Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

mercoledì 11 novembre 2020

Trotsky e il Fronte unico operaio

 di Ariel González




Nel 1933 Trotsky giunse alla conclusione che la Terza internazionale, che aveva fondato con Lenin nel 1919, era morta come internazionale rivoluzionaria. Perché era arrivato a questa conclusione? A causa della politica di Stalin e della Terza internazionale di fronte alla nascita e all'ascesa di Hitler in Germania, ma soprattutto per la mancanza di reazione dei partiti della Terza Internazionale di fronte a questa catastrofe.
Trotsky aveva combattuto una dura battaglia contro questa politica, proponendo il Fronte unico dei lavoratori tra il Partito comunista e il Partito socialdemocratico tedesco per sconfiggere l'avanzata dei nazisti. Ma Stalin sviluppò la politica opposta, dicendo che socialdemocratici e nazisti erano la stessa cosa. Così il proletariato tedesco fu schiacciato senza offrire resistenza, ingannato e smobilitato dai suoi dirigenti. I nazisti riuscirono a prendere il potere quasi senza combattere. La Terza internazionale era morta come internazionale rivoluzionaria. Da quel momento Trotsky dedicherà la sua vita alla costruzione della Quarta internazionale.

Cos’era il Fronte unico proposto da Trotsky in Germania?
La tattica del fronte unico operaio fu sviluppata tra il terzo e il quarto Congresso della III Internazionale (1921-1922), e rispondeva ad una doppia esigenza difensiva del proletariato di fronte alle «controriforme» del capitalismo imperialista: 1) l'urgente unità della lotta dei lavoratori, che si avverte e si comprende soprattutto nelle crisi, al fine di sconfiggere gli attacchi economici e politici alle loro condizioni di vita. 2) La necessità di scavalcare le direzioni riformiste traditrici, che contrabbandano l'ideologia dei padroni della conciliazione di classe. Dirigenze sindacali e politiche che, a quel tempo, erano con la Seconda internazionale socialdemocratica, e che erano passate alla difesa degli interessi imperialisti nella Prima guerra mondiale, tradendo l'internazionalismo proletario.
Trotsky, per quel che riguarda la Germania, affermò che:
«Invece di lanciare un ultimatum unilaterale che irrita e offende gli operai (si riferiva al «fronte rosso unico»), va proposto un preciso programma di azioni comuni: questa è la via più sicura per conquistare la direzione effettiva. (...) Senza nascondere o moderare in alcun modo la nostra opinione sui dirigenti socialdemocratici, possiamo e dobbiamo dire ai lavoratori socialdemocratici: '(...) costringetele (le direzioni socialdemocratiche, ndt) a intraprendere una lotta comune con noi per questo o quell’altro compito concreto, con questo o quel mezzo; noi comunisti, da parte nostra, siamo pronti». Cosa potrebbe esserci di più semplice, più chiaro e più convincente di così? (…) Chi non comprende questo compito è perché considera il partito come un'associazione propagandista, e non come un'organizzazione dell’azione di massa». (Trotsky, «E ora? Problemi vitali del proletariato tedesco», 1932).
Questa tattica, che ha lo scopo di mobilitare, non di propagandare, va proposta a quelle direzioni traditrici che hanno influenza (sulla classe operaia, ndt), fintanto che non sono nel governo borghese. Se accettata, l'azione unitaria in un fronte unico può consentire al proletariato di adottare misure di lotta offensive e rivoluzionarie. Se respinta, i traditori che rifiutano l'unità nella lotta possono essere smascherati. Per conquistare la direzione (del movimento operaio, ndt), non si tratta di accontentarsi di criticarli, ma di fare anche tutto il necessario affinché il proletariato si difenda lottando per i suoi interessi immediati, avvisandolo che i riformisti non vogliono combattere nemmeno per le rivendicazioni più immediate. Pertanto, è un appello a combattere ora, per i punti comuni più urgenti. Non per parole d’ordine «radicali» o «massime», poiché farlo significherebbe attribuire una certa fiducia rivoluzionaria in coloro che vogliamo distruggere. Ma per qualche slogan di lotta come «l’aumento dei salari» che questi burocrati, agenti del capitale, per riaccomodarsi con le loro basi, sono costretti ad utilizzare. Per questo motivo, se fanno parte del governo borghese che applica politiche antioperaie, è impossibile fare un fronte unico con questi traditori.
Un esempio di questa tattica è l'iniziativa e l'appello della CSP Conlutas in Brasile, centrale sindacale di minoranza, per costruire uno sciopero generale contro il governo in difesa dei diritti dei lavoratori, diretto a loro e alle loro organizzazioni sindacali e popolari.

Insieme ma non mescolati
Questi accordi tattici provvisori, quindi, devono combinare l'unità con il confronto con quelle direzioni, mantenendo l'indipendenza politica. Nessuna bandiera comune: costruire il partito separatamente e colpire insieme. Nessun programma politico volto a creare un'organizzazione comune. Nel momento in cui questa contraddizione viene sollevata apertamente, dobbiamo continuare a denunciarli anche a costo di interrompere l'accordo. Per smascherarli.
«La regola più importante, la migliore e inalterabile, da applicare in qualsiasi manovra, è la seguente: non rischiare mai di fondere, mescolare o cambiare l'organizzazione del proprio partito con quella di un altro, per quanto «amichevole» possa sembrare oggi. Non intraprendere mai passi che conducano direttamente o indirettamente, apertamente o di nascosto alla subordinazione del tuo partito ad altri partiti, o ad organizzazioni di altre classi, o limitare la libertà di agitazione del tuo stesso partito, o renderti responsabile, anche se solo parzialmente, della linea politica di altri partiti. Non mischiare mai le bandiere, e ancor meno inginocchiarti davanti a un'altra bandiera». (Trotsky, «L'unico modo», 1932).
Supportiamo solo le lotte, non importa chi le guida. Non si tratta di cercare qualche dirigente “progressista” come «alleato» per unirsi e da lì chiamare all'unità. L'obiettivo è sviluppare azioni concrete di massa, perché solo in questo modo una nuova direzione (del movimento operaio, ndt), che contendiamo (alle organizzazioni con cui partecipiamo al fronte unico, ndt), può crearsi.
Questo è ciò che Trotsky proponeva ai comunisti per affrontare e sconfiggere i nazisti in Germania.

Il Fronte Unico dei Lavoratori in Argentina
Crediamo che la tattica del Fronte unico sia di piena attualità ed essenziale oggi in tutto il mondo per affrontare gli attacchi dei governi e sconfiggere i partiti e i leader sindacali che tradiscono le lotte della classe operaia.
Ma ci sono partiti che stravolgono la tattica del fronte unico operaio. Come abbiamo visto, questa tattica è l'opposto della politica del Po di un «fronte unico combattivo di classe», cioè «rosso». Ma anche della politica del Po, del Pts, ecc. di «unità delle sinistre» permanente nelle elezioni, che Trotsky non ha sollevato neanche durante la nascita del nazismo in Germania:
«L'idea di presentare alle elezioni presidenziali un candidato del fronte unico dei lavoratori è un'idea fondamentalmente errata. Il partito non ha il diritto di rinunciare a mobilitare i suoi sostenitori e a contare le sue forze nelle elezioni. Una candidatura del partito che si oppone a tutte le altre candidature non può costituire, in ogni caso, un ostacolo ad un accordo con altre organizzazioni per gli obiettivi immediati della lotta». («E ora? Problemi vitali del proletariato tedesco», 1932).

[traduzione dallo spagnolo a cura di Salvatore de Lorenzo]

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