Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

mercoledì 16 dicembre 2020

Un'altra via

 Luciano Granieri



Il Natale del Covid. Si moltiplicano   foto che ritraggono  gente inzeppata  nelle vie delle compere, immagini che fanno indignare molti operatori sanitari e indurre   gli organi governativi  ad inasprire  i  tempi  e modi  della clausura.  Ciò  causa l’isteria   di chi deve decidere rimanendo prigioniero di un terribile corto circuito:  comprare-ma non assembrare. 

Siamo preda di una diffusa, quanto fallace, suggestione  per   cui l’esercizio della libertà individuale si esplica nel  consumare, nel  fare incetta di merci, anche le più inutili. Se non si possono percorrere le vie del commercio, non si può   uscire, dunque si rimane prigionieri, vittime di una libertà negata. 

Ma è proprio vero?  

Il nostro Paese è  ricco di bellezze naturali, architettoniche , paesaggistiche.  Disgraziatamente sull’altare dell’affollamento,  officiante il  Dio consumo, sono stati sacrificati  musei, teatri , cinema.  Ma  c’è rimasto tutto il resto.  

Si  potrà, forse inaspettatamente,  scoprire che a pochi chilometri da casa esiste un borgo, un bosco, una sentiero di  montagna da percorrere a piedi o con le ciaspole. Insomma si potrà scoprire che bearci  delle bellezze di cui i nostri  territori  abbondano -anche se stiamo facendo di tutto  per distruggerle - non costa nulla,   mentre  il costosissimo telefonino di ultima generazione sarà destinato a rimanere un sogno artificiale dentro una  vetrina abbagliante di luci. Roba per pochi ricchi,  che tanto se lo comprano su Amazon,  ma che genera   un assembramento di masse abbagliate dal mito del possiedo-sfoggio, quindi sono.  

Una domanda sorge spontanea: Ha senso affollare le vie degli acquisti, soffrendo   la sorda  frustrazione di poter comprare, poco o nulla di ciò che si desidera,  rimpinzando  assembramenti  le cui conseguenze   imporranno restrizioni su chi magari avrebbe voluto andare al cinema o a teatro?  Si può anche uscire, respirare, spaziare, insomma essere liberi, senza affollarsi per lo spritz, ma   frequentando le   meraviglie  dei propri territori. 

E’ più bello non ci si assembra e, oltre tutto, è gratis.

Di seguito la testimonianza dell'altra via, quella che abbiamo percorso in queste domeniche in cui si raccomandava di "NON AFFOLLARSI"


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