Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

sabato 22 febbraio 2014

Governo Alfetta uguale al governo Alfonzie?

Luciano Granieri


Cosa cambia tra il governo Alfetta e il governo Alfenzi, anzi Alfonzie? Tutto cambia. Si realizza la duplicazione delle larghe intese: quella con i diversamente berlusconiani e le frattaglie centriste, sul fronte governativo, più  quella degli sgherri berlusconiani ,con  a capo il pregiudicato eccellente, sul fronte delle riforme. La doppia larga intesa dovrebbe allungare lo spettro di un siffatto governo fino a fine legislatura. Sempre che  qualche processo  non vada  storto al  pregiudicato eccellente, un Ruby bis uscito male o la compravendita dei senatori che va a schifio. In questo caso  è probabile che    il novello padre della patria arcoriano   faccia saltare nuovamente il banco, richiamando  nei ranghi  a suon di milioni i desaparasidos differentemente berlusconiani. Un po’ come l’operazione Kakà e chissà,  forse si potrebbe recuperare un Casini a parametro zero che, in scadenza di contratto, ha già dato la sua disponibilità, tutto sommato un tale scenario potrebbe essere gradito anche al superpresidente Toscano, che magari attraverso  nuove elezioni con la legge elettorale nuova si zecca  che poco cambia rispetto al progetto rigettato dalla Consuta, potrebbe disfarsi dei pesi morti che si porta appresso nel suo partito e nella compagine centrista . Un’altra novità è che   al gioco delle figurine ha partecipato anche Napolitano. Lo scambio fra Gratteri  sacrificato, alla giustizia per la Mogherini   al posto della Bonino agli esteri ,  ha visto il presidente molto attivo. Non sia mai che  la poltrona del ministero di grazia e giustizia vada ad un magistrato in prima linea nella  lotta alla N’drangheta.  Poi  come la mettiamo con la trattativa Stato-mafia? E se a uno così venisse in mente di ripristinare il reato di falso in bilancio? C’è  il rischio di compromettere quel virtuoso percorso delle riforme istituzionali a cui il grande statista pregiudicato sta lavorando così  diligentemente. Certo la Bonino agli esteri sarebbe stata scelta più gradita al colle, però, come si dice, io do una Bonino a te tu dai un Gratteri a me, una mano lava l’altra e tutte e due lavano la faccia. Un Cencelli esteso anche agli avversari interni ha spiazzato perfino Civati.  La sua sodale, Maria Carmela Lanzetta,  assegnata agli affari regionali, potrebbe spiazzare  Pippo nostro, il quale adesso non è più così convinto di votare contro super Renzi.   Con la rappresentante dei padroni, Federica Guidi,  allo sviluppo economico  e Giuliano Poletto  presidente di Legacoop  al lavoro, abbiamo dato una bella botta alla lotta di classe. Evviva le larghe intese anche  fra padroni  e lavoratori. In tutto questo bailamme vorticoso resta sempre e solo una certezza. Il ministro dell’economia lo sceglie la Troika. Ecco bello e pronto Pier Carlo Padoan. Neo presidente dell’Istat, nel suo curriculum spicca la permanenza al Fondo Monetario Internazionale dove ha ricoperto il ruolo di direttore esecutivo responsabile per i “Piigs” Grecia e Portogallo, fra gli altri. L’unico pregio?  E’  un tifoso sfegatato della Roma.  Ecco.  Alla   fine in tutto sto’ casino nulla cambia.  I cittadini camminano sempre più storti mentre l’austerity imposta dalla Troika trova autostrade sempre più larghe. Auguri a tutti noi. 

Nessun commento:

Posta un commento