Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

venerdì 16 gennaio 2015

Una colonna di fumo vecchia di quarant'anni

Luciano Granieri


Stamattina un denso  fumo si è levato nella  zona di Ferentino in piena Valle del Sacco. Una nube così intensa  e vasta da coprire un raggio di 3 km tanto da indurre le autorità   chiudere il  tratto di  superstrada Ferentino –Sora. La prefettura di Frosinone, dopo aver consultato gli organi sanitari,   ha assicurato  che la nube non sarebbe tossica, ma ha egualmente  esortato  gli abitanti di Ferentino a  non uscire di casa in via cautelativa. Da dove si è sprigionata la colonna di fumo?  L’incendio che l’ha generata, è stato appiccato all’interno di un ecomostro di cemento che da decenni  , allieta con la sua inquietante presenza la già devastata Valle del Sacco.  Cemamit, così si chiamava l’azienda che produceva semi lavorati in cemento e amianto, aperta nel 1975 e chiusa nel 1984  data in cui  è diventato un ecomostro devastante. Da questo inferno di amianto si è sprigionato l’incendio di stamattina. Con i potenti mezzi di Aut nel lontano 2010, entrammo nella pancia del mostro per documentare quali salubri strutture popolassero il nostro territorio. Il video mi fu richiesto da Sky TG 24  che lo trasmise,  inviai il documento anche  alla sede cittadina di Legambiente, ma la denuncia di un insignificante blogger è irrisoria. Il solito rompicoglioni. L’unico provvedimento adottato, fu la chiusura del cancello del sito in modo da non far entrare altri occhi indiscreti.  Nel 2013 sono state le telecamere dell’ Adnkronos a documentare l’ulteriore degrado della struttura, ma anche quella segnalazione, non sortì alcun effetto degno di nota. Anzi spesso camion carichi di rifiuti tossici dopo aver forzato il cancello aggiungono veleno ad altro veleno scaricando nell’area dello stabilimento dismesso montagne di cancro allo stato puro. Sembrerebbe che proprio da uno di questi carichi di morte, improvvidamente incendiato dal criminale di turno con lo scopo di cancellarne le tracce, si sia sprigionato la densa coltre di fumo che ha infestato tutta la zona di Ferentino. Dal 1984 ad oggi, Giunte regionali, provinciali, comunali di vario colore si sono alternate alla guida del territorio. Dibattiti,  promesse, impegni solenni sono stati assunti per la tutela della Valle del Sacco, piani di bonifica sono stati promossi e progettati. Ma la domanda sorge spontanea. Se dopo trent’anni, in relazione alla Cemamit, l’unico effetto che si è ottenuto è stato quello di offrire alle ecomafie un nuovo sito di scarico  di rifiuti tossici  , anziché accelerare un piano di bonifica avviato, ma ancora in alto mare,   quale  credibilità potrà avere qualsiasi proposito di risanamento ambientale avanzato da una classe di amministratori  a dir poco inetta?  Un suggerimento ai nostri presidenti, consiglieri, assessori,  a tutti i livelli. Per cortesia, prima di discettare sulla tutela del territorio pensate se non sia il caso di tacere.


Di seguito i video relativi alla Cemamit

Video di Luciano Granieri



Video Adnkronos
  

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