Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

martedì 5 febbraio 2019

Nerija e Kokoroko Afrobeat Collective collettivi femminili molto particolari

Luciano Granieri 




Nell’Inghilterra della brexit, nell’austera Londra, esiste un’isola dove risuonano atmosfere dell’Africa del Sud  miscelate con i colori forti della tormentata periferia londinese. In  questa strana commistione musicale convivono anche l’Hip Hop, armonie caraibiche e,  ovviamente,  il jazz  contemporaneo.  

Tutto gira intorno a due ragazze, la trombettista Sheila Maurice-Grey , band leader,  straordinaria improvvisatrice, e la poliedrica alto sassofonista Cassie Kinoshi.  Se vi capita di passare ogni tanto per il Ronnie Scott’s a Soho potreste ascoltare i Jazz Jamaica  supportati da queste geniali ragazze. 

Nerija e Kokoroko Afrobeat  Collective sono i due gruppi in cui le nostre emergenti musiciste offrono un saggio della loro grande maestria. In entrambi gli ensemble riecheggiano le atmosfere dell’Africa del sud, ma le proposte musicali sono sostanzialmente diverse.

 Nerija è un gruppo totalmente al  femminile. Insieme a Sheila e Cassie suonano la potente trombonista Rosie Turton, la tenorista  Nubya Garcia , l’incredibilmente talentuosa chitarrista Shirley Tetteh, la rigorosa bassista Inga Eichler , e la rutilante batterista Lizy Exell. Tutte donne, tre  bianche (Rosie , Lizy e Inga)  tre nere (Sheila, Cassie e Shirley) e l’ispanica Nubya Grazia, una miscela che qui in Italia manderebbe in tilt Salvini, Fontana e tutti i loro tristi  rancorosi adepti difensori del bianco maschio italico. 

Nerija è un gruppo emergente nel panorama jazzistico europeo. La loro è una musica piena di colori, su una matrice di jazz fusion,  sviluppano improvvisazioni new bop, e poliritmie echeggianti le radici africane. Hanno molto coraggio le ragazze perché spesso si avventurano in terreni stimolanti ma non privi  di insidie.   E’  proprio in questo continuo prendere rischi  che riescono ad esprimere le loro radici profondamente soul innestate, a volte  in un flusso innegabilmente free, a volte in un coinvolgente groove funky . 

Diversa, ma  non troppo, è la narrazione dei Kokoroko Afrobeat Collective  .  La band leader del gruppo è proprio Sheila Maurice-Grey  la trombettista che anima anche i set di Nerija. Con lei   Cassie Kinoshi al sax alto, anch’essa componente  di Nerija . Insieme a loro  altri sei musicisti:  la trombonista  Richie Seivwright, il bassista Mutale Chashi, alla chitarra Oscar Jerome, Yohan Kebede alle tastiere, il percussionista Onome Ighamre, il batterista  Ayo Salawu. Ma ogni performance dei Kokoroko è aperta per cui capita che in studio, mentre si sta registrando, o nel corso di un concerto al Royal Albert Hall, possano aggiungersi altri amici, tanto da trasformare il set in una vera e propria espressione collettiva. Probabilmente la migliore descrizione dei brani dei Kokoroko  l’ha resa Nick Lewis, l’operations manager del  Ronnie Scott’s: “ Le loro composizioni curano l’anima ma invitano il corpo a muoversi”. 

I ragazzi dell’Afrobeat Collective si dicono ispirati da Fela Kuti, Ebo Taylor, Tony Allen  e il grande sound che arriva dall’africa del sud. Rispetto a Nerija  la cifra ritmica è  più autenticamente africana , ma è ugualmente  poliritmica e coinvolgente grazie alla magia del magma percussivo. Insomma nell’Inghilterra della brexit, nell’austerità grigia della city di Londra esiste una comunità di musicisti per lo più donne che con la loro contagiosa e sfavillante vena creativa creano uno squarcio di colore coinvolgente, includente. 

Un’oasi musicale in cui solidarietà, osmosi di linguaggi creativi  e voglia di donare la propria arte sono l’esempio di come la grettezza si possa sconfiggere  proprio con l’arte.


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