Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

lunedì 30 aprile 2012

Lavoriamo con lentezza

Luciano Granieri


 Buon primo maggio  tutti, a chi il lavoro ce l’ha, precario o meno, a  chi è disoccupato. Oggi la festa dei lavoratori  diventa festa di sfruttati. Il governo dei banchieri,  considera i lavoratori come un capitolo di spesa da comprimere al  massimo .  Da un lato  chi lavora è uno  strumento indispensabili per produrre sempre più velocemente beni che non verranno venduti se non in minima parte,  dall’altro  i lavoratori devono tenere la testa impegnata a produrre ,  più sono veloci i ritmi di produzione e più non  si pensa, si  rimane schiacciati dal peso della fatica , non si  riesce ad estraniarsi e a riflettere  su quanto sia necessario  lottare contro chi ti  sfrutta.  Ma anche  i disoccupati sono sfruttati, e non riescono a pensare. Non riescono a sconfiggere il senso di vergogna che li prende, soprattutto se sono persone  non più giovani usciti dal giro del lavoro che ormai non li accetta più , rischiano la depressione e in alcuni casi si arriva al suicidio. Oggi questa è una triste realtà,  alla vittime sul lavoro  si aggiungono le vittime da non lavoro.  Purtroppo gli sfruttatori, padroni della finanza e delle multinazionali, cercano oggi di abbattere le ultime barriere rimaste per imporre il dumping sociale, per instillare uno spirito competitivo fra lavoratore e lavoratore che ne scalfisce lo spirito di solidarietà questo è il senso dell ’abolizione della contrattazione collettiva . Ma proprio da questo primo maggio è necessario organizzare la risposta, che deve  obbligatoriamente passare per le piazze, ma si può dispiegare anche nella vita di tutti i giorni. Cominciamo col rifiutare i  ritmi di vita frenetici che ci vengono imposti. Prendiamocela con calma,  viviamo più piano, non ammazziamoci di lavoro se ancora un lavoro ce l’abbiamo ,  non diamo loro la soddisfazione di vedere disoccupati depressi e lavoratori sfruttati. LAVORIAMO,  MENO, LAVORIAMO TUTTI. Rimaniamo cittadini, non diventiamo clienti. Usciamo dai centri commerciali, tanto i soldi per comprare sono sempre di meno, torniamo a parlarci nelle piazze, torniamo a condividere le nostre inquietudini, mettiamoci di traverso al loro sistema in putrefazione. Solo così forse un giorno potremo tornare liberi .  Liberi di lavorare per il bene comune e per la nostra dignità.  LAVORIAMO CON LENTEZZA.

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