di iniziativa popolare, che offrono collaborazione e competenze, sono cittadini che stanno costruendo un percorso di democrazia.  É all’interno di questo percorso che la politica deve riorientarsi.

Io vengo alla manifestazione del 15 ottobre

Luisa

Nessun commento:

Posta un commento