Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

martedì 24 aprile 2018

25 aprile, festa di liberazione. Liberiamoci dagli ignoranti.

Luciano Granieri




Domani 25 aprile la sezione ANPI di Frosinone organizzerà, in Piazzale  Vittorio Veneto, un momento di confronto fra le varie forze politiche, sindacali, della società civile e fra i cittadini che vorranno partecipare  (speriamo numerosi), sul tema evocato da una frase di Pertini, per cui  La libertà senza giustizia sociale è una conquista vana” .   Qui ci sarebbe da aprire un fronte polemico per il comunista che alberga in me, ma non mi sembra questo il contesto adatto,  per cui  liquido "togliattianamente"  il contenzioso. 

Riepilogando: la nostra Costituzione -invisa a  JP Morgan,  alla BCE, a tutta la comunità finanziaria  a Berlusconi,  a Renzi,  (anche per questo è la più bella del mondo) -  all’art.2 assicura i diritti inviolabili dell’uomo,  richiede  l’adempimento dei doveri inderogabili  di solidarietà politica, economica e sociale.   All’art.  3  rimuove gli ostacoli di ordine economico e sociale che impediscono il pieno sviluppo della persona umana. All’art.4 riconosce il diritto al lavoro.  All’  art.36, assicura una retribuzione sufficiente ad assicurare al lavoratore e alla sua famiglia un’esistenza libera e dignitosa.  All’art.41 sancisce che l’iniziatica economica  privata, pur essendo libera, non può svolgersi in contrasto   con l’utilità sociale  o in modo da recare danno alla sIcurezza,  alla libertà, alla dignità umana. Non vado oltre, ma ci sono molti altri articoli della Costituzione, anzi, potremmo dire che tutta la Costituzione, prezioso  lascito  della Lotta di Liberazione,  è scritta con il basilare scopo di assicurare giustizia sociale. 

Se  questo è,  perché Pertini ,  quarant’anni fa   eletto Presidente della Repubblica,   ha sentito la necessità di ribadire che senza giustizia sociale non c’è libertà?  Per assicurare equità sociale  basterebbe rispettare la Costituzione.  Probabilmente Pertini capì  che la Carta, scritta come documento  fondante di una comunità cementata dalla solidarietà sociale, sarebbe diventata “Carta Straccia”,  colpita e affondata da un analfabetismo istituzionale, fomentato dalla dittatura capitalista,  che ha sovvertito, peggio di un rigurgito reazionario,  tutto quanto la lotta di Liberazione aveva costruito in termini di promozione civile, sociale,  e umana.  

Non è un caso che nel corso dell’evento di  domani raccoglieremo le firme su due leggi d’iniziativa popolare che prevedono: 

1) Un sistema scolastico basato sulla conoscenza e non sulla competenza   (declinata come ulteriore artificio per fornire braccia fresche  e aggratis ai padroni),  

2) La  riformulazione dello stravolgimento Costituzionale imposto dall’oligarchia finanziaria, mascherata da Unione Europea , in  base al quale gli interessi della finanza arrivano prima di quella giustizia sociale invocata da Pertini.  

Questi  temi  sicuramente  verranno  abbondantemente discusso domani. 

Personalmente auspicherei un’altra, fra le tante, liberazioni che ancora non  si sono realizzate.  Riguarda proprio l’analfabetismo istituzionale sopra richiamato. Vorrei liberarmi di tutti quei burocrati, falsi e ignoranti   che scambiano le elezioni  per Giochi Senza Frontiere: una competizione  in  cui, anziché vincere la coppa , si   conquista il governo. Il governo?  o il comando?   Vorrei segnalare a costoro che l’Italia è una Repubblica Parlamentare, per cui chi si assicura il consenso degli elettori  non vince nulla, ma anzi deve assumersi  la responsabilità di proporre e discutere soluzioni per il  benessere dei cittadini .  Vorrei ancora segnalare  a tali asini istituzionali, con tutto il rispetto per gli asini,  che non sono le risultanze delle urne a proclamare un capo, il capo non esiste, il Presidente della Repubblica,  e solo lui, incarica qualcuno per formare il Governo, ma questi non è un capo. Non fa le leggi, o almeno non dovrebbe farle.  Gli innumerevoli tentativi per  imporre un  leader , modificando la forma dello Stato così come sancita dalla Costituzione , sono stati sonoramente bocciati dai cittadini. 

E ancora,  come giudicare la  posizione , non a-ideologica, ma addirittura a-cefala,   a-nfame,   che prevede la possibilità di governare indistintamente con qualsiasi forza  senza commisurarla   alla propria idea di società?  Le cose sono due, o si ha una visione dittatoriale per cui chi decide di allearsi  deve soccombere  a diktat e ferrei postulati derivanti dal tale posizione, oppure  un’idea di società è talmente latitante che  chiunque possa appoggiare l’ascesa alla poltrona governativa del sintomatico leader alla guida del partito più votato,   è bene accetto.  

Tutto il casino  sollevato intorno alla possibilità di far partire la legislatura  scaturisce dal fatto che i ragionamenti ( ragionamenti mi pare una parola grossa)  sono basati su un falso: cioè che la nostra è una Repubblica Presidenziale  per cui chi vince le elezioni deve fare il leader. Ecco. Io vorrei liberarmi da tutta questa gente che ha completamente sovvertito e travisato il quadro costituzionale ed istituzionale. 

Vorrei liberarmi da questi ignoranti, in buona o mala fede,  che hanno la responsabilità di aver offeso e infangato il sacrificio dei Partigiani e di milioni di persone, le quali,  con la loro lotta hanno determinato un  ferreo, basilare,  principio:  Una società democratica non può subire dittature,  neanche quelle del mercato , con buona pace della J.P Morgan, della BCE, di Renzi , Berlusconi,  Salvini e Di Maio.

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