Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

sabato 5 novembre 2016

Il terremoto, la crisi e il referendum

Piattaforma Comunista


Nuovi forti terremoti hanno devastato Norcia e altre città dell’Italia centrale, provocando feriti, gravi danni agli edifici,  alle infrastrutture, al patrimonio artistico.
A due mesi dal primo sisma, decine di migliaia di sfollati hanno bisogno di assistenza. La situazione nella zona è critica e le scosse non si fermeranno in poco tempo, date le caratteristiche geologiche dell’Appennino.
Il governo Renzi sta facendo il contrario di quello che serve per varare un piano nazionale per la prevenzione e la sicurezza antisismica, la ricostruzione e la manutenzione.
L’aspirante ducetto fiorentino punta a introdurre una vergognosa tassazione a forfait per i miliardari e spinge gli enti locali a istituire la “tassa sulla disgrazia”, laddove ci vuole una patrimoniale sulle ricchezze dei borghesi per pagare i danni del terremoto, delle alluvioni e avviare la ricostruzione.
Si fa bello con la richiesta di “tolleranza” all’UE sui decimali del deficit, laddove bisogna stracciare gli accordi internazionali che impediscono le spese indispensabili per affrontare la grave situazione sociale ed economica esistente.
Le chiacchiere e le mille promesse di Renzi fanno parte di una cinica strategia referendaria.
Ma i fatti parlano chiaro: in due anni e otto mesi di governo il fanfarone ha tagliato le spese sociali e sanitarie, ha aumentato quelle militari, ha distrutto i diritti dei lavoratori e peggiorato le loro condizioni di vita, condannando un’intera generazione al precariato e all’emigrazione. 
Ora ha anche la faccia tosta di chiamare all’unione nazionale in nome dell’emergenza, allo scopo di rimanere in sella se vincerà il NO.
Il problema posto e da risolvere è liberarci al più presto dal suo governo reazionario e aprire con la lotta la strada a un governo che rappresenti gli interessi vitali del proletariato, della massa impoverita e oppressa, per un’uscita rivoluzionaria dalla profonda crisi originata dalla decomposizione dell’imperialismo. 
Nell’immediato, mentre rafforziamo la solidarietà alle popolazioni colpite, dobbiamo rivendicare la tassazione dei capitali, dei profitti, delle rendite, una vera lotta all’evasione, per reperire le risorse necessarie alla ricostruzione e messa in sicurezza delle case e del territorio, per risolvere i problemi urgenti dei lavoratori e dei giovani!
Esigiamo il ritiro delle truppe inviate all’estero e un forte taglio delle spese militari a favore di quelle sociali! Aiuto prioritario agli operai, ai disoccupati, alle donne e agli anziani poveri!   Il 4 dicembre produciamo il sisma politico che farà crollare il suo governo di miseria e di guerra, votando in massa “NO”! 
 

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