La settimana scorsa il presidente dei socialisti ciociari Gianfranco Schietroma ha lanciato un appello a tutte le forze del centro sinistra affinchè si ritrovasse l’unità perduta nella diaspora provocata dalle infide compagne elettorali per le amministrative di Frosinone e Ceccano. L’esponente del Psi ha richiamato Sinistra Ecologia e Libertà, il Pd, i Comunisti Italiani, l’Italia dei Valori, a ricostruire un percorso comune attraverso il quale ripresentarsi alle prossime amministrative con le carte in regola per battere le destre. Uniti si vince è la nuova (vecchia?) parola d’ordine. Giusto si vince uniti, ma per fare cosa? Questo è un discorso un po’ più complicato me ancora le elezioni sono lontane. All’appello Nazareno Pilozzi, segretario provinciale di Sel, ha subito aderito. Del resto un abboccamento con i socialisti c’era già stato, anche se non aveva dato esiti positivi. Ma si sa i vendoliani sono sempre in cerca di turlupinare il Pd alle primarie, per cui ogni passaggio per cercare un abboccamento con i piddini è bene accetto, comprese alleanze con forze traghettatrici come il Psi. Il Pd è ancora dilaniato dalle divisioni interne alla segreteria provinciale. Molti sono ancora scottati dal burrascoso rapporto con Schietroma e soci che ha determinato la disfatta sia a Frosinone che a Ceccano. Per cui ancora non se la sentono, o meglio, non sono in grado di poter seppellire l’ascia di guerra. La diffidenza verso i socialisti è ancora molto presente, ma sono sicuro che alla fine cederanno. Il Partito dei comunisti Italiani invece ha affidato la sua risposta al segretario provinciale Orlando Cervoni, il quale in un intervista rilasciata al quotidiano “Ciociaria Oggi” si dice disponibile a rispondere al richiamo unitario, ma fa un po’ lo schizzinoso. Insomma comincia a trattare sin da oggi. Prima i programmi poi le alleanze, tuona il capo provinciale dei Comunisti italiani, Giusto, giustissimo, peccato che alle ultime elezioni amministrative i Comunisti Italiani il programma non l’hanno proprio considerato, nell’appoggiare il candidato a sindaco Domenico Marzi. “Bisogna ripartire da quanto i cittadini hanno espresso attraverso gli esiti referendari- sostiene Cervoni - la difesa dei beni comuni, a cominciare dal lavoro. Inoltre è necessario un rilancio della giustizia sociale oggi fortemente compromessa” Giusto anche questo, ma mi sembra il minimo sindacale per una forza che ancora ha la falce e martello sul suo vessillo. Ovviamente non manca l’anatema contro l’Udc, partito schifato da tutti che però diventa sempre più corteggiato con l’avvicinarsi dell’appuntamento elettorale. Ma il bello delle esternazioni di Cervoni sta nelle frasi che seguono: “ I partiti a livello nazionale hanno tracciato la rotta. Il nostro segretario Diliberto è stato chiaro: al centro devono essere messi i programmi e devo dire che la lettera d’intenti di Bersani, approfondita e ampliata, può essere una buona base di discussione, come pure la piattaforma della Fiom illustrata da Landini, che ha raccolto il consenso di tutte le forze del centro sinistra. Insomma i presupposti ci sono. Ora tocca a noi non disperderli”. Se ho ben capito i capisaldi su cui si deve fondare la proposta politica vanno ricercati fra gli intenti di Bersani e quelli della Fiom? Ma lo sa Cervoni che il Pd ha votato tutte le nefandezze che il governo Monti ha ordito contro i lavoratori, abolizione dell’arti.18 compreso. E’ conscio il capo del Pdci ciociaro che il pareggio di bilancio in costituzione e la spending review che affogherà definitivamente i comuni sono provvedimenti votati da quel partito con cui si vuole discutere? Se l’obbiettivo è la giustizia sociale e la difesa del lavoro come bene comune su che basi si vuole discettare con il Pd? Sicuramente la piattaforma della Fiom è più consona agli obbiettivi indicati da Cervoni, ma è del tutto inconciliabile con le mire piddine voglio ricordare che l’intervento di Bersani al convengo organizzato dalla Fiom non è stato accolto con entusiasmo , anzi. Neanche il miglior Veltroni sarebbe capace del prodigio di unire insieme strade così divergenti. In queste prime avvisaglie di timidi abboccamenti fra i vari partiti riformisti ciociari già emergono incongruenze, incoerenze, zone grigie. Dunque mi convince ancora di più la nostra scelta di costituire il Collettivo Ciociaro Anticapitalista. Noi siamo fuori da questi giochetti. Siamo d’accordo sul fatto che sia necessaria la difesa dei beni comuni a cominciare dal lavoro, e sia quantomeno urgente il ripristino di un minimo di giustizia sociale, ma questo è perseguibile solo puntando al rovesciamento del sistema capitalista, non ad un suo controllo o ad una sua edulcorazione. Per questo l’unità che è necessaria ricercare non è quella fra le forze della destra riformista comprendente tutti quei partiti (Pdci compreso) a cui l’appello unitario di Schietroma si rivolge, ma è quella di tutte le forze, movimenti, o semplici soggetti anticapitalisti e antiliberisti presenti sul territorio. Noi stiamo lanciando la nostra sfida e saremmo lieti di aggregare altre forze per portare avanti insieme la nostra lotta.
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