Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

giovedì 21 settembre 2017

Sciopero generale: facciamo come la Francia!

Partito d'Alternativa Comunista.



In Francia i lavoratori e le lavoratrici il 12 settembre hanno dato vita a una grande giornata di sciopero generale unitario contro le politiche del governo Macron e contro l’applicazione della riforma del lavoro: centinaia di migliaia di persone sono scese in piazza in tutte le principali città. In continuità con il 12 settembre, da subito si è rilanciata una nuova giornata di sciopero il 21 settembre. Le politiche padronali del governo Gentiloni non hanno nulla da invidiare a quelli del suo omologo d’oltralpe: basta pensare ai miliardi regalati alle banche e ai ripetuti attacchi al diritto di sciopero: e si annuncia un’altra Finanziaria lacrime e sangue. Eppure molto diverso da noi è il quadro degli scioperi e delle mobilitazioni dell’autunno. L’elemento che più spicca è l’assenza di proposte di mobilitazione e sciopero da parte dei grandi apparati sindacali Cgil, Cisl e Uil. I segretari generali di questi sindacati sembrano più impegnati ad attaccare, insieme col governo e coi padroni, le lotte dei lavoratori e delle lavoratrici che a costruire azioni di resistenza: emblematici sono le vergognose dichiarazione della Furlan (Cisl) e della Camusso (Cgil) in merito alle mobilitazioni dei lavoratori Alitalia e dei lavoratori dei trasporti in generale. 
 
Nonostante il complice immobilismo di Cgil, Cisl e Uil, sono numerose le vertenze e le lotte in corso in diversi settori e luoghi di lavoro. Continuano le mobilitazioni dei lavoratori Alitalia (nuove giornate di sciopero e di lotta sono previste per l’autunno), degli altri settori dei trasporti (dal trasporto locale ai ferrovieri), delle telecomunicazioni e del telemarketing (pensiamo alle lotte in Tim, Almaviva, Transcom, ecc), delle cooperative e della logistica. Alcuni di questi settori (trasporti e logistica) hanno dato vita il 16 giugno scorso a una importante giornata di sciopero unitario, con il protagonismo diretto dei lavoratori e delle lavoratrici. La richiesta di scioperare nacque da un appello dei lavoratori Alitalia, una lotta importante anche per il valore simbolico che assume nello scontro contro il governo, le privatizzazioni, l’opportunismo dei grandi sindacati burocratici: i lavoratori di Alitalia, con il supporto del sindacato di base (Cub Trasporti), sono riusciti con gli scioperi, la lotta e il referendum a sferrare un duro colpo al piano del governo e dell’azienda supportato da Cgil, Cisl e Uil. 
 
Come hanno scritto giustamente le realtà riunite nel Fronte di Lotta No Austerity, anche in Italia “lo sciopero generale si presenta come l’appuntamento più importante dei prossimi mesi”. In un quadro sociale caratterizzato da disoccupazione di massa e condizioni di vita e di lavoro sempre più pesanti, con un progressivo smantellamento dei servizi pubblici (dalla scuola alla sanità), con violenze continue ai danni di immigrati, donne e lgbt, la costruzione di un grande sciopero generale è un’esigenza urgente della classe lavoratrice del nostro Paese. Un’esigenza purtroppo ostacolata non solo dai grandi apparati burocratici, ma anche dalle direzioni del sindacalismo conflittuale (“di base”) che, spesso ignorando le esigenze dei lavoratori e persino la loro stessa base, non sembrano animati dalla volontà di arrivare a una data unitaria di sciopero: il rischio è che si arrivi, come lo scorso autunno, a due giornate di sciopero generale di fatto contrapposte. Riteniamo che si tratti di dinamiche autoreferenziali e settarie da contrastare con fermezza. Soprattutto, si tratta di dinamiche distanti da quello che accade nei luoghi di lavoro, dove i lavoratori e le lavoratrici esprimono con chiarezza l’esigenza di lottare e scioperare uniti. E’ per questo che, prendendo esempio da quello che fanno i sindacati conflittuali di altri Paesi – dalla Francia alla Spagna al Brasile – occorre che lo sciopero generale sia costruito con un percorso di assemblee nei luoghi di lavoro, dando la parola – nei fatti e non solo a parole – alle lavoratrici e ai lavoratori in lotta che, non abbiamo dubbi, saranno a favore di una data di sciopero unitaria.
 
Il Partito di Alternativa Comunista è al fianco delle lavoratrici e dei lavoratori in lotta. Facciamo appello agli attivisti dei sindacati affinché si pronuncino per l’individuazione di una data unitaria di sciopero generale fondata sulle esigenze della lotta e dei lavoratori.
Per uno sciopero generale unitario contro le politiche del governo Gentiloni
e contro i padroni!

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