Siamo agli ultimi atti del governo Monti. Il
premier non sembra più curarsi di quanto stanno combinando i suoi ministri,
preso come è a inseguire Berlusconi nelle pacchianerie della campagna
elettorale. Si rassegni Monti Berlusconi non si batte. Infatti mentre l’ex
premier nei momenti di difficoltà, si faceva colpire da cavalletti di macchine
fotografiche o statuette del duomo di Milano, perdonando poi con magnanimità l’aggressore
di turno, lui, il professore non riesce neanche a farsi prendere da un uovo marcio. L’incauto tiratore, poco scelto,
reclutato in occasione della visita di Monti nelle terre terremotate dell’Emilia
è riuscito a mancare il bersaglio, colpendo un incolpevole sindaco che
incautamente stava accompagnando il presidente del consiglio in gita
elettorale. Comunque volendo trarre un
bilancio sull’operato del governo guidato dal nuovo eroe della destra liberale
non possiamo non esaltare, la sua forza redistributiva e il deciso e innovativo
impulso dato al welfare. E’ bene chiarire che stiamo parlando di un governo
emanazione del potere capitalistico finanziario, per cui la forza redistributiva si esplica non con la redistribuzione del reddito ma dell’immondizia
e dell’inquinamento, mentre il welfare a cui mi riferisco è a favore dei potentati finanziari e industriali. Come non considerare
l’iniezione di ingenti somme di denaro, drenate attraverso L’Imu alla
popolazione e destinate al Monte dei
Paschi di Siena, un ottimo esempio di
welfare state, o meglio welfare trade? E che dire degli sforzi del ministro
Clini per difendere la famiglia Riva dalle indebite intrusioni della
magistratura e consentire a loro, asserragliati nella dorata reclusione
domiciliare, di continuare a fare affari avvelenando la gente di Taranto?.
Corrado Clini, ecco un altro campione dalle capacità indiscusse. Dopo aver
ammirato l’abilità della ministra Fornero nell’affamare lavoratori e pensionati
e nel provocare un aumento epocale del tasso di disoccupazione, dopo aver
assistito al saccheggio della scuola pubblica e dell’università operato dal
ministro Profumo, eccoci di fronte ad un altro ministro dalle doti straordinarie.
Come alla Fornero sarebbe stato più appropriato attribuire l’appellativo di
ministro della disoccupazione, a Profumo quello di ministro dell’ignoranza, a
Passera di ministro delle attività improduttive, così a Corrado Clini l’etichetta di ministro
all’inquinamento e ai disastri ambientali spetta di diritto. E’ a lui che va
tributato l’onore di aver avviato un piano di redistribuzione dell’immondizia e
dell’inquinamento che non ha precedenti nella storia repubblicana. Geniale la
sua azione nella nostra regione. Anziché imporsi sull’amministrazione comunale
di Roma e segnatamente con il sindaco Alemanno affinchè avviasse finalmente un
vero ciclo di raccolta differenziata dei rifiuti, il ministro se la prende con
i sindaci e la popolazione del basso Lazio che non vogliono la monnezza in eccedenza di Roma e del Vaticano negli
impianti di trattamento rifiuti di Colfelice. Corrado Clini anziché imporre la
diffusione della differenziata, che avrebbe sicuramente il vantaggio di
eliminare progressivamente discariche e inceneritori, ma lo svantaggio di
ledere gli interessi dei signori della monnezza come i Cerroni e l’Impregilo di
Romiti, assestando un duro colpo al welfare trade, preferisce mandare i carabinieri
del Noe negli impianti di Colfelice per
verificare se davvero il sito non sia idoneo
a trattare i rifiuti provenienti dalla Capitale, così come denunciato dall’amministratore
dello stabilimento Cesare Fardelli, e a
imporre alla fine dell’ispezione il trattamento di 430 tonnellate di monnezza
romane e vaticane al giorno incurante della mobilitazione generale e della
salute dei cittadini. Come sono insensibili questi Ciociari che si oppongono ad
una equa redistribuzione della monnezza! Comunque ce n’è anche per Colleferro.
Infatti che ne vogliamo fare dei rifiuti speciali in eccedenza? Sempre secondo
l’equa redistribuzione è giusto che questi finiscano a bruciare nei cementifici della cittadina della Valle del
Sacco in aggiunta ai rifiuti tradizionali. Non importa che questo provvedimento
violi quanto previsto dagli articoli 20 e 54 della
direttiva 2010/75 dell’Unione Europea, sulle emissioni
industriali, normativa che doveva essere adottata dagli stati membri entro
il 7 gennaio 2013. Quando c’è da
salvaguardare il principio della equa distribuzione di rifiuti tossici le norme
non contano. La solfa del “ce lo chiede
l’Europa” vale solo per giustificare i saccheggi degli speculatori finanziari
ai danni dei cittadini. Per finire, il ministro della devastazione dell’ambiente,
sfinito delle troppe incombenze che il Lazio gli procura decide di togliere
alla Valle del Sacco e al comprensorio di Frosinone lo status di zone di
bonifica di interesse nazionale, per declassarle a aree di bonifica di
interesse regionale. Che certe grane se
le sbrighi la regione Lazio. E se l’ente regionale si è dissolto sotto i colpi
di Fiorito & C., se l’amministrazione
non esiste più in attesa di essere rieletta, poco importa. Ormai i cittadini
della Valle del Sacco sono talmente abituati alle patologie e alle sofferenze
provocate dall’inquinamento che non faranno caso al fatto che la bonifica
passata in mano alla regione non si realizzerà mai. Insomma nella galleria di mostri del governo Monti al
ministro Corrado Clini spetta sicuramente di diritto un posto in prima fila.
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