Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

mercoledì 8 febbraio 2012

Battista il femminista

Giovanni Morsillo




Leggendo l'ultimo editoriale di P.L. Battista su http://www.corriere.it/ (pubblicato il 2 febbraio) c'è da stralunare. Il noto articolista supera ogni immaginazione e sostiene che chi esprime dissenso con il ministro Fornero per le cose da lei affermate in materia di diritti del lavoro lo farebbe per maschilismo. Che altro dovremo sentire? Siamo ormai avvezzi alle accuse di provincialismo e conservatorismo che sommergono chiunque azzardi un giudizio poco meno che liberista sul tema della tutela del lavoro (che in questo caso diventa automaticamente fannullismo), ma mai ci saremmo aspettati di udire che chi difende l'art. 18 o la stabilità del lavoro sia un feroce maltrattatore di donne, categoria dalla quale, secondo il Nostro, non sono escluse nemmeno persone dotate di utero similmente al ministro, ad esempio Susanna Camusso.
Certo non ricaviamo spesso da Battista elementi di chiarificazione o posizioni utili al dibattito, lo leggiamo più per disciplina che per interesse, quale che sia l'argomento trattato; pertanto non ci addolora il fatto come perdita di una buona occasione per tacere da parte dello scrittore, bensì ci sconvolge davvero che un giornale con la storia e il prestigio del Corriere possa pubblicare simili testi in pagine non dedicate alla satira.
Ma come sempre, per incontenibile vocazione alla dialettica e al dubbio, proviamo a pensare quale sia il fondamento di una tale interpretazione da parte dell'autorevole opinionista, cerchiamo di darci una spiegazione. Può darsi che abbiamo capito male, ma rileggendo più volte il testo la nostra versione interpretativa non cambia, anche perché il giornalista, bontà sua, si perita di utilizzare un linguaggio sobrio, asciutto, comprensibile perfino a un lavoratore a contratto indeterminato.
O forse l'autore voleva trattare due argomenti in un solo articolo, e noi abbiamo fatto confusione: niente da fare, è proprio come avevamo capito dalla prima lettura del pezzo! Dice proprio che "soffia un vento sessista nel lessico che accompagna e soprattutto delegittima il ministro..." e altre fini osservazioni che sarebbe troppo lungo riportare ma che tutti possono apprendere dal sito citato. In particolare, Bonanni che ha detto di averla vista "agitata" sarebbe colpevole di machismo estremo ed avrebbe sottinteso l'inadeguatezza del ministro a trattare di un tema così "incandescente" come il "mercato del lavoro" non perché la signora è espressione di una classe sociale che poco ha a che fare con la visione della funzione sociale del lavoro, ma perché, appunto signora. Non sappiamo se quando Bonanni ha pronunciato quella empietà fosse vestito con canottiera di rete e pantaloni con borchie di bronzo, tatuato come un pirata e con barba di quattro giorni, ma a prima vista di solito non ci ricorda uno stupratore. Ha tanti difetti, di solito è contro i lavoratori anche in modo preventivo (Pomigliano docet), ma con il gatto a nove code in mano non ce lo vediamo proprio.
Comunque, da queste sue circostanziate analisi il raffinato pensatore (perché ormai si tratta di teorie, non più di opinioni) fa discendere con sicurezza vicina all'ovvietà che i rozzi reazionari che si ostinano a considerare il lavoro non solo come unica risorsa di milioni di persone, ma anche come elemento forte di civiltà e perfino di cittadinanza (a proposito, perché per concedere i visti ed i permessi agli immigrati si pretende che abbiano un lavoro regolare, se invece la normalità è non averlo?) non solo sono penosamente e disgustosamente fuori moda, ma dimostrano una chiusura "in un mondo piccolo piccolo" che li renderebbe agli occhi di qualsiasi cittadino non italiano "sconsolatamente arcaici" nel loro linguaggio.
Forse la CGIL o la FIOM potrebbero fare una sottoscrizione per offrire a P.L. Battista un viaggio d'istruzione in Germania, paese che non autorizza ad alcun sospetto di collusione con convincimenti socialisteggianti, dove vedrebbe che lo sviluppo si coniuga solo a partire dai diritti del lavoro, non demolendoli come da noi di sta facendo dai tempi della scala mobile. Ma se volessero considerare questa proposta, tengano presente che ci vorrà un'équipe di accompagnatori, almeno per convincerlo a non sospettare di maschilismo pure Angela Merkel.
Saluti a tempo indeterminato
GM

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