Il
governo “tecnico” degli industriali e dei banchieri sta completando il lavoro
sporco contro i lavoratori e la popolazione povera. Bersani, Casini e.. Vendola
si candidano a ereditarlo e proseguirlo. Questa è la sostanza dello scenario
politico d'autunno, a pochi mesi dalle elezioni politiche.
MONTI
COMPLETA LA MACELLERIA, AL SERVIZIO DEI CAPITALISTI E DEI BANCHIERI
Con la
cosiddetta operazione Spending Review, il governo e i suoi ministri milionari
puntano a mettere in regola i conti pubblici agli occhi del capitale
finanziario e negli interessi del capitale finanziario. A cosa serve la nuova
mannaia sui dipendenti pubblici, su una sanità ormai da ricovero, sugli
studenti fuori corso e non, sugli enti locali e i relativi servizi? A
racimolare un nuovo gruzzolo di miliardi con cui consolidare l'accordo europeo
di fine giugno: l'accordo con cui Monti ha riscosso la disponibilità del
cosiddetto Fondo Salva Stati (una faticosa cassa di resistenza tra banchieri
europei) a ricapitalizzare le banche italiane e ad acquistare, a loro
vantaggio, dosi massicce di titoli di Stato. Perché la famigerata lotta allo
Spread, questo significa: tener su il valore dei titoli di Stato, in larga
parte posseduti dalle banche italiane, e dunque difendere il loro patrimonio
finanziario. Altro che “servitù” di Monti verso la Merkel, come dice un bel
pezzo di sinistra “radicale” italiana. Il governo difende come un sol uomo in
Europa gli interessi del “proprio” imperialismo (e con un autorevolezza ben
maggiore di Berlusconi). Naturalmente la partita negoziale con gli altri
imperialismi europei è in pieno corso, e il suo esito è incerto. Ma il conto lo
pagano - come in tutta Europa - gli operai, i precari, i disoccupati, i
giovani, i malati.. Ed è un conto sempre più insopportabile.
Nel
frattempo, tutta la borghesia italiana e i suoi organi di stampa, chiedono ai
partiti di governo di assicurare la continuità di questa rapina oltre la soglia
della primavera del 2013. Come si possono rassicurare i grandi investitori
finanziari che lo Stato italiano saprà onorare il pagamento dei 90 miliardi
annui di interessi sul debito alle banche, l'applicazione negli anni a venire
del salasso annunciato del Fiscal Compact, il religioso rispetto del pareggio
di bilancio..? Imponendo la continuità del governo Monti, o, in ogni caso, del
suo spartito.
BERSANI
E CASINI SI CANDIDANO ALL'EREDITA' DI MONTI
E qui
irrompe la novità politica. Il “grande accordo” tra Bersani, Casini e..
Vendola, vuol essere il signorsì alla richiesta corale della borghesia. Bersani
è stato chiarissimo in una lunga intervista al quotidiano di Confindustria di
inizio agosto: il PD si fa carico di “garantire gli oneri di bilancio e gli
accordi europei stipulati da Monti”. Del resto, ha aggiunto:” Non è stato forse
il governo di centrosinistra negli anni '90 e dieci anni dopo a consentire, coi
necessari sacrifici, i migliori risultati finanziari degli ultimi 20 anni”..
per il grande capitale? Verissimo. E ancora:” Non è stato forse soprattutto il
PD, in questo anno difficile, il più saldo baluardo del governo Monti e delle
sue scelte di fondo (leggi: distruzione delle pensioni d'anzianità,
smantellamento dell'articolo 18..)”? Verissimo. Semplicemente Bersani chiede in
cambio al capitale una investitura politica diretta per il PD. E per ottenere questa fiducia presenta agli
industriali e alle banche una coalizione di governo ancor “più credibile”.
L'accordo con Casini, massimo alfiere di Monti, ha questo preciso significato:
presentare un centrosinistra riveduto e corretto (ancor più.. a destra),
all'altezza delle nuove necessità poste
dalla crisi capitalista e dall'”emergenza” italiana. Con un solo vero elemento
di discontinuità rispetto a Monti: recuperare un quadro di concertazione
sindacale delle politiche antioperaie. In altre parole: riportare a corte la
burocrazia CGIL, quale copertura sociale. Ripagandola, con un posto a tavola,
per il lavoro svolto a vantaggio di Bersani con beneficio di Monti.
LA
CAPITOLAZIONE DI VENDOLA. E LE SUE AMBIZIONI
La
capitolazione di Nichi Vendola a questa prospettiva è vergognosa, ma
rivelatrice. I mille artifici retorici sull'”alternativa”, le “ragioni del
lavoro”, gli stessi “valori di laicità”, si sono risolti nella candidatura a
governare a braccetto del PD e dell'UDC: dei massimi garanti della continuità
di Monti, degli interessi delle banche, e persino delle gerarchie vaticane.
Come il PCL aveva previsto e denunciato, il bertinottismo di ritorno non è
meglio di quello di andata: gli
appetiti ministeriali sono la bussola,
il resto sono parole. Con la differenza che i ministri di Sel dovranno
misurarsi col quadro della crisi capitalista e con oneri sociali ben più
pesanti che nel 2006. E che le ambizioni di Vendola scavalcano persino quelle
di Bertinotti: mirando alla scalata di un partito Democratico all'americana,
oltre le soglie della stessa sinistra tradizionale. SEL è solo la scialuppa
d'occasione per la traversata di questo confine di classe.
L'ALTERNATIVA
NON STA IN GRILLO O DI PIETRO
MA NEL
POTERE DEI LAVORATORI
Il
Partito Comunista dei Lavoratori pone la necessità della cacciata del governo
Monti, e di un governo dei lavoratori, in ogni mobilitazione e in ogni lotta.
Solo la cacciata del governo Monti per via di un'esplosione sociale di lotta
generale in autunno, può aprire la via di una vera alternativa. Solo un governo
dei lavoratori che abroghi le leggi antioperaie degli ultimi 20 anni, abolisca
il debito pubblico verso le banche e le nazionalizzi, ripartisca fra tutti il
lavoro, espropri le aziende che licenziano, vari un grande piano di opere
sociali e di nuovo lavoro, può realizzare una vera svolta.
L'”alternativa”
non sta nella ricercata alleanza dell'ex ministro Ferrero con l'ex ministro
questurino Di Pietro e il suo partito delle Procure (che vota il “pareggio di
bilancio” e copre la mattanza poliziesca di Genova), dopo essere stati
scaricati insieme dal PD. Né tanto meno sta in quel santone di Beppe Grillo che
difende via web l'evasione fiscale dei ricchi dall'alto della villa di
S.Ilario. L'alternativa sta in un fronte unico di lotta dei lavoratori e di
tutti gli sfruttati, che si batta apertamente per la conquista del potere.
Rovesciare
il potere dei capitalisti, imporre il potere dei lavoratori. Fuori da questo
programma di rivoluzione, non c'è prospettiva per i lavoratori e i giovani.
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