Il Segretario Prc-Se
Paolo Ceccano
L’assemblea dei Sindaci dell’ATO5
ha votato per la rescissione del contratto con l’ACEA .
Quanto altro tempo bisognava
aspettare per maturare una scelta di onestà e di volontà di eliminare la
inefficienza gestionale delle risorse idriche che la sciagurata classe
politica, del nostro territorio, anni fa
ha buttato come una croce addosso alle
famiglie e ad interi comparti dell’economia locale? Comunque sia, la scelta della maggioranza dei Sindaci,
è per noi benvenuta e dimostra che la nostra voce, alzatasi fin da subito, non
era ne demagogica e ne infondata, per cui se oggi si è arrivati a questa buona
conclusione, lo si deve anche alla nostra capacità di insistere a denunciare
che la privatizzazione dell’acqua è una cosa indegna per un paese civile. Fare
profitti con un bene primario, quale è l’acqua, non è altro che una azione di
rapina.
Ora rimangono aperte altre due
domande.
La prima: come può il PD
giustificare il fatto che la totalità dei sindaci di propria espressione abbia
votato contro o si sia assentata durante la votazione. Il PD è a conoscenza o
no delle malversazioni a cui è stata sottoposta l’intera provincia, dalla
popolazione fino ad arrivare ai livelli istituzionali comunali, da parte
dell’ACEA? Cosa pensano questi sindaci che la privatizzazione abbia portato
efficienza ed equità? E che il disappunto delle cittadinanze siano miasmi
capricciosi? Si è fuori dal mondo!
La seconda: noi ci auguriamo che
l’approdo definitivo di questa ripresa di dignità da parte delle
amministrazioni locali provinciali che questo voto sembra manifestare, consista
nel disporre al meglio la futura gestione delle risorse idriche di tutta la
provincia con una modalità che dovrà essere necessariamente pubblica. La
privatizzazione, ormai è la storia a confermarlo, non ha mai sanato ciò che la
cattiva politica ha generato. Il privato opera per il suo bene, cioè gestisce
per produrre profitti, ma l’acqua, come l’aria, è resa disponibile a ognuno
secondo giusta Natura e non può essere oggetto di scambio economico. Sapranno i
Sindaci dedurre, da tutta questa ultradecennale storia di disagevole e ingiusta
conduzione del bene pubblico, le dovute conclusioni e raccogliere e non tradire
la nostra speranza e quella dei cittadini?
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