Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

sabato 4 febbraio 2012

Il branco non è un'aggravante

Ornella Carnevale


  Apprendo attonita la notizia della insensata sentenza rilasciata dalla terza sezione di cassazione: Stuprare in gruppo non è più grave che farlo individualmente. 
Sembra quasi che si vogliano consigliare gli stupratori ad organizzarsi per compiere un reato odioso come lo stupro,senza subire gravi condanne. 
Non ci sto', e come me, tutte le donne devono levare un urlo di protesta, perchè ancora una volta si decide a proprio piacimento del corpo delle donne. 
Si ha l'impressione che quando vengono emesse certe sentenze,si pensa solo a difendere e tutelare il carnefice e non si parla mai della vittima; se si fa la si dipinge quasi sempre in qualche modo 'consenziente'. 
A questi giudici probabilmente sfugge la gravità delle conseguenze di uno stupro, esse sono devastanti per il fisico, lo spirito e la personalità e determinano una rabbia autodemolitrice. 
Lo stupro collettivo inoltre è ancora più vigliacco dello stupro individuale perchè le singole forze, unite, sopraffanno la vittima neutralizzandone le capacità di difesa e nello stesso tempo potenzia quelle menti malate che fanno del corpo femminile un trofeo da conquistare con la forza e la violenza; senza dimenticare che una violenza di gruppo esalta il branco e la sua ferocia. 
Il reato di stupro è uno dei più gravi che possano esistere a danno di una donna, ma le sentenza di una certa magistratura ci porteranno indietro di anni. 
Non posso non ricordare la sentenza che assolse lo stupratore perchè la donna indossava i jeans e non posso dimenticare quel sindaco che finanziò la difesa di un gruppo di stupratori. 
Sembra avversione per il genere femminile e voglia matta di riportare la donna al suo ruolo primordiale: oggetto del desiderio maschile e macchina da riproduzione.
La crisi economica che stiamo vivendo penalizza sempre di più le donne che, senza un lavoro o mal retribuite, sono costrette di nuovo a chiudersi nelle mura domestiche, reprimendo le conquiste civili duramente conquistate negli ultimi anni. 

L'attuale società ci sta mettendo all'angolo,dobbiamo reagire, se non ora quando?

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