Sdegno e rabbia sta suscitando sui social media, sia a livello
locale che nazionale, la notizia
dell’aggressione subita da un ricercatore universitario, Francesco, ad opera
di picchiatori dell’estrema
destra avvenuta a Frosinone durante un
concerto di beneficenza. La colpa di Francesco era quella di avere indosso la maglietta del Cinema America . Gli
squadristi , emuli delle gesta dei loro camerati di Roma scagliatisi qualche
settimana fa contro altri due ragazzi che indossavano la stessa maglietta,
hanno pensato bene di dimostrare che anche a Frosinone certe manifestazioni di
convivenza democratica e di solidarietà non sono gradite e vanno punite.
Francesco si è ritrovato con la maglietta
stracciata e gli occhiali rotti.
In
realtà l’aggressione è solo uno, anche
se grave, di una serie di atti che testimoniano come la marea nera stia montando anche a
Frosinone. Un compagno aveva solo provato ad
alzare il pugno in cielo (gesto
permesso dalla Costituzione, mi pare) e si è trovato circondato da
squadristelli minacciosi, dispersi grazie all’aiuto della vigilanza.
Con mia
moglie, Maria
Lucia ci siamo visti fermare , presso il Parco del Matusa, da tre
ragazzi i quali ci hanno chiesto di fargli una foto con il loro cellulare,
abbiamo accettato senza problemi. Ma
dopo essersi messi in posa questi hanno
srotolato una bandiera con la croce celtica. Gli abbiamo riconsegnato il
telefonino dicendo che la foto se la potevano fare da soli. Ci hanno
apostrofato chiamandoci zecche di merda, ma per fortuna non ci hanno aggredito,
forse perché c’era troppa gente intorno. Resta il fatto che nel
tornare a casa una certa preoccupazione per eventuali ritorsioni l’abbiamo
avuta.
Le farneticazioni razziste del
ministro dell’interno -l’amministrazione
comunale cittadina pienamente allineata a Matteo Salvini , grazie ad una giunta comunale sodale al Carroccio ed un neo consigliere che, qualche anno fa, invocava il manganello e
l’olio di ricino per reprimere una protesta di lavoratori licenziati - stanno dando la stura alle peggiori pulsioni
fasciste e razziste, già presenti in città ma in qualche modo limitate da una
sorta di pudore nel manifestarle.
Tutto ciò, purtroppo, non è che la
inevitabile conseguenza dell’indifferenza e l’insofferenza verso chi come noi, già dal 2010, ammoniva contro il pericolo fascista che
si stava materializzando in città con l’apertura di una sede di Casapound.
Indifferenza: “ma chi sene frega di
quattro ragazzotti un po’ esuberanti capaci solo di fare un po’ di casino senza
fare male a nessuno ” così venivamo
apostrofati quando parlavamo dei fascisti del terzo millennio. Insofferenza: “tutti hanno il diritto di esprimere la
propria opinione, anche chi non la pensa come voi, anzi non ci rompete le
scatole con queste stupidaggini i problemi di Frosinone sono altri non la
solita diatriba fra fascisti e comunisti” Ciò è quanto affermavano anche
esponenti politici cittadini di peso quando provammo a lottare contro “l’incistamento” a Frosinone
di Casapound.
Oggi quei ragazzotti considerati innocui ce li troviamo fianco a fianco in ogni tipo di
manifestazione pubblica cittadina. Sono li pronti a riversare il loro odio
inculcato da cattivi maestri che ahimè stanno governano, non solo il Paese, ma
anche la città, contro chi si azzarda a
difendere i migranti o a proferire una
minima parola di solidarietà . La Costituzione non sanno neanche cosa sia, la convivenza
democratica è stata stracciata e buttata
nel cesso, i tagli ai servizi sociali, operati anche dal comune frusinate
leghista, sono il frutto dell’invasione dei neri che vengono a rubare il
lavoro, e non il risultato di una politica che, per procedere indisturbata
nella tutela degli interessi del capitale finanziario, alimenta la guerra dei penultimi contro gli ultimi.
Dunque
l’indifferenza di allora ha sdoganato l’odio di oggi , ha liberato le peggiori pulsioni fasciste e
razziste. Oggi resta difficile fermare una deriva che poteva essere bloccata
dieci anni fa. Ma ciò non deve giustificare arretramenti o desistenze di fronte
alla minaccia fascista. Il fascismo non è un’idea è un crimine, questo va
ribadito con ancora più forza a partire dalla nostra città.
Frosinone è
antifascista, questo deve essere chiaro a tutti a cominciare dal sindaco , dalla sua giunta e dai
consiglieri di maggioranza, qualcuno dei quali invoca manganello e olio di
ricino per reprimere il dissenso. Chiarire questo concetto è compito di tutti,
donne, uomini, associazioni, movimenti
di questa città e provincia che
considerano la Costituzione elemento fondante del vivere democratico. Persone
chiamate ad unirsi ed organizzarsi per combattere e scacciare una marea nera e
pesante che sta degradando ogni principio di convivenza civile. E’ una reazione
urgente e quanto mai irrinunciabile.
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