Nasce il polo della speranza. Questo nome suggella l’alleanza fra il Pd e Sinistra Ecologia e libertà. Altro che speranza, aspetta e spera che una riscossa sociale possa risorgere all’interno dell’intesa fra Bersani e Vendola! Fra l’altro questo nuovo patto di centrosinistra, esautora Di Pietro, giudicato un populista a rimorchi di Grillo e apre all’Udc di Casini. Si rispolvera per l’occasione la vecchia definizione di movimento progressista, senza ricordare come tale aggettivo abbia procurato le peggiori sconfitte. Sulla rete si sono scatenate le proteste dei militanti di Sel i quali mal sopportano questa alleanza, ma soprattutto temono come la peste accordi con l’Udc. Francamente non capisco tutto questo sdegno e meraviglia da parte degli inscritti la partito di Vendola. Il governatore della Puglia sta semplicemente dando seguito alla strategia pianificata per ogni tornata elettorale, regionale, provinciale o comunale che sia. La tattica è quella di stringere accordi con il Pd, indire, partecipare con un proprio esponente e vincere le primarie del centro sinistra,( la cosa non è difficile considerato che otto volte su dieci il candidato piddino, risulta perdente nei confronti di un suo competitore non inscritto al Pd), presentarsi come candidato unico sfruttando tutta la macchina elettorale organizzativa dei democratici e magari vincere pure le elezioni. I casi dello stesso Vendola alla regione Puglia e Zedda a Cagliari sono i più eclatanti. Questi sono parassiti del Pd, sanguisughe delle primarie e non si vede per quale motivo la stessa strategia non debba essere riproposta per le elezioni politiche. Vendola stringe l’alleanza col Pd, e partecipa alle primarie del centro sinistra contro Bersani e se, come appare probabile dovesse vincerle sarà lui a sfidare Berlusconi nello politiche del 2013 l’organizzazione elettorale del Pd. La capacità di trasformismo di Sel, è stata da noi drammaticamente sperimentata nel corso delle ultime amministrative qui a Frosinone. Voglio ricordare qualche passaggio di quella vicenda che può risultare illuminante. Quando a consiliatura Marini ben salda noi (ormai ex) del circolo “Carlo Giuliani” di Rifondazione Comunista, decidemmo di definire una proposta elettorale svincolata dal bipolarismo, cercammo di dialogare con le forze un po’ più a destra di noi, a sinistra non c’era nessuno , per cercare di allargare il fronte dell’alleanza. Escludemmo subito Sel, perché in quel periodo stava consolidando un patto con il partito socialista, forza inesistente a livello nazionale ma molto forte a Frosinone. Quando il flirt con i socialisti finì ci accordammo con i dirigenti del circolo di Sel per riproporre la nostra idea di una coalizione che fosse alternativa sia al centro sinistra che al centrodestra. In una riunione surreale ci venne detto dal segretario del circolo cittadino Domenico Belli, che una simile esperienza era già stata tentata in passato con i candidati a sindaco Francesco Notarcola e Paolo Iafrate ed era risultata fallimentare. Per cui il percorso di Sel alle elezoni amministrative era segnato con l’appoggio incondizionato al sindaco uscente Michele Marini. Quando ormai , giunti alla determinazione di presentare una lista autonoma di Rifondazione con un nostro candidato a sindaco, la bufera giudiziaria si abbattè sulla giunta Marini, con consiglieri e funzionari indagatii, I socialisti fedeli alleati di Marini cominciarono a defilarsi, abbandonando la nave piddina puntando sull’ex sindaco di Frosinone Domenico Marzi. Sel cercando di sfruttare l’improvviso e inaspettato indebolimento del sindaco Marini tentò il solito colpo delle primarie a cui la direzione provinciale del Pd rispose picche. Crollate le granitiche certezze sulla giunta uscente, Sinistra Ecologia e Libertà di Frosinone si trovò orfana di una coalizione vincente a cui succhiare il sangue e scelse di presentare una lista autonoma candidando a sindaco Maina Kovari, a quel punto noi vecchie ciabatte bolsceviche tornammo d’attualità . Dopo aver sonoramente bocciato la nostra proposta di alleanza ci ricontattarono proponendoci, con una notevole capriola rispetto alle posizione espresse fino a quel momento, di costruire una coalizione di liste alternativa tanto al centro sinistra, quanto al centro destra, a supporto del loro candidato Marina Kovari. Accettammo il candidato ma ponemmo la condizione che il nostro programma di promozione sociale, di difesa dei beni comuni e di collocazione al di fuori del bipolarismo fosse rigorosamente rispettato. Fummo rassicurati su questo, soprattutto sul fatto che mai ci sarebbe stata un’alleanza con il centro sinistra, neanche in caso di ballottaggio. Già dopo la ratifica del patto ancora prima che iniziasse la campagna elettorale, ci fu un tentativo di ulteriore dietro front. Il consigliere comunale Gualdini eletto nel Pd passato poi a Sel e il segretario provinciale Nazareno Pilozzi, tentarono di proporre una nuova alleanza con i socialisti, rinunciando al candidato a sindaco Marina Kovari e appoggiando l’ex primo cittadino Domenico Marzi. Questo tentativo fallì anche grazie alla nostra sollevazione e al fatto che fra le liste che supportavano Marzi c’erano i fascisti di Storace. Si affrontò la campagna elettorale e dopo il primo turno ci riunimmo per decidere quale posizione tenere in relazione ai ballottaggi. Per noi la posizione era chiara, né con il centro sinistra, né con il centro destra, né con Marini, né con Ottaviani. Credevamo lo fosse anche per Sel, così come stabilito durante la campagna elettorale, ma sbagliavamo. Il segretario provinciale Nazareno Pilozzi, voleva convincerci che era necessario appoggiare il sindaco uscente Marini perché sostenuto da una coalizione di sinistra. Fu subito chiaro che definire di sinistra una aggregazione fatta dal Pd, dall’Udc, dai bacchettoni dei movimenti per la vita, era quanto meno azzardato. Rifiutammo volendo tenere fede all’impegno preso con gli elettori. Per questa decisione fummo criticati aspramente e scoprimmo che anche la direzione provinciale del nostro partito concordava con le posizioni di Sel. Decidemmo di mettere ai voti fra i candidati le due strategie quella dell’autonomia e quella della subalternità a Marini, non ci fu concesso . La strada del supporto al sindaco uscente era già stata tracciata, tanto che già la mattina dopo sui giornali locali si poteva leggere il comunicato congiunto delle segreterie Provincali di Sel e Rifondazione che esortava gli elettori a votare per il centro sinistra. Un comunicato evidentemente già mandato alla stampa ancora prima che la linea venisse decisa con i membri di tutta la coalizione. Si sa come poi sono andate le elezioni e il nostro destino di fuoriusciti da Rifondazione. Anche in questa vicenda le capriole e l’incoerenza di Sel sono emerse in tutta la loro evidenza. Non vedo quindi perché stupirsi di questo accordo fra Vendola e Bersani. L’unica cosa di che mi indigna è che si stia pensando a come strutturare l’alleanza a seconda della legge elettorale, piuttosto che buttare giù due righe di programma a difesa della popolazione. Ma così va la politica, si è sempre in campagna elettorale, bisogna stabilire le giuste strategie per vincere, poi il fatto che cittadini scivolino sempre più verso uno stato di povertà insopportabile, è assolutamente trascurabile.
Nessun commento:
Posta un commento