Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

venerdì 7 ottobre 2016

Da Fedora a Frosinone, rompiamo le sfere di cristallo.

Luciano Granieri



Nel libro “Le città invisibili” Italo Calvino  fa descrivere da Marco Polo al’imperatore dei Tartari, Kublai  Kan,  una città che il mercante veneziano  aveva visitato nei suoi innumerevoli ed avventurosi viaggi.  Si tratta di Fedora. Una metropoli di pietra grigia, nel cui centro sorge un palazzo di metallo con una sfera di vetro in ogni stanza. Nelle sfere si vedono modelli che riproducono altre conformazioni di Fedora. Sono forme  ideali  che la metropoli  avrebbe potuto prendere  se non fosse diventata, per una ragione o per l’altra, come è oggi. Il palazzo di metallo è un museo. Ogni abitante lo visita e sceglie la città che corrisponde ai suoi desideri.  Mi viene da associare la descrizione di Fedora a Frosinone .  In occasione di ogni tornata elettorale  i partiti e i movimenti che supportano i  candidati sindaci, sono prolifici nel promettere trasformazioni  salvifiche della città. Cambiamenti epocali che  puntualmente il giorno dopo le elezioni finiscono nelle sfere di vetro.  Infatti  Frosinone , per motivi  ben conosciuti  e immutabili ,  puntualmente rimane   così come è sempre stata , un asfissiante agglomerato di  pietra grigia. Le città promesse  vanno ad adornare le stanze del museo di metallo racchiuse nelle sfere  di vetro. A differenza degli abitanti di Fedora però , i cittadini frusinati , nel visitare l'esposizione, non possono scegliere il modello urbano  che corrisponde ai propri desideri, perché la sfera scelta, immediatamente si frantuma, e il malcapitato visitatore  rimane in balia della solita metropoli di pietra grigia. Sarebbe bello che le città promesse  prima delle elezioni, si realizzassero senza finire in un blocco   di cristallo esposto  in un museo.  Sarebbe  ancora più desiderabile che ogni cittadino facesse uscire la sua idea di città dalla sfera di vetro  in cui è rinchiusa,  e la trasformasse nella  proposta per una Frosinone più umana . Una Frosinone che non rimanesse sempre e comunque una città di pietra grigia. E’  auspicabile quindi  che in occasione delle prossime elezioni i cittadini disintegrino  finalmente le sfere di cristallo ,  si battano per un Capoluogo di pietre colorate,  preziose per la dignità di tutti gli abitanti. Sarebbe oltremodo salutare che gli stessi Frusinati   controllino che la città ideale si liberi dalla prigione di vetro e diventi reale.


Di seguito una clip  composta da alcune foto d’epoca che illustrano la mobilità a Frosinone dagli inizi del secolo scorso fino agli anni ’50. Allora c’era il trenino delle Vicinali, oggi c’è l’ascensore inclinato che non funziona mai. I trasporti e la mobilità  urbana possono essere un primo elemento  per  progettare quella città non destinata a finire  in una sfera di cristallo.

 

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