Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

venerdì 29 agosto 2014

Gerusalemme deve essere liberata

Simonetta Zandiri



Gerusalemme, ieri sera. Una vista dalla collina, l'aria era fresca, dopo una lunga e calda giornata di viaggio. Impossibile raggiungere Sam, arrivata a Gerusalemme e pronta a partire per Nablus vengo avvisata che la città è stata chiusa, non si entra, non si esce. OK, sono giorni che aspetto questo momento, un giorno in più, passerà. Un giro nella città vecchia, dalla Porta "Damasco", e sono nel suk, pochissimi turisti, ma forse è meglio così. L'atmosfera è magica, questa città non è solo un simbolo, è davvero qualcosa di più, qualcosa che ti entra sotto pelle, qualcosa che senti dentro. C'è un signore anziano con una borsa molto pesante, lo aiuto a fare le scale, mi dice, in un perfetto inglese in stile arabo "grazie, c'è davvero tanta bella gente qui". Nel suk trovi di tutto, e non mi riferisco ai negozi per turisti (che tra l'altro scarseggiano). Chiedo ad un negoziante dove si trova il Santo Sepolcro, non era in programma la sosta a Gerusalemme e non ho neanche una cartina con me. Mi accompagna il bimbo, 8 anni. Normalmente c'è la coda per entrare nella chiesa, ma trovo poche persone, un gruppo di italiani, qualche russo. Non importa che tu sia credente o meno, non puoi fare a meno di sentire che qui c'è qualcosa di più. Puoi chiamarlo magico, sacro, ma devi riconoscere che qui c'è qualcosa che altrove non c'è. E che a qualcuno è negato. Proibito.
Non so esattamente quale vittoria si stia celebrando, ma so che oggi è venerdì e come ogni venerdì milioni di musulmani vorrebbero poter accedere alla moschea di Al Aqsa ma non possono farlo. Vietato. Proibito. L'uomo sopra Dio?

Questa mattina quando ho lasciato Gerusalemme i soldati erano ovunque, era presto, ma la città era già sotto controllo. Per i palestinesi che vivono qui in west bank accedere a questa moschea è impossibile. Per me, "cristiana", non c'è stato nessun problema a visitare il sepolcro.
Gerusalemme deve essere liberata. Deve essere libera. Non c'è nessuna vittoria per una Palestina occupata dal mostro. Non c'è nessuna vittoria quando un luogo di "preghiera" è controllato da un esercito nemico.
Non andrò più a Gerusalemme, perché mi rendo conto che il mio è stato un privilegio. Non metterò più piede in questa città, fino a quando non sarà consentito a tutti fare lo stesso.
Soprattutto ai "credenti", per i quali questa visita ha un significato ben diverso rispetto al turista che entra in un luogo sacro con la macchina fotografica in mano. Il credente, invece, ha le mani giunte.

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