Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

giovedì 26 aprile 2012

Bottazzi

Giovanni Morsillo
ANPI Frosinone

Conosco Mario Bottazzi. Con lui ho discusso molte volte, abbiamo tenuto insieme assemblee grandi e piccole nelle scuole della provincia di Frosinone. E' un partigiano integrale, di quelli che hanno passato la vita a studiare quello che hanno fatto in montagna, nel bene e nel male. Sa la sofferenza e la gioia, la paura e l'entusiasmo, la vittoria e la demoralizzazione. Ha difeso sempre l'idea partigiana, quella dell'impegno in prima persona, non la delega ma l'organizzazione, nella quale conti e sei responsabile per quello che fai, non per quanto spendi.
Mario Bottazzi ha un carattere strano, duro nei principi, non cede agli aggiusrtamenti nemmeno quando sarebbe necessario "per ragioni superiori", ma è capace di grande disciplina; è coraggioso ed emotivo, si commuove e si scalda quando parla ai giovani ed alle ragazze, quando gli chiedono il perché di quelle cose che noi oggi chiamiamo faticosamente memoria.
E' stato contestato in una scuola romana che lo aveva invitato a parlare di libertà, da un manipolo di fuorilegge, di ragazzotti che cercano di darsi un senso sfidando la civiltà, dichiarandosi e comportandosi come reietti, come esuli dalla loro patria, che non riconoscono e vandalizzano. Alcuni giorni fa, quegli stessi giovanotti o altri loro sodali avevano occupato la stessa scuola e prodotto quello che sanno produrre: migliaia di euro di danni materiali, a testimoniare che per loro la scuola è un pericolo che va combattuto, fino a distruggerlo fisicamente.
Potevano forse tollerare che gli studenti ascoltassero parole di libertà, di dignità, di riscatto dalla diretta voce di un combattente? Credo che si debba essere grati a questi giovinetti, per aver spiegato meglio di qualsiasi discorso ai ragazzi della scuola in questione cosa sia il fascismo. La negazione dell'opinione, del confronto, del dibattito è la dottrina, il brodo di coltura in cui proliferano e si nutrono. Ma spiegarlo sembra retorica: vederlo è un'altra cosa.
A Bottazzi va il nostro affetto riconoscente, per quello che ha fatto 67 anni fa, e per quello che ha continuato a fare per i successivi 67, e che continuerà per molto tempo ancora insieme a noi ed ai più giovani, che comprendono perfettamente il portato valoriale della sua vita esemplare.

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