Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

sabato 23 dicembre 2017

Natale in solitudine 1992

Non ho mai avuto un particolare trasporto per le feste natalizie. Mal sopporto l'ipocrita buonismo che pretende di infarcire rapporti sociali spesso incattiviti da una condizione di  precarietà  . Non capisco come possa accadere che a Natale anche i cattivi possano diventare buoni. Comunque, colto da una botta di "conformismo" , mi azzardo a proporre una poesia natalizia. Ovviamente è un componimento completamente in linea con il mio modo di essere, "mood" si direbbe in inglese. 

Spero possa piacervi. 

Buon Natale  a tutti,  a chi ci crede e a chi no, a chi è contento e a chi è incazzato.

Luciano Granieri.


Michael  L. Newell
traduzione di Luciano Granieri

Il lento cadere della neve attraversa
le mia finestra mezza aperta
mi  ricorda l’anno ad  Amman
stavo seduto per ore
guardando il triste candore profondamente

avvolgere i campi abbandonati della fattoria,
circondare  il mio appartamento
mentre il tranquillo sound  di Miles 
stava plasmando e dava forma alla mia sofferenza
migliaia di miglia lontano da casa

in un gelido Natale  dove nessuno
si sarebbe potuto scorgere  sulla strada
o attraverso le finestre delle case dei vicini
automobili  distanti sul lato più lontano 
dei campi vuoti sembravano come giocattoli

mossi lentamente da bambini:
una tranquilla brezza scivolava
attraverso una finestra rotta per riempire
le pause nell’assolo di Miles
e il mio piccolo cane dolcemente russava;

un gutturale accompagnamento, una singolare
percussione, e mi cullavo, ciondolavo la testa
non appena prendevo  il ritmo della neve,
del vento,del cane, della tromba con la sordina
il vento gemeva come in  una risposta

ad un’improvvisa raffica; tutto  il visibile
e l’invisibile mi apparve solitario
e gli anni chiusi  nel ricordo rotolarono fuori
 come fiocchi di neve soffiati dal vento
come un assolo di tromba scolpito nel sound

di un genio della musica; è strano come il dolore
l’aspro panorama, il cadere della neve e un triste
assolo di tromba possano sembrare una benedizione capace di creare
 una  bellezza che  guida   l’ascoltatore in  un sonno di pace

come la notte insinuata attraverso  i campi avvolgeva  la mia mente

Khilda,  Amman, Giordania

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