Giovedì scorso siamo stati invitati dal nostro amico
Angelino Loffredi all’incontro pubblico organizzato dal Comitato
Ciociari per Bersani per inaugurare la campagna elettorale in vista
delle primarie del centro sinistra. A
confronto: Alessandro Mazzoli in rappresentanza
del candidato Pierluigi Bersani, Piero
Di Alessandri per Matteo Renzi e Gaetano Capuano in rappresentanza di Niki Vendola. A moderare il dibattito, Ermisio Mazzocchi
del comitato Ciociari per Bersani. Dopo
il saluto di Sara Battisti, segretaria Provinciale del Pd, e di Gianfranco
Schietroma, consigliere provinciale dei
Socialisti italiani, Mazzoli, Di
Alessandri e Capuano hanno spiegato le ragioni del loro appoggio
rispettivamente a Bersani, Renzi e
Vendola , quindi hanno risposto alle domande degli invitati fra cui il
sottoscritto. Raramente capita di
trovare nel nostro blog un intervento super partes come questo.
Noi non siamo né per Vendola, né per Bersani, né tanto meno per Renzi . A
dirla tutta non ci piace nemmeno l’esercizio delle primarie del tutto in
contrasto con il dettato costituzionale che vuole il presidente del consiglio
nominato dal Presidente della Repubblica su proposta del Parlamento e non uscito dalle semifinali delle primarie e
dalle finali delle elezioni politiche. Vorremmo ricordare che fino a prova
contraria, l’Italia non è una repubblica presidenziale , per cui l’indicazione
del Presidente del Consiglio non spetta agli elettori. Tornando al dibattito le nostre valutazioni
sono assolutamente imparziali così come le nostre domande hanno impegnato gli
esponenti in rappresentanza dei candidati alle primarie a confrontarsi con le
contraddizioni presenti nei loro programmi. Le questione da noi poste hanno
riguardato, per il renziano Di Alessandri , la contraddizione per cui la rottamazione è valida per la
nomenclatura di partito, ma non lo è per i
lavoratori. Infatti il sindaco di Firenze è favorevole , in toto, alla riforma
previdenziale targata Fornero. Un dispositivo in cui il tempo della meritata “ROTTAMAZIONE” per i
lavoratori anziani viene ulteriormente allungato, ostacolando così l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro . Al vendoliano Capuano abbiamo chiesto conto di
come si concilia la posizione di Vendola contro il fiscal compact, con
l’impegno posto nella carta d’intenti firmato anche dal governatore della
Puglia, in cui si obbliga la coalizione a rispettare i trattati europei che
prevedono proprio quel rigore di bilancio che Vendola dice di aborrire. A Mazzoli , rappresentante del comitato
Ciociari per Bersani,abbiamo chiesto di spiegare come la pratica delle primarie
si concili con il dettato costituzionale. Le risposte le potrete apprendere dai
video. Avremmo voluto porre altre
questioni programmatiche che non solo non si conciliano fra loro , ma sono
antitetiche, però il tempo è stato
tiranno e non volevamo togliere spazio agli altri convenuti . Resta
comunque difficile comprendere come il candidato che
dovesse perdere potrà supportare il candidato Premier vincente sulla base di programmi non condivisi. Di
esempi ce ne sarebbero tanti , ne scegliamo alcuni. Nella carta d’intenti
sottoscritta dal Pd Sel e Si, ci si impegna a salvaguardare i diritti delle coppie gay, ma si sostiene altresì che
in nome della governabilità esiste la possibilità di stringere accordi di governo
con le forze del centro moderato che sulla questione dei diritti civile la
pensano all’opposto. Inoltre come sarà l’atteggiamento di Vendola, nemico
giurato dell’Udc, qualora dovesse realizzarsi
l’alleanza con i centristi? Altra
questione relativa ai beni comuni. Nella
carta d’intenti si concede ampio spazio alla ripubblicizzazione dei beni
comuni. Le forze sottoscrittrici della carta d’intenti si impegnano a far rispettare il risultato dei referendum
sull’acqua e sul divieto di lucrare sui beni comuni che non devono essere
oggetto di mercato e tantomeno privatizzati Ma se vince Matteo Renzi come si regoleranno Bersani, Vendola e Nencini nel supportare un
programma che invece prevede la cartolarizzazione dei beni pubblici e la
privatizzazione delle società partecipate dagli enti locali, incluse quelle che
sovraintendono all’erogazione idrica?
Non lo osiamo immaginare e francamente neanche ci interessa. Perché l’operazione “PRIMARIE” sia quella del
centro sinistra che quella ben più imbarazzante del centro destra, rischia di
diventare una sceneggiata inutile. In primo luogo perché è chiara la volontà , in primis del Presidente della Repubblica, di fare in modo che dalla tornata elettorale
della prossima primavera non esca un chiaro vincitore così da ridare il “BASTONE” del comando a
Mario Monti e, in secondo luogo, perché è evidente che il prossimo presidente del
consiglio, qualunque sia la sua
provenienza, avrà già una strada
programmatica ben precisa da percorrere , quella tracciata dai trattati europei. Cioè
raggiungimento del pareggio di bilancio entro il 2014 e abbattimento del debito fino al 60% del Pil entro il 2020. Tutte operazioni
che aggraveranno la devastazione sociale già imperante. Allora, se questo è lo
scenario, magari sarà meglio perderle le
primarie, se non altro non si sarà
ritenuti responsabili dell’annientamento
del nostro Paese.
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