Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

lunedì 19 dicembre 2011

Siamo qui per il gridare al mondo "VIVA LA RIVOLUZIONE"

Luciano Granieri


 Domenica scorsa 18 dicembre è andato in scena il secondo atto della nostra piccola rivoluzione (il PRIMO risale al  4 dicembre).  Stiamo tentando di provocare  in città una piccola rivolta. Insieme con la confederazione dei  COBAS di Frosinone , con l’associazione “Oltre l’Occidente” e  il movimento “La Colomba”, noi del Circolo Carlo Giuliani di Rifondazione Comunista di Frosinone stiamo provando a portare in piazza, la nostra rabbia e l’insoddisfazione per la situazione sociale attuale. Una stato che precipita sempre più in basso il ceto medio e il proletariato, mentre, al contrario, con la scusa della crisi e dell’indebitamento della Nazione, arricchisce sempre di più, speculatori, evasori, corrotti e corruttori. Vogliamo capire se la gente comune che passeggia la domenica mattina tra le bancarelle del mercatino di  L.go Turriziani  è indignata come noi, percepisce come noi  la precarietà di un futuro le cui certezze sono continuamente preda della voracità finanziaria. Vogliamo anche confrontarci con chi la pensa diversamente da noi, aprire discussioni, INSOMMA TORNARE A PARLARE CON LA GENTE E FARE IN MODO CHE LA PERSONE TORNINO A PARLARE FRA DI LORO. Questa è la RIVOLUZIONE. Come domenica sosteneva Carlo, uno degli amici che si è fermato al nostro banchetto, gli scenari che si sono vissuti in Islanda o in Ecuador o in Argentina, in cui l’intera popolazione si è ribellata alla dittatura delle banca centrale e del FMI, non sono possibili in Italia  perché, secondo lui, il popolo italiano non è aduso ad atteggiamenti rivoluzionari o comunque di ribellione organizzata. Allora se tale rivoluzione per ora non è possibile, noi ne tentiamo un’altra. Proviamo a ribellarci alla socialità precostituita e indotta, figlia  della moltitudine  teledipendente, in cui pensieri e parole sono preconfezionati dalle onde televisive. Proviamo a far agitare le persone, a suscitare in loro   rabbia, indignazione, o anche condivisione e solidarietà reciproca. In effetti ci siamo resi conto che basta molto poco per accendere  questa piccola rivoluzione. E’ sufficiente un volantino, un intervento al megafono, per innescare la discussione e il confronto. Ci siamo resi conto che le persone muoiono dalla voglia di dire la loro, di esplicitare le proprie necessità di condividere le proprie aspirazioni. Sappiamo che il potere odia questo tipo di socializzazione. La odia talmente tanto che ha provveduto a parcellizzare i luoghi dove questa di solito avviene . Il decentramento delle città, priva i cittadini della piazza principale dove confrontarsi e crea le solitudini che impediscono di restare umani scatenando la barbarie  contro chi è più povero come gli immigrati. LA NOSTRA  RIVOLUZIONE è  provare a ripristinare quel tipo di socialità che può diventare pericolosa PER I SUPERBURCRATI DELLA FINANZA INTERNAZIONALE  perché rende consapevoli un sempre maggior numero di persone di quanto sia devastante il potere esercitato dal finanzcapitalismo.  Come detto quello di domenica era solo il secondo atto. L’OPERA NON E’ FINITA prevede altri atti che animeranno altre piazze di Frosinone. Arrivederci a presto.



Il brano del  video è "La Ballata di Aureliano" dei Modena City Ramblers. Il testo descrive la situazioni dei paesi sudamericani quando questi erano sotto il giogo dei Chiacgo Boys e del Fondo Monetario Internazionale. Eravamo nel 1997 . LE PAROLE DI QUESTA CANZONE SONO ATTUALISSIME .

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