SALVIAMO I CONSULTORI DELLA REGIONE LAZIO DALLA PROPOSTA DI RIFORMA
Le donne e gli uomini della Regione Lazio
dicono NO
alla proposta di legge Tarzia (e altri) perché:
● cancella un patrimonio pubblico di grande valore, frutto di lotte e di conquiste sociali e civili
delle donne, che hanno garantito la salute per tutti;
● sovverte l’attuale modello dei servizi consultori ali che garantiscono una maternità libera e
consapevole;
● sposta ingenti somme a favore di associazioni private che, in quanto tali, hanno obiettivi
diversi da quelli di una struttura pubblica che si rivolge a tutte e tutti, rispettandone la
sensibilità.
Dicono SI
alla piena applicazione della legge in vigore (15/76) attraverso:
● la salvaguardia dell’intero campo di applicazione dei compiti assegnati ai Consultori (servizi
alle donne, alla maternità, alle famiglie, alle e agli adolescenti, assistenza psicologica
individuale e di coppia, ecc);
● lo stanziamento di risorse adeguate (economiche, di personale, di strutture idonee) affinché
i Consultori siano messi nella condizione di ben operare e venga finalmente riconosciuta e
apprezzata l’alta professionalità delle operatrici e degli operatori;
● il rispetto di intese già approvate come il “percorso nascita” del Piano Sanitario Regionale e
la certezza dell’applicazione della Legge 194;
● l’apertura di un Consultorio ogni 20.000 abitanti così come già previsto;
● la conferma del carattere di struttura pubblica dei Consultori e del Personale che vi
nonché del carattere di laicità e quindi di rispetto delle diverse sensibilità e culture di chi si
opera
rivolge ai servizi consultoriali.
CHIEDONO
il ritiro della proposta di legge Tarzia e un impegno della Giunta regionale e del Consiglio ad adoperarsi nell’azione di rafforzamento degli attuali Consultori.
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