Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

domenica 22 febbraio 2015

Programma politico.

Luciano Granieri

Non so se ve ne siete accorti ma la questione è estremamente grave. La  fuga dei capitali dalle banche greche, che sta aggravando la situazione economica ellenica è l’estrema arma che il capitalismo finanziario ha usato per ridurre allo stremo  il popolo greco e riportare Tsipras a più miti consigli. 

Domani il governo guidato da Syriza dovrà presentare alla troika , per l’occasione rinominata “istituzioni”,  un programma molto simile al memorandum per avere un prestito ponte che le  consenta di sopravvivere per altri  quattro mesi.  E’ l’ennesima dimostrazione che ormai sulla pelle della gente non decidono  i Parlamenti o i Governi eletti . Questi, o sono consenzienti con i diktat del capitalismo finanziario, o devono capitolare  colpiti delle armi che l’alta  finanza può usare per ridurre alla fame chi osa opporsi. 

Fra i Governi consenzienti naturalmente c’è quello italiano, il quale con il jobs act, ovvero la riduzione in schiavitù dei lavoratori, decisa  attraverso una legge delega conferita all’esecutivo per decretazione d’urgenza, ha rispettato alla virgola la lettera che nel 2011 la BCE  fece recapitare all’allora governo Berlusconi. Altro che battere i pugni sul tavolo, Renzi è il miglior esecutore delle regole  che il capitalismo finanziario impone  attraverso le istituzioni antidemocratiche europee. Non a caso i più grandi fondi d’investimento e banche d’affari accordano appoggio incondizionato all’ex sindaco fiorentino, che forte di questi endorsement e di una pletora di servi sciocchi più pericolosi degli squadristi,   tiranneggia gli italiani. 

La conclusione, più volte espressa da questo blog è che serve una seria lotta al capitalismo finanziario e alle sue  pratiche ultraliberiste. Ma è possibile individuare un percorso  per dare una concretezza a questo proposito? Provo a fornire qualche suggerimento.  L’Italia, non potrà mai estinguere il suo debito di 2000 miliardi e la regola imposta dal fiscal compact per cui entro il 2020 dovremmo riportare  l’attuale   rapporto deficit/pil del 130%  al 60% concorrerà all’esecuzione di una drammatica macelleria sociale.  

Tale situazione di evidente insolvibilità , prima o dopo finirà, per gettarci nella braccia della troika,(Bce, Eu, Fmi)  che in cambio del proprio aiuto esigerà la totale distruzione di ciò che resta dello stato sociale e la vendita ai privati dei beni dello Stato.  Dunque il primo passo per liberarsi da questo giogo è uscire dall’euro,   di seguito operare una moratoria ed un audit sui debiti da assolvere  ed  emettere un quantità di moneta necessaria ai bisogni sociali del paese.  

Contestualmente è necessario dare corso alcune procedure interne per proteggere il potere d’acquisto dei salari e la quota degli stessi salari sul Pil.  Infatti se da un lato  le crisi valutarie che seguono tali processi di svalutazione hanno un impatto positivo sulla bilancia commerciale, aumentando le esportazione,  dall’altro indeboliscono notevolmente il potere d’acquisto delle retribuzioni. Quando l’Italia nel 1993 uscì dal sistema monetario europeo (sme)  i salari reali si ridussero del 4% mentre la quota dei salari sul Pil si ridusse del 9%.  

Quindi l’uscita dall’euro deve essere accompagnata da politiche di salvaguardia dei salari , adottando sistemi tipo la scala mobile, e predisponendo corposi piani di  investimento nello stato sociale. Ma ancora più urgente è raccogliere la firme per indire  un referendum abrogativo sul jobs act. Una legge che, sia nel merito (la riduzione in schiavitù dei lavoratori) ,che nel metodo (il totale stravolgimento delle procedure parlamentari con la decretazione d’urgenza su una delega governativa),  lede  i principi democratici e la dignità delle persone. 
Riepilogando: Rifiuto dei trattati europei, con esclusione della carta dei diritti  -  uscita dall’euro - rinegoziazione del debito la cui parte legittima verrà pagata in lire - protezione del potere d’acquisto dei salari reali a fronte della svalutazione monetaria conseguente all’abbandono della moneta unica -  referendum abrogativo del jobs act.  

Potrebbe essere l’inizio di un programma politico per una forza che abbia come primo obbiettivo la lotta al capitalismo finanziario?  Ragioniamoci.



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