Venerdì scorso a 88 anni se ne è andato Joao Gilberto, colui che ha donato alla musica
di Antonio Carlos Jobim e alla poesia di Vinicius De Moraes un innovativo e rivoluzionario
tocco cool.
Il suo modo minimalista, ma
coinvolgente, di suonare la chitarra, il suo canto sussurrato, ma ammaliante, hanno
fatto emozionare per decenni artisti e
appassionati. Era uno straordinario
musicista. Nato a Bahia nel 1931 oltre che ad essere permeato, come tutti i
suoi conterranei, dalle suggestioni popolari
del Samba, era un vorace ascoltatore di tutta le musica, del jazz in
particolare.
I dischi di Duke Ellington, di Tommy Dorsey accompagnarono la sua
formazione che iniziò a 14 anni sulla
prima chitarra regalatagli dal nonno. Una sensibilità musicale raffinata gli
permise di diventare uno dei creatori e dei divulgatori della Bossa Nova. Nuovo stile particolarissimo che trovò
connessioni sempre più ampie in tutto il
mondo.
Quel processo di “intellettualizzazione” del Samba
ebbe non poche affinità con ciò che stava avvenendo a metà degli anni ’50 nel
mondo del jazz statunitense. Alla sbornia dei Boppers, che inondavano di note l’ascoltatore
stravolgendo ogni tipo di costruzione armonica -musica indubbiamente
rivoluzionaria , ma di difficile commercializzazione - fece
seguito un linguaggio più compassato, calmo, cool appunto. Uno stile fatto di
figurazioni dalle sonorità limpide, meditate, stilisticamente curate. Un jazz
che, pur basandosi sulla lezione dei Boppers, risultava depurato da prolissità
e manierismi.
La Bossa Nova di Joao Gilberto e il nuovo jazz della Costa Ovest
capitanato dal cristallino tenorsassofonista Stan Getz, uno dei four brothers dell’orchestra
di Woody Herman, erano destinati ad incontrarsi in un connubio, il jazz samba, del tutto
nuovo nel panorama musicale di quegli anni ed ennesimo frutto di contaminazione fra diverse culture .
Desafinado, Samba de una Nota So, Corcovado,
furono fra le incisioni più
rappresentative. Ma il pezzo che ha reso celebre in tutto il mondo il jazz
samba è senza dubbio Garota de Ipanema,
(Girl from Ipanema) uno dei brani più
eseguiti in tutto il globo. Da Frank Sinatra fino ad Amy Winehouse tutti i
più grandi artisti si sono cimentati con la “Ragazza di Ipanema”.
Il pezzo era inserito
nel disco Getz&Gilberto pubblicato nel 1964 dalla Verve. Alle sedute, organizzate dal produttore Creed Tayor, parteciparono Getz al sax tenore,
Gilberto chitarra e voce, Anton Carlos Jobim al pianoforte, Astrud Gilberto
voce ed il batterista Milton Banana. Fu il manifesto di una fervida contaminazione fra
linguaggio jazz e atmosfere sud americane.
Joao Gilberto proseguì la sua
carriera in tutto il mondo, incantando ogni appassionato con quel suo modo garbato, raffinato di suonare e cantare. Ha inciso venti album fra cui l'ultimo nel 2000:
Joao
Voz e Violao, prodotto dal suo allievo prediletto Caetano Veloso. Ha frequentato
molto anche l’Italia cimentandosi nella rivisitazione
diversi brani del panorama musicale
italiano fra cui Estate di Bruno
Martino, un pezzo, per altro, entrato in pianta stabile nel repertorio di
molti jazzisti.
Non aver potuto assistere ad un concerto di Joao Gilberto è un
cruccio che mi porterò dietro per molto tempo nella mia vita di appassionato di musica. Nel
1985 Gilberto era in concerto a Villa Ada a Roma. Stavo li in fila in attesa di
poter entrare con altri amici, quando arrivò la notizia dell’annullamento del set
per un’improvviso calo di voce dell’artista. Ci riprovai l’estate dopo al
festival di Pescara (Pescara jazz), ma anche in questo caso il concerto non
ebbe luogo perché Gilberto non si sentiva bene. Al suo posto si esibì Tito
Puente.
Al dispiacere per la perdita di
un grande artista, si aggiunge il rammarico di rendersi conto che i nostri destini
si sono sfiorati senza mai incontrarsi. Che la terra ti sia lieve Joao.
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