Non so se ve ne siete accorti ma la questione è estremamente
grave. La fuga dei capitali dalle banche
greche, che sta aggravando la situazione economica ellenica è l’estrema arma
che il capitalismo finanziario ha usato per ridurre allo stremo il popolo greco e riportare Tsipras a più
miti consigli.
Domani il governo guidato da Syriza dovrà presentare alla troika
, per l’occasione rinominata “istituzioni”, un programma molto simile al memorandum per
avere un prestito ponte che le consenta
di sopravvivere per altri quattro mesi. E’ l’ennesima dimostrazione che ormai sulla
pelle della gente non decidono i Parlamenti o i Governi eletti . Questi, o sono consenzienti con
i diktat del capitalismo finanziario, o devono capitolare colpiti delle armi che l’alta finanza può usare per ridurre alla fame chi
osa opporsi.
Fra i Governi consenzienti naturalmente c’è quello italiano, il
quale con il jobs act, ovvero la riduzione in schiavitù dei lavoratori,
decisa attraverso una legge delega
conferita all’esecutivo per decretazione d’urgenza, ha rispettato alla virgola
la lettera che nel 2011 la BCE fece
recapitare all’allora governo Berlusconi. Altro che battere i pugni sul tavolo, Renzi è il miglior esecutore delle regole che il capitalismo finanziario impone attraverso le istituzioni antidemocratiche
europee. Non a caso i più grandi fondi d’investimento e banche d’affari
accordano appoggio incondizionato all’ex sindaco fiorentino, che forte di
questi endorsement e di una pletora di servi sciocchi più pericolosi degli
squadristi, tiranneggia gli italiani.
La conclusione, più
volte espressa da questo blog è che serve una seria lotta al capitalismo
finanziario e alle sue pratiche
ultraliberiste. Ma è possibile individuare un percorso per dare una concretezza a questo proposito?
Provo a fornire qualche suggerimento. L’Italia,
non potrà mai estinguere il suo debito di 2000 miliardi e la regola imposta dal
fiscal compact per cui entro il 2020 dovremmo riportare l’attuale
rapporto deficit/pil del
130% al 60% concorrerà all’esecuzione di
una drammatica macelleria sociale.
Tale
situazione di evidente insolvibilità , prima o dopo finirà, per gettarci nella
braccia della troika,(Bce, Eu, Fmi) che in cambio del proprio aiuto esigerà la totale
distruzione di ciò che resta dello stato sociale e la vendita ai privati dei
beni dello Stato. Dunque il primo passo
per liberarsi da questo giogo è uscire dall’euro, di seguito operare una moratoria ed un audit
sui debiti da assolvere ed emettere un quantità di moneta necessaria ai
bisogni sociali del paese.
Contestualmente è necessario dare corso alcune
procedure interne per proteggere il potere d’acquisto dei salari e la quota
degli stessi salari sul Pil. Infatti se
da un lato le crisi valutarie che
seguono tali processi di svalutazione hanno un impatto positivo sulla bilancia
commerciale, aumentando le esportazione, dall’altro indeboliscono notevolmente il
potere d’acquisto delle retribuzioni. Quando l’Italia nel 1993 uscì dal sistema
monetario europeo (sme) i salari reali si
ridussero del 4% mentre la quota dei salari sul Pil si ridusse del 9%.
Quindi l’uscita dall’euro deve essere
accompagnata da politiche di salvaguardia dei salari , adottando sistemi tipo
la scala mobile, e predisponendo corposi piani di investimento nello stato sociale. Ma ancora
più urgente è raccogliere la firme per indire un referendum abrogativo sul jobs act.
Una legge che, sia nel merito (la riduzione in schiavitù dei lavoratori) ,che nel
metodo (il totale stravolgimento delle procedure parlamentari con la
decretazione d’urgenza su una delega governativa), lede i
principi democratici e la dignità delle persone.
Riepilogando: Rifiuto dei
trattati europei, con esclusione della carta dei diritti - uscita dall’euro - rinegoziazione del debito la
cui parte legittima verrà pagata in lire - protezione del potere d’acquisto dei
salari reali a fronte della svalutazione monetaria conseguente all’abbandono
della moneta unica - referendum abrogativo del jobs act.
Potrebbe essere l’inizio di un programma
politico per una forza che abbia come primo obbiettivo la lotta al capitalismo
finanziario? Ragioniamoci.
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