Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

mercoledì 26 aprile 2017

Un 25 aprile di rabbia.

Luciano Granieri

BANDIERE



Che 25 aprile è stato questo del 2017? Per me un 25 aprile di rabbia.  Dai giornali, dal web, dalle televisioni si è riversato un vomitare di immagine ributtanti. Il corteo diviso a Roma, sfregiato  dalle paturnie del governo israeliano e dalla squallida ipocrisia del presidente del Pd Orfini, la sfilata di Milano dove il partito di maggioranza sfilava  con icone simil Eurospin, dove i nuovi partigiani diventavano i paladini dell’Europa delle banche. Maria Elena Boschi, già attentatrice di quella Costituzione, lascito della resistenza si permette di attribuire patenti  di verità storica a destra e a manca, denunciando come antistorici coloro i quali hanno urtato la sensibilità  della  Brigata Ebraica solo perché hanno sfilato a fianco dei Palestinesi.  

Ci è toccato ingoiare le amenità leghiste sul diritto a sparare a chiunque varchi i confini  nazionali, di quartiere, di cortile,  di casa . Per non parlare dell’odiosa e ritrita  teoria sull’eguaglianza fra le vittime, di qua e quelle di la. L’abbiamo sentito dal sindaco  di Frosinone Ottaviani, il quale sottolineava come il 25 aprile dovesse diventare  una commemorazione destinata a unire la condanna  delle   stragi nazifasciste e delle  Foibe, tutti insieme appassionatamente . Desolanti i canti patriottici trasmessi durante la commemorazione davanti alla prefettura. La storia  nel Capoluogo si è fermata al Piave, quello del “non passa lo straniero” . Queste le reminiscenze storiche del sindaco latinorum, il quale solo per tale insulto alla resistenza meriterebbe di non essere rieletto. Meno male che almeno davanti al ceppo dedicato ai Martitri Toscani  a Frosinone due bandiere rosse messe in croce, insieme a quelle dell’Anpi c’erano. Pochi vessilli utili almeno in questa occasione a tenere unita la processione di candidati alle elezioni comunali  presenti in numero sicuramente superiore  rispetto agli elettori semplici. Certo che una “Bella Ciao”, al posto di” Va Pensiero” non avrebbe sfigurato. Stavamo  a Frosinone, mica a Pontida.  

 E poi chiamiamo le cose con il loro nome, per piacere! Martedì   era festa di   liberazione non di  libertà. Chissà forse il prossimo primo maggio sarà la festa dell’”operosità” e non del lavoro. Tutte queste ipocrisie e capriole nella narrazione storica,  servono per rimuovere la scomoda  verità che  identifica i partigiani  comunisti quali maggiori protagonisti  della  resistenza. I  comunisti  si, proprio quelli con la falce e martello sulle  bandiere.  Come ricordava la mia amica Marina  (la “Rosa” di Rosa-X  per chi segue i nostri blog) non tutti i partigiani erano comunisti  ma tutti i comunisti erano partigiani. E’ un fatto incontrovertibile anche se risulta  divisivo per i solerti campioni della post verità storica, presenti anche nel Pd.  

Quei campioni che prima della rimozione iconica del rosso, sostituta  dagli striscioni giallazzurri  dei sedicenti  patrioti europei, avevano provveduto a  violentare lo spirito della resistenza inscritto nella  Costituzione, inserendo nella Carta l’art.81, quello su pareggio di bilancio. Un corpo estraneo posto dalla dittatura speculativa e finanziaria come un macigno ad ostacolare  il  pieno  sviluppo  della persona umana. Gli stessi campioni che con il Jobs Act hanno ratificato la definitiva trasformazione del lavoro, da diritto teso a nobilitare il cittadino quale soggetto attivo nel progresso sociale della collettività, a merce da acquistare al minor costo possibile.  I medesimi  campioni  che hanno tradito lo spirito costituzionale dell’istruzione pubblica di qualità per tutti , trasformando la scuola   in un’istituzione  che sostituisce  il nobile concetto di  conoscenza con l’utilitaristica   formazione aziendale  e fornisce braccia fresche e gratuite per la grandi industrie.   

Fortunatamente, il 4 dicembre scorso un rinnovato  vento resistenziale ha mobilitato il popolo italiano contro la riforma costituzionale scritta da Renzi e dalla Boschi sotto dettatura della banca Morgan.  Il mio auspicio è che quel vento non si fermi e porti la consapevolezza di quanto la resistenza debba continuare e diventare  nuova lotta di librazione. La liberazione da una dittatura più infida del nazifascismo, la dittatura del  finanz-capitalismo.

una foto clip del corteo di Roma con le immagini di Eugenio Oi


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