Il
giorno mercoledì 18 dicembre avrebbe dovuto segnare la “Caporetto” della giunta
comunale di centro destra di Frosinone guidata dal sindaco Ottaviani. Dopo l’arresto
del vicesindaco, nonché assessore all’ambiente Fulvio De Santis, accusato di
corruzione per avere favorito, dietro elargizione di tangenti, la società
Sangalli, nell’aggiudicazione dell’appalto relativo alla gestione
dei rifiuti, il sindaco aveva deciso di
riunire il consiglio per comunicare le dimissioni di De Santis, e il blocco
delle procedure di conferimento dell’appalto alla Sangalli. Su pressione della
cittadinanza, una desistente opposizione era riuscita a pretendere che la
semplice comunicazione si trasformasse in dibattito. Questo scatto di orgoglio
faceva presumere che i consiglieri di centro sinistra presentassero una mozione
di sfiducia all’attuale giunta. Fiducioso mi sono recato ad assistere al
consiglio. L’ingresso all’aula era interdetto da una moltitudine di cittadini e
dalla stampa. Dopo aver atteso che qualcuno lasciasse il posto, sono riuscito
ad entrare proprio mentre il consigliere di maggioranza Crescenzi stava concludendo
la sua arringa difensiva nei confronti
dell’amico e collega De Santis. Di
solito gli interventi del consigliere Crescenzi
sono assordanti di silenzio. Cioè non interviene mai. Proprio quando le circostanze avrebbero
consigliato di tacere il ras di Collecottorino esimio consigliere
Crescenzi ha sproloquiato a
vanvera. Si è scagliato contro il linciaggio morale che si stava scatenando
contro il povero De Santis colpito dalla sciagura di un’indagine per corruzione,
quasi che la tangente fosse una malattia
che colpisce a tradimento. La galera si sà
è sempre conseguenza dell’accanimento di
un destini cinico e baro. Quindi dopo cotanta ingiustizia, non solo si doveva
solidarietà ad un uomo retto cui una magistratura forcaiola stava distruggendo
la dignità di persona umana,
infangandola con accuse false e infamanti, ma ci si doveva ribellare all’accanimento
mediatico. Una difesa esagerata che ha
indispettito non poco i cittadini presenti, i quali hanno urato i peggiori
epiteti. Fra questi molti lavoratori della
ex Multiservizi, loro si, violati nella dignità di persona umana per
essere stati messi sul marciapiedi dalla giunta dell’assessore carcerato.
Un intervento del genere, anche se eccessivo,
era prevedibile dai banchi della
maggioranza. Sorprendente, ma non troppo l’atteggiamento dell’opposizione di
centro sinistra. Logica dialettica
avrebbe voluto che senza por tempo in mezzo con logorroici interventi i consiglieri contrari al sindaco avessero
chiesto con forza le dimissioni, invece la melina messa in atto dai banchi dell’opposizione è
stata sconcertante. L’ex sindaco Marzi, oggi consigliere di opposizione, dopo
un arringa tecnica su come avrebbe dovuto essere impostato il procedimento di indizione della gara d’appalto,
dopo avere espresso solidarietà personale, ma non politica a De
Santis, dopo aver tributato stima al
sindaco e giurato sulla sua specchiata moralità, dopo aver rivendicato la sua
formazione comunista, una rivendicazione per il quale, il padre di Marzi,
comunista vero si sarà rivoltato nella tomba,
finalmente ha formulato la sua proposta: dimissioni? Macchè. Una semplice
sollecitazione al sindaco affinchè nominasse un avvocato che rappresentasse il
comune come parte civile nel processo contro De Santis. Dopo l’intervento di
Marzi, è stata la volta del consigliere Galassi. Questi ha voluto sottolineare
che forse pretendere la solidarietà a De
Santis era un tantino azzardato, ma la sua era solo una opinione personale. Del
resto da un’opposizione responsabile
sono stati molteplici gli apprezzamenti per l’operato del sindaco in
materia di promozione culturale e di altri provvedimenti. Ma un occhio sui mancati controlli in merito all’appalto
in questione, proprio non si poteva chiudere. Tradotto dal politichese: “se non ci
fossero quei rompicoglioni di elettori anche questa volta l’opposizione si
sarebbe adoperata per salvare il sindaco”.
Sulla richiesta di dimissioni neanche mezza parola.
Dopo l’insulso intervento di è la Galassi
arrivava il turno di Francesco Raffa, ex
assessore all’ambiente della precedente giunta di centro sinistra a guida Marini.
Si cominciava con la constatazione che
la città è ancora vittima dell’inquinamento
(ne più e ne meno di quando sedeva lo stesso Raffa sulla poltrona di assessore
all’ambiente) che le strade periferiche
sono lerce e che della città dei sogni ventilata dal sindaco ancora non c’è
traccia. Giuste riflessione ma si dovrebbe venire al nocciolo della questione
dimissioni. Il consigliere Raffa, con i suoi tempi, probabilmente non ci
avrebbe deluso. Finalmente l’ex
assessore sembrava arrivare al punto. Ricordava come fosse noto che in molte
altre amministrazioni dove la Sangalli aveva
ottenuto l’appalto, l’agenzia
incaricata dal comune di redigere il capitolato fosse sempre la stessa , quella
che ha collaborato anche con la giunta di Frosinone. Era anche noto che questa società era molto contigua con la
Sangalli. Raffa ne concludeva che tanti e tali anomalie, magari assurti all’onore
delle cronache solo per un interessamento dei media, avrebbero dovuto sollecitare
ulteriori controlli, che la giunta non ha effettuato. Inoltre il consigliere
Raffa sottolineava come fosse fuori luogo
esaltare De Santis per avere immediatamente presentato le dimissioni. Un
assessore arrestato per tangenti, pur se le responsabilità sono in fase di
accertamento, ha il dovere di dimettersi, dunque non vi era nulla di eccezionale
nel comportamento di De
Santis. All’applauso fragoroso che sottolineava questa parte dell’intervento da parte dei
cittadini presenti, è saltato su il consigliere di maggioranza dott. Mansueto.
Uno che sta sempre dalla parte della maggioranza sia quando è di
centro sinistra, sia quando
è di segno opposto. Il prestante
consigliere dal fisico brunetteggiante si scagliava
contro la folla ammonendo che non è da
persone civili, prendersela con un poveraccio che ha avuto la disgrazia di essere arrestato per tangenti. La sua azione rancorosa è continuata per qualche minuto determinando
l’insolito episodio per cui erano i consiglieri a molestare il pubblico e non viceversa
come comunemente accade.
Comunque calmata la gazzarra, finalmente il
consigliere Raffa riusciva a concludere il suo intervento pronunciando quelle
parole che tutta la cittadinanza, quella presente e quella che non c’era
avrebbe voluto sentire. “Dimissioni della giunta Ottaviani”. Purtroppo per il
sottoscritto il tempo era passato inesorabile. Ho dovuto lasciare l’aula a
lavori ancora in corso. Non so se la richiesta di dimissioni è stata poi
formalizzata, lo leggeremo sui giornali. Resta un punto fermo. La manifesta inconsistenza
dell’opposizione che a questo punto deve essere esercitata direttamente dai cittadini.
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