Sto assistendo alla trasmissione di RAI tre sul risultato dei referendum. Al dibattito partecipano: Bersani (quello del PD non quello di Attac) Quagliariello, Menichini, l’immancabile occhio di lince Sechi, Luca Telese, e un “paciarotto” bello grasso della Lega di cui non ricordo il nome. Quindi, in collegamento da piazza Bocca della Verità a Roma, arriva sui teleschermi la festa dei movimenti promotori dei Referendum . A parte le amenità che si rincorrono l’un l’altra sulle conseguenze politiche di risultati referendari, L’IMMAGINE CHE RIMANE IMPRESSA E’ MOLTO SINGOLARE. Da una parte si discute se Berlusconi debba dimettersi, se il Pdl sia in grado di adottare un programma di democratizzazione interna, se la lega tollererà atri schiaffi, se Di Pietro ci fa o c’è, dall’altra si assiste, sullo sfondo di queste noiosissime disquisizioni, ad una festa di popolo. Nella Piazza la gente canta e balla non curante della pochezza delle analisi stantie che vengono dallo studio. La gioia deriva dalla consapevolezza. Chi festeggia a Roma e in tutta Italia è assolutamente consapevole che, se il futuro sarà senza centrali nucleari, se l’acqua non sarà oggetto di profitto e se nessuno potrà usufruire di privilegi per sottrarsi al giudizio della magistratura, il merito è assolutamente della collettività. L’analisi dei flussi proposta nella trasmissione condotta da Bianca Berlinguer sulle appartenenze politiche di chi è andato a votare è un esercizio del tutto privo di interesse per quei giovani e meno giovani che senza l’appoggio dei partiti , salvo in parte l’Italia dei Valori, dei media mainstream, con il solo supporto della rete, dal nulla hanno mobilitato quasi 28.000.000 di Italiani. E’ possibile che ancora non è chiaro, è possibile che ancora non si sia capito CHE LA FESTA VERA COMINCIA SOLO QUANDO ARRIVA IL POPOLO?
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