Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

domenica 24 novembre 2013

Io so' Carmela

   Maria Grosso. fonte: "Alias" del 23/11          

Unica:  come tante ragazzine al mondo e come nessuna; una pianta fragilissima e tenace che prorompe  nei suoi primi germogli. 12 anni, quasi 13  - in cuffia e in testa la sua musica preferita- Carmela vive a Taranto con la madre, il padre e il fratellino, frequenta la scuola, intesse parole e uscite con le amiche,cerca i primi riflessi di sé, si scopre innamorata. E’ il novembre 2005 ed è anche il punto in cui la sua storia devia: lacerata violata bombardata. Un uomo noto come il “pedofilo”del quartiere, comincia a molestrarla. Con difficoltà  e  dolore Carmela  parla. La sua famiglia risponde con una denuncia. L’uomo, che pure ha confessato al padre della ragazzina e a una sua insegnante, nega innanzi alla polizia, l’insegnante non conferma la testimonianza. Si giunge alla diffida che però non viene rispettata. I familiari  segnalano la cosa, invano.  Ma già la sua vita è altra, tra colloqui con una psicologa e il rimpicciolirsi delle libertà appena assaggiate: niente più uscite al mare con le amiche; solo mura, fuori e dentro, chiusure. E’ allora che la sua rabbia si fa sentire e a scuola le insegnanti consigliano “un allontanamento”. Ma è “per il suo bene”….9 Novembre 2006; Carmela infrange il divieto dei suoi e scappa di casa, non sapendo che nel giro di 4 giorni la sua anima e il suo corpo di ragazzina saranno violati e assassinati in vita 5 inenarrabili volte, tante quanto saranno i suoi stupratori, 4 di loro sconosciuti, incontrati per caso- Emanuele C. (minorenne), Massimo Carnevale, Filippo Landro e Salvatore Costanzo  - uno il ragazzo di cui è innamorata, Cristian M. (17 anni), a cui per assurdo si è rivolta per cercare conforto dopo le prime due violenze.  Ricondotta a casa in stato  di shock profondissimo, Carmela rivela un corpo violato dai reiterati abusi sessuali,  che  vengono accertati ma ripostati ambiguamente nel referto ufficiale, mentre gli abiti insanguinati che indossa le sono restituiti senza alcuna perizia. Gli interrogatori in questura cominciano sottilmente ad insinuare la sua responsabilità in quello che è accaduto. Sfinita fornisce   nomi  e  indirizzi, ma le indagini inspiegabilmente ristagnano. Credendo di supportare la figlia, i genitori, tramite il Tribunale dei Minori, si rivolgono ai servizi sanitari. Carmela è rinchiusa nel Centro Aurora di Lecce , specializzato in violenze familari. Qui, privata dei suoi, che può vedere solo una volta al mese,  sottoposta a loro insaputa  a terapia  con psicofarmaci, tenta due vote la fuga. Il padre, constatate le condizioni stremate della figlia, si rivolge ad una avvocato per chiedere  il suo ritorno a casa. Senza avvertire la famiglia, il Tribunale dei Minori la trasferisce in un centro di Gravina dove finalmente iniziano la sospensione degli pscicofarmaci. Ma troppi sono stati gli strappi, le deflagrazioni le ferite. La ragazzina comincia a tornare a casa nel weekend…E’ il 15 aprile 2007quando Carmela Cirella si lancia nel vuoto dal settimo piano.  Sembrerebbe l’ultimo gesto, ma la sua storia va oltre la sua morte. Il suo cuore continua a sbocciare nel cerchio devastato dei suoi, e non solo . Il padre Alfonso Frassanito ( che, forza di un legame al di là della biologa, è il padre acquisito, avendo Carmela perso piccolissima quello naturale), intraprende una estenuante battaglia per vedere rispettata la memoria della figlia e la sua “assurda morte “senza colpevoli” ( a oggi i responsabili continuano a vivere indisturbati la loto vita). Combatte in sede processuale, scrivendo un libro e lettere incontrando rappresentanti dello Stato e sensibilizzando , fino a fondare l’associazione “Io so’ Carmela” al fine di tutelare le vittime di stupro, i minori e le famiglie dagli abusi del sistema giudiziario. “Io so’ Carmela”, così scriveva sul diario – ritrovato dopo la sua morte- sui muri della sua stanza, sul corpo frantumato, grido di una soggettività in lotta per la sopravvivenza in un mondo che dopo verla violata, non le credeva e la espungeva. E “Io so’ Carmela” è anche il graphic novel in prima persona che, grazie alla passione civile delle edizioni BeccoGiallo e al coraggio di Alessia Di Giovanni e Monica Barengo, rispettivamente autrici del testo e dei disegni intreccia una narrazione rispettosa e attenta al minimo dettaglio dell’anima e dell’immagine. “Mi sono sempre piaciute le cose malconce. Si possono sempre ricucire”. “Io non ci sto a esser vittima, non ci sto a essere una martire, voglio solo essere me, me e basta”.  



La clip è composta da  alcuni disegni tratti dal graphic  novel e la musica del gruppo “La casa del vento” con il brano “ Falena”      

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